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Impronte digitali sulla mia anima: POESIE
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Impronte digitali sulla mia anima: POESIE
E-book245 pagine32 minuti

Impronte digitali sulla mia anima: POESIE

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Info su questo ebook

Marcella Boccia è poetessa scrittrice, di origine campana. In India si è formata in filosofia dello YogaAutrice di testi scolastici per stranieri e numerose raccolte poetiche in e-book.
Laureata in Cinema, con specializzazione in scenografia, è sceneggiatrice.
Ha scritto sulla guerra civile in Congo. Per la libertà del Tibet, ha girato a Londra il video di “Roof of the world” (autrice di testo e musica), con la partecipazione di Phuntsog Nyidron, la monaca tibetana protagonista della canzone, imprigionata e torturata dai soldati cinesi nel carcere di Drapchi.
Nel 1999 ha scritto "Partenope", sigla televisiva del Festival di Napoli
(Mediaset, RTI).
Per la poesia, ha ricevuto il Premio Poeta top 2004 dall'Associazione Internazionale Artisti (A.I.A.). Nello stesso anno è entrata a far parte dell’Albo d’oro “I Corinti”, per essere una dei poeti italiani più letti nel web. Ha ricevuto numerosi premi alla poesia ed è presente in antologie e raccolte poetiche.
Nel 2005 ha ricevuto ad Assisi il Premio internazionale Mandir della Pace, “per il suo impegno nella diffusione di una cultura di pace e non violenza”.
LinguaItaliano
Data di uscita1 gen 2002
ISBN9788828301899
Impronte digitali sulla mia anima: POESIE

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    Anteprima del libro

    Impronte digitali sulla mia anima - Marcella Boccia

    Marcella Boccia © Italia 2002

    Marcella Boccia

    Impronte digitali sulla mia Anima

    poesie

    prefazione di Reno Bromuro

    Ad Anna Quanita

    che mi ha insegnato la metrica.

    A Palmira

    che ha aperto il mio cuore alla poesia.

    Alla Vita

    che ha percosso la mia Anima

    lasciandovi, indelebili, impronte digitali…

    Marcella Boccia - Impronte digitali sulla mia anima

    PREFAZIONE

    L'intuizione lirica, di questa raccolta di poesie della giovanissima Marcella Boccia, non sì cristallizza tutta in immagini, ma ne trascende la particolarità nel canto, che le avvolge di un alone aereo, esprimendone quella spiritualità più profonda, che la rappresentazione concreta non bastava a dare.

    A chiarire meglio queste osservazioni, e a prevenire l'obiezione di chi noterà come nell'analisi sembra che io dia maggiore risalto all'elemento pittorico e a quello musicale, ricorderò che il Botticelli fu chiamato pittore essenzialmente musicale, perché appunto il fascino dell'opera sua, come di quella del nostro poeta donna, non sta solamente nella perfezione del verso, nell'eleganza del colorito, ma in quel soffio lirico che sembra investire tutte le sue figurazioni: oggetti e colori, sostantivi ed aggettivi staccati si fondono misteriosamente nella melodia del verso in unità ritmiche - musicali.

    Provate a scomporre certe strofe di questa raccolta, e vi parrà che, non resti altro se non, una teoria di parole affastellate, invece, i particolari si unificano in perfetta visione d'insieme; e l'unità stessa delle liriche sembra essere come riposta in quell'atmosfera di limpido azzurro, nella quale si formano e dileguano rapide le visioni variopinte: niente d'inafferrabile e misterioso, un atteggiamento costante verso la realtà; stato d'animo che è contemplazione, ora beata, ora adirata del mondo.

    Contraddizioni apparenti che ci aiutano a penetrare il fondo della poesia di Marcella Boccia che, si scopre come continuità nella discontinuità, ricerca di toni nuovi ma in sostanziale accordo con una forse, precedente esperienza.

    Più attenta a definire la fisionomia complessiva, la scelta di campo operata dal poeta, ed io porrò l'accento sugli elementi innovatori, polemici, dell'operazione, per mostrarvi una Marcella Boccia incamminata, verso l'anticipazione della moderna poesia.

    Infatti, la raccolta parte da un punto di vista metafisico, come se l’uomo si trovasse già sulla cima del Purgatorio, nell’attesa della chiamata Divina e godere finalmente quella pace interiore, per non vedere più i solchi lasciati sull’anima dalle impronte digitali; per non sentirsi più incatenata, come Andromeda alla roccia, in attesa di essere liberata da Perseo, all’antico carro di Tespi:

    «Tutta la mia Vita

    su un titanico leggio

    Sacerdote in fasce

    altare sconsacrato

    Sancta sanctorum

    di un popolo ingrato»

    La nostra ha individuato la tradizione

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