Il sentiero del peccato

Di Alessandro Aversano

Nigel, giovane ragazzo 16enne, inizia la scoperta della sua sessualità. Odia il padre, per le violenze che ha usato contro la sua famiglia, e decide di vendicarsi.

Il padre diffonde la notizia dell'omosessualità del figlio, che ne soffrirà terribilmente.

La storia mostra la crescita del giovane ragazzo, fino a diventare un adulto. Ma cosa avrà in serbo per lui il futuro?

• Lingua: Italiano
• Editore: Alessandro Aversano
• Data di uscita: 2 feb 2014
• ISBN: 9788868856250

Anteprima del libro

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Capitolo 1

- Nigel alzati sono già le 6.00, farai fare tardi a tuo padre.

- Okay, ora mi alzo.

Avevo 16 anni, mia madre mi svegliava per andare a lavorare con mio padre nella barca che usava per andare a portare i turisti a visitare le spiagge idilliache di Baia Jamsh. Le mie giornate iniziavano presto, quasi all'alba, era il 4 agosto, e dopo due mesi delle vacanze estive passate a fare lo schiavo con lui, non ne potevo veramente più, volevo ribellarmi, ma non avevo il coraggio.Mi alzai, andai in bagno, e iniziai a farmi la doccia. Era il momento più bello della giornata, quando stavo da solo, chiuso in bagno, nudo, potevo essere qualsiasi cosa, mi piaceva stare da solo con me, scoprire il mio corpo, vederne le forme, ma non avevo abbastanza tempo. Aprii l’acqua della doccia, mi misi sotto il getto bollente dell’acqua che mi scorreva sul corpo, presi la mia spugna blu, la riempii di bagnoschiuma, che odorava di fiori di calendula, e iniziai a strofinarla sul mio petto. Il vetro del box doccia rifletteva la mia immagine, vedevo un ragazzo nudo davanti a me, un ragazzo alto, con occhi enormi, un fisico scolpito da marinaio, sembrava avere vent'anni. Mi eccitavo vedendo la mia immagine riflessa, mi eccitavo vedendo qualsiasi corpo nudo di fronte a me. Ero già in ritardo, mi perdevo nei meandri della mia fantasia cercando un approccio fisico con qualcuno che non avveniva, ero solo li dentro. Finii di lavarmi, uscii dalla doccia, ero troppo eccitato, avrei voluto avere altri 5 minuti per sfogare le mie frustrazioni da me, ma dovetti subito asciugarmi e indossare il mio costume preferito, un boxer bianco con striature nere sui fianchi, indossare la classica maglietta bianca a righe orizzontali celesti da marinaio che qui a Trohn usano tutti quelli che lavorano al porto, e salire in macchina con mio padre. Sono oramai le 7.30, siamo appena partiti da casa, e la prima tappa è il piccolo negozio della signora Tupper, dove devo acquistare tre pacchi di pasta, due bottiglie di sugo, e della frutta, che ci serviranno per preparare il pranzo alle persone che oggi porteremo a visitare la Baia. Mio padre non mi ha detto altro, se non che oggi ci saranno 8 persone. Arriviamo al porto, c’è una piccola brezza che mi scompiglia i capelli, è una brezza piacevole, fresca, che porta via l'afa che ci attanagliava da ormai 3 giorni. Inizia ufficialmente la mia giornata lavorativa, salgo sulla barca, mio padre va al bar a bersi una birretta, e a fare colazione; io inizio a sistemare la spesa, a riordinare un po’ la cucina, metto dell’acqua in frigorifero, insieme alla frutta e tolgo dal congelatore i pesci surgelati, che lui spaccerà per freschi. Do una pulita alla cuscineria, ed è tutto pronto, raggiungo mio padre, per bermi un succo di frutta all’albicocca e mangiare una