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"Li udiamo parlare nelle nostre lingue": I linguaggi della catechesi e della celebrazione per dire le grandi opere di Dio
"Li udiamo parlare nelle nostre lingue": I linguaggi della catechesi e della celebrazione per dire le grandi opere di Dio
"Li udiamo parlare nelle nostre lingue": I linguaggi della catechesi e della celebrazione per dire le grandi opere di Dio
E-book139 pagine1 ora

"Li udiamo parlare nelle nostre lingue": I linguaggi della catechesi e della celebrazione per dire le grandi opere di Dio

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Info su questo ebook

Lo Spirito Santo, come fuoco e vento, continua ad animare la sua Chiesa e a far intendere le opere di Dio nel vissuto delle persone e nella propria lingua. Come assecondare e favorire l’azione di Dio? Quali sono i linguaggi dell’annuncio? La catechesi si esprime innanzitutto nel linguaggio biblico, simbolico-liturgico, dottrinale e in quello della testimonianza, ma anche con altro… poiché la catechesi è luogo di inculturazione della fede.

La Quattro Giorni Comunità Educanti 2023 esplora alcuni linguaggi: il canto e la musica, le espressioni artistiche della pittura o scultura, del cinema e del teatro. Essi non sono semplicemente mezzi per annunciare la fede o strumenti per diventare più accattivanti nel modo di comunicare ai ragazzi. L’arte, in tutte le sue forme, esprime il Vangelo, lo testimonia, lo fa entrare nella cultura di un popolo. L’arte ci immerge nelle pagine della Scrittura, ci consegna la tradizione della Chiesa attraverso forme sensibili, visibili, corporee.
LinguaItaliano
Data di uscita21 ago 2023
ISBN9788870988185
"Li udiamo parlare nelle nostre lingue": I linguaggi della catechesi e della celebrazione per dire le grandi opere di Dio

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    Anteprima del libro

    "Li udiamo parlare nelle nostre lingue" - AA. VV.

    PRIMO INCONTRO

    I LINGUAGGI DELLA CATECHESI: CANTO E MUSICA; VIDEO CORTI E FILM

    Ecco perché canto!

    Il canto nella catechesi

    Riccardo Miolo

    Ogni tanto, senza nemmeno troppo farci caso, mi ritrovo a canticchiare qualche motivetto, sacro o profano, antico o recente, vocale o solo strumentale: le persone intorno a me talvolta sorridono, altre volte si congratulano, altre mi biasimano. Indipendentemente dalle reazioni più diversificate, avere un buon bagaglio di melodie e armonie mi permette di dare voce agli stati d’animo più interiori, di creare una colonna sonora di quanto accade, di prendere tempo quando le risposte razionali non arrivano subito. Ancora: come il Salterio ci fa pregare ripensando alle notti temporali e spirituali della vita, mi capita che un canto mi ritorni nel cuore e il mio spirito si vada interrogando¹ sul volto di Dio, sulla bontà della creazione, sull’inaudito avvenimento della Incarnazione così come sulla potenza della passione e risurrezione di Gesù. La mia fede sarebbe sicuramente meno ricca se non avessi come grammatica musicale la possibilità di intonare «Nessuno è così solo sulla terra da non avere un Padre nei cieli» oppure «Loda il Signore, che veste di colore ogni aurora e di ogni notte fa un palpito di stelle» o ancora «Quando uno ha il cuore buono non ha più paura di niente».² Ecco perché canto! Più importante: ecco perché è promettente che catechisti e educatori riscoprano la bellezza e la convenienza del respirare musica nel loro agire quotidiano, così che diventi naturale utilizzare la musica come codice linguistico del ritrovarsi, ricentrarsi interiormente, esprimere le proprie emozioni e sintonizzarsi su quelle che la Parola di Dio suggerisce, vivere in maniera cosciente una celebrazione comunitaria.

    A partire da tre dimensioni fondamentali per la scelta di un buon canto ("testo-musica-contesto"), si proveranno a tracciare alcune possibili applicazioni pratiche per gli incontri di catechesi coi bambini e i ragazzi.

    1. Quali brani per introdurre alla fede?

    In un contesto dove non è scontato apprezzare la virtù della speranza, un compito della comunità educante è andare alla ricerca di canti con testi che infondano fiducia nella vita, negli altri, in Dio. L’esperienza di chi ha a che fare coi bambini ci dice che sono da favorire testi corti, che si ripetono (con un ritornello o una litania), con un carattere narrativo (anziché dogmatico) ed evocativo (piuttosto che informativo). Proponiamo alcuni esempi che vengono da esperienze dirette positivamente riuscite: essi non vogliono essere esclusivi o risolutivi; piuttosto, possono rappresentare un segno e uno stimolo per cercare altri testi cantati adatti e facilmente proponibili ai ragazzi.

    1.1 La canzone pop - popolare

    Prima ancora di rivolgerci a testi espressamente religiosi, cristiani o liturgici, pare essere promettente attingere da testi della nostra storia popolare. Una sera, ospite di una famiglia, ho fatto ascoltare il canto Alla fiera dell’est, di Angelo Branduardi, aiutato da un video corredato di immagini, a Tobia, bimbo di 3 anni. Di lì a poco Tobia ha iniziato a canticchiare la litania dei «mangiò» e a seguire con passione la strana vicenda narrata. Non credo lui abbia compreso la forza dell’ultimo passaggio («infine il Signore, sull’angelo della morte…») ma sono sicuro che la memorizzazione di quelle parole e la loro piacevole ripetizione melodica lo porteranno, presto o tardi che sia, a intuire il senso fondamentale di questo lieto epilogo.³

    La melodia si ripete continuamente, senza variazioni, ed è articolata in un’estensione vocale facilmente eseguibile dai bambini.⁴ Il suo essere tratto dal repertorio di uno dei grandi poeti-cantautori del nostro tempo può creare una connessione intergenerazionale (ad esempio coi genitori e coi nonni che, a casa, potranno ascoltare e cantare con loro) e con la cultura non appena intra-ecclesiale ma che cerca il senso e la direzione della vita. Pensate che promettente possibilità cantare coi bambini questo brano durante un incontro sul passaggio del Mar Rosso narrato nel Primo Testamento, o sulla guarigione di un malato da parte di Gesù (o la sua stessa risurrezione): creeremmo in loro la gioia del cantare assieme, del riconoscere Cristo in tutte le cose, una stima per la tradizione musicale popolare (non accontentandosi della hit del momento) e per il mondo circostante.

