Dreamland: che il sogno abbia inizio
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Info su questo ebook
Uno spirito libero alle prese con un mondo affascinante e crudele: quello dello Show business. Dal primo album a “La Terra non finisce all'orizzonte” (che nel 2007 superò in classifica addirittura Ennio Morricone e ancora in catalogo), da “Pictures”, summa di virtuosismi pianistici, al disco dal vivo “Live through the years”, fino al lirismo metafisico di “La legge del continuo mutamento” e lo shock lisergico di “Apocalypse” contenuto nell’album “Coyote Alpha”, Alessandro Esseno racconta il suo rapporto con la vita, il suo sguardo disincantato sul mondo presente, le esperienze mistiche e ultraterrene, il suo personalissimo e originale rapporto con i suoni, i progetti futuri, gli incontri con colleghi come Sting, Peter Gabriel, Phil Collins, Keith Emerson, Greg Lake, i Depeche Mode, i Toto, Lucio Battisti, Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Carla Bruni. Gino Vannelli e molti altri.
Il libro è corredato da immagini inedite degli inizi, le esperienze con i gruppi, i concerti in tutto il mondo, la vita quotidiana. Con una sezione speciale dedicata alla sua discografia ufficiale, analizzata album dopo album.
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Anteprima del libro
Dreamland - Alessandro Esseno
Alessandro Esseno
DREAMLAND: CHE IL SOGNO ABBIA INIZIO
Multiversum Media
Testi di Davide Ferranti
Prima edizione: marzo 2023
© Multiversum Media, Roma
Tutti i diritti riservati
Redazione e impaginazione: Gabriele Antioca
Foto di copertina: Michelangelo Arizzi
Progetto grafico: Robert Modine
A Elena e Marcello; alla mia compagna Tiziana
prefazione
di Davide Ferranti
Ho conosciuto Alessandro Esseno nell'estate del 1990.
Avevo letto la recensione del suo primo disco su Ciao 2001
, testata storica della musica in Italia, e quello che mi aveva colpito in quell'occasione, era stata la curiosa assonanza del cognome diAlessandro con la comunità degli Esseni. Pensai: che strana cosa..Tramite un amico comune ci incontrammo quasi per caso, nel corso dello stesso anno ad una cena estiva a Roma.
Dovessi descrivere oggi in due parole l'uomo e l'artista Alessandro Esseno, non farei altro che riferire le mie prime impressioni diquella sera: un uomo intelligente, colto, certamente raffinato, nei modi e nei pensieri. Ma anche dotato di una sottile ironia e perniente formale, la tipica personalità dell'artista quindi.
Ma solo questo sarebbe riduttivo nei confronti di Alessandro.Negliincontrisuccessivi,poteicomprenderealtresfaccettature dellasuacomplessapersonalità;unuomocertamentenonfacile dacapire,perennementeallepreseconintrospezionicontinue, tormentatocomepochimaaltempostessodisponibileneicon- fronti del prossimo. E generoso.
Che cosa rara quest'ultima nel mondo dello spettacolo!
Nelcorsodegliannicisiamoallontanati dalpunto divistageografico ma non intellettuale, anzi. Io e mia moglie Roberta ci siamo trasferiti a Milano, dove è natamia figlia Federica, Alessandro e la sua compagna Tiziana in provincia di Roma per riflettere e guardare le stelle con più attenzione
, mi ha detto un giorno al telefono Alessandro..
Un mio collega, Pino Caffarelli, ha scritto sempre su Ciao 2001
nel 1992, nella recensione del suo secondo disco Da mondi sconosciuti
: Alessandro Esseno è un puro
. E' vero aggiungo io. Unpuro come Jim Morrison o come Edith Piaf, come Syd Barrett oKurt Kobain, o anche come Bill Evans e Claude Debussy (il suocompositore preferito insieme a Johann Sebastian Bach).
Ma che cosa vuol dire essere dei puri? Forse il fatto di non volerscendere a compromessi di nessun tipo, di non svendersi, di noncalpestare gli altri pur di arrivare, credere che la parola che vienedata ha ancora un valore..
Praticamente l'esatto contrario di quello che ci viene insegnatoognigiornodallasocietàdeiconsumi..Ebbene,Alessandroèl'esatto contrario di quello che passa tutti i giorni dalla televisione ai giornali, dentro ai nostri occhi e orecchie.
