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Primi tuffi e acquaticità neonatale: Guida con esercizi e giochi per esplorare l'acqua
Primi tuffi e acquaticità neonatale: Guida con esercizi e giochi per esplorare l'acqua
Primi tuffi e acquaticità neonatale: Guida con esercizi e giochi per esplorare l'acqua
E-book160 pagine1 ora

Primi tuffi e acquaticità neonatale: Guida con esercizi e giochi per esplorare l'acqua

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Info su questo ebook

L'aeroplanino, il ponte, lo zoo. Sono tantissimi i giochi che si possono fare nell’acqua per sperimentare nuovi movimenti in libertà. Primi tuffi e acquaticità neonatale nasce per aiutare i piccoli a scoprire in modo naturale questo elemento così magico, dando ai grandi strumenti e informazioni per stare loro accanto. Ricco di esercizi, racconti, aneddoti e informazioni tecniche semplici ma preziose. Una guida utile per genitori e formatori professionisti.
LinguaItaliano
Data di uscita8 nov 2022
ISBN9788865804568
Primi tuffi e acquaticità neonatale: Guida con esercizi e giochi per esplorare l'acqua

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    Anteprima del libro

    Primi tuffi e acquaticità neonatale - Letizia Maria Trento

    Prefazione

    Immaginate uno sguardo amorevole che vi osserva dall’alto e una cascata tiepida che vi scroscia dolcemente addosso accarezzandovi le gambe, la pancia, le spalle. Vi sentite cullati, sospesi, avvolti. Intorno a voi c’è tranquillità e tutto è ovattato. Il vostro corpo ondeggia lentamente creando lievi cerchi concentrici e increspature che producono un suono morbido.

    Questo è ciò che prova un bebè durante una sessione in acqua. La mamma o il papà circondano il piccolo con il braccio, cullandolo e facendolo galleggiare, mentre con l’innaffiatoio gli fanno cadere addosso una debole pioggia. Gesti minimi, che per lui si trasformano in una esperienza sensoriale potente e amplificata; il suo apparato sensoriale è nuovissimo e ancora in rodaggio, quindi tutto è percepito con grande intensità.

    Iniziamo da qui. Tutte le mamme e i papà del mondo desiderano partire con il piede giusto, e in un’esperienza così delicata come quella della scoperta dell’elemento acqua, qualche errore è inevitabile.

    Questo libro nasce proprio dal desiderio di dare strumenti e informazioni che possano aiutare un genitore (ma anche un nonno, una zia…) ad accompagnare i bambini nell’esplorazione dell’acqua. È anche dedicato a tutte le persone che non possono permettersi un corso di nuoto, per loro o per i loro figli: naturalmente non intende in alcun modo sostituirlo, ma spero che possa offrire qualche buono spunto da mettere in pratica.

    I contenuti che incontrerete sono il frutto dell’osservazione e dell’insegnamento in più di vent’anni di carriera con migliaia di bambini e ragazzi di tutte le età. Il tentativo è anche quello di fornire ai tecnici sportivi spunti utili e suggestioni, che diano loro coscienza di quanto sia importante e complesso il lavoro che svolgono.

    Ciò che più mi sta a cuore e che mi ha spinto a scrivere è la speranza che dopo aver letto queste pagine voi siate in grado di aiutare i vostri piccoli a instaurare con l’acqua un rapporto di intensa felicità e puro piacere.

    I – Le fasi dello sviluppo

    Abilità, competenze, capacità

    Ciao mamma, ciao papà! Se siete qui è perché è in arrivo una bellissima sorpresa… o forse è già arrivata! Scommetto che vi state facendo un sacco di domande (il piccolo dormirà la notte? come andrà con l’allattamento? quando arriverà il primo sorriso?); vi immagino a studiare, raccogliere informazioni e consigli da chi è più esperto per cercare di prevedere come sarà e per capire se state andando bene.

    Ma penso che se siete qui ora è perché, tra le mille domande, sentite anche il bisogno di capire cos’è questa storia dell’acquaticità neonatale: in altre parole, volete farvi un’idea di come far sguazzare il vostro piccolo nell’acqua appena è possibile.

    Forse posso darvi una mano in questo viaggio: ho diverse cose da raccontarvi. Partiamo subito, vi va?

    Alcune informazioni tecniche, tanto per cominciare.

    Consideriamo fasi della crescita precisi intervalli temporali in cui solitamente i bambini acquisiscono determinate capacità. Per semplificare, suddivideremo tali competenze in quattro macro aree: abilità cognitive, motorie, linguistiche e relazionali. Vediamole brevemente più in dettaglio.

    Per abilità cognitive si intendono l’attenzione, la memoria e il pensiero. Sono quelle abilità che consentono al bambino di apprendere attraverso le informazioni che gli arrivano dai sensi, permettendogli ad esempio di riconoscere un colore o di rifiutare un cibo che ha già assaggiato e che non gradisce. Tali capacità si sviluppano piano piano e se allenate possono migliorare.

