Scritti contro la guerra
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Tutto questo va chiamato col nome che gli compete: sistema criminale. Sistema criminale legittimato da un perverso e criminale uso della legalità e del diritto. E gli uomini e le donne, che questo sistema incarnano fisicamente, devono essere additati col nome che li contraddistingue: mostri del genere umano.
Chi fonda il diritto sullo sterminio e sulla distruzione con armi di ogni ordine e grado, lo è in assoluto.
E dal punto di vista umano va considerato un’escrescenza perversa rispetto all’equilibrio che regola la vita. Criminali vanno considerati senz’altro i gazzettieri che soffiano sul fuoco, seduti sulle loro comode poltrone, con le bretelle ben abbottonate, con i loro deretani al sicuro, e gli “statisti” da barzelletta di casa nostra che giocano alla guerra.
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Anteprima del libro
Scritti contro la guerra - Angelo Gaccione
UCRAINA E GUERRAFONDAI
"Meglio un anno di negoziati
che un giorno di guerra".
Alexander Langer
Quel che pensiamo degli Stati armati, dell’industria di morte, dei governi che lasciano produrre ed esportare armi, che le comprano distruggendo risorse economiche preziose dei loro Paesi, degli scienziati che le progettano e ne sperimentano consapevolmente il potere distruttivo, delle alleanze militari, degli eserciti e quant’altro compone questa fogna escrementizia, lo abbiamo detto e ridetto fino alla noia. Tutto questo va chiamato col nome che gli compete: sistema criminale. Sistema criminale legittimato da un perverso e criminale uso della legalità e del diritto. E gli uomini e le donne, che questo sistema incarnano fisicamente, devono essere additati col nome che li contraddistingue: mostri del genere umano. Chi fonda il diritto sullo sterminio e sulla distruzione con armi di ogni ordine e grado, lo è in assoluto. E dal punto di vista umano va considerato un’escrescenza perversa rispetto all’equilibrio che regola la vita. Criminali vanno considerati senz’altro i gazzettieri che soffiano sul fuoco, seduti sulle loro comode poltrone, con le bretelle ben abbottonate, con i loro deretani al sicuro, e gli statisti
da barzelletta di casa nostra che giocano alla guerra.
Sappiamo da sempre che il tempo è cieco e l’uomo è stupido, e dunque bisogna temerne le azioni. E poiché la storia si ripete sempre come un idiota, non c’è verso che impari alcunché dall’esperienza. Non sono servite da monito le due disastrose guerre mondiali, non sono servite tutte quelle che si sono succedute, né quelle tuttora in corso. Non è servito neppure venire a conoscenza dell’orlo del baratro nucleare su cui siamo stati pochi decenni orsono, né siamo stati riconoscenti abbastanza al giovane colonnello sovietico Stanislav Evgrafovič Petrov che in quel baratro ci ha impedito di precipitare. Ho scritto spesso e ripetuto in decine e decine di conversazioni pubbliche, che i governanti americani (democratici o repubblicani è la stessa insulsa cloaca) non avendo mai subìto una guerra sul loro territorio, una guerra moderna che gliene mostri le macerie per anni ed anni, giocano a fare i cowboy. La loro diplomazia è decisamente la più arrogante e stupida sul piano internazionale: in questo, uno dei più lucidi intellettuali americani, Noam Chomsky, ha pienamente ragione. Il dissolvimento dell’Unione Sovietica, con il crollo del muro di Berlino e la fine della cortina di ferro, avrebbe potuto essere una occasione storica irripetibile dal punto di vista del raggiungimento della pace e della sicurezza internazionale. Si sarebbe potuto porre fine a quel gigantesco crimine che va sotto la voce di spesa militare. Gli Stati Uniti non hanno mosso un dito per andare in questa direzione. Non hanno accolto una sola