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Bassa Frequenza
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E-book179 pagine1 ora

Bassa Frequenza

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Info su questo ebook

“Preferivamo una vita inesistente ad un’ignobile esistenza basata su compromessi.

E passeggiammo con nonchalance verso tutto ciò che non fosse costeggiato da quelle insulse regole sociali”

Bassa Frequenza racconta del viaggio compiuto da Biagio Pucci alla volta di Amsterdam, la capitale europea delle droghe per eccellenza.

Fuggirà da Anagni in compagnia dei suoi due fidati amici: lo sconsiderato Will e il goffo-accondiscendente Benjamin.

La paranoia, le droghe, le visioni e i singolari personaggi renderanno questo viaggio insolito e spesso surreale, costringendo i protagonisti a compiere delle scelte difficili.

Il lettore verrà incantato dall'umorismo nero di Biagio e dal disprezzo dell'autore per tutto ciò che è convenzionalmente corretto.

A rendere il tutto ancora più coinvolgente, saranno le illustrazioni contenenti messaggi nascosti e anticipazioni della storia.

Rilassatevi, fumate una sigaretta e godetevi il viaggio..ops, il romanzo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788893215121
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    Anteprima del libro

    Bassa Frequenza - Elia Esposito

    Bassa Frequenza

    Elia Esposito

    Indice

    Introduzione

    "ELIA ESPOSITO…

    PAZZO DA LEGARE!"

    Elia Esposito nasce a Erice, paesino in provincia di Trapani,  nel 1992.

    Sebbene la sua opera appaia spesso di natura sciatta, essa incarna perfettamente il tema principale del romanzo: un viaggio attraverso il tunnel delle droghe.

    Indiscrezioni affermano che Bassa Frequenza sia soltanto il primo di una trilogia riguardante il degrado sociale e che lo scrittore sia già a lavoro per il secondo romanzo. Ma ancora niente di certo. Il futuro di questo giovane scrittore e dei suoi geniali personaggi è altalenante essendo, entrambi, accomunati dal frequente uso di droghe e da disturbi, diagnosticati, di natura psicologica.

    Tuttavia, il libro rimane qualcosa di sublime.

    Un mix di realismo, viaggi mentali, aspettative e personaggi stralunati, rendono la trama interessante e spesso controversa.

    Il lettore verrà incantato dall’umorismo nero di Biagio (protagonista e, probabilmente, incarnazione dello scrittore stesso), dall’idiozia di Will e dalla goffaggine di Benjamin.

    Eccovi alcuni dettagli sulla storia:

    "Bassa Frequenza racconta del viaggio compiuto da Biagio Pucci alla volta di Amsterdam, la capitale europea delle droghe per eccellenza.

    Fuggirà da Anagni in compagnia dei suoi due fidati amici: lo sconsiderato Will e il goffo-accondiscendente Benjamin.

    La paranoia, le droghe, le visioni e i singolari personaggi renderanno questo viaggio insolito e spesso surreale, costringendo i protagonisti a compiere delle scelte difficili.

    Il lettore verrà incantato dall'umorismo nero di Biagio e dal disprezzo dell'autore per tutto ciò che è convenzionalmente corretto.

    A rendere il tutto ancora più coinvolgente, saranno le illustrazioni contenenti messaggi nascosti e anticipazioni della storia.

    Rilassatevi, fumate una sigaretta e godetevi il viaggio... ops, il romanzo".

    In realtà, il libro è molto più di questo e non sarà il suo caratteristico disprezzo nei confronti del lettore (come vedrete in seguito) ad allontanarlo dai suoi romanzi, anzi… tutt’altro. 

    Buona lettura.

    Bassa Frequenza

    Elia Esposito

    Partenza

    Il tempo è qualcosa di soggettivo, l'attesa di un secondo può durare anche una vita quando siamo in ansia per qualcosa.

    Mi sudano le mani. Il cuore mi batte forte. Vorrei alzarmi e scappare .