Un mondo alternativo quindi ma non immaginario, quello cheAlessandro Esseno ci racconta con la sua arte. Un mondo dove cisi può fidare ancora degli altri (una cosa questa a cui Alessandromihafattocapirediteneremolto.Inquestofinoadoggisodi non averlo deluso), un mondo che come dice lui in una sua canzone ..doveva essere qui, ormai..
. Lui, io e tanti altri lo aspettiamo questo mondo. Forse è il mondo dell'oltrevita o forse semplicemente è proprio questo sporco mondo in cui viviamo, con gli stessi orrori e ingiustizie di sempre. L'arte di musicisti come Alessandro ci vuole comunicare che c'è una speranza, che la vita puòcambiare, che non può piovere per sempre..
Nel corso di tanti anni di frequentazioni io e Alessandro ci siamoascoltati
, ognuno con i suoi racconti, aneddoti, le storie d'amore, le delusioni professionali. E a proposito di queste ultime, hopotuto rendermi conto di quello che ha dovuto subire nel corsodella sua carriera, un artista come lui in un paese come l'Italia; vicende che avrebbero messo al tappeto una mandria di tirannosauri, da cui Alessandro (per sua e nostra fortuna), è riuscito a venire fuori, sempre come dice lui, più forte di prima.
In diverse occasioni gli ho domandato: Come hai fatto a resisteretutto questo tempo? Sentendomi rispondere: La musica mi hafatto sopravvivere
.
Un percorso artistico e professionale lunghissimo, costellato dimomenti importanti, collaborazioni prestigiose sia in Italia cheall'estero, un curriculum ineccepibile davvero impressionante con una produzione musicale altrettanto sbalorditiva: tremila brani tra canzoni di vario genere, quartetti d'archi, pezzi sperimentali e dodecafonici, musica per banda, concerti per pianoforte e orche-stra..Quando Alessandro mi chiese di curare il link della biografia sul suo sito (in una sorta di riassunto-intervista), oltre ad essereonorato di tale richiesta da parte sua, ero al tempo stesso pronto. Chi sa leggere potrà cogliere tra le righe di questo link, la passione, l'onestà, la caparbietà, la competenza, la preparazione professionale e soprattutto il talento indiscusso che Alessandro ha di-mostrato di possedere in tutti questi anni. Io sono con lui. Anchenella richiesta da parte sua di scrivere la prefazione di questoDreamland
, convinto di poter raccontare nel mio piccolo qualcosa per farlo conoscere meglio e sempre di più alle persone.
Alessandro dice proprio a proposito del suo rapporto con il pubblico: Vorrei che la gente mi considerasse un amico. Uno che sesparisce per un po di tempo è solo per non dare fastidio. I miei silenzi, a volte di tanti anni, servono semplicemente per creare della buona musica e offrirla poi al pubblico. In questo mi riconoscodi essere sempre stato leale. Non ho cambiato genere di musicaogni sei mesi per vendere quattro dischi in più. Non mi interessa.Sono convinto altresì che il pubblico non dimentica. Se si riesce ad emozionare un gruppo di persone dentro ad una sala da concerto o altrove, quello che è avvenuto in quell'occasione non può essere cancellato. Da nessuno
. Questo è Alessandro Esseno, prendere o lasciare.
Così questo suo Dreamland
, può svelarci aspetti nascosti dellasua personalità, su come sono stati creati molti suoi brani, il lavoroimmanechec'èdietroadognunodiessi,iproblemidiogni tipo che Alessandro ha dovuto superare nel corso degli anni, prima di arrivare a pubblicare la sua musica.
Un libro appassionante, carico di sofferenza emozionale ma anche di piccole gioie senza prezzo. Il percorso umano e professionale di una persona autentica, alla perenne ricerca di un emozione, di un momento inatteso: della verità.
Davide Ferranti – Milano, gennaio 2023.
1. L'infanzia
Figlio unico di Elena e Marcello (entrambi provenienti dal popolare quartiere della Garbatella), Alessandro Esseno nasce all'ospedale S. Camillodi Roma il 27 Giugno alle ore 8,30.
La famiglia in quel periodo abita in una casa a Roma in via Aurelia 235.
Il padre di Alessandro è un ex calciatore, la madre una ex ballerina classica che aveva studiato presso il Teatro dell'Opera di Roma.Quando Alessandro compie tre anni, la famiglia si trasferisce inPuglia per lavoro.
