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Luna rosso sangue
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E-book83 pagine59 minuti

Luna rosso sangue

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Zombie - racconto lungo (47 pagine) - Quando la Luna ha il colore del sangue, tutto può accadere. La premessa è una casa isolata e una coppia di rapinatori in cerca di un rifugio per la notte. Ma i due stanno sfuggendo alla polizia o a qualcosa di molto più temibile?


Dopo la tragica morte della moglie, Atticus si è rifugiato nella sua casetta di montagna, dove vive al riparo dal mondo. La sua routine tranquilla e un po' monotona verrà sconvolta dall'arrivo di una coppia di giovani rapinatori, il cui membro femminile è una biondina dal fascino dirompente, in grado di risvegliare le fantasie di un uomo dalle emozioni ormai sopite. Ma qualcos'altro è in agguato, qualcosa di inimmaginabile e terrificante, la cui influenza è destinata a intrecciarsi con una situazione già di per sé gravida di tensione, portandola a conseguenze più estreme e drammatiche.


Antonino Fazio, laureato in filosofia e psicologia, scrive narrativa e saggistica. In quest'ultimo ambito, oltre a numerosi articoli, ha pubblicato un testo sulla relazione amorosa (Di cosa parliamo quando parliamo d'amore?, Tempesta 2017), un manuale di scrittura (Tecnica e stile, Delos 2015), uno di psicologia (Ipnosi e cambiamento personale, con Mario Bonelli, Delos 2018), uno di pedagogia (Costruttivismo e teorie dell'apprendimento, Delos 2019) e ha curato (con Riccardo Valla) un volume su Cornell Woolrich (L'incubo ha mille occhi, Elara 2010). È stato finalista due volte al Premio Urania e cinque volte al Premio Tedeschi. Attualmente sono disponibili due suoi romanzi di SF (Gli ultimi tre giorni e L'uovo della Fenice, Libromania 2014) e due gialli (Il cimitero degli impiccati, Libromania 2014, e Più oscuro della notte, Delos 2015).

LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2020
ISBN9788825413434
Luna rosso sangue

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    Anteprima del libro

    Luna rosso sangue - Antonino Fazio

    9788825409383

    Uno

    Non sempre i guai hanno una brutta faccia. Quanto la Toyota Highlander apparve sul sentiero, sbucando da dietro la vegetazione, Atticus era seduto sulla veranda, con il Benelli calibro 12 posato sulle ginocchia. Non si mosse affatto, mentre l'automobile grigio fumo andava ad accostarsi di muso al basso muretto che delimitava la zona adibita a orto. La prima ad aprirsi fu la porta dal lato del passeggero. Ne emerse una ragazza sui trent'anni, con una cascata di capelli biondi color del miele, un giubbottino di pelle nera e una minigonna che le lasciava scoperte le gambe affusolate.

    La bionda agitò una mano in segno di saluto, mentre dall'altra portiera scendeva il guidatore, un uomo alto e asciutto, sui trentacinque, con un abito che aveva lo stesso colore del SUV. La giacca era sbottonata e Atticus intravide la sagoma di un fodero da cintura. L'uomo diede un'occhiata alla casa, poi si avvicinò senza fretta, seguito dalla ragazza.

    – È carico, quel fucile? – domandò in tono discorsivo.

    – Secondo lei? – ritorse Atticus, secco.

    L'altro si fermò a circa quattro metri di distanza, bilanciandosi sulle gambe. Si guardò un attimo in giro, poi annuì. Aveva gli occhi un po' infossati, come se fosse stanco.

    – In un luogo così isolato, tenere un'arma scarica avrebbe poco senso.

    – Che cosa volete?

    La domanda venne sparata in modo da non risultare incoraggiante. La ragazza spostò il peso da una gamba all'altra. Sembrava a disagio, o forse era preoccupata per qualcosa. L'uomo scosse la testa.

    – Cosa le fa pensare che vogliamo qualcosa?

    – Per arrivare qui, avete scelto di abbandonare la provinciale per imboccare una traversa priva di indicazioni. Mi chiedo cosa possa avervi indotto a fare una cosa del genere. Dovunque siate diretti, avreste dovuto limitarvi a proseguire.

    L'uomo annuì di nuovo, ma non disse nulla. Fu la bionda a interrompere il silenzio.

    – Lei ha ragione, avremmo dovuto proseguire.

    La voce era melodiosa, il tono ragionevole. La ragazza stava utilizzando le armi di cui era dotata, del tutto diverse dal Benelli o dalla Glock che il suo compagno portava alla cintura, ma non per questo meno efficaci. Atticus lo aveva intuito fin dal momento in cui gli era arrivato alle orecchie il rombo ancora lontano di una vettura a trazione integrale che si inerpicava sulla salita.

    – Ma non l'avete fatto.

    – No, perché non siamo riusciti a far benzina, e avremmo rischiato di restare in panne in mezzo al nulla.

    Quei due non sembravano poliziotti, perciò l'odore di guai era molto forte.

    – Mi sta dicendo che siete partiti per una decisione improvvisa, senza aver pianificato il viaggio?

    – Qualcosa del genere, sì – confermò la ragazza, e poi si voltò a mezzo verso il compagno, come per consultarlo su ciò che doveva dire.

    – Senta – intervenne l'uomo – noi non vogliamo crearle problemi. È solo che qualcosa è andato storto, terribilmente storto, e adesso dobbiamo trovare una soluzione.

    – E questa soluzione mi coinvolge? – domandò Atticus, in tono incolore.

    – Solo in minima parte – disse l'uomo.

    Dopo quella dichiarazione, subentrò una pausa di silenzio. Atticus non aveva alcuna intenzione di facilitare le cose a quei due, perciò attese.

    – Possiamo pagarla per il suo disturbo – aggiunse l'altro, alla fine.

    Lui pensò che la stavano facendo lunga, ma prima o poi sarebbero venuti al dunque.

    – Quale disturbo? – domandò.

    – Ci serve la sua macchina – disse l'uomo, accennando alla Cherokee verde scuro parcheggiata sull'altro lato dello spiazzo.

    Atticus aggrottò la fronte. Si sarebbe aspettato che gli chiedessero una tanica di benzina. C'era decisamente qualcosa di strano, in quella coppia.

    – Volete la mia auto? – domandò.

    – Come le ho già detto, possiamo pagarla, e aggiungo che possiamo pagarla molto bene. Le lascerei anche la Toyota, così non resterebbe intrappolato qui. Può chiedermi il prezzo che vuole, che ne dice?

    Atticus scosse la testa.

    – La Jeep non è in vendita.

    – Gliela pago come se fosse nuova, e ci metto ancora qualcosa sopra.

    – Non è una questione di prezzo. L'auto non è in vendita. Perché diavolo ha preso una Toyota, se voleva una Jeep?

    L'uomo fece un gesto di insofferenza.

    – Non è questo il punto.

    – Lo so che non è questo il punto – esplose Atticus. – Il punto è quello che lei non mi dice. Sta parlando da dieci minuti, e ancora non ho la più vaga idea di quale sia il motivo per cui siete finiti qui. O vi decidete a spiegarmelo, oppure è meglio che risaliate sul vostro SUV e ve ne torniate da dove siete venuti. Sono stato chiaro?

    – Cristallino – intervenne la ragazza. – Lei ha ragione, ma la questione non è facile da spiegare, e io ho bisogno di andare in bagno. Perciò se potessi…

    Atticus scosse di nuovo la testa.

    – Sono spiacente, signorina, ma lei non va da nessuna parte, finché io non ho capito chi siete e che cosa volete. Prima vi spiegate, e meglio

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