Nel Silenzio
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Ma il loro amore per la vita, sarà la loro speranza per reagire e costruirsi un nuovo futuro!
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Anteprima del libro
Nel Silenzio - Arianna Mancini
Nel Silenzio
Arianna Mancini
Arianna Mancini
Capitolo 1
Dalicia
Dalicia
In un piccolo paese vicino Nairobi in Kenya, c’è una ragazza di nome Dalicia dalla carnagione color caffè e latte ed i capelli neri, con un sorriso bianco ma allo stesso tempo triste, visto che fin da piccola ha sempre dovuto lottare per la propria sopravvivenza, sua madre l’aveva abbandonata mentre suo padre, non l’ aveva mai conosciuto. Così, appena diciasettenne uscita dall’orfanotrofio della città, si ritrovò da sola, lungo una strada piena di fango e rifiuti lasciati da passanti, ma mai avrebbe immaginato, che un giorno sarebbe diventata la sua vita. Quando Dalicia era dentro l’orfanotrofio, dopo che sua madre ve l’ aveva lasciata una notte mentre stava ancora dormendo sull’uscio dell’edificio, pensò di aver trovato un posto tranquillo dove stare, ma in vece no, era diventata il bersaglio di due falsi infermieri che vi lavoravano e sin dalla prima volta che la videro, le misero le mani addosso. All’inizio le fecero credere che volessero solo visitarla ma non fu così, quella volta, quando chiusero la porta dell’infermeria, abusarono di lei: urlò, ma senza essere udita da nessuno, le tapparono la bocca con un nastro dandole un forte schiaffo per intontirla, per violentarla, senza alcun ritegno, anche se la vedevano piangere, soffrire e quando da quella stanza lei uscì, non ebbe nemmeno più la forza di lacrimare e di camminare, per il dolore che la percuoteva dentro il suo piccolo corpo, essendo consapevole che quello che le era successo, non lo poteva raccontare e non le avrebbe creduto nessuno! Si fece notte e continuava a piangere in silenzio, nel suo letto freddo accanto ad altri suoi coetanei, con la paura di essere ripresa ancora di mira, da quei due. Passavano i giorni, Dalicia incominciò a convivere con quel grande dolore che si portava dentro, sperando di poterne uscire, grazie a qualche famiglia che andava a far visita ai ragazzi dell’orfanotrofio: se decidevano di adottarla e portarla via, era la speranza di una vita migliore!...
Nessuno però, sembrava interessato a lei, così iniziò a rassegnarsi e a non sistemarsi più con cura quando arrivava il fine settimana per le visite: di questo, ne soffriva molto! Gli anni passarono in fretta, arrivò il suo diciassettesimo compleanno, fu mandata via dall’orfanotrofio e quando uscì dal cancello scorrevole, era confusa, il cuore le batteva forte, non sapeva dove andare, cosa fare e cosa le sarebbe successo! Dopo averlo varcato, per una notte Dalicia si rifugiò sotto una macchina arrugginita, con una coperta dell’orfanotrofio insieme al suo baule: l’unico ricordo di sua madre, che lo aveva lasciato accanto a lei quando l’abbandonò in quel maledetto giorno, senza conoscerne il vero motivo. Dentro ad esso c’erano i suoi pochi vestiti e qualche quaderno con i suoi vecchi compiti scolatici di scienze naturali: erano il suo unico ricordo dei momenti sereni trascorsi là dentro, e mentre li riguardava, si addormentò. Al mattino Dalicia si svegliò, di fronte a sé vide un sole caldo e pungente ai suoi occhi ancora addormentati e mentre si stava risvegliando, le si avvicinò una signora di nome Thaila, con un grande turbante ed il vestito largo dai colori decisi. Dalicia quando la udì la prima volta, le sembrò una persona dalla voce calda, preoccupata dal pensiero di vedere una ragazzina sola in strada e a quel punto, Dalicia le confessò che era sola, senza una famiglia, che era uscita da poco dall’orfanotrofio e non sapeva dove andare! La signora Thaila la fece salire sulla sua auto, lei pensò, che forse finalmente aveva trovato qualcuno che volesse prendersi cura di lei, e ne era felice! Accettò di seguirla, e la portò verso la sua villa. Quando arrivarono, Dalicia rimase sbalordita del giardino, sembrava quasi un luogo incantato tra gli alberi tropicali e l’arredamento arricchito da molti baldacchini, incuriosendo Dalicia a domandarle cosa ne facesse? Ma lei, non rispose. Salirono su, vide molte camere da letto e Thaila, le rispose che erano per i suoi ospiti, la fece accomodare in una di esse mettendola a suo agio, dicendole che al più presto, le avrebbe fatto portare dei vestiti nuovi dalla sua governante, mentre Dalicia, decise di sistemare le sue cose sotto il letto per tenerle al sicuro, ma era molto stanca ed affamata e si appisolò, per qualche minuto. In quell’istante bussarono alla sua porta un paio di volte… lei non rispose subito, e la signora che l’ aveva trovata, iniziò ad urlare il suo nome, Dalicia, Dalicia! Lo fece in modo aggressivo, non con il tono preoccupato che aveva