    Solo per accendere una scintilla in funzione dello sviluppo di questa ricerca, ai ragazzi più grandi potrebbe essere proposto il brano Credo negli esseri umani di Marco Mengoni, ad esempio in un incontro sulla scoperta della propria fragilità; oppure si potrebbe introdurre il brano a commento dell’invio missionario di Gesù risorto.

    Questa apertura al mondo della canzone d’autore non è indiscriminata: richiede discernimento sul testo, sulla melodia (che sia cantabile, e cantabile dai bambini) e sul mondo sonoro cui si riferisce; insomma, la triade "testo-musica-contesto" è imprescindibile per la scelta di un buon canto anche non espressamente religioso ma che può dischiudere la Buona Novella, magari non come la diremmo noi spontaneamente, ma forse con un sapore evangelico vero e autentico.

    1.2 Brani scritti per la catechesi

    L’iniziazione cristiana – così come le celebrazioni che l’itinerario Con Te! sapientemente contempla nelle varie tappe – prevede alcuni canti scritti ad hoc che introducano i ragazzi allo stupore del volto di Dio rivelato in maniera definitiva nella vicenda di Gesù di Nàzaret. Sarebbe operazione troppo frettolosa trasportare, sic et simpliciter, questi bei canti nella celebrazione eucaristica. Con questo non si vuole qui affermare che ciò sia sempre inadeguato; piuttosto, facendo il verso al Qoelet, che per ogni canto c’è il suo momento, il tempo per ogni melodia sotto il cielo. Testi e musiche scritti appositamente per la catechesi svolgono la loro funzione mistagogica, cioè di rendere più evidente il Signore e la sua Pasqua, proprio nel rapporto con quell’attività svolta durante la catechesi, con la drammatizzazione di quel brano biblico, il rapporto con quel particolare vissuto dei ragazzi.

    EXCURSUS: FORMA ED ESECUZIONE DEI CANTI

    I canti che vengono proposti ai ragazzi hanno spesso la forma della canzone: prevedono la presenza di alcune strofe intervallate da un ritornello, di solito più allegro e facilmente memorizzabile da tutti. Tuttavia, non è questa l’unica modalità con cui scrivere musica corale. Con il brano di Branduardi si è già avuto modo di indagare la potenza della forma litanica.

    Ma dobbiamo aggiungere all’elenco almeno la forma dell’inno strofico: essa prevede che un’unica melodia possa essere rivestita di testi differenti, aventi come caratteristica lo stesso metro. Questa forma musicale è stata incentivata nei primi secoli dall’opera di sant’Ambrogio e, nel XVI secolo, dalla riforma luterana.

    Sia la canzone che l’inno⁵ hanno in sé la possibilità di un’esecuzione con l’alternanza di voci. Ad esempio, la canzone può prevedere l’esecuzione della strofa da parte di un solista (valorizzando un ragazzo con particolari doti canore o un aiuto catechista?) e il ritornello da tutti; l’inno, invece, può essere cantato alternando i maschi alle femmine, per poi ritrovarsi nell’ultima strofa cantando insieme.

    Insomma, una varietà delle forme e delle esecuzioni dei brani.

    Compiuto questo breve excursus musicologico, vorrei citare due buone proposte che si possono trovare nell’itinerario Con Te! e che, piano piano, stanno prendendo piede nelle parrocchie della nostra diocesi. Anzitutto il brano Ecco il Re, composto da quattro strofe che narrano i misteri della Settimana autentica (ingresso a Gerusalemme, ultima cena, croce, risurrezione) e che chiede, generalmente, una non esecuzione integrale dell’intero testo, ma solo della strofa corrispondente all’episodio della vita di Gesù proposto quel giorno (seguita dal ritornello).Se resti in noi è invece un inno allo Spirito Santo che riprende i tradizionali sette doni evocandone la loro portata esistenziale:⁷ l’atmosfera luminosa e fiduciosa che crea questo brano, unita all’aumento di climax dato da un progressivo cambio di tonalità, mette sulla bocca dei ragazzi una possibilità di preghiera che potrà rimanere per tutta la vita, accompagnando la preghiera personale e dando anima a quella comunitaria.

    Questi due esempi, come tanti altri brani scritti ad hoc per la catechesi⁸ sono parte integrante del cammino di iniziazione e non immediatamente sostituibili con un altro canto adatto o, addirittura, con un testo semplicemente parlato. Cantare e ricantare questi brani aiuterà, in primo luogo, il gruppo dei catechisti a entrare meglio nel Mistero che sono chiamati a presentare ai ragazzi; successivamente, renderà più fruttuoso l’incontro di catechesi, rendendolo vario, vivace e orante; infine, in un futuro a medio o lungo termine, le melodie apprese potranno fungere da àncora, per ricordare momenti belli passati assieme, pagine di Vangelo assaporate, volti di fratelli e sorelle con cui si è condiviso un

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