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Un profilo di Sherlock Holmes
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Un profilo di Sherlock Holmes
E-book71 pagine50 minuti

Un profilo di Sherlock Holmes

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Giallo - saggio (46 pagine) - Un ritratto a trecentosessanta gradi del più grande investigatore di tutti i tempi


Di Sherlock Holmes ormai conosciamo tutto: il suo aspetto, il modo di vestire, come mangia, che cosa fuma, e via di questo passo. Ma la sua complessa personalità è in parte ancora inesplorata e la sua vita interiore ha dei risvolti misteriosi. Questo saggio tenta di far luce sulla figura del grande detective, delineando un ritratto da una prospettiva interna, più che esterna. Leggendolo, potrete conoscere meglio il suo profilo psicologico, capire i suoi metodi d’indagine e il suo modo di ragionare, scoprire le sfaccettature della sua etica, e perfino avere un’idea precisa della sua vita sentimentale.


Antonino Fazio, laureato in filosofia e in psicologia, ha pubblicato racconti, articoli, un libro sulla relazione amorosa (Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?, Tempesta 2017), un manuale di scrittura (Tecnica e stile, Delos Digital 2015), uno di psicologia (Ipnosi e cambiamento personale, con Mario Bonelli, Delos Digital 2018), uno di pedagogia (Costruttivismo e teorie dell'apprendimento, Delos Digital 2019), due romanzi di fantascienza (Gli ultimi tre giorni e L’uovo della Fenice, Libromania 2014) e due gialli (Il cimitero degli impiccati, Libromania 2014, e Più oscuro della notte, Delos Digital 2015). Ha curato (con Riccardo Valla) un volume su Cornell Woolrich (L’incubo ha mille occhi, Elara 2010) ed è stato tre volte finalista al Premio Urania e cinque volte al Premio Tedeschi.

LinguaItaliano
Data di uscita18 apr 2023
ISBN9788825424287
Un profilo di Sherlock Holmes

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    Un profilo di Sherlock Holmes - Antonino Fazio

    Da una goccia d’acqua un logico potrebbe inferire

    la possibilità di un Atlantico o di un Niagara, pur

    senza aver visto o sentito nulla di nessuno dei due.

    A. Conan Doyle, Uno studio in rosso

    I. Il signor Sherlock Holmes, e il suo profilo psicologico

    1. Il signor Sherlock Holmes

    Il signor Sherlock Holmes viene presentato per la prima volta in un romanzo di Arthur Conan Doyle intitolato Uno studio in rosso (A study in Scarlet, Beeton’s Christmas Annual, Ward, Lock & Co., 1887). Il primo capitolo della prima parte del romanzo è appunto intitolato Mr. Sherlock Holmes. Il ritratto che viene delineato è abbastanza singolare, e corrisponde solo in parte a ciò che Sherlock Holmes è davvero (qualunque cosa voglia dire davvero).

    La colpa di questo, se di colpa si può parlare, è da addebitare in parte al dottor Watson e in parte a Conan Doyle, come diremo. Holmes viene nominato per la prima da un certo Stamford, un conoscente di John Watson, che gliene parla in riferimento al fatto che Watson cerca casa e Holmes cerca un coinquilino, per il suo alloggio in Baker Street 221/B. La conclusione appare naturale, ma Stamford avverte Watson che Holmes è un tipo eccentrico (a little queer) capace di dare a un amico un pizzico di qualche alcaloide, o di prenderlo lui stesso, solo per sperimentarne gli effetti.

    Questa affermazione, per certi versi molto precisa, ha qualcosa della caricatura, nel senso che una caratteristica reale viene un tantino caricata, per renderla più illuminante (in una scena del romanzo, Holmes testa un veleno su un cane morente). Essa ci dice che Holmes è uno sperimentatore, che ha l’animo dello scienziato. Come tale, egli non si accontenta di studiare una disciplina, cerca anche di portarla avanti e fare nuove scoperte, infatti Watson verrà a sapere che il suo coinquilino scrive delle monografie sugli argomenti più strani e più disparati.

    Ma cosa accomuna i diversi ambiti disciplinari di cui Holmes si interessa? Watson non saprebbe dirlo, ed è degno di nota il fatto che tale domanda è del tipo a cui lo stesso Holmes è abituato a rispondere. Il buon dottore ci prova anche, avendo scoperto che Holmes è molto ferrato in alcuni ambiti, e per nulla interessato ad altri, quali la letteratura, la filosofia, l’astronomia e la politica. Di astronomia, in particolare, Holmes sembra essere talmente digiuno da non sapere nemmeno che la Terra gira intorno al Sole!

    La risposta arriva una mattina (è il 4 marzo, probabilmente del 1881, e siamo al secondo capitolo, cioè La scienza della deduzione), quando Watson legge un articolo in cui si sostiene che un buon osservatore può indovinare molto o tutto di una persona sconosciuta, deducendo le opportune conseguenze da certe premesse. Si può, in altre parole, costruirne un profilo. Watson mostra incredulità, e Holmes gli rivela che l’autore dell’articolo è proprio lui, e gli assicura che tutto ciò che ha scritto è in grado di farlo davvero.

    A questo punto si scopre finalmente quale sia l’occupazione di Holmes. Egli è un consultant detective, nel senso che è un detective, un consulente, o entrambe le cose insieme. Egli può essere consultato dalla polizia, oppure può esserci un cliente che viene a raccontargli una certa situazione di cui non non riesce a venire a capo, e Holmes, dopo aver ascoltato con attenzione e aver posto delle domande, è in grado di fornire una risposta.

    Ci si può chiedere: la risposta a quale domanda? A quella che ha portato il cliente da lui. Esempi sono: Che significa tutto questo? Chi è che mi sta facendo questo? Cosa devo fare in una situazione come questa? Che rischi ci sono? Come ne esco? Come si vede, si tratta sempre di domande che hanno una grossa valenza pragmatica, ovvero concreta, di forte impatto sulla vita di una persona.

    Naturalmente Holmes non è solo un consulente, è anche un investigatore privato, uno che effettua indagini, che interviene dove la polizia non può far nulla o non viene coinvolta. Tutto ciò lo vedremo in seguito, leggendo i resoconti di Watson, ma per ora non possiamo non apprezzare il modo in cui Doyle riesce a farci capire con chi abbiamo a che

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