Oltre la rinaturalizzazione: Studi di ecologia storica per la riqualificazione dei paesaggi rurali
Di AA. VV.
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Un tale approccio si illustra per la Liguria, attraverso esempi di possibili strategie di pianificazione che ci portino oltre la rinaturalizzazione ed ai suoi effetti ambientali indesiderati. Un passo possibile solo identificando quei saperi ambientali locali oggi evocati — a superamento della parzialità delle interpretazioni del sapere scientifico disciplinare — anche nei programmi globali di intervento sulla gestione delle risorse ambientali e della biodiversità.
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Oltre la rinaturalizzazione - AA. VV.
Colophon
Tutti i diritti riservati
Copyright ©2015 Oltre edizioni
ISBN ePub: 9788897264613
ottimizzato per Adobe Digital Edition
Titolo originale dell’opera: Oltre la rinaturalizzazione
Sottotitolo: Studi di ecologia storica per la riqualificazione dei paesaggi rurali
Autori Vari
Collana * Terre incolte
Comitato scientifico:
Roberta Cevasco, Andrea Cevasco, Mariangela Guido, Roberto Maggi, Carlo
Montanari, Diego Moreno, Massimo Quaini, Osvaldo Raggio, Vittorio Tigrino
Università degli Studi di Genova
Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia, Geografia (DAFIST)
Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita (DISTAV)
Dottorato in Geografia storica per la valorizzazione del patrimonio storico-ambientale
Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (LASA) – DAFIST – DISTAV
Seminario Permanente di Storia Locale (SEMPER)
Università degli Studi del Piemonte Orientale A. Avogadro
Dipartimento di Studi Umanistici - Vercelli
Volume realizzato con il contributo del Progetto di Ateneo 2012
In copertina:
acquatinta di Ferruccio Poggi (2006)
Prima edizione settembre 2015
INDICE
Colophon
Introduzione
Claudia Parola
PRIMA PARTE
Paesaggi rurali e conservazione ambientale: l’approccio storico alla scala locale
Carlo Montanari e Diego Moreno
Comune, collettivo, sconosciuto. La storia della proprietà collettiva e il paesaggio rurale storico
Giulia Beltrametti e Vittorio Tigrino
Potenzialità e limiti della fonte palinologica nello studio dei paesaggi rurali storici
Valentina Moneta
Dalla edilizia diffusa
ai paesaggi rurali di interesse storico: il contributo dell’archeologia rurale
Anna Maria Stagno
Il territorio agricolo nel nuovo Piano Urbanistico Comunale di Genova: proposte per un glossario
Camilla Traldi
SECONDA PARTE
La politica delle pratiche: ecologia storica applicata e saperi locali per la gestione del patrimonio ambientale
Roberta Cevasco
Rapporti fra processi geoidrologici e uso del suolo: il caso studio dell’evento alluvionale del 25 ottobre 2011 nel bacino di Vernazza
Andrea Cevasco
Schedatura e conoscenza dell’edilizia rurale storica in Alta Val Bormida: casi di studio
Paolo Palazzi
Da un progetto di archeologia di emergenza alla valorizzazione storico ambientale: il caso di Ventarola
Anna Maria Stagno
Il richiamo del selvatico: l’applicazione delle storia di specie e della ricerca della dimensione umana nella comprensione e gestione del lupo in Liguria
Robert Hearn
Trasformazioni spaziali e pratiche di gestione locale: fonti cartografiche e orali in Alta val Borbera
Rebekka Dossche
Contratto di fiume e paesaggi rurali di interesse storico: il caso dell’Entella
Claudia Vaccarezza
TERZA PARTE
Esperienze di un agronomo – Dall’ecologia storica alla pratica agronomica e selvicolturale: la gestione dei paesaggi rurali
Paolo Derchi
Quale Museo
per il paesaggio e per quali funzioni?
Massimo Quaini
Camminando tra acque e monti – progetto di valorizzazione e comunicazione della biodiversità nel SIC Roccabruna
(Alta Val Trebbia-GE)
Elena Rizzi e Claudia Parola
Didattica e ricerca attorno alle aree di produzione del carbone. Field Courses in Alta Val di Vara
Valentina Pescini
APPENDICE
Un’inchiesta difficile: Terre incolte tra seminario e questionario
Valentina Moneta e Claudia Parola
Introduzione
Claudia Parola¹
Questo volume è stato realizzato grazie ad uno dei progetti multidisciplinari² condotti nell'ambito delle attività del Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (LASA) attivo dal 1994 presso i dipartimenti DAFIST – DISTAV dell'Università degli Studi di Genova³.
