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Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001
Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001
Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001
E-book251 pagine2 ore

Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001

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Di fronte ai tanti avvenimenti che, attraverso i media, ci frastornano ogni giorno e a volte ci disorientano, siamo assai spesso portati a formulare dei giudizi superficiali o a schierarci, guidati dall’istinto, dalla passione, dai condizionamenti, senza conoscere, il più delle volte, i fatti che stanno a monte di ciascun accadimento.

Dunque questo testo è stato concepito con la presunzione di fornire ai lettori gli strumenti essenziali per accostarsi alla realtà attuale con le cognizioni necessarie, onde acquisire quella consapevolezza capace di rendere ciascun soggetto attivo del divenire storico, e mai soggetto passivo e inconsapevole.

La caratteristica principale di questo testo è quella di tenere sempre presente un punto di riferimento costante che è il mondo, senza frantumare la storia in tante storie particolari o nazionali che, spesso, fanno perdere di vista il filo conduttore di tanti avvenimenti così apparentemente isolati.
LinguaItaliano
Data di uscita11 ago 2020
ISBN9788831689724
Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001

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    Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001 - Valeria Formisani

    INDICE

    PREFAZIONE 7

    PROLOGO 11

    PARTE  PRIMA

    La politica

    CAP. I  - Dalla guerra fredda alla distensione 13

    a) Il mondo spaccato in due 13

    b) La difficile  distensione 18

    c) Le divisioni irrisolte 19

    d) Nascono nuovi centri di sviluppo 24

    CAP. II - Il processo di decolonizzazione d’Asia e d’Africa 26

    a) L’indipendenza delle colonie asiatiche 26

    b) L’ indipendenza delle colonie africane 29

    c) Il Terzo Mondo 33

    CAP. III - La Cina dal Celeste Impero alla repubblica popolare 36

    a) La via cinese al comunismo 36

    b) La Cina prima della rivoluzione 36

    c) La repubblica popolare 40

    d) La rivoluzione culturale 45

    e) Il processo di demaoizzazione 47

    CAP IV - Il Giappone dalla distruzione al miracolo economico 49

    a) L’Impero del Sol levante 49

    b) Dalla politica imperialista alla sconfitta 49

    c) Ilmiracolo economico giapponese 54

    CAP. V - Verso l’Europa unita. 56

    CAP. VI - Da un  mondo multipolare a un mondo unipolare 62

    a) Cambia lo scenario costruito a Yalta 62

    b) La crisi petrolifera  degli anni ‘70 64

    c) Le difficoltà degli Stati Uniti 65

    d) Il reganismo 67

    e) La crisi albanese 73

    f) La dissoluzione della Jugoslavia 73

    g) La dissoluzione dell’URSS e la fine del comunismo 76

    h) Un mondo unipolare 79

    CAP. VII  Un mondo che cambia 83

    a) L’undici settembre 83

    PARTE  II

    La società

    CAP. I - Il boom economico e la società del benessere 89

    CAP. II - I nuovi squilibri della società del benessere 97

    a) Terzo Mondo e sottosviluppo 97

    b) Gli squilibri nello sviluppo 99

    c) Le contraddizioni del miracolo italiano 100

    CAP. III - Consumismo e massificazione tra consenso e dissenso 104

    CAP. IV - la Chiesa si apre al mondo 109

    a) Il messaggio ecumenico di papa Giovanni XXIII 109

    b) Dall’uomo unidimensionale di Marcuse all’uomo integrale di Maritain 112

    CAP. V - Anni sessanta in fermento 114

    a) La contestazione  giovanile nella sua dimensione planetaria 114

    b) La protesta degli Afroamericani 118

    c) La contestazione in Italia 124

    CAP. VI – La globalizzazione e i movimenti no-global 131

    PARTE III

    La cultura

    CAP. I - L’estetica dell’impegno come punto di convergenza degli orientamenti culturali nati dall’esperienza della guerra. 137

    a) La necessità di una nuova cultura 137

    b) Il Neorealismo 139

    c) Sartre: dall’angoscia esistenziale all’impegno 141

    d) Il teatro epico di Brecht 142

    CAP. II  L’incontro fra socialismo e cristianesimo nell’utopia di Silone 146

    CAP. III   Tre possibili interpretazioni della dimensione dell’uomo nella società del benessere: Calvino; Beckett; Kerouac. 149

    CAP. IV  -  Dopo l’11 settembre: due reazioni forti: Oriana Fallaci e Michael Moore 159

    a) Oriana Fallaci 159

    b) Michael  Moore 163

    VALERIA  FORMISANI

    OLTRE LA GUERRA …

    IL   PANORAMA  DEL MONDO

    DALLA  FINE  DELLA  SECONDA GUERRA  MONDIALE

    ALL’11 SETTEMBRE

    La politica- la società – la cultura

    Titolo | Oltre la guerra - Il panorama del mondo dalla fine della seconda guerra mondiale all'11 settembre 2001

    Autore | Valeria Formisani

    ISBN | 9788831689724

    © 2019 - Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

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    www.youcanprint.it

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    PREFAZIONE

    Di fronte ai tanti avvenimenti che, attraverso i media, ci frastornano ogni giorno e a volte ci disorientano, siamo assai spesso portati a formulare dei giudizi superficiali o a schierarci, guidati dall’istinto, dalla passione, dai condizionamenti, senza conoscere, il più delle volte, i fatti che stanno a monte di ciascun accadimento.

