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Fine del gioco
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E-book39 pagine28 minuti

Fine del gioco

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Info su questo ebook

Un thriller psicologico dai risvolti imprevisti e drammatici. Fin dalla prima pagina Andrea Monotti tratteggia un'atmosfera tesa e ambigua capace di tenere sempre vigile l'attenzione del lettore. Dopo una breve introduzione la narrazione è affidata ai dialoghi, si compone così un quadro in cui la parola assurge ad assoluta protagonista in grado di guidarci nelle paure e fobie più nascoste dell'anima fino alla loro inevitabile deflagrazione.
LinguaItaliano
Data di uscita26 feb 2019
ISBN9788832051179
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    Anteprima del libro

    Fine del gioco - Andrea Monotti

    casuale.

    L’AUTORE

    Andrea Monotti (Roma 28/11/1987).

    Nel 2014 pubblica sul numero 26 della collana Impronte, edita dalla casa editrice Pagine, le prime poesie.

    Nello stesso anno pubblica la sua prima silloge con il titolo Pensieri apparenti edita dalla casa editrice Kollesis.

    A ottobre 2017 pubblica il suo primo racconto, in self-publishing su

    Amazon, dal titolo Dì-scorsi.

    Tic… Tac…

    Tic… Tac…

    Il buio fa da contorno a una luce d’emergenza. Le lancette, hanno smesso di muoversi. Poggio il palmo della mano sopra il quadrante, ormai inutile. Un senso di eccitazione mi pervade. Sento un brivido, ora sulla schiena, ora sulle spalle, ora sulla testa. Mi guardo intorno, vedo solo una porta. Non so dove sono. Il freddo del pavimento mi entra nelle ossa, con le mani sento un liquido che non riesco a definire. Chiudo gli occhi sperando di ricordare.

    Quei pochi passi che mi separavano dall’entrata, già mi facevano capire come sarebbe andata la giornata. Sentii una goccia sul naso, guardai il cielo e non prometteva niente di buono. L’entrata era preceduta da una rampa come quelle dei parcheggi sotterranei. La porta era aperta. Entrai.

    «Buongiorno», dissi.

    Appena varcai la porta d’ingresso percepii uno strano senso di disagio, lì per lì non me ne preoccupai. Le mura bianche erano coperte da uno strato di polvere che mi fece arricciare il naso. C’erano ragnatele lungo le pareti e agli angoli dei soffitti, da dove decine di ragni osservavano immobili quello che accadeva.

    «Buongiorno a lei, è qui per l’incontro con il Dottor S.?»

    «Sì, sono Alessandro Capini, ho telefonato ieri».

    «Bene signor Alessandro, ha parlato con me. Io sono Arianna la segretaria. Il dottore ancora non è arrivato, se mi segue in ufficio le faccio compilare il foglio di partecipazione».

    «Certamente».

    Vedendo quell’ingresso così mal ridotto, lo dissi non troppo convinto. Nel breve tragitto, non potei fare a meno di guardarla. Dai piedi alla testa. Dalla testa ai piedi. A ogni suo passo quel ticchettio e il suo ancheggiare fiera, mi ipnotizzava. Muoveva le gambe come fluttuasse nell’aria. Arrivati davanti alla porta feci fatica ad alzare lo sguardo. Si voltò. Sorrise.

    «Prego», con la mano aperta, mi fece cenno di entrare.

    «Questi sono i fogli da compilare, quando ha terminato se mi salda la quota di partecipazione, le faccio la ricevuta».

    Mentre teneva tra le mani i fogli,

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