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La psicologia biodinamica: Una terapia che dà la parola al corpo
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E-book268 pagine1 ora

La psicologia biodinamica: Una terapia che dà la parola al corpo

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Info su questo ebook

Nel libro La Psicologia Biodinamica gli autori Lewin e Gablier spiegano una terapia particolarmente attenta alla vita interiore degli individui. Messa a punto negli anni Cinquanta del secolo scorso da Gerda Boyesen, la psicologia biodinamica è una terapia psicocorporea, insieme delicata e potente, che dà la parola al corpo e cerca di liberare il nostro slancio vitale.
Infatti, fin dal concepimento il nostro organismo registra ogni esperienza vissuta. Esso conserva nel più profondo dei suoi tessuti le tracce delle prove non assimilate che ostacolano il suo sviluppo naturale. Disgregando questi segni del passato, la psicologia biodinamica calma il corpo e rigenera il nostro essere più profondo.
Neofiti e terapisti troveranno in quest’opera, corredata da numerosi esempi, una diversa prospettiva sulle difficoltà emozionali, sugli autosabotaggi o sui comportamenti irrazionali. La verità è che il corpo nasconde soluzioni originali e inattese per gestire i nostri malesseri, che spesso sono appelli dell’anima al cambiamento.
Con la sua attenzione alla vita interiore, sensibile, la psicologia biodinamica permettersi di riconnettersi con la gioia e la viva potenza nascoste in fondo a ciascuno di noi.

INDICE
Introduzione
Pertinenza di una terapia psicocorporea nel mondo attuale
Cap. 1 - Cos'è la psicologia biodinamica?
Dialogare con l'organismo
Accogliere l'essere essenziale
L'infanzia e la costruzione del disco rigido della personalità. Gli strumenti principali
Le origini della psicologia biodinamica, la fase norvegese
L'espansione della sicologia biodinamica, la fase londinese
Cap. 2 - Una danza tra psiche e soma
La psiche, una coscienza incarnata
L'intelligenza fisiologica
Il soma, una coscienza relazionale
Perchè lavorare con il corpo in psicoterapia?
La risonanza corporea in psicoterapia
Cap. 3 - Il corpo, chiave dell'inconscio
Il corpo sa occultare i conflitti psichici
Il ritorno del sintomo
La somatizzazione
L'organismo, un sistema complesso
Memorie corporee e nevrosi incorporee
Un'anatomia emozionale
I diversi livelli fisiologici del corpo umano
Cap. 4 - L'energia vivente e l'organismo
L'energia vitale
Il funzionamento dell'orgone nel corpo umano
I fluidi energetici
Le stasi
Tre tipi di energia, tre stati d'animo
Il ciclo energetico psicomotorio
Il corpo sa dirigere le emozioni: la psicoperistalsi
Il riflesso del sussulto
Cap. 5 - Dal nucleo sano al benessere indipendente
Il nucleo sano, una presenza di base
La personalità primaria, espressione del potenziale umano
La libido, principio di piacere
Capacità di autoregolazione
Senso naturale dell'etica
Il benessere indipendente
L'apertura alla spiritualità
Cap. 6 - La costruzione della nevrosi
La funzione parentale
Il figlio salvatore
Tre tappe dello sviluppo
La nevrosi
La personalità secondaria
I caratteri biodinamici
Il processo terapeutico attraverso i caratteri biodinamici
Cap. 7 - Le basi dell'azione terapeutica
Capire il sintomo, proporre il nuovo
I posizionamenti biodinamici
Le quattro attitudini biodinamiche
Le direzioni o strategie biodinamiche
La relazione terapeutica
Cap. 8 - La vegetoterapia biodinamica
Le origini della vegetoterapia
La vegetoterapia biodinamica
La pratica
La sequenza
I risultati
Quando e come praticare la vegetoterapia biodinamica
L'attitudine terapeutica nella vegetoterapia biodinamica
Cap. 9 - I massaggi biodinamici
I massaggi biodinamici o l'incontro con il corpo vivente
Le pratiche
I quattro pilastri della pratica
Quando e come praticare i massaggi biodinamici?
I diversi massaggi
Cap. 10 - Altre focalizzazioni o pratiche della psicologia biodinamica
La psicologia biodinamica, un sistema aperto
La parola nella psicologia biodinamica
Il lavoro con l'immagine
Il lavoro con la respirazione
Le simulazioni
Il movimento e la danza
Il lavoro con la voce
Conclusioni
Notizie sulla Scuola di Psicologia Biodinamica francese
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2019
ISBN9788827229279
La psicologia biodinamica: Una terapia che dà la parola al corpo
Autore

