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La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo
La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo
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E-book248 pagine3 ore

La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo

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Info su questo ebook

«Tutti, nessuno escluso, vogliono l'amore, vogliono amare ed essere amati. Tutti vogliono la felicità. Il problema è che nessuno sa come fare per ottenerla. L'amore è un'arte sempre più dimenticata. È stata sostituita dalla competizione. Competizione di tutti contro tutti. L'Anima, scintilla divina dentro di noi, vuole l'amore. Dio vuole che noi ci amiamo: "Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato". Ma noi non sappiamo come fare. L'amore che ci può salvare è l'amore cristico, la più alta forma di amore che è dato sperimentare: universale, rivolto al prossimo, al genere umano intero e all'insieme di tutti i viventi.» La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo, nuova prova di Mauro Scardovelli, tiene per mano il lettore in un viaggio terapeutico, intimo, transpersonale e intriso di amore, unica chiave di salvezza, verso la comprensione di sé, dei propri demoni, del mondo, della democrazia e, soprattutto, dell'uomo, nella sua bellezza e straordinaria natura.
LinguaItaliano
Data di uscita3 mag 2022
ISBN9791280657077
La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo

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    Anteprima del libro

    La Rivoluzione della Coscienza. Verso la salvezza dell'Io individuale e collettivo - Mauro Scardovelli

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    Mauro Scardovelli

    LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

    Verso la salvezza dell’Io individuale e collettivo

    Autore: Mauro Scardovelli

    Pubblicato da

    Byoblu Edizioni

    Via Deruta 20

    20132 – Milano

    Copyright

    © Byoblu Edizioni

    Tutti i diritti riservati.

    ISBN: 9791280657077

    Prima edizione: gennaio 2022

    Editing e coordinamento editoriale: Federica Prestifilippo

    Tutti i diritti sono riservati ove non diversamente specificato. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dall’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

    La Rivoluzione della Coscienza

    Verso la salvezza dell’Io individuale e collettivo

    All’amico fraterno Marco Guzzi, il poeta e filosofo che amo e stimo di più. Con Marco da anni siamo impegnati insieme nella stessa battaglia: promuovere la Rivoluzione della Coscienza, o Rivoluzione dell’Amore.

    Prefazione

    L’ultima volta che Mauro mi chiese di scrivere una prefazione a un suo libro era il 2018. Il libro s’intitolava L’insurrezione dell’anima e il nuovo rinascimento che ci aspetta e il sottotitolo recitava Attuare la Costituzione partendo da noi stessi.

    In questa occasione ebbi l’opportunità di condividere la mia prefazione con quella del prof. Paolo Maddalena, Presidente Emerito della Corte Costituzionale. Insomma, ero praticamente schiacciato tra due giganti.

    Il mio piccolo, piccolissimo intervento, intendeva, più che cimentarmi con il testo, provare a dare un contributo di quello che Mauro aveva rappresentato per me, nella mia vita. Anche questa volta non farò eccezione concentrandomi sull’autore più che sulla sua opera.

    Mi concederò così il lusso di non svelare i contenuti del libro, lasciando al lettore il compito di meravigliarsi ancora dell’ultima metamorfosi del pensiero di Mauro. Questa volta, però, cercherò di mettere in luce un aspetto diverso della sua personalità altrettanto caratterizzante.

    Infatti, nella prefazione del 2018 facevo riferimento alle caratteristiche perturbanti dello spirito di Mauro, il suo incarnare a pieno il motto di Nietzsche: «Io sono dinamite». Così, in quella descrizione, desideravo mettere in luce gli aspetti per me più inquietanti, spiazzanti del suo pensiero, perché anche il testo chiedeva coraggio, mobilitazione, era impetuoso come sa essere l’autore.

    Dopo aver letto questo libro, invece, sento il bisogno di focalizzarmi su quelli più teneri, sull’altra faccia di quello «spirto guerrier ch’entro mi rugge» come diceva Foscolo¹.