    Le abilità motorie riguardano la nostra capacità di muoverci nello spazio e di agire su di esso. Usiamo le abilità motorie quando camminiamo, corriamo, ma anche quando rimaniamo in equilibrio su un piede e facciamo rimbalzare una palla.

    Per abilità linguistiche si intende la capacità di acquisire il codice linguistico. Non si tratta però di capire semplicemente il senso delle parole. Nello specifico caso del bambino, ad esempio, la capacità di agganciare lo sguardo del genitore gli consente di comprendere e riconoscere le espressioni del viso e di osservare i movimenti della lingua e delle labbra. Il bambino impara a imitare e riprodurre i suoni che ha ascoltato. Sono capacità linguistiche il saper ascoltare, parlare, leggere, scrivere.

    Le abilità relazionali infine, si riferiscono a quella serie di abilità che consentono al bambino di instaurare e mantenere relazioni sane. Esempi di competenze relazionali sono la capacità di rispondere a un sorriso, imitare smorfie, battimani, ma anche allungare un libro ai genitori quando vuole ascoltare una storia.

    Le fasi della crescita

    Vediamo ora brevemente i progressi che il bebè fa di giorno in giorno. Quali sono, cioè, i passaggi salienti durante i primi tre anni di vita.

    Ovviamente non esiste un momento esatto uguale per tutti, in cui tutti i bambini devono sviluppare quella determinata competenza: tra un bimbo e l’altro possono esserci diverse settimane di differenza, e in certi casi possono addirittura verificarsi scarti di alcuni mesi.

    I primi 4-5 mesi sono ancora profondamente improntati all’attaccamento alla mamma. Il bimbo è ancora un tutt’uno con lei e per lo più mangia e dorme. Gradualmente, però, inizia a controllare la testa e a tenerla a poco a poco sollevata. Verso i 3 mesi inizia anche ad affinare la capacità di portare le mani alla bocca e a 6 mesi è in grado di afferrare oggetti e scuoterli.

    Dal punto di vista relazionale e del linguaggio inizia a fissare i volti familiari; iniziano anche le prime vocalizzazioni e quando piange è possibile consolarlo parlandogli, cullandolo o offrendogli qualcosa da succhiare (seno, biberon, ciuccio). Incomincia anche a sorridere, e se da principio lo fa soltanto in risposta a un sorriso, in seguito è in grado di farlo spontaneamente.

    Cosa è fondamentale in questa fase: contenerlo, coccolarlo, guardarlo, mantenere il contatto con la madre.

    Verso i 6 mesi il bambino è in grado di stare seduto. Riesce ad afferrare oggetti e portarli alla bocca, e aumenta la capacità di seguire con gli occhi oggetti in movimento. Dal punto di vista linguistico inzia la lallazione (ta-ta, ma-ma-ma), mentre, per quanto riguarda le abilità relazionali, comincia a essere curioso e a rispondere alle emozioni altrui.

    Cosa è fondamentale in questa fase: contenerlo, coccolarlo, guardarlo, comunicare con lui, proporgli piccoli stimoli da esplorare.

    Verso i 12 mesi lo sviluppo ha, per così dire, un’accelerazione. Infatti, grazie alla capacità di reggersi in piedi e di muovere i primi passi, il bambino comincia un’esplorazione ancora più intensa. Migliora la coordinazione fine (è capace di mettere e togliere oggetti da un contenitore) e comincia a utilizzare gli oggetti in modo appropriato.

    Anche dal punto di vista relazionale ci sono grandi cambiamenti: è in grado di manifestare preferenze verso determinati giochi, per esempio, e può risultare intimidito dagli estranei.

    Per quanto riguarda lo sviluppo del linguaggio ci troviamo a un punto di svolta: il bimbo, infatti, comincia finalmente a pronunciare le parole mamma e papà, e a comprendere il significato del no.

    Questo momento segna una vera e propria apertura verso il mondo, che accelera la elaborazione di una coordinazione sempre più fine e un desiderio di scoperta e di gioco sempre più manifesto.

    Cosa è fondamentale in questa fase: contenerlo, coccolarlo, guardarlo, comunicare e interagire intensamente con lui proponendo giochi colorati e attività che stimolino lo sviluppo dei sensi e la motilità fine delle mani.

    Verso i 24 mesi, il bebè è in grado di arrampicarsi sui mobili, bere da un bicchiere, copiare semplici segni, indicare qualcosa che gli interessa e, più in generale, è in grado di farsi capire e comprendere frasi semplici. I progressi sono rapidissimi: le acquisizioni di nuove capacità spuntano così, da un giorno all’altro.

    Cosa è fondamentale in questa fase: contenerlo, stimolarlo con giochi sonori nello sviluppo del linguaggio, consentirgli di muoversi in spazi ampi nei quali possa sperimentare tutte le capacità del proprio corpo.

    E al compimento dei 36 mesi, sempre al netto della variabilità di ogni singolo individuo, il bambino ha sviluppato un assetto cognitivo e motorio eccellente, che gli consente di saltare, pedalare, costruire piccole torri

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