La farfalla in rosa
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Info su questo ebook
Anna Tarantello, veneta, vive in provincia di Udine. Laureata in Beni culturali, sposata, ha due figlie ed è autrice di narrativa e alcuni suoi racconti sono stati pubblicati a seguito di concorsi o contest letterari in cui è stata selezionata. È presente in antologie edite da Historica Edizioni, Atile Edizioni, Kubera Edizioni e Rudis Edizioni.
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Anteprima del libro
La farfalla in rosa - Anna Tarantello
Anna Tarantello
La farfalla in rosa
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Indice dei contenuti
COLLANA
Anna Tarantello
LA FARFALLA IN ROSA
MONTAG
Introduzione
Cap. 1
Cap. 2
Parag.
Cap. 3
Parag.
Parag.
Parag.
Cap. 4
Parag.
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Cap. 5
Cap. 6
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Cap.7
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Cap. 8
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Cap.9
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Cap. 10
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Cap. 11
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Cap. 12
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Cap. 13
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Cap. 16
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Cap. 20
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Cap. 27
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Cap. 28
Parag.
Cap. 29
Parag.
Cap. 30
www.edizionimontag.it
COLLANA
Le Fenici
Anna Tarantello
LA FARFALLA IN ROSA
MONTAG
Edizioni Montag
Prima edizione settembre 2023
La farfalla in rosa
© 2023 di Montag
Collana Le Fenici
ISBN: 9788868927202
Copertina: D. Villasana, Unsplash.com
Quest’opera è esclusivamente frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a persone esistite, esistenti o a fatti accaduti è
puramente casuale.
Introduzione
di Anna Tarantello
Rileggendo il mio manoscritto a distanza di mesi dalla sua conclusione, ho posto l’attenzione più a ciò che ho appreso dal libro di quello che ho voluto trasmettere, scrivendolo.
Un punto di vista questo da lettrice oggettivo e distaccato, ma di non meno rilievo, senza tralasciare poi il grande impegno ed emozione dello scrivere essendo anche il mio primo romanzo.
Voglio sottolineare come un lettore ipotetico potrebbe conservare dalla lettura l’esperienza di vita in cui identificarsi in tutto o in parte, cosa che mi auguro di essere riuscita a realizzare.
Una lettura questa che di sicuro individuerebbe quali temi e sottotemi il sogno, il distacco e il sacrificio.
Martina adolescente di paese è una ragazzina sognatrice alla ricerca della propria identità con un desiderio di diventare da bruco quale si sente una " farfalla nuova con le ali rosa ".
Lasciare la casa dei genitori e trasferirsi in una città per studiare moda è un percorso di crescita a lei necessario.
Il messaggio di come siano importanti i propri sogni e la loro realizzazione che il lettore condividerebbe, tuttavia non può ignorare la contropartita richiesta a Martina come a qualsiasi altra persona nella vita reale che si identificasse in lei.
Il distacco dalla famiglia d’origine oltre che dal luogo di nascita, situazione nella quale lo stesso lettore si potrebbe ritrovare per averlo vissuto, sono il prezzo a volte che si è costretti a pagare in cambio di una realizzazione oltre al sacrificio in genere da cui qualsiasi obiettivo raggiunto non può prescindere.
Soffrendo e provando gioia sono in qualche modo cresciuta interiormente: ho empatizzato con Martina e come le tante evoluzioni del volo di una farfalla, ho letto le varie sfumature del rosa declinare il percorso di un’anima alla ricerca del proprio volo nella vita.
Cap. 1
Martina, farfalla in rosa
Sdraiata sul prato del giardino attorno alla sua casa sulle colline friulane, Martina guarda il cielo e la mente si libra come nuvole che si rincorrono nel blu.
Insegue i suoi sogni e immagina come aiutare giovani donne a scegliere abiti da favola.
Sogna in rosa, il suo colore preferito fin da bambina.
Il colore delle bambole del cuore, delle caramelle di cui è golosa e delle pareti della sua camera.
Il colore del sogno, unico, come quella unicità che lei ricerca in tutto quello che fa.
È una cascata di riccioli castani, Martina, che contrastano con quegli occhi chiari su un fisico esile ma cesellato nei dettagli.
Si rifugia nel suo mondo e sogna quei vestiti che poi lei stessa disegna, taglia, cuce e, come d’incanto, le passa il malumore.
La moda è il suo luogo sicuro da una realtà che a volte non le piace.
Anche oggi, è rientrata da scuola in corriera: questo è l’ultimo anno di liceo e, a breve, si troverà a dover decidere del suo futuro.