    Questo testo, infatti, è decisamente di un altro tenore. In esso sembra prevalere un’altra caratteristica di Mauro, il suo lato più femminile, materno, accogliente. Non si tratta di una contraddizione, tutt’altro! In lui le due dimensioni si equilibrano senza scontrarsi.

    Scardovelli è maestro anche in questo. L’integrazione non è facile e mai definitiva, del resto anche lui è un uomo alla ricerca… ma di cosa? Della felicità! E non è forse l’agognata meta cui tendiamo tutti? Quale sarebbe allora la novità?

    Che in questa incessante opera di scavo, la materia che Mauro mette sul tavolo è se stesso, le sue innumerevoli contraddizioni, la sua carne, le sue viscere. In questo modo ci mostra il travaglio, la fatica di essere all’altezza della sfida cui ci chiama.

    Lui per primo si fa esempio dello sforzo incessante necessario per non lasciarsi sedurre dalla stanchezza di vivere, per non accontentarsi di sopravvivere. Questo libro, forse più degli altri, sembra rifarsi a un genere letterario antico e molto in voga nel medioevo: l’exemplum.

    Si tratta del racconto di una storia in cui il protagonista, grazie a un determinato comportamento, ha raggiunto un certo risultato, che di solito corrisponde alla salvezza dell’Anima. Non volendo tradire ciò che ho assicurato in premessa, ovvero la sorpresa, non vi dirò se questo risultato sarà raggiunto da Mauro, anche perché quello che conta non è la meta, ma il viaggio.

    Proverò a spiegarmi meglio: una volta sentii fare una bellissima riflessione sulla vita a un medico gravemente malato mio conterraneo, il dr. Sandro Bartoccioni, in un’intervista in televisione pochi giorni prima di morire.

    In quell’occasione, egli paragonò la nostra vita a quella delle effimere, un tipo di farfalla che vive solo un giorno concludendo: Cosa volete che importi se vivono qualche minuto in più o in meno? L’importante è che il tempo che è stato loro concesso non sia andato sprecato. L’importante è se sono state capaci di essere belle!

    La dignità con cui un uomo ha compiuto il suo viaggio terreno rende la sua storia degna di essere raccontata. Anche in questa sua ultima opera, Mauro è protagonista, mai nel modo narcisista tipico della attuale società, ma proprio nel suo opposto, nel suo farsi humus, terreno fertile per nuova vita.

    Mettendosi a nudo, mostrandoci i suoi circuiti e cortocircuiti cerebrali, le sue emozioni, i suoi vissuti, l’intimità delle battaglie con se stesso, vincendo la paura di mostrarsi per quello che è: un uomo prima che un professore, musicista, maestro, ecc. Un uomo spesso solo, incompreso, persino da se stesso, un uomo che inciampa negli inganni della mente e cade. Un uomo che prima di rialzarsi è però capace di farsi una domanda essenziale: Che cosa posso imparare da ogni caduta? ovvero Come posso trasformare gli errori in occasioni di apprendimento.

    Infatti, lui mi ha insegnato che l’importante non è non cadere, come ci dice questa pseudo cultura del vincente a ogni costo, e nemmeno sapersi rialzare, l’importante è imparare qualcosa da ogni caduta. Fai tesoro dell’errore e non sarai destinato a ricommetterlo, perché se errare ti rende umano perseverare ti rende diabolico.

    Ecco perché ci troviamo qui, a ripetere sia come singoli che come società sempre gli stessi errori, perché non rimaniamo a terra il tempo necessario per capire, ma solo quello, molto più breve, per poterci rialzare. Un tempo troppo breve che non ci consente di comprendere le ragioni dell’errore. Abbiamo troppa fretta, fretta per fingere di non essere mai caduti. E ne andiamo perfino fieri!

    Ecco l’ultima porta in faccia al nostro Ego che Mauro ci consegna con questo testo, che sembra dirci: "Il mondo non fa che celebrare gli uomini vincenti, gli Agilufo senza macchia, i cavalieri inesistenti dalla scintillante armatura.