    Dunque questo testo, rivolto in particolare ai giovani , è stato concepito con la presunzione di fornire ai lettori gli strumenti essenziali per accostarsi alla realtà attuale con le cognizioni necessarie, onde acquisire quella consapevolezza capace di rendere ciascun soggetto attivo del divenire storico, e mai soggetto passivo e inconsapevole.

    Poiché la coscienza di un periodo storico non può limitarsi alla conoscenza dei fatti che appartengono più specificatamente alla sfera della politica, ho voluto dividere questo volumetto in tre parti sottotitolati: la politica, la società, la cultura.

    Nella prima parte la caratteristica è quella di tenere sempre presente un punto di riferimento costante che è il mondo, senza frantumare la storia in tante storie particolari o nazionali che, spesso, fanno perdere di vista il filo conduttore di tanti avvenimenti così apparentemente isolati.

    Tale filo conduttore, nella storia del secondo dopoguerra, si può sicuramente individuare nella lotta per la supremazia sul mondo, innescata  prima dalle due superpotenze emerse dal secondo conflitto mondiale (U.S.A. e U.R.S.S.), poi , dopo l’uscita di scena del colosso sovietico in seguito alla dissoluzione dell’U.R.S.S., dagli Stati Uniti, rimasti gli unici arbitri dei destini dell’intero pianeta.

    Anche se questa situazione di perenne tensione non è mai sfociata in un terzo conflitto mondiale, tuttavia il mondo, dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi, è stato costantemente travagliato da tanti piccoli e grandi conflitti che hanno fatto sì che la guerra sia  stata la triste protagonista della storia degli ultimi sessanta anni.

    Nella seconda parte vengono analizzate le grandi trasformazioni economiche e sociali del dopoguerra che hanno rafforzato le basi di quel sistema capitalista che, uscito fuori dalle logiche nazionali, si è avviato a divenire sistema globale. Una particolare attenzione viene rivolta agli accadimenti degli anni ’50- ’60, perché è in quegli anni che, attraverso un poderoso progresso scientifico e tecnologico, il mondo occidentale ha subito quella radicale trasformazione che, non solo ha inciso profondamente sugli equilibri internazionali e sull’intero sistema economico, ma ha anche cambiato la vita stessa degli uomini e il loro modo di agire e di pensare, trasformando la molteplicità degli individui in quella cosa che in termini sociologici è stata chiamata massa.

    La terza parte infine vuole mettere in evidenza come tutto ciò che accade acquista significato e si traduce in coscienza attraverso la voce degli intellettuali nella duplice funzione di interpretare il mondo e di contribuire al cambiamento.

    La guerra è passata lavando la storia e l’umanità nel pianto e nel sangue…

    Fiumi paurosi di sangue lavarono tutte le zolle e percorsero tutti i sentieri del mondo.

    Torrenti spaventosi di lacrime fecero echeggiare il loro straziante lamento attraverso i vortici di tutta la terra: montagne di ossa e di carname umano ovunque biancheggiarono e ovunque imputridirono al sole.

    Ma nulla si trasformò, nulla si evolse!

    Renzo Novatore

    PROLOGO

    Il primo settembre del 1939 iniziava la seconda guerra mondiale con l’aggressione della Polonia da parte della Germana di Hitler.

     Il 7 maggio capitolava la Germania sotto i colpi delle forze alleate (Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica).

    Il mondo scopriva gli orrori dei campi di concentramento nazisti, le camere a gas, lo sterminio di 6 milioni di Ebrei.

    Il 15 agosto del 1945 si concludeva definitivamente il conflitto con il bombardamento atomico su Hiroscima e Nagasaki e la resa incondizionata del Giappone.

    Il bilancio complessivo della guerra era di 50 milioni di morti e di cumuli e cumuli di macerie.

    Il mondo disse   M A I   P I Ù ! ! !

    PARTE  PRIMA

    La politica

    CAP. I  - Dalla guerra fredda alla distensione

    a) Il mondo spaccato in due

    Il mondo che emergeva dalla fine del secondo conflitto mondiale era un mondo tutt’altro che pacificato; nuove egemonie, nuove alleanze, nuove contrapposizioni, rendevano precaria la pace tanto faticosamente raggiunta. Infatti negli anni immediatamente successivi alla conclusione del conflitto, la grande scena della politica mondiale è dominata dalla contrapposizione fra il blocco americano-occidentale, che faceva capo al Patto Atlantico ¹  (aprile 1949) e il blocco sovietico, sotto la guida di Stalin, che confluì nel Patto di Varsavia (1955)² .

