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Lirica
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E-book108 pagine42 minuti

Lirica

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Poesia femminile che guarda l’anima umana
Ad aprire la raccolta Lirica, del 1890, c’è la prefazione di Giosuè Carducci. Maschilista e nemmeno brillante («Signorina, nel mio codice poetico c’è questo articolo: Ai preti e alle donne è vietato far versi. – Per i preti no, ma per Lei l’ho abrogato…»). Segnò la sua consacrazione.
L'incontro fra culture, lingue, nazionalità e religioni diverse costituisce l'eccezionalità dell'esperienza di vita e di letteratura di Annie Vivanti, unica nel contesto italiano. Nata e cresciuta a diretto contatto con la realtà inglese, italiana, tedesca ed americana, Annie assimilò e fuse quelle diverse componenti culturali e spirituali, filtrandole attraverso la lente di un sentimentalismo tutto latino ma anche di un pragmatismo puramente anglosassone che in lei si sono esaltati e riassunti.
Annie Vivanti non appartiene a un solo genere letterario né si accosta ad un preciso movimento culturale, stante anche la sua internazionalità e la formazione disordinata. Certamente forti sono gli echi della poesia di Heine, così come - per il contesto italiano - le suggestioni tardoromantiche dell'ultimo periodo della Scapigliatura, particolarmente presenti in questa raccolta poetica, Lirica. Senza dubbio, infine, l'incontro e la frequentazione di Carducci la tennero lontana sia dall'imperante influenza dannunziana, alimentando nei suoi versi il piglio volitivo, sia dai temi e stili che interessavano la scrittura femminile dei suoi tempi.
L’autrice: (Londra 1868 - Torino 1942) di padre italiano e di madre tedesca, studiò canto in Italia ed esordì nel teatro a New York; nel 1902 sposò John Chartres, patriota irlandese. Abbandonato il teatro, viaggiò in Europa, Africa e America, propugnando la creazione dello Stato libero d'Irlanda. La sua attività letteraria, iniziata col volume di poesie Lyrica (1890), che ebbe l'eccezionale ventura di una prefazione di Carducci (fortemente colpito dalla prorompente personalità dell’autrice), si orientò soprattutto verso la narrativa; offrendoci alcune delle principali opere narrative del primo ‘900: I divoratori , 1911; Circe , 1912; Vae victis , 1917; Naja tripudians , 1921; Mea culpa , 1927.
LinguaItaliano
Data di uscita25 lug 2022
ISBN9788833261355
Lirica

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    Lirica - Annie Vivanti

    cover.jpg

    Annie Vivanti

    Lirica

    con prefazione e nota di G. CARDUCCI

    .

    Poesia

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Prima edizione, 1890

    Prima edizione digitale: 2022

    ISBN 9788833261355

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    Table Of Contents

    EGO.

    NUOVA.

    DESTINO.

    VIRGO.

    VATICINIO.

    MADDALENA.

    O MIA BAMBINA....

    AVE, ALBION!

    RITORNO.

    LASCIAMI ANDARE.

    AUT-AUT.

    VITA BREVE.

    NELL’ALBUM.

    SULL’ATLANTICO.

    LIED.

    AD UN GIOVANE MEDICO.

    CHI SA!...

    VALZER.

    INCONTRO.

    RITRATTO.

    VIA!...

    ASSENZA.

    L’HO RIVEDUTO!

    PRESENTIMENTO.

    MÉNAGE.

    TUTTI I SANTI.

    POVERI MORTI!

    ERA D’APRILE.

    TRA POCO.

    VIENI, AMOR MIO!

    C’ERA UNA VOLTA.

    MENTRE CANTO.

    MA NON RAMMENTI.

    RANCORE.

    SINDACO DI VILLAGGIO.

    VIOLE BIANCHE.

    NON SARÀ MAI!

    NOTTE.

    QUANDO SARÒ PARTITA.

    IDDIO, CHE VUOI DA ME?

    IO SONO STANCA.

    APPUNTAMENTO.

    APRILE.

    ESTETICA.

    BAMBINA MORTA.

    COCOTTE.

    VUOI TU?...

    ERO UNA BIMBA CREDULA.

    FRA CINQUANT’ANNI.

    FIORITA DI GUERRA.

    MORGANA.

    LETTERA D’AMORE.

    POSSIBILITÀ.

    ETISIA.

    LA MADONNA DEI LADRI.

    Nota di Giosuè Carducci

    Signorina,

    Nel mio codice poetico c’è questo articolo: - Ai preti e alle donne è vietato far versi. - Per i preti no, ma per Lei l’ho abrogato.

    La sua poesia, Signorina, è ciò che è (io non prendo dai critici la pretesa di imporre gli argomenti e il modo di trattarli), ma poesia è; quale dee quasi fatalmente prorompere da un temperamento di femmina lirico (caso rarissimo). E per la immediatezza della rappresentazione e per la verginità dell’espressione mi piace molto. Ciò che nel mestiere del verseggiare italiano dicesi con neologismo pedantesco la forma - un che di postumo al concetto, per lo più, un che di appiccicato, tra la posa e la smorfia, - a Lei manca. A Lei, la fisonomia dell’immagine, la tempera del colorito, la qualità della frase e l’andamento del verso vengono e spirano col movimento del fantasma e della passione che Le dan la poesia. Tutto ciò è sempre bene? Io so e Le dico che molte volte mi rapisce.

    E Le bacio la mano.

    Bologna, 19 febbraio 1890.

    GIOSUÈ CARDUCCI.

    Die Engel, die nennen es Himmelsfreud’,

    Die Teufel, die nennen es Höllenleid,

    Die Menschen, die nennen es Liebe.

    H. HEINE.

    [1]

    EGO.

    [3]

    O Mondo, vecchia guardia doganale,

    Farai l’obbligo tuo da buon cristiano:

    Giusta e severa sia la tua condanna,

    Chè non ti voglio dar la buona mano!

    Sono in contravvenzione, o Mondo astuto.

    Volea truffarti con la merce mia:

    Non è tabacco, sigari o liquori,

    Nulla di spiritoso: è poesia!

    [4]

    Il Mondo ha spalancato i suoi mille occhi,

    E Chi sei tu?„ mi grida: e cosa fai?

    Dimmi la fede tua, l’età, la patria,

    Che cerchi, donde vieni e dove vai!„

    Del mio paese chiedi? Io ti rispondo:

    Non ho paese: è mia tutta la terra!

    La patria mia qual’è? Mamma è tedesca,

    Babbo italiano, io nacqui in Inghilterra.

    E quale la mia fede? Io

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