    Ebbene, io vi racconterò la storia di un uomo senza corazza, che rischia il tutto per tutto. Ancora una volta proverò a rinunciare alle maschere del teatro della vita. Potrebbe non piacervi quello che vedrete, ma almeno sarà vero".

    L’autenticità in mezzo alla finzione è, a mio parere, il regalo più bello di questa ultima fatica letteraria.

    Ecco! Come non detto, avevo premesso che non avrei parlato del libro ma solo del suo autore e, invece, non ho mantenuto la promessa.

    Del resto mi risulta impossibile riuscire a separare l’autore dalla sua opera.

    Sono talmente intrisi l’uno dell’altro che nel parlare di Mauro si finisce per parlare delle sue opere, delle sue sfide, della sua vita. Come dicevo all’inizio, in questa sua opera lascia emergere un’altra caratteristica del suo carattere che, chi ha avuto la fortuna di frequentarlo, conosce molto bene; il suo lato più tenero, amorevole.

    Mauro per me è stato tanto perturbante quanto base sicura. È stato il pungolo che mi spronava a fare di più per migliorarmi, a pretendere più da me stesso, ma anche il caldo abbraccio rassicurante, lo sguardo pieno di orgoglio, l’affetto sincero di chi mi ha sempre definito il suo figlio spirituale.

    Ho condiviso lacrime e sangue con lui, ho lasciato che le nostre anime si incontrassero fino a piangere all’unisono di un dolore che solo lui ha saputo vedere senza mai giudicare.

    Un amore sincero, profondo, che solo una madre sa regalare. Ecco perché ho parlato di lato femminile e materno, perché Mauro è anche questo, è sia slancio che carezza, dinamite e rifugio, energia e quiete.

    Ho avuto l’onore e il grande piacere di conoscerlo in profondità perché, così come non ama nascondersi, altrettanto non sa risparmiarsi; credo che sia per questo che ottiene straordinari risultati anche come terapeuta. Mauro non teme il controtransfert o controtraslazione, come la chiamava Freud, e ritiene, con gran parte degli psicanalisti postfreudiani, non solo inevitabile, ma anche utile empatizzare con le dinamiche dei clienti.

    Detto in parole più semplici, Mauro non ti molla mai, neanche quando entri negl’inferi. Lui è lì a tenerti la mano mentre fai la conoscenza dei tuoi demoni. Fino in fondo, fino a che non ritrovi la strada per risalire con i suoi occhi puntati su di te, fusi in un solo respiro, cuore a cuore in un unico pulsare.

    Ho visto su molti e poi sentito anche su di me la sua Anima fare da guida nei meandri della mia.

    Sperduto e impaurito, ho percepito chiaramente il suo amore non lasciarmi mai, fino al purgatorio in cui potevo ancora decidere di restare e di accontentarmi.

    Invece la sua voce continuava a spronarmi a cercare nuove terre che lui non poteva vedere perché erano le mie, era la mia strada e non la sua.

    Un processo maieutico in cui l’amore fa da padrone, perché è impossibile guidare se non si riesce a sentire, a percepire la vita di un altro essere umano, con tutto il carico di sofferenza, ma anche con tutte le risorse che nemmeno lui sa di avere.

    Come in ogni azione maieutica che si rispetti non si aiuta a partorire la verità del maieuta, ma quella dell’altro.

    Come un’ostetrica (non a caso l’attività della madre di Socrate!) non aiuta a partorire il proprio figlio bensì quello della gestante, così il vero maestro non impone la sua verità, lasciando l’allievo libero di trovare la propria.

    L’amore di una vera madre o di un vero padre, non è condizionato dall’adesione del figlio ai loro progetti, ma si esprime nel lasciare la libertà di divenire ciò che è. Così fecero i Padri Costituenti: crearono le condizioni giuridiche affinché i cittadini italiani avessero davvero la libertà di realizzare pienamente se stessi! Questo il loro dono più grande, questo l’atto d’amore più alto, quello che un maestro concede al suo allievo, conosci te stesso per diventare ciò che sei.