Obiettivo principale del progetto Geografia, storia e ambiente: nuovi strumenti per la riqualificazione e valorizzazione degli spazi periurbani consiste nel mettere a disposizione non tanto alcuni dei risultati emersi dalle ricerche, che hanno avuto come oggetto siti, aree e complessi specifici della Liguria, e per i quali si rimanda alla bibliografia specialistica richiamata, ma piuttosto fornire una apertura – nella misura di una prima informazione – sui metodi e gli strumenti con cui tali studi vengono condotti. Questo attraverso l'illustrazione di ricerche che contribuiscono allo studio della ecologia storica dei siti e alla storia dell'uso del suolo, la loro applicazione come riferimento alla pianificazione ambientale, la caratterizzazione storica di beni del patrimonio rurale e ambientale, dei paesaggi agro-silvo-pastorali, di prodotti locali. Si è cercato di esemplificare questi ambiti di applicazione (es. documentazione/ricostruzione di saperi naturalistici ed agronomici locali, studi preliminari per piani di gestione, etc.) e di evidenziare uno dei risultati complessivi che riteniamo più interessanti: l'importanza della identificazione delle pratiche storiche di gestione delle risorse agro-silvo-pastorali per l'attuale ecologia dei siti e il problema della loro possibile reintroduzione in termini di sostenibilità economica e ambientale. Un esempio, che per altro ritrova ormai da decenni applicazioni alla scala europea, è il re-impiego delle pratiche del fuoco controllato (cfr. Cevasco R. in questo volume).
Nello specifico, i temi di ricerca riguardano le fonti per lo studio e la ricostruzione dei sistemi ambientali che hanno dato forma ai paesaggi rurali di interesse storico e sono responsabili del loro funzionamento e degli effetti ambientali del loro abbandono, in relazione a contesti socio-economici definiti. L'analisi è condotta esplorando le relazioni tra fattori ambientali e ricostruendo storicamente ed archeologicamente pratiche locali che li hanno controllati.
Il volume non si presenta nella forma di una vera e propria guida o prontuario sistematico e mantiene ancora un aspetto composito essendo prevalentemente il risultato di una attività seminariale. La ricerca progettata, condotta anche a fini didattici in collaborazione con i dottorandi e ricercatori attivi presso il Dottorato in Geografia storica per la valorizzazione del patrimonio storico-ambientale, viene proposta suddividendo il volume in tre parti distinte.
La prima parte Qualificazione e riqualificazione dei paesaggi rurali illustra le potenzialità di discipline legate all'ecologia storica, all'archeologia e alla storia ambientale. Il volume si apre con alcune riflessioni sulla nuova tematica dei Paesaggi rurali di interesse storico che viene strettamente correlata ai problemi legati alla conservazione ambientale, sottolineando la necessità dell'utilizzo dell'approccio storico per l'individuazione di nuovi elementi utili alla gestione e valorizzazione degli spazi rurali (Montanari e Moreno). Per una regione come la Liguria difficilmente si può sottovalutare l'importanza storica che le terre collettive (comunaglie) hanno rivestito in un recente passato e sulla rilevanza che la loro identificazione storica ed ambientale dovrebbe avere nella gestione del patrimonio rurale e ambientale attuale (Beltrametti e Tigrino).
La palinologia, rispetto alle sue origini di specializzazione paleoambientale, dalle iniziali ricerche del LASA è stata impiegata per lo studio delle variazioni della vegetazione e dei sistemi agro-silvo-pastorali in tempi storici (Moneta); soprattutto dove le testimonianze archeologiche tradizionali sono scarse o assenti i suoi risultati debbono confrontarsi con quelli dell'archeologia rurale. Quest'ultima offre la possibilità di analizzare i contenuti dei paesaggi rurali attraverso lo studio stratigrafico e storico dell'edificato rurale offrendo nuova documentazione per la pianificazione e la gestione ambientale e paesaggistica (Stagno).
La prima parte del volume si conclude con il tentativo di unificare e rendere accessibile il linguaggio della pianificazione territoriale, ricco di acronimi e di riferimenti a procedure e competenze note quasi esclusivamente ai tecnici, attraverso la proposta di un glossario critico (Traldi).
La seconda parte del volume Casi di studio offre una panoramica su alcune delle applicazioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno evidenziato il potenziale degli apporti dell'ecologia storica, la geologia applicata, l'archeologia rurale, la palinologia, la geografia storica e la storia locale per la pianificazione e gestione ambientale.
L'abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali, come si vedrà, è uno dei fattori determinanti per quanto riguarda la perdita di biodiversità, diminuzione di spazi aperti, minor assorbimento di acque piovane, aumento del dissesto idrogeologico e del rischio di incendi per elencare solo una parte dei fenomeni susseguenti alle scelte generali e locali di ri-naturalizzazione degli spazi abbandonati dalla produzione agricola, forestale e pastorale ininterrottamente a partire dagli anni 1960.
