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La libertà negata tra religione e psichiatria
La libertà negata tra religione e psichiatria
La libertà negata tra religione e psichiatria
E-book35 pagine29 minuti

La libertà negata tra religione e psichiatria

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Info su questo ebook

Questo libro racconta una storia realmente accaduta nel Sud Italia negli anni 60, in cui le contadine erano sottomesse a mariti, padri, fratelli ed era loro precluso ogni piacere sociale, affettivo e sessuale. Per reagire a questa vita di preclusioni e rinunce, esse cercavano nell'estate di ogni anno il riscatto attraverso l'esorcismo della danza, grazie al ruolo e al potere di manipolazione avuto dalla Chiesa, fino a placare ogni forma di possibile ribellione alla loro condizione esistenziale. Chi invece non si rassegnava alla legge non scritta di una tradizione immutabile e si spingeva oltre ogni divieto, era costretta a fuggire dal paese ed emigrare all'estero o finiva in manicomio, bollata col marchio della malattia mentale con la complicità dalla religione e dalla medicina. O fare la scelta della protagonista.
LinguaItaliano
Editoreepubli
Data di uscita11 mag 2021
ISBN9783754119136
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    La libertà negata tra religione e psichiatria - Giulio Di Luzio

    Giulio Di Luzio

    La libertà negata

    tra religione e psichiatria

    ProMosaik 2021

    Menzioni legali:

    Una pubblicazione di ProMosaik LAPH.

    Diritti d’autore Giulio Di Luzio.

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    EPUBLI

    Prinzessinnenstraße 20

    10969 Berlin

    www.epubli.de

    Tutti i diritti riservati.

    Sinossi

    "Le prime vaghe irrequietezze delle nostre pubescenti,

    che altrove il prudente confessore stornerebbe o

    mitigherebbe coi digiuni e le astinenze del mese

    Mariano o di quel che segue, qui in Puglia si

    risolvono talvolta chitarra e tamburello".

    Giuseppe Chiaia – 1888

    C’era qualcosa di imprevedibile e rituale al tempo stesso in paese nel mese di giugno. Il barbiere chiudeva la bottega e le donne si rintanavano in casa, aspettando i suonatori. La Felicia aveva scoperto di essere diventata donna, ma l’irriverente appellativo riservato a sua madre restava un mistero. All’epoca, sul finire degli anni Cinquanta, in quello spicchio di Salento li carusi portavano i pantaloni corti anche d’inverno e le caruse gonne rigidamente lunghe al ginocchio. Il menarca svelò un mondo di passioni emergenti ma precluse da una legge dura a morire. L’interrogativo si sciolse nel giugno del 1959, quando sua madre stette male e chiese li suoni. Nel suo basso giunse l’orchestrina de lu pisciapariti, barbiere ed apprezzato flebotomo, per il rito liberatorio. Zì Catanina era una pizzicata! La Felicia affrontò una realtà temuta e tuttavia attesa ogni anno, perché l’esorcismo della danza, dei suoni e dei colori sveleniva le braccianti pizzicate dal ragno durante i lavori sui campi di raccolta del tabacco. Anche per lei giunse il primo amore, ma irraggiungibile e contrastato perché lu principe, alto e bello, era il figlio di don Oronzo, il medico del paese. In cambio le venne proposto un giovane con lo stipendio fisso ma con un difetto fisico. Lei non accettò e cadde in uno stato di abbandono simile alla depressione. Soffriva e rischiava di morire. Venne così portata a scazzicare, a liberarsi cioè del dolore per l’amore negato attraverso il rito terapeutico della danza. La Felicia, ormai pizzicata come sua madre, iniziò a recarsi il 29 giungo di ogni anno nella chiesetta di Galatina, vicino Lecce, per ringraziare San Paolo della grazia ricevuta e bere l’acqua miracolosa del suo pozzo. Ma i tempi stavano cambiando e la Chiesa, dopo secoli di tolleranza, non accettava più di legare il rituale esorcistico alla fede per l’Apostolo delle Genti. Così con l’aiuto della scienza medica riuscì a

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