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Inni alla notte Canti spirituali
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Inni alla notte Canti spirituali
E-book71 pagine27 minuti

Inni alla notte Canti spirituali

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Info su questo ebook

Poesia sublime
Era il 1797, quando Novalis (1772-1801), a seguito della scomparsa della fidanzata Sophie, inizia a comporre l’opera che più caratterizzerà il romanticismo tedesco ed europeo: Inni alla notte.
Sophie, morta precocemente, lascerà una sfumatura di vuoto esistenziale cinereo e cupo nella mente del giovane poeta tedesco che può riassumersi con un altro nome significativo: Notte.
Molte analisi hanno messo in luce un’analogia con l’opera di Dante Alighieri che, con la morte dell’amore idealizzato Beatrice, entra in una crisi esistenziale profonda chiamata Inferno, per risalire fino all’Empireo e quindi alla Fede.
L’inizio dell’opera getta il lettore nella malinconia di un passato introvabile, un’ossessione: il passato, che sfugge fino a scomparire, o ad apparire in lacrime di disperazione. Ma la disperazione porta alla poesia, la poesia all’espressione dell’Io e l’espressione dell’Io a Dio, che può essere la Notte, cupa ma sempre luminosa e vigile, o la Pietà di Cristo.
Ed è proprio questo che esprimono i Canti Spirituali, il bisogno della pietà, in un momento in cui vigeva un ateismo potente e scientifico e la scienza, si sa, è antiespressiva, ma anche il bisogno che ha l’essere umano della Pietà, e Novalis stesso. Quindi la storia è allegoria dell’uomo, come l’uomo della storia, e tutto questo è Novalis, e Novalis è il manifesto romantico: “Mi ripiego verso la sacra notte, impronunciabile, colma di misteri. In gocce di rugiada voglio precipitare, mischiandomi con la cenere”.
LinguaItaliano
Data di uscita7 mar 2019
ISBN9788833260563
Inni alla notte Canti spirituali

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    Inni alla notte Canti spirituali - Novalis

    Inni alla Notte

    I

    Quale vivente,

    dotato di sensi,

    non ama tra tutte

    le meravigliose parvenze

    dello spazio che ampiamente lo circonda,

    la più gioiosa, la luce -

    coi suoi colori,

    coi raggi e con le onde;

    la sua soave onnipresenza

    di giorno che risveglia?

    Come la più profonda

    anima della vita

    la respira il mondo gigantesco

    delle insonni costellazioni,

    e nel suo flutto azzurro

    nuota danzando -

    la respira la pietra scintillante,

    che posa in eterno,

    la pianta sensitiva che risucchia,

    l'animale multiforme,

    selvaggio e ardente

    ma più di tutti

    il maestoso viandante

    con gli occhi pieni di profondi sensi,

    col passo leggero, e con le labbra

    ricche di suoni

    dolcemente socchiuse.

    Quale regina

    della natura terrestre chiama ogni forza

    a mutamenti innumerevoli, annoda e scioglie vincoli infiniti, avvolge ogni essere terrestre

    con la sua immagine celeste.

    La sua sola presenza manifesta

    il meraviglioso splendore

    dei reami del mondo.

    Da lei mi distolgo e mi volgo

    verso la sacra, ineffabile

    misteriosa notte.

    Lontano giace il mondo

    perso in un abisso profondo -

    la sua dimora è squallida e deserta.

    Malinconia profonda

    fa vibrare le corde del mio petto.

    Voglio precipitare

    in gocce di rugiada

    e mescolarmi con la cenere.

    Lontananze della memoria,

    desideri di gioventù,

    sogni dell'infanzia,

    brevi gioie e vane speranze

    di tutta la lunga vita

    vengono in vesti grigie,

    come nebbie della sera

    quando il sole è tramontato.

    In altri spazi

    piantò la luce le festose tende.

    Mai più ritornerà

    ai suoi figli che l'attendono

    con fede d'innocenti?

    Che cosa a un tratto zampilla

    grondante di presagi

    sotto il cuore

    e inghiottisce la molle brezza

    della malinconia?

    Da noi derivi a tua volta piacere,

    o buia notte?

    Quale cosa tu porti sotto il manto

    che con forza invisibile

    mi penetra nell'anima?

    Delizioso balsamo

    stilla dalla tua mano,

    dal mazzo di papaveri.

    Le gravi ali dell'anima tu innalzi.

    Noi ci sentiamo oscuramente

    e ineffabilmente turbati -

    con gioioso spavento

    vedo un volto severo

    che su di me si china

    dolce e devoto,

    e svela tra i riccioli

    senza fine intrecciati

    la cara giovinezza della madre.

    Come infantile e povera

    mi sembra ora la luce

    come grato e benedetto

    l'addio del giorno -

    Solo perché la notte distoglie

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