Nel segno e nel simbolo della croce
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Umberto Parisella è psicologo-psicoterapeuta di estrazione psicodinamica-psicoanalitica, autore di numerosi articoli, saggi e interventi congressuali sulla psicoterapia dello sviluppo, psicologia clinica, epistemologia psicoanalitica, filosofia, psicoanalisi e tematiche inerenti l’orientamento in psicoterapia. Dopo l’analisi personale, ha svolto quasi un ventennio di supervisioni cliniche con il professor Giovanni Jervis, ordinario di Psicologia dinamica presso l’Università “La Sapienza” di Roma. È presidente dell’Archéon-Istituto di psicologia e psicoanalisi (www.archeon.it). Esercita la professione di psicoterapeuta a Roma (www.umbertoparisella.it; umberto.parisella@gmail.com). Ha scritto Nessuno è salvo, nessuno è perduto ma nessuno si salva da solo, Altromondo editore (settembre 2022).
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Nel segno e nel simbolo della croce - Umberto Parisella
Umberto Parisella
Nel segno e nel simbolo della croce
Sullo sfondo della religione la cronaca romanzata di un disturbo ossessivo-compulsivo tra madre e figlio
© 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-6925-3
I edizione novembre 2022
Finito di stampare nel mese di novembre 2022
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Nel segno e nel simbolo della croce
Sullo sfondo della religione la cronaca romanzata di un disturbo ossessivo-compulsivo tra madre e figlio
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima.
(Trad. Ginevra Bompiani)
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Introduzione
Il protagonista del romanzo, Carlo, è un ragazzo romano 25enne, diplomato ragioniere, bancario, di media cultura, acuto e intelligente. Soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo alquanto pesante, dovuto ad un’educazione materna asfissiante che l’aveva sottoposto fin da bambino a rigorosi controlli disciplinari riguardo all’ordine e alla pulizia. Sullo sfondo una religiosità bigotta e colpevolizzante che finiva per peggiorare il quadro.
Non voglio privare il lettore del piacere di gustare da solo le inquietanti scoperte che farà Carlo che lo porteranno prima ad intraprendere un percorso di psicoterapia e poi a scoprire il valore di una religiosità di tutt’altra specie rispetto agli insegnamenti materni. Mi limiterò qui ad alcune considerazioni in merito alle trame di significato implicite nel romanzo, sia sul concetto di vita che su quello di religione.
La Vita, quella umana, ci riserva sempre delle sorprese a volte nel bene a volte nel male, ma, quasi sempre, mette in scacco i nostri tentativi di ingabbiarla in schemi razionali o in stratagemmi di controllo che ci garantirebbero la nostra sicurezza esistenziale.
Ciò non riguarda solo il tratto psicopatologico di iper controllo, come nel caso di Carlo, in cui il problema cacciato dalla porta rientra dalla finestra sottoforma di sintomo nevrotico, ma riguarda più profondamente tutti quegli aspetti di imprevedibilità degli eventi della vita in cui s’intrecciano tante strade, creando strane coincidenze che impongono un cambiamento di rotta.
Questo discorso ne introduce un altro. Le strade