François Lewin

François Lewin dirige la Scuola di psicologia biodinamica francese, di cui è stato co-fondatore nel 1987. Terapista, formatore e conferenziere internazionale, insegna in Europa, Sudamerica e Giappone. È membro fondatore dell’EABP (Associazione europea delle terapie psicocorporee) e membro del CSI (Comitato scientifico internazionale di psicoterapia corporea).

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    Anteprima del libro

    La psicologia biodinamica - François Lewin

    Introduzione

    Pertinenza di una terapia psicocorporea nel mondo attuale

    Perché parlare oggi di terapia psicocorporea? Dovrebbe riguardarci, anche se non siamo pazzi? E se tutto va bene, a parte qualche difficoltà decisionale che riguarda tutti noi, perché consultare uno psicoterapeuta? Questo interrogativo è pertinente perché per numerose persone la psicoterapia rimane un concetto molto sfumato, con pratiche che appaiono misteriose.

    In pratica, sono molte le ragioni che possono indurre a intraprendere una psicoterapia. Può trattarsi di un’intensa sofferenza legata a un evento scatenante, come una separazione, un’aggressione o un lutto. L’equilibrio è rotto e la persona reagisce con sintomi acuti come depressione, crisi di angoscia o dolori lancinanti, che le impediscono di continuare a vivere normalmente. Una seconda causa è data dal vedere situazioni dolorose che si ripropongono regolarmente, provocando ogni volta le medesime difficoltà. Per esempio le relazioni affettive, familiari o professionali conducono sempre agli stessi difficili processi, come un inesorabile destino. Un terzo contesto riguarda gli individui ai quali l’agiatezza materiale e la tranquillità affettiva non bastano. Si tratta in tal caso della situazione in cui, anche se va tutto bene, la vita potrebbe essere soddisfacente e piena non di attività o di piacere, ma di una serenità, un gusto o un senso più profondo. Queste persone hanno sete di una maggiore profondità e di qualcosa di essenziale, perché per loro l’esistenza umana non può essere ridotta a un equilibrato funzionamento di lavoro, famiglia e piaceri.

    Le nostre decisioni più profonde, riguardanti le relazioni amorose, la famiglia, il lavoro o gli amici, sono raramente guidate dalla ragione o dall’interesse. Per tali scelte è una coscienza sottostante, potente e molto personale a orientarci in modo istintivo. Contattare questa presenza e questa forza, come quando ci si innamora, per esempio, fa assaporare un’altra realtà, più vera e più libera.

    È come ritrovarsi, rientrare in se stessi in una presenza stimolante.

    Come contattare e intensificare tale presenza? Il cammino del corpo è una via diretta, efficace e sottile per ritrovare la gioia di questa coscienza viva. Le terapie psicocorporee, in particolare la psicologia biodinamica, permettono di accedere alla ricchezza illimitata che si nasconde nell’organismo.

    Infatti, i nostri ragionamenti rappresentano solo una piccola parte del nostro universo psichico. Quest’ultimo si manifesta attraverso le nostre sensazioni, i desideri, i sentimenti, le emozioni, le intuizioni… La psiche è un’energia che circola nel corpo, nutrita dal pensiero, dall’emozione, dalle sensazioni e dalle percezioni. Quando si possiede un corpo sensibile, quello che la psicologia biodinamica cerca di sviluppare, le impressioni forniscono in ogni momento informazioni dirette della realtà interiore ed esterna.