conosciuto, portando Dalicia ad insospettirsi pensando che forse, non aveva fatto bene ad accettare di seguirla. Ebbe paura, non sapeva cosa fare, se aprire o no la porta o se scappare dalla finestra, ma essa rimaneva troppo in alto per gettarsi giù e fu costretta a restare, anche perché, non sapeva dove andare! Aprì la porta, e quella signora le gettò in piena faccia uno schiaffo avvisandola di non farla più arrabbiare, ordinandole di prepararsi per quella sera, voleva farle conoscere un suo amico. Mentre Dalicia si preparava, di nascosto la signora le fregò i documenti, poi si mise ad aggirarsi nella sua stanza mettendo degli aromi sul letto e mentre le guardava il suo corpo nudo, si avvicinò per darle della biancheria intima rossa, ma quando Dalicia si guardò allo specchio, non si piacque per quanto fosse troppo appariscente e si mise sopra una vestaglia, Thaila, le disse che al suo amico, gli sarebbe piaciuta. Quella sera Dalicia continuava a non capire, cosa stesse succedendo! Arrivò la sera, quella casa incominciò a riempirsi di altre ragazze come lei: alcune di esse erano mezze nude, altre in sotto-veste, così Dalicia si avvicinò ad una di loro per chiederle cosa avrebbero dovuto fare? Iside, una tra le più giovani, le rispose che dovevano fare compagnia ad alcuni signori che venivano alla villa e se lo richiedevano, dovevano trasferirsi con loro in camera, per poi essere pagate, alla fine di ogni prestazione. Dalicia realizzò che rimanendo lì, sarebbe diventata una prostituta, ma soprattutto capì tante cose quando vide uno degli infermieri
del suo orfanotrofio entrare per primo come cliente: non riusciva a crederci, ma era sicura di chi aveva visto e capì il perché nessuno volesse adottarla, erano stati quei due a decidere il suo destino, facendola vendere a questa signora
, che gestiva il bordello più grande della città di Nairobi. Dopo queste riflessioni, fu chiamata nella sala principale dove passò accanto ad uno di quei due che l’ avevano violentata e all’idea, era terrorizzata, ma solo uno la bloccò per toccarla e lei ancora una volta, non potette fare niente, per fermarlo! Si guardarono negli occhi, lui la lasciò andare e con quell’aria maliziosa le disse: <quella Signora
l’avrebbe sicuramente uccisa. Fu osservata da diversi clienti che la strattonarono dandole qualche soldo e dopo qualche ora, arrivò il secondo ed ultimo cliente della notte: un’ uomo dall’aspetto un po’ rozzo che la volle subito conoscere e senza sapere il suo nome, iniziò a toccarla chiedendole subito di salire. Con poca voce, Dalicia rispose di si e si ritrovarono nella sua stanza, questa volta il secondo cliente le chiese solo di spogliarsi davanti a lui e del sesso orale, mentre lei glielo fece, lui urlava il nome di un'altra donna dicendo a lei, che era una puttana e dopo aver finito, Dalicia corse in bagno a vomitare tutto quello che aveva provato in quel momento! Uscì dal bagno, quel cliente se n’era andato, pensò che non l’ avesse nemmeno pagata ma dovette ricredersi, sul suo comodino vide una grande cifra, si meravigliò ed una parte di quei soldi li nascose sperando di poter fuggire, dando poi l’altra metà, alla Signora
come d’ accordo. Dalicia rientrò nella sua stanza dove iniziò a piangere, poi si infilò sotto la doccia per liberarsi come sperava, da quello che aveva subìto in tutta la serata essendo consapevole, che ci voleva tempo per togliersi di dosso il tutto e che purtroppo, doveva ripeterlo visto che la Maitresse le aveva sottratto i suoi documenti e l’ aveva dichiarata di sua appartenenza. Il giorno seguente dormì in camera sua, almeno, cercò di farlo affinché fu svegliata dalla domestica che le portò da mangiare: una signora robusta di pelle molto scura, che sapeva proprio di una cuoca ma che appena le diede la colazione, se ne andò senza rivolgerle la parola. Dalicia scese, stava un po’ meglio e andò nel giardino della villa, lei era attratta dalla natura e dagli animali, alla fine di quest’ incubo, avrebbe voluto continuare gli studi per diventare veterinario od occuparsi semplicemente degli animali, anche se non sapeva se ci sarebbe mai riuscita, visto la sua situazione! Socchiuse gli occhi e sentì il forte profumo dei fiori che l’entrarono nelle narici rimanendone deliziata ma il suo momento di pace, finì quando fu richiamata da quella Signora
che la voleva informare di un nuovo spostamento per lei, l’avrebbe portata lontano da Nairobi per trasferirsi ad Amsterdam, in Olanda dove fu richiesta da un boss di un Night Club che l’ aveva vista in foto e la desiderava immediatamente. Dalicia rimase senza parole, quella donna ancora una volta, aveva deciso il suo destino! Passò la sua ultima sera accontentando diversi clienti, il mattino seguente accompagnata dalla Maitresse, doveva partire per Amsterdam e finita quella notte movimentata senza avere la possibilità