Allontanarsi dalla linea gialla
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Allontanarsi dalla linea gialla - Daniele Santino Bosu
ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA
Daniele Santino Bosu
Testo: ©2014 Daniele Santino Bosu
Tutti i diritti riservati
Nessuna parte di questo libro eBook può essere riprodotta
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Questo libro eBook è un'opera di fantasia, i nomi, i personaggi,
gli avvenimenti e i luoghi "ad eccezione di ciò che è da tutti
riconoscibile" sono un prodotto dell'immaginazione dell'autore.
Nessuno dei personaggi del libro è esistente, ogni somiglianza a
persone viventi o defunte è puramente casuale.
Immagine in copertina: ©2014 Isabella Bosu
Elaborazione grafica, ideazione e testi: ©2014 Daniele Santino Bosu.
Se i ritratti dei nostri amici assenti ci sono graditi,
perchè rinnovano il ricordo e alleviano la nostalgia con un falso ed effimero conforto, tanto più ci è gradita una lettera, che porta le vere tracce, i veri segni dell'amico assente.
Lucio Aneco Seneca
(Lettere a Lucillo)
Capitolo 1 – Ricordi nella nebbia
La stazione Termini di Roma era caotica come sempre, zeppa di gente all'inverosimile quel mattino di fine agosto. Paolo stava li come faceva spesso con le mani in tasca che guardava passare i mille volti sconosciuti, visi anonimi che veloci lasciavano nella sua mente, scie colorate come certe foto del traffico delle metropoli.
Trova da sempre interessante guardare le loro espressioni, come fossero istantanee. Nessuno sorrideva, riusciva a leggere quasi in ognuno una nota di preoccupazione, chissà, un ritardo, una bolletta scaduta.
Intanto dalle casse acustiche sentì: "Attenzione è in arrivo il treno al binario 12, allontanarsi dalla linea gialla".
Quella frase riportava alla memoria di Paolo lontani ricordi vissuti, in cui il treno inizialmente aveva un ruolo di semplice comparsa ma nel film della sua vita, via via col passare degli anni ora appare come figura di vero protagonista a cui si legano storie vissute, vere e indimenticabili.
Il treno come una macchina del tempo, che porta verso mete che a volte segnano le esistenze.
L'odore acre misto di olio e catrame lo riporta con i piedi per terra e allora si accorge che è sempre il solito buon mezzo di locomozione e non una navicella misteriosa.
A volte negli anni passati, assalito dalla nostalgia della libertà, con il treno era stupendo viaggiare contro lo stress e la routine.
Ma egli è anche a volte portatore inconsapevole di sciagure incancellabili, come quel fatto che gli accadde i primi di marzo dell'anno successivo del terremoto siciliano quando tornò a Roma. Ricevette una lettera da Padre Martino che gli comunicava di inviare Padre Rocco per comunicazioni urgenti che preferiva non mettere sulla lettera e lo pregava anche di ospitarlo per qualche giorno perché oltre all'incontro con lui doveva andare presso la Santa Sede per una commissione.
Con un bel ritardo Paolo andò alla Stazione Termini all'appuntamento ed era felicissimo di rivedere il faccione simpatico e sereno dell'amico monaco a cui avrebbe chiesto scusa per il contrattempo. Tuttavia si poneva mille domande sul contenuto delle comunicazioni così urgenti: -Forse hanno trovato l'assassino di Rosario-. Pensò. Quando si avvicinava presso il binario, il treno era già arrivato da tempo e si accorse subito che c'era un capannello di gente attorno a qualcosa.
Ebbe un presentimento tremendo, quindi non si avvicinò e anche se un po distante riconobbe Padre Rocco disteso per terra in un lago di sangue.
Poi vide che dietro una colonna c'era un uomo che sbirciava. Capì tutto e si allontanò piangendo di disperazione.
Per due tre giorni non andò al lavoro. Pensava molto al significato di quell'omicidio. Appariva abbastanza evidente. Qualcuno voleva ucciderlo ed eliminarono il povero monaco che doveva avvisarlo del pericolo imminente. Se non fosse stato per il ritardo sarebbe morto anche lui. Così per qualche tempo andò ad abitare