    Gli animali selvatici ci mostrano, con le loro reazioni di anticipazione delle catastrofi naturali, come la sensazione si apra a una coscienza connessa con il mondo. L’essere umano possiede una capacità concettuale e di coscienza insospettabile, quando impara ad aprirsi al suo corpo sensibile. L’accesso a questa energia attraverso il pensiero può essere definita presa di coscienza, intuizione, ispirazione, illuminazione o con un altro qualsiasi dei termini che descrivono una conoscenza non deduttiva né riflessiva.

    L’anima è la manifestazione individuale di questa coscienza immanente.

    Messi di fronte all’evoluzione accelerata del mondo, collegarsi a questa saggezza dell’anima incarnata diviene necessario per mantenere equilibrio e coerenza. La nostra epoca, infatti, è caratterizzata da un’inversione dei punti di riferimento esterni e interiori. La velocità alla quale tutto si evolve dà la sensazione di non potersi più appoggiare a qualcosa di affidabile. Tali cambiamenti non sono limitati soltanto a qualche aspetto della nostra quotidianità, ma producono un’alterazione dei nostri valori e della nostra organizzazione a tutti i livelli: politico, economico, sociale, ambientale, personale… Al di là della stimolazione e dell’eccitazione che ciò può innescare, questo continuo scompiglio tende a mantenerci in tensione e a destabilizzarci, imponendoci sforzi di adattamento costanti che favoriscono un profondo senso di insicurezza.

    In tutti gli aspetti dell’esistenza, il nostro sapere e i nostri comportamenti devono cambiare, e presto. Non solo ciò che facciamo e sappiamo oggi sarà obsoleto domani, ma ciò accade anche al sapere dei nostri esperti. Le discipline scientifiche ci ripetono regolarmente che quanto avevamo compreso oggi non è più vero, e propongono senza sosta nuove verità sulla nostra realtà. Gli elementi che compongono la nostra quotidianità finiscono per essere trasformati, attualizzati, sostituiti, eliminati. È necessario quindi adattarsi a nuovi punti di riferimento, nuovi ritmi, apprendere nuovi gesti. Ci ritroviamo in un quotidiano sempre più assurdo, disorganizzato e disumanizzato. Ogni ingranaggio si trova a non sapere più cosa deve fare e come inserirsi nella globalità. Ciò tende a produrre una deresponsabilizzazione di ciascuna parte del sistema, accompagnata da una perdita di coesione globale.

    Qualora non riesca a rimanere connessa con questa presenza personale e profonda, la psiche è destinata a logorarsi a seguito di sforzi, adattamenti e incertezze. Lo stress quotidiano, alla lunga, crea una sorta di inquietudine latente, o addirittura una forte ansia. Diviene allora difficile sapere cosa è bene fare o non fare. Nutriamo dubbi sempre più numerosi su come educare i nostri figli, come creare una coppia, sul nostro ruolo al lavoro e nella società in generale. Non riusciamo più a riflettere con calma e a trovare un senso alla nostra vita.

    Ciò produce una sorta di corrosione della gioia di vivere, dell’entusiasmo e della capacità di rimanere tonici ed elastici. Tutti sembrano sempre un po’ giù di forma, malaticci, stanchi, e ciò in maniera cronica.

    Siamo come prede di un malessere insieme personale e collettivo, e subiamo più o meno il mondo senza sapere come cambiare. Questa usura e questa perdita di senso influiscono anche sul nostro organismo. Gli effetti dello stress sulla nostra salute sono stati oggetto di numerose ricerche, che mettono in evidenza l’indebolimento del sistema immunitario e la comparsa di molte patologie croniche.

    Lo stress, tipicamente moderno, diviene qualcosa che si accetta come una fatalità.