Lì si tratterranno per circa due anni prima di ritornare a Roma."Vivemmo per due anni a Casarano in provincia di Lecce, dovemio padre era stato chiamato per svolgere mansioni di dirigentedel Casarano calcio. Per me fu un periodo incredibile; mia madregestiva un albergo e io praticamente scorrazzavo con il mio triciclo per tutte le stanze dalla mattina alla sera.. Poi si andava al mare a Gallipoli o a S. Maria di Leuca, o a visitare luoghi come i Trulli diAlberobello e le Grotte di Castellana. Il mio primo incontro con la musica in questa vita avvenne proprio a Casarano.
Mia madre voleva farmi un regalo e io inaspettatamente scelsi un piccolo pianoforte giocattolo di legno. Lei lo acquistò non senzaperplessità, considerando che nelle rispettive famiglie non c'eramai stata una tradizione di musicisti.
Dopo qualche giorno lo avevo già fatto a pezzi, incuriosito dai suoni che provenivano dal suo interno..
Questo episodio del pianoforte giocattolo venne poi rimosso siada me che da mia madre. Fino all'età di dieci anni, quando di nuovo in maniera inaspettata chiesi ai miei genitori come regalo diNatale, una tastiera a corrente Bontempi, per l’esattezza il modello HitOrgan
. Nei mesi seguenti, cominciai a strimpellare ad orecchio
tuttoquello che sentivo sia alla radio che in televisione, le canzoni napoletane che cantava mia madre, le arie delle opere italiane checanticchiava mio padre.. E comunque, al di là di questo, percepivo che stava succedendoqualcosa di grandioso in me; qualcosa di misterioso e affascinante era arrivato a farmi visita in questa vita. Una energia sconosciutafatta di suoni, melodie e armonie mi aveva scelto facendomi diventare un suo piccolo discepolo: la Musica..".
Così Alessandro Esseno rivive il suo primo incontro con la musica.L'inizio di un percorso affascinante, misterioso, denso di significati nascosti o palesi. Un viaggio come si vedrà più avanti nel corso diquesto libro, dai risvolti rocamboleschi, crudeli, a volte persinopericolosi. Un viaggio
necessario e indispensabile per provare acomprendere il mistero delle cose, il senso della vita, capire noistessi attraverso l'oscuro e indecifrabile messaggio provenientedal mondo dei suoni.
La tastiera HitOrgan
della Bontempi
All'età di quattro anni a Casarano (Lecce)
Dopo una serie di traslochi da un appartamento all'altro, nel 1965 Alessandro si stabilisce insieme ai suoi genitori in un complessosportivo in prossimità dellaVia Appia Antica a Roma.
Fu un periodo meraviglioso. Da allora non ho mai più conosciutoquel senso profondo di intima comunione con il mondo della natura; nel luogo dove noi abitavamo, potevo disporre a mio piacimento di un territorio vastissimo, comprendente una enorme pineta che confinava con la nostra abitazione, con al suo internodelle vestigia romane di grande fascino. In più, insieme a mia madre accudivo la nostra piccola fattoria di animali composta dacani, conigli e piccioni. Ogni giorno succedeva qualcosa di eccitante e insolito; le corse con i miei amici in mezzo ai campi di granturco, la costruzione di una casa di legno sopra un albero, la scoperta sconvolgente della sessualità.. A volte se penso che tuttoquesto è scomparso per sempre, mi sento perduto
. Fino al 1970, Alessandro e la sua famiglia vivono in questo centrosportivo nella zona dell'Appia Antica, in totale sintonia con i ritmieterni della natura. Alessandro in quel periodo è un giovanissimoe talentuoso calciatore. "In quel momento la musica era solo unosvago e null'altro. Anzi, in quel momento la musica sembrava non essere stata ancora inventata..
Giocavo a pallone dalla mattina alla sera, sia quando venivano atrovarmi gli amici, che ufficialmente nel ruolo di mediano..
La musica mi aveva solo sfiorato
in maniera indolore, quel tanto che bastava per farmi sapere che esisteva. Ma io l'avevo equiparata ad un gioco, come una partita a biliardino o a flipper.
Non era così.
Solo qualche anno dopo mi resi conto dell'impattostraordinario e sconvolgente, che avrebbe avuto su tutto il restodella mia vita.
2. L'adolescenza
Dopo il periodo dell'infanzia, Alessandro si appresta ad entrarenella fase dell'adolescenza con dei cambiamenti improvvisi quasibrutali, a cominciare dal cambio di casa: dalla quiete bucolica della Via Appia Antica ad un affollato condominio al centro del caosmetropolitano nel popoloso quartiereAppio-Tuscolano..
