#quellavoltache: Storie di molestie
Di AA. VV.
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Anteprima del libro
#quellavoltache - AA. VV.
INbreve
Questa raccolta è dedicata
alle donne che hanno testimoniato,
a chi si pone in ascolto,
a Asia Argento e a Miriana Trevisan
che hanno aperto la strada,
alla Casa Internazionale delle Donne di Roma
a cui la strada rischia di essere sbarrata,
a tutte noi.
#quellavoltache
Storie di molestie
manifestolibri
Manifestolibri
Comitato scientifico
Luciana Castellina; Rino Genovese;
Massimo Ilardi; Enzo Scandurra
Redazione
Carmelo Albanese; Marco Grispigni
Ufficio stampa e promozione
Monia Cappuccini
Progetto Le donne parlano
Simona Bonsignori; Paola Tavella
Cura del volume
Giulia Blasi; Stefano Cena;
Anna Coluccino Guerriero; Sarah Consiglio;
Caterina Coppola; Beatrice Da Vela;
Giuliana Maria Dea; Laura de Bonfils;
Federica Jean; Anna Lanave; Carola Moscatelli;
Ramona Norvese; Marianna Peracchi;
Manuela Piemonte; Marina Pierri; Olivia Pinto;
Benedetta Pintus
I proventi derivanti dalla vendita di questo ePub
saranno devoluti alla Casa Internazionale
delle Donne di Roma.
© 2020 manifestolibri La talpa srl
via della Torricella 46 00030
Castel S. Pietro RM
ISBN 979-12-8012-413-5
www.manifestolibri.it
info: book@manifestolibri.it
Nota editoriale
Il 10 ottobre 2017, in un’intervista con Ronan Farrow per il New Yorker, l’attrice Asia Argento rivela di essere stata stuprata nel 1997 da Harvey Weinstein, produttore di Hollywood, accusato da più donne di molestie seriali e stupro. Il 12 ottobre viene lanciato l’hashtag #quellavoltache, ripreso anche dai due siti di informazione Gaypost.it e Pasionaria.it, che si mettono a disposizione per raccogliere le testimonianze delle donne italiane che hanno subito molestie. #quellavoltache rimane attivo per due settimane. Successivamente, il 15 ottobre, parte dagli Stati Uniti la denuncia sotto il già collaudato hashtag #metoo, creato nel 2007 dall’attivista Tarana Burke.
Una rilevazione fatta a una settimana dall’avvio dell’hashtag italiano segnala più di 20.000 occorrenze, ma il dato è incompleto; le testimonianze sono molte di più, #quellavoltache è dilagato ovunque. L’età prevalente in cui sono avvenuti gli episodi testimoniati risulta molto bassa: moltissime minori e donne giovanissime. I racconti sono arrivati per lo più da donne adulte che hanno riferito episodi di molestia avvenuti nel lontano passato. Le minorenni di oggi sono totalmente escluse da questa rilevazione.
Fra le migliaia di testimonianze ricevute ne sono state selezionate oltre 700; di queste, poco più di 250 hanno dato l’autorizzazione alla pubblicazione, in forma esplicita o anonima. Ringraziamo queste donne dal profondo per aver condiviso la loro storia.
#QUELLAVOLTACHE
AL LAVORO
Il mio #quellavoltache. La mano sotto al tavolo che si allunga durante le riunioni. Lui è «un capo».
BMVPedrita
#quellavoltache il capo di trent’anni più vecchio mi portò in viaggio di lavoro dicendomi che avremmo dormito in hotel e invece mi portò a casa sua.
quiarita42
Ero nel suo studio e lui mi stava offrendo un contratto. Non avevo esitato un attimo quando mi aveva invitata: mi fidavo del suo ruolo, della sua fama, non sospettavo niente. La proposta su cui avrei dovuto lavorare era estremamente interessante. Seduti a scrivanie diverse parlavamo, discutevamo i pro e i contro del lavoro e intanto mi facevo un’idea di cosa avrei dovuto fare. Non sarebbe stato facile ma le sfide mi sono sempre piaciute.
Il guaio era che dopo la prematura scomparsa del mio capo, per me la situazione si era fatta difficile. C’è sempre molta competitività, là dentro, e io stavo rischiando tanto. In quel momento di debolezza personale e professionale il contratto era tutto ciò che desideravo. Mentre lui parlava si alzò e venne verso di me. Si mise alle mie spalle e si appoggiò alla sedia. Ma la sedia aveva lo schienale vuoto.
Non ci potevo credere, sicuramente non si era accorto che si stava appoggiando a me. Questo è il primo pensiero che mi ha attraversato la mente. Eppure stava lì, il suo pube contro la mia schiena, e non se ne andava. Cercavo di capire cosa stava succedendo ma non riuscivo ad ammetterlo. La cosa rimase sospesa, con un contratto da definire al prossimo incontro. Mi dette un altro appuntamento, io ci tornai. Era più facile credere che mi fossi sbagliata piuttosto che mettere in discussione la mia considerazione per lui.
Il contratto cominciava a trovare delle difficoltà, bisognava discuterne meglio, capire se si trovavano i fondi. E di nuovo si appoggiò allo schienale vuoto della mia sedia. Potevo sentire il suo corpo e la sua anatomia contro la mia schiena. Mi resi conto che eravamo soli nel suo studio, la porta era chiusa, e in qualche parte del cervello ebbi vagamente paura. Cercai di calcolare una strategia d’uscita, ma l’esercizio di potere che stava accadendo era di tipo diverso. Me ne andai, lo risentii solo quando mi fece sapere che il mio contratto era sfumato. Non ho continuato a vedere lui, ma frequentavamo lo stesso ambiente. Pensai all’eventualità di rendere pubblico l’accaduto ma ero certa che nello scontro tra un potente e una debole avrebbe vinto il potente. Avevo paura per la mia reputazione e anche per il mio futuro lavorativo. Più precisamente temevo di non averlo, un futuro lavorativo. Scoprii che non ero la sola. Una conoscente mi mise in guardia e a mia volta ho allertato quelle che potevo. Mi capitò di incontrarlo in un’occasione pubblica: lui ribadì sorridendo che se avessi accettato la sua proposta, la mia posizione avrebbe potuto essere molto diversa. Nessuno capì a cosa si riferiva veramente: pensarono tutti che avevo rifiutato una proposta di lavoro.
Marta
#quellavoltache per tre anni al lavoro schivavi le palpate del tuo capo e urlavi a casa... Là te ne stavi, perché il lavoro serve.
Ladybikers
#quellavoltache avevo ventisei