    La sintesi perfetta si trova nell’articolo 3, comma 2, della nostra Costituzione Italiana, che recita:

    «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

    Rileggendolo si capisce fin troppo bene perché sia, non a caso, l’articolo preferito da Mauro e anche da me.

    Nell’articolo 3 c’è un’eco lontana che ci riporta addirittura a Delfi e, più precisamente all’iscrizione nel tempio di Apollo, γνῶθι σαυτόν (conosci te stesso) o, ancora, attraverso il tempo e lo spazio, alle Odi di Pindaro, che completava l’iscrizione aggiungendo quel γένοι’ οίος έσσί μαθών"² (diventa ciò che hai appreso di essere o diventa ciò che sei, dopo esserti conosciuto).

    Un verso che ossessionò come un tarlo la vita di Nietzsche, influenzando prepotentemente la sua ricerca filosofica, la sua vita e quindi la sua opera fino al punto da citarlo ossessivamente nella lettera a Rohde del 1-3 febbraio 1868, in Umano, troppo umano (I, 263), nel Frammento postumo 19 [40], nell’Aforisma 270 di La gaia scienza e, naturalmente, nel sottotitolo di Ecce homo.

    Fino ad arrivare a Dante che, nel canto XXVII del Purgatorio, esprime mirabilmente tutto questo nelle parole di Virgilio mentre si congeda dal suo compagno di viaggio al confine del Paradiso:

    «Non aspettare più una mia parola o un mio cenno; il tuo arbitrio è libero dal peccato, giusto e sano, per cui sarebbe un errore non agire in base a esso: dunque, io ti incorono signore di te stesso»³.

    Un confine che il Poeta Latino non può attraversare perché il paradiso è concesso solo a colui che è diventato padrone di se stesso essendo passato attraverso l’inferno.

    Ecco il dono del maestro all’allievo, «Ti ho guidato attraverso i meandri più oscuri della tua Anima affinché non ti perdessi e ora che sei purificato, ti lascio libero di realizzarti».

    Un dono d’amore che viene ricambiato con l’amore della gratitudine.

    Credo sia questo l’insegnamento più profondo che Mauro Scardovelli ha testimoniato con la sua vita, le sue ricerche e le sue opere e che ancora una volta troviamo come tema dominante di questa sua ultima fatica.

    Impara ad amarti perché in questo modo saprai amare e sarai amato.

    Solo così ci verrà concesso quel cuore intelligente che Re Salomone invocava dall’Eterno, stimandolo più prezioso di ogni altro bene.

    Buona lettura.

    Nicola Donti


    1. Ugo Foscolo, Alla sera, Poesie, 1803.

    22. Pindaro, Pyth., II, 72

    3. «Non aspettar mio dir più né mio cenno; / libero, dritto e sano è tuo arbitrio, / e fallo fora non fare a suo senno: / per ch’io te sovra te corono e mitrio», cfr. Dante Alighieri, Purgatorio, XXVII, vv. 139-142.

    Premessa

    Alla base del mio pensiero c’è una concezione della psiche umana semplice, incontrovertibile e comprensibile a tutti. Due forze sono costantemente all’opera al nostro interno: le forze evolutive e quelle involutive.

    Nei termini di Pannikar, amore e potere.

    L’amore promuove il bene e l’evoluzione.

    Il potere genera il male e l’involuzione.

    Le prime corrispondono tradizionalmente alle forze angeliche e spirituali. Le seconde a quelle demoniache.

    Tutta la realtà materiale creata dall’azione dell’uomo – case, strade, industrie, guerre, economia, diritto – nasce dalla psiche umana. Pensieri ed emozioni precedono e indirizzano le azioni concrete. Le forze demoniache, diaboliche, involutive e regressive, che si trovano nella psiche umana, oggi dominano l’intero pianeta. Una delle loro principali caratteristiche è quella di nascondersi, camuffarsi, mascherarsi, per non essere viste nella loro vera natura.

