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Rivoluzione Percettiva
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E-book78 pagine1 ora

Rivoluzione Percettiva

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Se non ami sempre e comunque sei condizionato, non sei libero, non hai scoperto ancora la tua vera natura. Se non hai abbandonato in te l'idea di sconfitta, di fallimento e di frustrazione, allora non hai lasciato cadere le catene che ti tengono legato. Finché inconsapevolmente rimani nella massa delle tue emozioni e ragioni, tutto è confuso e non puoi vedere chiaramente. Rimani l’uomo medio giudice del mondo ma irresponsabile individualmente. Il libro mette in discussione quei preconcetti che non ci permettono di liberarci dei condizionamenti dai quali ci siamo fatti imprigionare e propone un radicale riorientamento del senso morale attraverso una rivoluzione percettiva.
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2015
ISBN9788893152235
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    Anteprima del libro

    Rivoluzione Percettiva - Daniele Ricciardelli

    morale

    Prefazione

    1. Divenire Cosmo. In un tempo di violenza globale ogni singolo uomo è chiamato ad un radicale atto di libertà. Arrivare alla radice del dissidio dello spirito del nostro tempo, proponendo e sperimentando un tentativo per superarlo, è la meta di questo libro. Ormai alle soglie di una svolta evolutiva il singolo sente il dovere di rivoluzionare la sua percezione, consapevoli che l’unica cosa da evolvere è in noi, è la coscienza della possibilità di spezzare le catene concettuali liberando la nostra metamorfosi percettiva.

    2. Rivoluzione integrale. Divenire ciò che si è, arrivare a percepire la fonte di ciò che è sempre, questa è la meta che va esperita. All’astrattezza delle idee rivoluzionarie che cercano di ribellarsi contro il concreto, alle quali è inevitabile il fallimento, sostituiremo pratica dell’autocoscienza, la capacità della coscienza del singolo di essere qui ed ora uno con il cosmo; distruggendo ciò che crediamo di essere per divenire una percezione integrata allo spontaneo ordine universale. Questa non è solo una teoria, è una ricerca pratica d’unione all’essere o d’integrazione del molteplice nell’uno.

    3. Meta-morfosi. L’ultimo passo che l’uomo ha compiuto in se stesso è stata la sua coscienza, ciò ha segnato un superamento, non la fine o il culmine dello sviluppo ma una meta prima del nuovo inizio della rivoluzione della percezione della vita del cosmo, di ciò che è nel divenire, per una partecipazione integrale all’essere del cosmo. Aprire le porte all’istinto, spirito profondo, è scovare la passione della ragione radicata nella storia delle specie integrando il caos che ci anima al cosmo naturale, ordine spontaneo. Detto chiaramente il coraggio del qui ed ora è la fine del tempo, della brama che consuma ciecamente e inesorabilmente. Sconfiggere la paura è prenderne coscienza riconoscendone la sua potenza. Attraversarla è il preludio della rivoluzione non già la fine, la vittoria definitiva che non esiste ma è, nonostante la battaglia persa, il non lasciarsi sconfiggere. Il primo passo rivoluzionario si compie riconoscendo sempre la paura percependone progressivamente l’utilità fino a che non si trasformerà mutando radicalmente in preziosa osservazione del nemico che così non si odierà più.

    4. Devoto servo. Questo è un libro per tutti quelli che vogliono superarsi, non per tutte le orecchie e di certo non per chi giudica prima di comprendere. Chi ha bisogno di un meccanismo razionale che lo stimoli al meglio riducendo la vita in principi può smettere di leggere. Qui ed ora libertà e necessità combaciano. Evolvere è insieme massimo grado di libertà e necessità più stringente. Scelgo la necessità, divengo ciò che sono.

    5. La rivoluzione, superamento della ribellione. Questo è un logos, intreccio di parole, sperimentazione e discernimento del verbo, vibrazione senza tempo nel fondo di ognuno. Il coraggio di divenire è quello di sperimentare e accettare la morte riconoscendo l’illusione della propria identità personale superandola, finendo di alimentarla, rivoluzionando così il movente dell’azione. L’uomo si è fatto tale percependo la sua fine, questa coscienza ci rende più forte degli immortali dei, la nostra meta-infinità è il valore del finito nell’eterno. Dopo aver ucciso i propri pregiudizi la ribellione personale si tramuta in accettazione delle paure, si diviene liberi dalla morte moralmente e spiritualmente, si inizia la rivoluzione percettiva. La meta dei (sacri) no e l’inizio del (divino) si.

    6. Aperture critiche. L’indeterminato pericolo catastrofico sempre alle porte è la paura generalizzata del nostro tempo di crisi che senza un pericolo determinato si fa angoscia di vivere. C’è diretta conoscenza di un fatto, l’impellente urgenza di un radicale cambio di paradigma che emerga da un contesto mutato, con l’ancor più diretta coscienza del fatto che solo se attuato dal singolo questo cambio radicale rivoluziona lui e il suo ambiente. Nessuno è soddisfatto dell’umanità, ma chi si ferma alla sua responsabilità chiedendosi: sono soddisfatto della mia umanità?

    7. Nel progresso umano anche il singolo individuo può fare il salto di grado percettivo, come vari esempi di uomini illuminati attestano, ma per far si che la rivoluzione sia tale cioè che porti una variazione adattativa allargata alla specie deve essere esperibile almeno da una minoranza che selezionata naturalmente o spontaneamente (adattativamente) andrà a modificare l’esperienza di tutta la specie.

    8. La rivoluzione percettiva si compie divenendo ciò che si è integralmente, come singolo e collettivamente, non cercando un equilibrio tra mente e corpo ma integrando la materia del corpo alla sua energia (sensazioni, emozioni e passioni), a quella dell’ambiente in una percezione cosciente integrale. Una distruzione dei pregiudizi morali individuali (su se stessi per gli altri) e sociali per l’rivoluzione dell’uomo nel singolo. Aprire le porte all’istinto ossia alla storia latente di tutta la specie umana sedimentata nei geni e nell’ambiente così che, come l’uomo primitivo ha abbandonato la clava o l’uso della forza bruta, l’uomo contemporaneo possa abbandonare la brama delle passioni e l’uso della ragione brutale per un’amplificazione della coscienza in un universo di gnosi (conoscenza immediata).

    9. Il rivoluzionario di sé rinuncia alla brama di credenze illusorie della morale universale, attraversando il suo caos cerca l’esperienza archetipica primigenia, risalendone il fondo, radica la sua coscienza. Non cerca la giustizia, non parla di diritti ma afferma se stesso; non ha alcuna pretesa se non la decisone di essere il proprio divenire. Scovando le emozioni nelle ragioni e le ragioni nelle emozioni tenta di comprendere consciamente la realtà che lo anima, portandosi a percepirla più consapevolmente e ampliamente smettendo di

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