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Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica
Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica
Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica
E-book125 pagine47 minuti

Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica

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Info su questo ebook

Il libro ripercorre la storia dei ritrovamenti degli importanti reperti ritrovati nel Sinis (Cabras - Oristano) che poi, dopo anni di lavoro, sono stati ricomposti e hanno dato vita alle grandi statue di Mont’e Prama.

I primi frammenti furono rinvenuti per caso nel 1974 ad opera di un contadino mentre arava il suo campo ai piedi di una collina nella penisola del Sinis in Sardegna.

Ben 5 mila reperti sono venuti alla luce a partire da quei primi scavi interrotti ma poi ripresi un po' d'anni dopo e, soprattutto nel 2014. Furono studiati e catalogati e hanno così permesso di ricostruire almeno 30 statue di arcieri, pugilatori e guerrieri che hanno una misteriosa rassomiglianza con i famosi bronzetti nuragici.

Quelle statue scolpite in arenaria a tutto tondo erano sistemate sopra le lastre delle tombe di una necropoli che si estendeva in modo sinuoso proprio alla base di quella piccola collina chiamata Mont’e Prama (Monte delle Palme). Poi quelle opere d'arte vennero misteriosamente distrutte ridotte in pezzi è questo libro cerca di spiegarne i motivi esponendo le diverse ipotesi.

Un mistero rimane anche sulla datazione di questi giganti che molti studiosi collocano intorno al settimo secolo avanti Cristo mentre altri addirittura intorno al 1000 avanti Cristo.

Pare che quelle statue fossero quindi realizzate in un periodo di decadenza della cultura nuragica quando non si costruivano più i nuraghi ed era mutato il sistema politico, sociale ed economico di quella civiltà.

Probabilmente i nuragici di quel periodo di crisi volevano ricordare i fasti del passato divinizzando i defunti che andavano a visitare in quella necropoli dove era stata costruita una strada che fiancheggiava le tombe con sopra le grandi statue che conferivano all’ambiente un alone di solennità. Tanti misteri ai quali questo libro cerca di dare delle risposte.

Per meglio comprendere il periodo in cui le statue sono state costruite l'autore nella prima parte del libro ripercorre la storia della civiltà nuragica e della sue espressioni più importanti come nuraghi semplici e complessi, le tombe dei giganti, i pozzi sacri e i bronzetti.
LinguaItaliano
Data di uscita2 lug 2015
ISBN9788891194725
Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica

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    Anteprima del libro

    Le Grandi Statue di Mont'e Prama e la Civiltà Nuragica - Sergio Atzeni

    Nuraghi espressione autoctona

    I nuraghi, grandi opere megalitiche, furono costruiti in tale numero da modificare l’aspetto del paesaggio dell’isola e ancora oggi queste costruzioni, sebbene consunte dal tempo, dominano sui territori quasi incutendo timore reverenziale ai viandanti.

    La civiltà nuragica mosse i primi passi con la cultura di Bonnannaro, considerata decadente e dall’arte grezza, ma vero ponte con le civiltà neolitiche di grande spessore come Bonu Ighinu e Ozieri e quelle eneolitiche (del rame) di Monte Claro e Campaniforme.

    La cultura nuragica, nonostante apporti esterni, può essere considerata un fenomeno propriamente sardo e nasce dalle acquisizioni culturali e di pensiero dei periodi precedenti.

    Molti parlano di nuovi popoli immigrati nell’isola e di leggende che vorrebbero artefici dei nuraghi genti arrivate nell’isola portatrici di nuove tecniche costruttive, ma, come sempre, la realtà è più banale e più semplice della fantasia.

    La tecnica megalitica nuragica non può che essere nata dal perfezionamento di quella importata migliaia di anni prima e originaria della Bretagna. Col passare del tempo si acquisì l’esperienza e si perfezionarono i modi di costruire e la necessità poi aguzzò l’ingegno.

    Nella prima fase nuragica si edificarono delle costruzioni che gli studiosi chiamano protonuraghi, formate da un corpo, spesso ellittico, con delle gallerie cieche all’interno che conducono, tramite una gradinata, alla piattaforma esterna superiore.

    Lo scopo di queste costruzioni grossolane e primitive poteva essere di difesa: chiudendo l’ingresso con un grande masso, dall’alto si lanciavano sassi e olio bollente per scacciare gli aggressori. Il nuraghe Bruncu Madili o Madugui, sulla Giara di Gesturi, è un esempio di queste costruzioni chiamate anche nuraghi a galleria.

    Ricostruzione ideale di un protonuraghe

    Il protonuraghe di Bruncu Madugui (Gesturi - Ca)

    Il Nuraghe a Tholos

    Il nuraghe per antonomasia, diffuso in migliaia di esemplari (circa settemila quelli giunti fino a noi), è quello a Tholos; una torre tronco-conica edificata mediante grandi massi, grossolanamente squadrati e via via più piccoli fino a concludersi con una pseudocupola.

    Non vogliamo entrare nella disputa che divide da tempo molti studiosi sulla destinazione di queste costruzioni, se cioè fossero state erette per scopi religiosi o per scopi difensivi (tesi più accreditata), basta ammirarle per quello che riescono a trasmetterci, in quanto la sensazione non ha bisogno di essere codificata per essere interpretata.

    Dai nuraghi monotorre, eretti su colline o su zone panoramiche e dominanti, col palese scopo di osservazione, ai nuraghi complessi composti da torri secondarie, ai cosiddetti villaggi nuragici; questo è lo sviluppo edilizio che nel corso dei secoli si è andato via via perfezionando, arrivando ad opere tecnicamente e stilisticamente quasi perfette.

    La radice Nur sta ad indicare cumulo di pietre cavo e da qui la parola derivata Nuraghe che ha dato il nome alle

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