    Il mazziere si appresta a dare le carte.

    Una, due, tre… scorrono su quel maledetto tappeto verde per ben cinque volte.

    Le guardo, una misera coppia di sette!

    La cosa inquietante è che sono giunto all'ultima mano e non ci sarà il tempo necessario per recuperare la somma.

    La nostra avventura non fu qualcosa di premeditato.

    Non fu così affascinante da far gola ad escursionisti e forestieri della vita.

    Fu un indimenticabile calvario lungo tre esistenze al quale non potemmo sottrarci.

    Scivolavano passi lenti su quelle lastre logorate dal tempo.

    Tre rintocchi lunghi dalla cattedrale.

    farfugliai in dormiveglia.

    In quella fatidica notte ad Anagni tutte le luci furono spente.

    Gli abitanti di quel paesino, dieci secoli di storia tra castagneti e vigneti, dormivano già da un pezzo.

    Così, bizzarramente, si dileguarono corpi affaticati dall'estenuante giornata lavorativa.

    Collassarono, quasi senza vita, sul materasso.

    Regnò il silenzio in quel borgo finché un dito irrequieto abusò della mia pazienza.

    . Quel suono lungo, cupo, fastidioso, attraversò la stanza.

    Qualcuno tormentava il campanello, già consumato dal tempo, ora dal frastuono.

    Indossai un paio di pantofole e, scosso come il sassolino di una maraca, mi avviai alla porta.

    La spalancai.

    chiesi ironicamente.

    esclamò.

    Il suo volto non ebbe la solita espressione da demente.

    Il suo sguardo era perso nel vuoto.

    Un'aria preoccupata lo attanagliava.

    Come se un insolito clima di disperazione si stesse per abbattere nella sua vita.

    E, insospettito, ruppi ogni indugio.

    gli chiesi.

    Il costante abuso di droghe leggere, però, non gli permise di rispondere con lucidità.

    Attesi qualche istante.

    , , .

    Solo parole alla rinfusa dal discutibile senso logico.

    Afferrai, ugualmente, la disastrosa sequenza di eventi.

    Will non era uno sprovveduto né uno stupido.

    Viveva in un mondo proprio:Il mondo di Will.

    In un'altra vita, probabilmente, sarebbe stato una pop star, circondata da paparazzi intenti a fotografare ogni stronzata.

    In questa, la più rosea delle prospettive sarebbe stata la galera. 

    Pantaloni a vita bassa, bucati… una camicia stropicciata… uscita dalla lavatrice…

    Il suo aspetto trasandato non fu un buon biglietto da visita.

    Manager… poliziotti… docenti universitari…

    Tutti lo osservarono dall'alto in basso.

    Soltanto volti schifati...

    Quell'ispida barba incolta che ricoprì buona parte del suo volto, lo rappresentò come un macho, ma i piagnistei sull'impercettibile stempiatura confermarono la sua demenza.

    In un periodo indefinito della sua vita s'impuntò a non applicare alcun tipo di prodotto ai capelli, per paura di perderli. In altre occasioni, invece, si azzuffò col proprio barbiere, scontento dell'acconciatura appioppatagli.

    Che dire.

    Il mio amico Will ebbe, sin da bambino, una visione distorta della realtà.

    Fluttuava tra demenza, incoscienza e fantasia.

    Tale prognosi non fu del tutto campata in aria.

    La percezione riguardante il suo mondo fu diversa da quella di ogni altro individuo.

    Era daltonico e suscettibile nell'ammetterlo.

    Spesso lo prendemmo in giro, mostrandogli insolite sfumature di colori che non avrebbe distinto, ma tra i suoi mille difetti fisici e caratteriali, si nascose qualche pregio che prima o poi avremmo certamente trovato.

    Alto e costituzionalmente ben disposto venne denominato dalla crew dei tossici: La Troia.