    Siamo iperstimolati, il che ha l’effetto di decentrarci o di farci perdere il significato delle nostre azioni. L’isolamento progressivo dell’individuo e l’utilizzo generalizzato di mezzi di comunicazione indiretti insinua una crescente distanza tra i membri di una stessa famiglia, di uno stesso ambiente. La perdita di legami tra sé e gli altri, questa fragilizzazione del tessuto sociale, è uno dei fenomeni critici nell’epoca attuale. Passiamo sempre meno tempo insieme, siamo sempre meno a contatto. Diviene sempre più difficile essere in rapporto con l’altro e diventiamo insensibili ai fattori umani nelle nostre decisioni.

    Si produce una sorta di riduzione progressiva del campo sensoriale. E quando siamo tagliati fuori dalla nostra interiorità, difficilmente percepiamo i nostri bisogni reali. Diventa difficile mantenere un legame diretto con l’essere profondo, che cerca comunque di inviarci dei segnali per guidarci.

    Ne risulta una grande confusione intorno al ruolo, all’identità e al posto di ciascuno di noi, oltre a una perdita di comprensione dei rapporti di causa-effetto tra le cose. Le sensazioni che proviamo non hanno più senso per noi, tanto ci siamo allontanati dalla nostra interiorità. Non sappiamo più perché ci sentiamo agitati, perché soffriamo, perché siamo stanchi. La perdita di una sensorialità connessa lascia talvolta spazio a una forma di ipersensibilità, in cui le informazioni sensoriali non possono essere più integrate. Esse agitano il sistema in un’eccitazione senza scopo, il che può dare la sensazione di essere saturi e di non poter più sopportare nulla.

    Di fronte a questa agitazione delle idee e a questo disturbo delle percezioni, una delle soluzioni è il ritorno alla centralità del corpo per ricollegarsi alla saggezza personale, fondatrice della nostra psiche.

    Talvolta è necessario ricorrere a un aiuto per poter fermare il vortice delle idee fisse e delle ansie, e ritrovare le sensazioni dentro di sé. Sulla base della nostra vita interiore potremo ritrovare la tranquillità, compiere scelte più chiare, prendere decisioni più ragionate. È in questo che le terapie psicocorporee possono costituire una risposta pertinente per la nostra epoca.

    Infatti, la comprensione di concetti come l’amore, la fiducia, la sofferenza, prende corpo attraverso la qualità della nostra esperienza vissuta, senza la quale il pensiero non è che un mulino a vento privo di realtà. Al contrario, quando la sensazione e l’esperienza ci hanno arrecato una comprensione, quest’ultima diviene la nostra verità, che non esclude quella dell’altro, ma che è radicata in un vissuto. Di fronte al dilagare di analisi e concetti contraddittori del nostro tempo, sembra essenziale fare ritorno alle basi personali.

    La psicologia biodinamica facilita il percorso di presa di coscienza che va dalla sensazione al percepito o all’espressione emotiva, fino alla concettualizzazione. La sensazione comprende una quantità di parametri ben più ampia di quella assicurata dal pensiero razionale. Lo sviluppo della percezione sensibile apre il campo della coscienza a dimensioni non limitate al tempo e allo spazio.

    Trasformare in parole queste impressioni nutre la chiarezza e la ricchezza mentale.

    Siamo soliti pensare che trovare la causa, il perché del nostro malessere, risolverà il problema. Tuttavia, comprendere non arreca miglioramenti, se il corpo non integra questa nuova chiarezza. La psicologia biodinamica permette di accedere ad altri livelli di coscienza, che possono apportare soluzioni più efficaci. Infatti, aprirsi alle proprie sensazioni corporee e ritrovare la propria interiorità permette di ampliare e approfondire il campo della percezione e di intravedere ciò che fino a quel momento non era neppure pensabile.

    Il corpo è un crogiolo in cui si produce l’alchimia del mistero vivente. La sua partecipazione ai nostri processi psicologici è quindi inestimabile: esso incarna la nostra anima, le dà forma e la nutre con tutti i sensi, la modula e la regola. Portatore di un sapere ancestrale insospettato, inscritto in ciascuna delle sue cellule, intrattiene con l’anima un dialogo continuo.

    Risulta preziosa la coltivazione di un’intelligenza sensibile, delle capacità di percezione non razionali e intuitive, un’attitudine al sapere immediato e una presenza vera e profonda. Tutto ciò è possibile per il tramite del corpo.

