Nessuna cosa è nostra
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Info su questo ebook
Ribellarsi ad un copione già scritto non è cosa facile. Ma quando si spezza l'orgoglio e si comprende che nessuna cosa è tua, forse è possibile
'Nessuna cosa è nostra. Abbraccio passione azione. E appena crediamo che sia soltanto nostra, accanto alla illusoria convinta originalità c’è un pazzo filosofo del numero che la umilia graficizza sintetizza fino a renderla astratta, lontana dalla fattispecie del nostro creato, pronta ad annettersi a quel cosmo che non è umanità, ma omologazione violenta che umilia l’autodeterminazione dell’uomo. Il quale, ormai ridotto ad una deprecabile monade, è in attesa di entrare con forza d’urto impressionante in quei modelli parametrici e statistici in cui un suo gesto è solo una variabile che, per quanto caratterizzata da un’unica frequenza, è pur sempre utile come riferimento critico da non varcare, pena il superamento di uno scarto quadratico medio, oltre il quale c’è la pericolosa ed inesistente libertà'
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Anteprima del libro
Nessuna cosa è nostra - ROSARIO STEFANELLI
ATTO I FINANCIAL DISTRICT
LIBERTY STREET
Eugenio barcolla dopo l’ennesima giornata di sole. Si accascia accanto al compagno Emilio sui gradoni che fissano il mare ai margini del distretto finanziario. Si lasciano alle spalle una piazzetta circondata da bistrot, meta di manager e banchieri nell’ora di pranzo
EMILIO La compagna stanchezza
Eugenio allarga le braccia
EUGENIO l’orgoglio conduce alla stupidità
EMILIO cosa hai?
EUGENIO devo cagare. Non ho trovato un posto. A Manahattan non ti fanno più cagare, se non hai un corposo conto in banca dove fare un sostanzioso versamento di liquidi biliari. Ci stanno recintando. Ti svegli e ti trovi in un lager. E stordito e rincoglionito, sei in un forno crematorio che è già tramonto
EMILIO perché non ti siedi. Ti vedo stanco
EUGENIO Amico, il sole non aiuta. Questo pallone giallo rompe il cazzo. Ti spacca la testa, e dentro non ci mette niente di buono
EMILIO Dovresti startene tranquillo. Smettila di startene in piedi come questi grattacieli che non riposano mai
EUGENIO Fanculo. Non mi vaaaaaa. Di essere te. E muovermi solo per necessità. Per andare a mensa o al dormitorio
EMILIO Non siamo nelle condizioni per sprecare energie. Da che ora sei sveglio?
EUGENIO Da quando ho iniziato a sentire la puzza di piscio. Quei figli di puttana se li becco….ora sembra passata. I fottuti gabbiani mangiano anche quella
Emilio si copre le gambe
EMILIO Devi difenderle e non solo dal freddo
Eugenio barcolla ancora
EMILIO Ma quanto hai camminato? Non ti reggi
EUGENIO Tanto, tantissimo, fino a quando non ho sentito la testa scoppiarmi. Sono un testicolo di sudore. Si suda, si strasuda in questa città. Anche senza fare un cazzo. Ho deambulato senza sapere dove sbattere la faccia
EMILIO come piace a te
EUGENIO giààà. C’è sempre del nuovo in giro, se non hai mete da raggiugere. Se non hai orgoglio da farti stupido
EMILIO ma cosa è questa storia dell’orgoglio
Eugenio prende una bottiglia d’acqua e la mette a distanza
EUGENIO E che triste muoversi con l’obiettivo ( indica l’acqua). Il genio è nel mezzo. Mi auguro sempre di perdermi. A volte ci riesco altre no
EMILIO e se poi ti fottono l’acqua?
EUGENIO si fottano. Meglio spaesarsi nell’attimo e pian piano asciugarsi. Spaesarsi
EMILIO Infatti sei più in ritardo del solito
EUGENIO Ritardo? Non lo siamo mai. E’ l’unico lusso che abbiamo. E tu vuoi anche annientarlo. Oppure devi attaccare il turno come quei rottinculo dei miei ex colleghi al settantesimo piano? Devi strisciare alle ore 8.30 il tuo culo secco sullo scroto del padrone?
