Intenzioni (2006-2012)
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La raccolta include il poema esotico Erakles, di argomento mitico e forme indiane, già incluso nel romanzo Daimon.
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Anteprima del libro
Intenzioni (2006-2012) - Luca Valerio Borghi
LUCA VALERIO BORGHI
INTENZIONI
(2006-2012)
L’immagine di copertina è una rielaborazione creata dal fotografo Massimo Beltrami (massimobelt@alice.it).
Spezzando ogni cuore
Giuseppe Mantovani
Narcissus - Self Publishing made serious
Edizione digitale: maggio 2012
ISBN: 9788863698657
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
A Jack
Leopardi & Roberto Browning
Arida modo pumice expolitum
ANGHIARI
(2012)
Adesso è solo un campo di tabacco.
La geometria della Statale taglia
Il campo, che è un trapezio verde tra le
Prode dei colli. Tutto è disegnato,
O pare, dal maestro matematico
Che nacque qui vicino, a San Sepolcro.
Fu qui? Ma adesso è niente. Mi connetto
A Wikipedia. «Il 29 giugno
Si combatté ad Anghiari tra Milano
E la coalizione di Firenze,
Venezia e il Papa...» È qui. Su queste mura,
Dove passeggia una coppia di Ancona
(Me l’hanno detto loro, mi hanno detto:
Bello, eh?
Sì, molto
Sì, peccato il tempo
Da noi si fa già il bagno
Ancona. E lei?
)
Qui avresti visto, sopra ai tetti rossi,
Fumare l’avanzata milanese
E Attendolo condurre i Veneziani
Sul ponte che suonò cupo di assalto
Mentre, pieni di ferro e orrore e gioia,
I fanti fiorentini con le mani
Non troppo ingombre di alabarde e picche
Toglievano il terreno ai milanesi
Mietendo spighe bionde nella strage,
Finché la notte, arbitra di pace,
Finì le sorti, e sotto al cielo, cavo
Come una mano che non tiene il vento
Si vide che la zuffa era fasulla,
Che non un morto, non un morto aveva
Lasciato sulle zolle imperturbate
La grandiosa battaglia di Anghiari,
Quasi che due schiere di fantasmi
Si fossero contese una visione,
L’ombra di luce della sera in vetro,
E fossero svanite come il soffio.
Ma Piero, che era nato qui vicino,
Pensò di disegnarla e cominciò
Tracciando il campo, un gran trapezio isoscele,
E lo secò tracciando obliquamente
La retta del canale. Lì era il ponte:
Attendolo e Manfredi e i cavalieri
E la zuffa, e nell’acqua del canale
Sangue e cadaveri. Ma Piero non
Vide più il ponte e la battaglia: solo
Rette, angoli e figure, e il campo tetro
Era l’astratto piano euclideo,
Il piano esatto in cui la prospettiva
E il metodo geometrico bastavano
Senza figure di uomini e di vita.
E allora ritornò fra le sue carte
A San Sepolcro, con la testa curva
Sopra alla diagonale che verifica
La geometria prospettica. Le carte
Che il suo Luca Pacioli gli rubò
Spiegando a proprio nome che il quadrato
Si adegua al cerchio e come, e costruendo
Con la formula infallibile il solido
Platonico di 20 facce uguali.
Le carte e Luca vennero a Firenze
E gli si imbatté un giorno Leonardo,
Quando, fra le sue cose, lavorava
A un progetto fantastico e nuovo.
Così Luca lo vide: tra i cartoni
Di cavalieri arrampicati in sella,
Di lance, nelle mani, attorte come
Serpi mai visti, e copricapi in testa
(Eppure in questi
pensò Luca "Piero
Era pur bravo e stravagante ma
Leonardo li fa meglio e sembran vivi")
E due, tre, quattro, sei, (quanti?) cavalli
Impressi e avviluppati come un nodo
Di muscoli, di forza e di bellezza,
E i volti, ancora, dei soldati: aperte
Le bocche, gli occhi spalancati e fermi
Nell’attimo immutabile e verissimo.
«Cos’è, Messer Leonardo?» chiese. E quando
Quello gli disse «Anghiari. La battaglia.
Cartoni per una pittura da
Fare in Palazzo Vecchio. La vittoria
Contro Milano» Luca non rispose
«Piero, anche, provò a farla in fresco, e smise.»
Leonardo continuò: «Nero, mio caro.
Ho tanto nero dopo quel ritratto,
La Lisa di Giocondo (sai che mentre
La dipingevo, la tenevo allegra,
Perché facesse quel sorriso curvo,
Quell’arco di mistero tra ombra e luce,
Con Gaddo e Lorenzino che suonavano
Dietro di me che le facevo motti
E indovinelli, come questo: Se
Meno ne prendi, più ne avrai, se più
Ne prendi, ne avrai meno. Cosa sono?
Luca, che sono?) Be’ dicevo: nero.
Ne ho tanto che lo voglio usare in questa
Battaglia. E però è tempera da legno,
E Soderini, nel Palazzo, vuole
Un grande