    Una scoperta fondamentale della psicologia biodinamica è la capacità del corpo di assimilare le emozioni attraverso lo stesso canale usato per la digestione degli alimenti. Questo processo viene definito psicoperistalsi. Parlare dei problemi o esplodere di collera o di dolore dà sollievo. Ciò nonostante, come si sente dire spesso, non ho digerito del tutto quel che mi ha detto: finché l’organismo non ha assimilato lo shock, il dolore permane attivo. Così, rimettere in circolo questa capacità di autoregolazione emozionale del corpo è fondamentale. Più essa funziona, più le difficoltà sono vissute in modo sereno, attutite da tale resilienza fisiologica.

    Gli strascichi dei traumi e delle sofferenze possono essere davvero eliminati, lasciando l’organismo e la persona di nuovo liberi. E la guarigione può talvolta essere ottenuta direttamente attraverso il recupero dell’armonia del corpo e del benessere indipendente, senza che la persona abbia trovato le cause originarie del suo malessere o si sia liberata delle emozioni correlate.

    Così il corpo può essere una chiave di liberazione.

    Capitolo 1

    Che cos’è la psicologia biodinamica?

    Dialogare con l’organismo

    La psicologia biodinamica appartiene alla grande famiglia delle terapie psicocorporee, ossia le psicoterapie che nelle loro pratiche accomunano il soma (il corpo sensibile) e la psiche (gli stati d’animo).

    Questo metodo è stato elaborato a partire dagli anni Cinquanta, nel corso di un lungo lavoro clinico, da Gerda Boyesen (1922-2005), una psicologa e fisioterapista norvegese. Congiungendo la psicoanalisi reichiana e i massaggi terapeutici, ella ha sviluppato un metodo di ascolto dell’organismo che permette di ritrovare, attraverso il contatto con la profondità, la propria autentica umanità. La psicologia biodinamica utilizza la possibilità di accedere attraverso il corpo a informazioni e processi psichici fondamentali in maniera diretta e risolutiva.

    La parola e l’espressione emozionale sono molto importanti nella psicologia biodinamica. Ciò nonostante, questo approccio ha elaborato un dialogo sottile con le manifestazioni fisiologiche involontarie. Nell’accompagnamento del paziente esso tiene conto dei segnali corporei, benché minimi, quali i cambiamenti del ritmo respiratorio, il colorito del viso, i sospiri, i gorgoglii del ventre, le contrazioni involontarie… che rappresentano altrettanti messaggi provenienti dalla sua realtà profonda. Infatti, tali manifestazioni emergono al di là del mondo razionale e ragionato. Possono essere anche portatrici di sofferenze dimenticate, quanto di aspirazioni dell’anima o dell’impulso a una coscienza rinnovata. In ogni caso, configurano un appello del movimento profondo della vita a liberarsi e a fiorire.

    Il sistema nervoso autonomo, definito anche sistema neurovegetativo, è quello che gestisce le funzioni vitali indipendentemente dalla volontà. Questi adattamenti spontanei sono spesso molto più rapidi delle nostre reazioni emozionali o mentali. Essi provengono da una realtà più arcaica e basica, in quanto appartengono alle risposte istintive del nostro organismo. Costantemente attivi, sono i mattoni costitutivi del benessere o del malessere quotidiano. Modificare queste reazioni automatiche, quindi, può trasformare il vissuto in maniera fondamentale. Quando tali manifestazioni diventano cronicamente invadenti (la gola che si chiude quando si vuole esprimere qualcosa, una stretta di angoscia al plesso solare senza ragione, un soprassalto al minimo rumore…) o, al contrario, si atrofizzano (uno stordimento corporeo, un’anestesia delle sensazioni, la mancanza di slancio nel cuore o di desideri nel corpo…), questi condizionamenti avvelenano la vita di ogni momento. Ma le sensazioni possono anche essere portatrici di esperienze nuove, iniziatiche, come quando ci si sente perduti nell’amore. Ascoltare il corpo permette di sviluppare il sesto senso e l’intuizione perché, come affermano le tradizioni, il corpo è in ogni istante in risonanza con il cosmo.