    Questo curioso nomignolo non nacque da ragioni a sfondo sessuale ma legate al suo carattere opportunista e mercenario.

    Will o Troia, che dir si voglia, era il re dello scrocca-passaggio e non importava l'orario in cui l'autista-pappone sarebbe passato, lui era sempre lì, dietro il portone di casa ad attendere quel fatale colpo di clacson.

    Se le cose fossero andate diversamente starei a raccontarvi un’altra storia.

    Quel fatale ed ultimo colpo di clacson cambiò le nostre vite per sempre.

    Lasciate che vi racconti…

    Ogni buon paese che si rispetti ha la propria organizzazione criminale: in Sicilia c’è Cosa Nostra, in Calabria La n’dràgheta, a Napoli La Camorra e a Roma La Banda della Magliana.

    Tutto quello che riguarda: traffico di stupefacenti, furto, estorsione, prostituzione e gioco d’azzardo è controllato da note famiglie romane.

    Sebbene Will amasse ognuno di questi illeciti sopraelencati, il gioco d’azzardo fu la causa della nostra disfatta.

    Come nel più grande film sui gangster, tutto iniziò con una bisca clandestina.

    Che ci facesse in una bisca, ancora oggi, non mi è chiaro. Sta di fatto che si sedette al tavolo con Raide il Mago, Tony Spaccadita, Joy l'Avvocato, Giuseppe il Becchino e Tommy detto il Capo.

    Dopo, soltanto, alcune mani si era indebitato per cinquantamila euro.

    La somma di denaro non era limitata a quella cifra, bisognava calcolare anche i dovuti interessi, maturati durante i giorni successivi.

    La cosa preoccupante è che il Capo avrebbe mandato Raide il Mago a ritirare la cifra, con tanto di rispettivi interessi.

    penserete, sbagliandovi.

    Raide era il migliore corriere che il nostro piccolo paesino avesse mai avuto.

    Secondo molti, era detto il Mago anche per la sua abilità nel far sparire i cadaveri.

    Era, incredibilmente, scaltro e capace.

    Riusciva a prendere decisioni importanti in una frazione di secondo e, se solo avesse usato parte della sua intelligenza per far del bene, sarebbe riuscito a rendere grande la propria vita.

    ripeteva.

    Era convinto che gli illeciti per quanto meschini, sporchi e disonesti, producevano sempre una cospicua somma di utili necessaria non solo a sopravvivere, ma ad elevare il proprio tenore di vita.

    L'obiettivo di Tommy il Capo, quindi di Raide, non era la somma di denaro in sé, né tantomeno i dovuti interessi.

    Il loro scopo era indebitare Will cosicché il padre vendesse la storica focacceria di Anagni.

    esclamai nel bel mezzo del racconto.

    Per quanto delirante, stupida e di scarse probabilità di riuscita potesse essere, era l'unico modo per tirar fuori il mio amico da quell'assurda situazione.

    Non nascondo che pensai alla rapina a mano armata, al furto d'auto, al furto con scasso, a dar fuoco alla focacceria per intascare i soldi dell'assicurazione...

    Alla fine, scelsi l'opzione più demenziale: giocare in una nuova bisca organizzata dalla Banda della Magliana.

    Raccolsi i miei risparmi e andai ad iscrivermi.

    Mi apprestavo a giocare la partita della vita.

    Ero consapevole che se avessi vinto, avrei corso il rischio di non uscire vivo da quel capannone. Se avessi perso, avrei soltanto ritardato di qualche giorno la mia fine in quanto un morto non può pagare i debiti.

    Rimasi qualche secondo, con lo sguardo disperso nel vuoto, senza accorgermi che la partita fosse cominciata.

    La voce del croupier esclamò: .

    Le osservai e, con la soddisfazione negli occhi, risposi: .

    Guardai con disprezzo gli altri giocatori.

    Vinsi la prima mano del tavolo malavitoso.

    Non esultai,

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