    In epoca materialista e scientista, che ha contagiato la stessa psicologia, si ha la tendenza a spiegare i fenomeni negando per principio queste forze. In tal modo si favorisce il loro libero dilagare.

    La concezione della psiche umana, di cui sopra ho parlato, è parte di un paradigma ben noto nella filosofia della scienza: il paradigma olistico, che si contrappone a quello oggi dominante, riduzionista, atomista, materialista. Olismo viene da olos (ὅλος) che significa intero. L’olismo guarda alla realtà del mondo come a un intero. Guarda alla foresta, prima di osservare i singoli alberi. Al contrario, il riduzionismo si concentra sugli alberi e trascura che essi fanno parte della foresta, cioè di una realtà più grande e più complessa.

    Nella scienza contemporanea sono presenti entrambi i paradigmi, che, se non estremizzati, possono integrarsi a vicenda.

    I veri scienziati di oggi conoscono le sfide della complessità. Ma c’è un problema: la scienza attualmente dominante è finanziata dalle multinazionali, delle quali deve fare gli interessi.

    È in questa falsa scienza, o scientismo, che, per ragioni di profitto, si è affermato il riduzionismo materialistico.

    La vera scienza, nell’ambito di sua pertinenza, va alla ricerca della verità e del bene. Lo scientismo va alla ricerca del profitto e del male.

    La prima è angelica, la seconda è demoniaca. Il suo potere sull’umanità è paragonabile a quello della finanza: non ha praticamente limiti. Lo si può contrastare, ma è un’impresa disperata.

    Perché? Perché, come vedremo, la diffusione del paradigma riduzionista ha comportato una vera e propria regressione del pensiero, dell’intelligenza e della ragione, che ci attraversa tutti e ci rende fondamentalmente inabili a smascherarlo.

    Introduzione

    Questo libro si propone di delineare un progetto che sta a cuore a tutti: la Rivoluzione dell’Amore, unica rivoluzione che può salvare l’umanità dalla deriva neoliberista che la sta portando a sicura rovina.

    Tutti, nessuno escluso, vogliono l’amore, vogliono amare ed essere amati.

    Tutti vogliono la felicità. Il problema è che nessuno sa come fare per ottenerla.

    L’amore è un’arte sempre più dimenticata.

    È stata sostituita dalla competizione.

    Competizione di tutti contro tutti.

    L’Anima, scintilla divina dentro di noi, vuole l’amore. Dio vuole che noi ci amiamo: «Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato». Ma noi non sappiamo come fare.

    L’amore che ci può salvare è l’amore cristico, la più alta forma di amore che è dato sperimentare.

    La prima tesi di questo libro è molto ardita.

    La nostra Carta fondamentale ha costituzionalizzato l’amore cristico all’articolo 3, secondo comma, quando parla di pieno sviluppo della persona umana.

    Infatti, pieno sviluppo della persona umana significa pieno sviluppo della capacità di amare, il cui compimento è, appunto, l’amore cristico, universale, rivolto al prossimo, al genere umano intero, e all’insieme di tutti i viventi. Questo è l’apice dello sviluppo che un essere umano può raggiungere, il pieno sviluppo dell’Anima spirituale, che costituisce la nostra essenza.

    Se guardiamo in profondità, secondo la nostra Carta fondamentale questa è la premessa per attuare la democrazia costituzionale, la più avanzata al mondo.

    Seconda tesi.

    «La difesa della patria è sacro dovere del cittadino», recita l’articolo 52 della Costituzione.

    Nel testo costituzionale l’aggettivo sacro compare una sola volta. Che significa sacro? Significa degno del massimo rispetto. Che cosa è sacro per l’uomo? Sacro è tutto ciò che ci conduce al livello più alto di spiritualità. Che cos’è che ci conduce al più alto

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