    Il lavoro fondamentale della psicologia biodinamica si basa su un’eliminazione dei blocchi dovuti alle sofferenze passate, per un ampliamento della coscienza fino alla fisiologia. A tal fine essa si affida a una scoperta rivoluzionaria di Gerda Boyesen: quella della capacità del corpo di assimilare lo stress e le emozioni. Se gli eventi vengono digeriti, non sussistono strascichi. Questa capacità, che ella ha definito psicoperistalsi, è assicurata da uno dei sistemi più arcaici: l’apparato digerente. La psicoperistalsi permette una vera eliminazione dell’inserimento della nevrosi nell’organismo.

    Accogliere l’essere essenziale

    Esiste una qualità dell’essere che, una volta raggiunta, scatena profonde correnti di guarigione. È questa presenza incondizionata a se stessi e all’altro che la psicologia biodinamica cerca di sviluppare. Al di là di ogni tecnica, si tratta di apprendere l’arte del non fare e del non sapere, per lasciare che abbia luogo un movimento spontaneo che, quando si presenta, non dev’essere ostacolato.

    Tale presenza profonda e attenta, non attiva ma agente, è quella dell’accoglienza incondizionata della levatrice. Il terapeuta partecipa per aiutare la persona a partorire il suo essere profondo. Egli non crea questo essere profondo, non decide quando o come deve emergere. Percependo questa attitudine senza giudizio, il corpo può rilassare lo stato di allarme e di stress, e il paziente si sente fiducioso di poter condividere le sue difficoltà, esplorare le sue ombre o lasciar affiorare sensazioni insolite. Poter essere accolti in assoluta sicurezza è un dono inestimabile. Questa fondamentale fiducia nell’intelligenza del vivente innesca correnti fondamentali e potenti.

    In sostanza, la psicologia biodinamica cerca di trovare e sviluppare il potenziale di vita insito in ogni persona. Biodinamica significa dinamica della vita. Secondo questa teoria, tutti noi possediamo un nucleo sano nel quale circola spontaneamente l’energia di vita armoniosa, aperta e gioiosa. Il terapeuta biodinamico cerca di ristabilire nel corpo e nella mente questo flusso naturale, che i piccoli e grandi drammi dell’esistenza possono ostacolare (nevrosi). La strategia globale impone di sostenere l’organismo nella sua innata capacità di digestione, guarigione ed evoluzione. Il cuore del processo terapeutico nella psicologia biodinamica mira a connettere, al di là del condizionamento, questa fonte vivente, duttile, integra e a volte impressionante che dimora in tutti noi, che si può definire anima o Vita…

    L’infanzia e la costruzione del disco rigido della personalità

    Perché lavorare con il passato, dal momento che per lo più le persone consultano un terapeuta per problemi del presente? Freud aveva già spiegato quanto l’infanzia sia importante per i comportamenti adulti. Da alcuni anni le teorie psicologiche si sono spinte ancora oltre, affermando che i periodi che più condizionano la personalità sono la gestazione e i primi tre anni di vita. Il bambino, infatti, non è un piccolo adulto. Come ogni mammifero ha bisogno di genitori che rispondano ai suoi bisogni e lo educhino. E dal momento che l’essere umano è molto complesso, la durata di questo periodo è piuttosto lunga, in quanto si costruisce per tutto il tempo della crescita.

    Sappiamo bene come un’alimentazione sana sia fondamentale per la futura salute e quanto le sostanze tossiche danneggino più il bambino che gli adulti, perché il suo organismo in costruzione si struttura con ciò che ingerisce. Allo stesso modo la sua psiche e la sua interpretazione del mondo si formano sulla base delle sue esperienze e delle atmosfere emozionali nelle quali è immerso. Come avviene con gli alimenti per il corpo, ambienti deleteri formeranno una base psichica fragile e intossicata.

    Infatti, è durante questi due

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