La ragazza si sente finalmente a casa, nel suo rifugio protetta dopo una mattinata difficile.
La mamma Caterina pronta davanti ai fornelli l’aspetta e la tavola è già apparecchiata per il pranzo.
Il profumo del ragù preparato per tempo si diffonde nella cucina.
Sul fuoco ha messo l’acqua a bollire per fare la pasta: quella al ragù è una delle poche cose che le piacciono e lei lo sa.
Il papà Giovanni è già ritornato al lavoro dopo la pausa pranzo.
Si incrociano di rado, loro due.
Come di rado scambiano due parole.
Un universo li separa da quando se la caricava sulle spalle e la portava in passeggiata nei prati intorno casa, tra una risata e una canzoncina strampalata.
Nel tempo, negli anni, il loro rapporto si è allentato è in questa età di confusione e mutamenti, lui la guarda da lontano con tanta tenerezza.
Solo la mamma riesce a reggere il contatto schivando i colpi di difesa di quella piccola guerriera che si affaccia sul mondo dei grandi.
– Ciao, com’è andata a scuola? – le chiede con la solita, dolce premura.
Cerca di abbracciarla ma la ragazzina la scosta, con fare nervoso.
Sottile nel fisico, quando rientra ha sempre una strana postura: le spalle curve, quasi a nascondere il piccolo seno e una tensione che si percepisce in tutto il corpo.
Come se tutto quello che le succede si riversasse sulla sua esile struttura, che in qualche maniera si modifica, subendo.
Non è stata una buona giornata e lei, ricettacolo di energie negative, le riversa sulla madre esprimendo così il suo malessere.
– Ciao, non chiedermi sempre le stesse cose, dai! Come vuoi che sia andata? Come al solito! Sono stanca, lasciami stare. Mangio qualcosa e poi sto un po’ per i fatti miei.
– Ah, siamo alle solite… sei di cattivo umore? – le chiede la mamma che perdona anche quel modo di fare brusco perché adora la figlia.
– Cosa vuoi dire con questo? – la rimbrotta acidamente.
– Niente, niente – chiude il discorso la donna, che percepisce il rischio di ritrovarsi in un assurdo battibecco per un motivo futile.
È consapevole che è ancora nel turbine dell’adolescenza e quegli atteggiamenti non fanno parte di lei ma sono frutto di una miscela esplosiva.
La ragazza sta crescendo tra tanti dubbi e insicurezze.
Spesso questi sfociano in una rabbia che la porta a chiudersi in sé stessa come se avesse tutto il mondo contro.
Eppure, in quello scricciolo nervoso si ritrova tanto.
Sono molto simili anche se sua figlia rifugge questa somiglianza nella quale non si riconosce, o meglio, non vuole riconoscersi.
Il suo desiderio è che da lei bruco nasca una farfalla nuova con le ali rosa .
– Va bene, hai ragione, mangia pure. Ti lascio andare. Se vorrai, faremo due chiacchiere più tardi.
La saluta con una dolce resa, perché sa che il nervosismo della sua adorata figlia deriva da quanto accaduto a scuola.
Durante tutto il liceo è successo sempre qualcosa a scuola e ormai la mamma all’umore di Martina è abituata.
Spesso il controllo sfugge e la giornata iniziata in rosa e con i migliori propositi, finisce in lite senza un apparente motivo.
– Sì grazie, mamma. La mia camera è a posto? – chiede come ogni giorno.
– Certo, messa a posto e pulita, mi raccomando! – dice la mamma.
– Stai tranquilla mamma, sarò brava– chiude con una frase scontata a cui lei stessa non crede per prima.
Martina sa di mentire, come al solito.
Sembra non apprezzare la cortesia di sua madre che fa ordine al caos lasciato da lei ogni mattina.
Brava non sarà, perché dopo mezz’ora la camera finirà in disordine e la mamma borbotterà.
È un copione ormai scontato perché il motivo dei loro battibecchi quotidiani è l’ordine della sua stanza rosa, come quando era bambina, e che, malgrado l’intervento sistematico della mamma, lei riesce a rendere invivibile.
In meno di niente, tutti i vestiti saranno di nuovo buttati a terra: libri, fogli di appunti di scuola vomitati dallo zaino si contenderanno il disordine sparso insieme a fermagli per i capelli, auricolari e scarpe spaiate, lattine di bibite vuote e piatti di merende mai ritornate in cucina.
Quello è il suo mondo e Martina ha bisogno di sentirsi rassicurata in quel caos.
Sale le scale e va nella sua