EMILIO Sei in ritardo perché non vuoi affrontare quella roba là. E’ una scusa stronza e vigliacca quella che vuoi perderti. Per sfuggire alla zona d’ombra, anneghi nel radical chic
EUGENIO HO BISOGNO DI PERDERMI CAZZO. NON BUTTARLA IN GROUND ZERO. DEVO SMARRIRE IL CONTROLLO SU OGNI LEMBO DI PELLE DRIZZA CHE MI VESTE, SU OGNI FILO DI VOCE CHE TRAPASSA LA TRACHEA, SU OGNI LERCIO ORGANO CHE SATURA LA CARCASSA STANCA. E’ COSÌ PREVEDIBILE….TERRIBILE. COSÌ SIMILE A QUEGLI UCCELLI FIGLI DI PUTTANA CON TEMPI E LUOGHI PRESTABILITI
Emilio sorride
EMILIO Sembra una lotta vivere nel modo più dissimile da quelli. Eppure ci siamo ad un palmo
EUGENIO SAI BENISSIMO PERCHÉ SIAMO VICINO AI ROCKFELLER ALVEARI CARTOLARIZZATI. MI CHIEDO COME FAI A RESISTERE SE SOFFRI IL BARCOLLAMENTO?
EMILIO Perché Gesù era per strada
EUGENIO camminava?
EMILIO tantissimo
EUGENIO E COSA ASPETTI A SMUOVERLO QUEL CORPO OSSUTO? AD IMITARE IL TUO MAESTRO
EMILIO E tu cosa aspetti ad appavimentare lo scheletro marcio? Sei esausto. Avresti bisogno di uno specchio
EUGENIO C’è il cielo azzurro
Eugenio si stende. Cosi anche Emilio. I due sono appaiati
EMILIO Ahhhhh. Questa è vita. Te ne frega un cazzo di qualcuno quando appavimenti al sole?
EUGENIO L’orgoglio conduce alla stupidità, e non speranza lassù in quel cemento
Intanto alle loro spalle, nei pressi di un chiosco si siedono due uomini elegantemente vestiti. Uno è Giacobbe, l’ex boss di Eugenio e l’altro è mr Fog un imprenditore
EMILIO dovresti vagare di meno e amacare nella penombra del pensiero spento
EUGENIO e tu potresti fare come Gesù. Ed invece rompi sempre il cazzo. Con la penombra, gli orari, il sole che succhia
EMILIO Cerco di mantenere una dignità anche in questa vita
EUGENIO Me ne fotto della dignità. Io sono lui ( indica il mare). Guardalo come serpeggia nella grandezza. Non sembra a disagio. Non ha paura di mostrarsi, nudo, ferito, offeso eppure sgombro di ogni paranoia urbana. Se ne fotte del Nasdaq o del Nyse? Del currency trading o delle cartolarizzazioni selvagge? Se lo becca tutto il sole. Non muore in penombra di wall street e delle palle del toro. E’ l’unico che può starsene tutto il giorno ad abbronzarsi senza passare per lavativo morto di fame. E finchè gli starò vicino, sarò lui. Una sua protesi sulla zolla money. E dovrei forse temere?
Eugenio ferma la voce. C’è silenzio attorno a lui. Sente lo sguardo di qualcuno che per ora non vede. Eugenio si volta. I due uomini seduti guardano l’uomo
GIACOBBE meglio andare
I due si alzano
EUGENIO Scappate, scappate. Ma non potete farlo all’infinito
Eugenio gli corre dietro. Riesce ad afferrare Giacobbe per la giacca. Mentre l’altro resta nei pressi. Giacobbe riesce a liberarsi scaraventando a terra Eugenio che scoppia di risate
GIACOBBE Tu sei matto
EUGENIO Non è matto chi chiede di alzare il tasso bastardo
GIACOBBE Sei ancora fissato con questa idea? Dovevi venirmi dietro. C’era un orgoglio da difendere
EUGENIO la stupidità vuoi dire
Mr Fog soccorre Eugenio
MR FOG avanti si alzi. Le offro una