    Tale contrapposizione che scatenò una spaventosa corsa agli armamenti, in realtà non approdò mai ad uno scontro diretto, ma tenne il mondo sotto la minaccia costante di una guerra atomica. Questa guerra non guerreggiata che il giornalista americano Walter Lippmann chiamò guerra fredda, era stata preannunciata, già all’indomani della fine del conflitto, da un discorso che Winston Churchill (non più primo ministro della corona britannica, ma ancora personaggio molto autorevole agli occhi dei potenti del mondo), pronunciò a Fulton, nel Missouri (marzo del I946), nel quale, con toni apocalittici, invitava tutti i paesi di lingua inglese (America, Inghilterra, Commonwealth britannico), espressione di democrazia e libertà, ad unirsi contro la tirannide, vale a dire i paesi situati al di là della cortina di ferro, cioè dietro quella linea che va da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico. Sono gli stati dell’Europa centrale, che si trovano nella sfera sovietica e sono soggetti in una forma o nell’altra, non soltanto all’influenza sovietica, ma ad un’altissima e crescente misura di controllo da parte di Mosca. Inoltre Churchill additava anche tutti quei paesi lontani dalle frontiere russe, sparsi in tutto il mondo, le quinte colonne comuniste……che lavorano in completa e assoluta obbedienza alle direttive che ricevono dal centro comunista. Insomma delineava una sorta di linea di demarcazione fra il bene e il male, la libertà e la tirannia,  demonizzando tutti quei paesi in cui, a suo giudizio, si annidavano cellule comuniste.

    Questo discorso delirante, non privo di inesattezze e forzate generalizzazioni, denunciato da Stalin e sconfessato dallo stesso governo britannico, non lasciò tuttavia indifferente il presidente Truman che in quell’occasione sedeva al suo fianco.

    Infatti era ancora in corso la conferenza di Parigi (luglio-ottobre 1946), in cui i vincitori mettevano mano agli ultimi trattati e definivano i nuovi confini, quando si ruppe definitivamente ogni forma di cooperazione fra due paesi che erano stati alleati nella lotta contro il Nazismo, e si diede l’avvio a quella irriducibile rivalità che d’ora in avanti vedrà gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica costantemente schierati su fronti opposti.

    L’occasione per dare inizio alle ostilità fu offerta dal contrasto fra la Turchia e l’Unione Sovietica che aveva chiesto la revisione della Convenzione per il controllo dello Stretto dei Dardanelli. Truman non esitò ad inviare una flotta nel mar Egeo per sostenere la causa turca, nello stesso tempo si intrometteva nelle questioni interne della Grecia dove era in corso una guerra civile fra governo conservatore e partigiani comunisti.

    Così quando nel marzo del ’47 fu convocato il Congresso per decidere l’approvazione degli aiuti militari da inviare a Grecia e Turchia, il presidente americano annunciava che gli Stati Uniti si impegnavano ad intervenire per sostenere  i popoli liberi nella resistenza all’asservimento da parte di minoranze armate o pressioni straniere. Questa dichiarazione, che passò alla storia come dottrina Truman, risuonava come un chiaro monito nei confronti dell’Unione Sovietica.

    Questo spirito di crociata anticomunista avrebbe portato di lì a poco, all’interno degli Stati Uniti, ad una politica di intolleranza sfociata in vere e proprie persecuzioni nei confronti dei comunisti (o presunti tali) che il cardinale di New York, Spelmann, definì gli assassini più diabolici e perversi del mondo.

    Infatti, per ispirazione del senatore repubblicano Joseph  McCarhty (di qui l’espressione maccartismo), fu adottata una legge per epurare ed emarginare quanti nella pubblica amministrazione o nel mondo dello spettacolo e della cultura fossero solo sospetti di filocomunismo e si scatenò una vera e propria caccia alle streghe. In questo clima di intolleranza si accentuarono anche le discriminazioni verso gli Afroamericani che, accusati di essere al servizio dei Sovietici, furono sottoposti a intimidazioni e violenze.

    Vittime innocenti di questo fanatismo furono i coniugi Julius ed Ethel Rosemberg, militanti comunisti che, accusati di spionaggio al servizio dei Sovietici, furono condannati a morte e giustiziati nel giugno del 1953 ³ .

    Questa psicosi nei confronti dei comunisti si diffuse non solo in America ma anche in tutti quei paesi che guardavano al modello americano.

    Altro punto di attrito era rappresentato dalla Germania divisa in quattro zone di occupazione (americana, inglese, francese e sovietica);  qui  i Sovietici, sentendosi accerchiati dagli occidentali, attuarono il blocco di Berlino chiudendo tutti gli accessi alla città; gli Americani con un ponte aereo assicurarono i rifornimenti alla città e Stalin, per evitare uno scontro militare, decise di sospendere il blocco. A conclusione della crisi, la Germania si avviava ad essere divisa in due stati appartenenti a ciascuno dei due schieramenti: la Repubblica federale tedesca con

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