"Di punto in bianco non ero più un bambino di campagna, bensìun ragazzo di città con tutta una nuova serie di problemi esistenziali da affrontare. Di colpo non avevo più i miei animali, il miocane, i conigli e i piccioni a cui tutti i giorni davo da mangiare. Non avrei potuto più guardare nel periodo estivo la volta del cielo stellato, dove mi perdevo con i miei pensieri: fu un trauma.
Per molti anni non feci che sognare la pineta che confinava con lanostra abitazione, il mio cane, gli animali e tutto il resto. Ormai faceva già parte del passato..".
Alessandro si lascia alle spalle il periodo della sua infanzia e iniziaa costruire (con le sue tipiche inquietudini) la sua adolescenza,attraverso un canale di comunicazione intimo e privilegiato: lamusica. "Parallelamente al cambio di abitazione e di vita, iniziai afrequentare le scuole medie.
Qui conobbi l'insegnante di musicaSergio Maffizzoni, che era stato il fratellastro di Arturo Benedetti Michelangeli. Con lui iniziai a prendere delle lezioni regolari dipianoforte, prima di tentare la strada dell'ammissione presso ilConservatorio S. Cecilia di Roma, che poi avvenne regolarmentequalche anno dopo. La cosa più importante da parte di questoottimoinsegnante,fuquellariguardantel'impostazionedellemani sullo strumento. Cosa fondamentale per un pianista.
Prime lezioni di pianoforte - Gennaio 1971
Primo concerto davanti ad un pubblico - Auditorium Don Bosco (Roma) – Gennaio 1972
Primo concerto davanti ad un pubblico - Auditorium Don Bosco (Roma) - Gennaio 1972
Nello stesso periodo iniziai a frequentare ragazzi molto più grandi, tutti con la passione per la musica pop e facenti parte di qualchecomplesso. Fu un periodo di grande sofferenza per me, avevo solo tredici anni e tutta questa gente ne aveva già venti o ventitré. Erano già smaliziati nelle cose della vita, e con le ragazze.. Io stavo alpalo e mi toccava fare buon viso a cattiva sorte. Qualcuno di lorocominciò a sfottermi e a prendermi in giro, facendomi andare nella loro sala prove per umiliarmi.
Mi facevano sentire pezzi difficili come Child in time
dei DeepPurple o Oye como và
di Carlos Santana che io non riuscivo a riprodurre con l'organo, facendomi fare la figura dell'incapace..
Studiavo musica classica da qualche anno, e non avevo ancora lapadronanza del pianoforte per quanto riguardava l'indipendenzadelle mani, tanto meno dell'organo.
Due anni dopo, mentre stavo preparando l'esame del 5° anno dipianoforte con pezzi decisamente impegnativi e con una ormairaggiunta padronanza tecnica, mi ripresentai nella loro cantina:loro erano rimasti ai Deep Purple e a Santana, mentre io suonavopezzi virtuosistici di Bach e Debussy.. Mi pregarono quasi piangendo di diventare il loro organista. Gli dissi che ero impegnatissi- mo e che gli avrei fatto sapere. Come no..".
Dopo questa clamorosa rivincita, Alessandro sente che i tempisono maturi per la formazione del suo
primo complesso. "Fu un periodo incredibile dal punto di vista emotivo; grazie allaincredibileenergiatipicadell'adolescenza,dopolascuolastavo sul pianoforte anche 12 ore al giorno, con grande preoccupazione dei miei genitori che si domandavano se potesse farmi male allasalute..
Dopo la formazione del primo complesso, a cui avevo messo ilnome non molto originale a dire la verità Black & White (dove ilchitarrista sapeva a malapena accordare la chitarra..), iniziai adessere più esigente nella scelta dei musicisti..
Questo periodo fu comunque straordinario da tutti i punti di vista, nel senso che ogni cosa era nuova ed eccitante.
A cominciare dagli strumenti musicali;
per forza di cose, i miei genitori furono costretti, facendo grandisacrifici, ad acquistare degli strumenti musicali professionali e non più giocattoli. Si cominciò prima con un organo Farfisa Matador,poi con un organo a due tastiere partner 15, sempre della Farfisa(poi rivelatosi inadatto), e successivamente con l’acquisto (a rate), prima di un pianoforte a coda monumentale (che restituimmodopo avere scoperto essere pieno di tarme..), e poi di un pianoforte verticale da studio Fuchs & Möhr, con il quale potei finalmente iniziare le mie lezioni regolari in privato due volte a settimana.
Nonostante questo, supplicai successivamente i miei genitori, dicomprarmi il mio primo sintetizzatore, per l’esattezza il