La Rivoluzione d'Ottobre e la tattica dei comunisti russi
Di Iosif Stalin
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Anteprima del libro
La Rivoluzione d'Ottobre e la tattica dei comunisti russi - Iosif Stalin
LE FIONDE
E-BOOK
La Rivoluzione d’Ottobre e la tattica dei comunisti russi
A cura di Cristiano Armati
© 2014 Red Star Press
La riproduzione, la diffusione, la pubblicazione su diversi formati e l’esecuzione di quest’opera, purché a scopi non commerciali e a condizione che venga indicata la fonte e il contesto originario e che si riproduca la stessa licenza, è liberamente consentita e vivamente incoraggiata.
Prima edizione nei «Libretti Rossi»: ottobre 2014
Prima edizione in e-book: dicembre 2014
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Iosif Vissarionovič Džugašvili
La Rivoluzione d’Ottobre e la tattica dei comunisti russi
A cura di Cristiano Armati
RED STAR PRESS
La Rivoluzione d’Ottobre
e la tattica dei comunisti russi
Scritto per la «Pravda» nel dicembre del 1924, La Rivoluzione d’Ottobre e la tattica del comunisti russi venne in seguito pubblicato come prefazione di Sulla via dell’Ottobre, una raccolta di articoli e discorsi composti dallo stesso Stalin nel 1917. Si tratta di un testo storicamente molto importante. Qui, infatti, per la prima volta, Stalin enuncia esplicitamente la teoria del «socialismo in un solo paese».
I Le condizioni esterne e interne della Rivoluzione d’Ottobre
Tre circostanze d’ordine esterno hanno determinato la relativa facilità con cui la rivoluzione proletaria in Russia ha potuto spezzare le catene dell’imperialismo e rovesciare, in questo modo, il potere della borghesia.
In primo luogo, la circostanza che la Rivoluzione d’Ottobre incominciò in un periodo di lotta disperata dei due principali gruppi imperialisti, anglo-francese e austro-tedesco, nel momento in cui questi gruppi, impegnati l’uno contro l’altro in una lotta mortale, non avevano né il tempo né i mezzi per prestare una seria attenzione alla lotta contro la Rivoluzione d’Ottobre. Questa circostanza ebbe un valore enorme per la Rivoluzione d’Ottobre, perché le permise di approfittare dei violenti conflitti interni dell’imperialismo per consolidare e organizzare le proprie forze.
In secondo luogo, la circostanza che la Rivoluzione d’Ottobre comincia durante la guerra imperialista, quando le masse lavoratrici, spossate dalla guerra e avide di pace, erano spinte dalla logica stessa delle cose verso la rivoluzione proletaria, come unica via di uscita dalla guerra. Questa circostanza ebbe un valore grandissimo per la Rivoluzione d’Ottobre, perché le mise nelle mani l’arma potente della pace facile, le rese più semplice legare la rivoluzione sovietica con la fine della guerra esecrata e le suscitò, quindi, la simpatia tanto delle masse operaie dell’Occidente che dei popoli oppressi dell’Oriente.
In terzo luogo, l’esistenza di un potente movimento operaio in Europa e il fatto che, in Occidente e in Oriente, maturava una crisi rivoluzionaria dovuta alla lunga guerra imperialista. Questa circostanza ebbe un valore inapprezzabile per la rivoluzione in Russia, perché le assicurò, fuori della Russia, dei fedeli alleati nella sua lotta contro l’imperialismo mondiale.
Ma oltre alle circostanze di ordine esterno, la Rivoluzione d’Ottobre fu favorita da tutta una serie di condizioni interne, che le agevolarono la vittoria.
Di queste condizioni devono essere considerate come principali le seguenti.
In primo luogo, la Rivoluzione d’Ottobre ebbe il più attivo appoggio dell’immensa maggioranza della classe operaia della Russia.
In secondo luogo, essa ebbe l’appoggio sicuro dei contadini poveri e della maggioranza dei soldati, avidi di pace e di terra.
In terzo luogo, essa aveva alla sua testa, come forza dirigente, un partito provato come il partito dei bolscevichi, forte non solo della propria esperienza e di una disciplina temprata da anni, ma anche d’infiniti legami con le masse lavoratrici.
In quarto luogo, la Rivoluzione d’Ottobre aveva davanti a sé dei nemici che era relativamente facile vincere, come la più o meno debole borghesia russa, la classe dei proprietari fondiari, completamente demoralizzata dalle «rivolte» contadine, e i partiti conciliatori, completamente falliti nel corso della guerra (il partito dei menscevichi¹ e il partito dei socialisti-rivoluzionari²).
In quinto luogo, essa disponeva delle enormi distese di uno Stato giovane, su cui poteva liberamente manovrare, ritirarsi quando la situazione lo esigeva, riprendere fiato, raccogliere le forze, eccetera.
In sesto luogo, la Rivoluzione d’Ottobre poteva fare assegnamento, nella sua lotta con la controrivoluzione, sull’esistenza nel paese di sufficienti riserve di prodotti alimentari, di combustibili e di materie prime.
Questo concorso di circostanze esterne e interne creò una situazione particolare, che determinò la relativa facilità della vittoria della Rivoluzione d’Ottobre.
Ciò non significa naturalmente che la Rivoluzione d’Ottobre non abbia avuto i suoi punti deboli, tanto all’esterno che all’interno. Che dire, per esempio, di un punto debole quale fu il relativo isolamento della Rivoluzione d’Ottobre, la mancanza al suo fianco e nelle sue vicinanze di un paese sovietico sul quale essa si potesse appoggiare? Non v’è dubbio che una futura rivoluzione, per esempio, in Germania, si troverebbe, da questo punto di vista, in una situazione più vantaggiosa, perché avrebbe nelle sue vicinanze un paese sovietico forte come la nostra