Inoltre, in Liguria, e in generale in Italia, siti ed aree di interesse storico-ambientale sono distribuiti in maniera difforme rispetto alle aree classificate ai fini della loro tutela ambientale (ad esempio Siti di Importanza Comunitaria, Parchi, Zone a Protezione Speciale). Si osserva che l'abbandono di siti e paesaggi rurali di interesse storico, una delle principali cause di degrado, risulta maggiore proprio se questi ricadono all'interno delle aree protette (Agnoletti 2010).
La seconda parte del volume richiama ricerche, sperimentazioni e monitoraggi scientifici che hanno permesso di valutare e/o di proporre modelli innovativi di gestione della biodiversità all'interno di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ed altre aree tutelate a diverso titolo.
Alcune di queste aree in Val Trebbia (GE) sono state oggetto di sperimentazioni permettendo prime osservazioni utili al fine di identificare soluzioni che si basano su saperi e pratiche locali e sulla cooperazione tra diversi soggetti coinvolti nei progetti (Cevasco R.); la ricerca svolta ha messo in evidenza come la reintroduzione di pratiche di gestione locali favorisca la persistenza di un ambiente ricco di biodiversità prevenendo anche dissesti idrogeologici. Una serie di azioni di comunicazione e di coinvolgimento degli attori locali (amministrazioni, cittadini, scuole e...) ha permesso di iniziare a delineare strategie integrate per il recupero, la conservazione e la manutenzione dei legami che si sono storicamente stabiliti tra diversità culturale e biologica. La necessità della partecipazione dei produttori locali, produttori a diverso titolo, nella gestione ambientale viene anche sottolineata dal caso di studio relativo all'Entella (Vaccarezza); qui, come spesso riscontrato nell'ambito della pianificazione, è stata trascurata la dimensione sociale ed economica dei piccoli produttori e le loro potenzialità. Il problema della rinaturalizzazione è stato al centro di una ricerca svolta in Liguria, ed in particolare in Val di Vara (SP), e che ha permesso di valutare gli effetti della rinaturalizzazione di associazioni faunistiche attraverso ricolonizzazione naturale e reintroduzioni in particolare del lupo (Hearn); la Val Borbera è stata oggetto di studi (fonti orali, fotografia storica e cartografia) per esaminare come l'abbandono, a partire dagli anni 1950, delle pratiche agro-silvo-pastorali, abbiano nel tempo modificato l'assetto vegetazionale dell'area e influito sull'economia delle aree rurali (Dossche).
Oltre alla perdita di biodiversità, conseguenza diretta dell'abbandono delle pratiche agro-silvo pastorali è il rischio idro-geologico, soprattutto in aree colpite da precipitazioni di forte intensità. Viene illustrato il caso che ha riguardato l'evento alluvionale del 25 ottobre 2011 relativo all'area compresa fra l'estremo levante ligure e la Toscana nord-occidentale, in seguito al quale è stato avviato uno studio finalizzato alla individuazione, nel breve termine, delle più idonee misure di mitigazione del rischio geo-idrologico sia per la pianificazione, del territorio nel lungo termine (Cevasco A.)
La valorizzazione dei paesaggi rurali di interesse storico deve essere inserita nella più ampia problematica della individuazione e definizione del patrimonio rurale vivente. Vengono illustrati due casi di studio relativi all'Alta Val Bormida (Palazzi) e alla Val d'Aveto (Stagno). Entrambi gli studi archeologici sull'edificato rurale forniscono elementi utili, in fase progettuale, agli enti preposti alla tutela e alla conservazione del paesaggio e potenzialmente anche del patrimonio rurale vivente. Infatti l'edificato rurale risulta un archivio per la storia delle pratiche di produzione e di consumo dei suoi abitanti: esplorando archeologicamente gli spazi e le trasformazioni delle loro funzioni – in particolare quelli dedicati all'allevamento – si aprono interessanti prospettive storiche sul rapporto tra il bestiame e le risorse foraggere locali.
Riuscire a condividere gli obiettivi ed i metodi delle attività di ricerca con gli attori locali ed anche con soggetti istituzionalmente coinvolti nella gestione e nella valorizzazione ambientale, offre la possibilità di migliorare gli strumenti di gestione degli spazi rurali liguri e aiutare alla elaborazione di nuove, sempre più urgenti, soluzioni. In questo consiste la scommessa applicativa degli studi di ecologia storica e di storia e archeologia delle risorse ambientali qui richiamati.
È evidente che occorre una mediazione – che non spetta a queste singole iniziative espresse in modo quasi volontaristico dal mondo della ricerca – per istituire un confronto con le politiche per lo sviluppo rurale dell'Unione Europea e gli obiettivi prioritari a livello nazionale ed internazionale.
Durante il progetto Geografia, storia e ambiente ricercatori, pianificatori, amministratori, centri di educazione ambientale e cittadini sono stati coinvolti in un confronto sui temi del patrimonio rurale, dei paesaggi rurali di interesse storico, della loro identificazione, valorizzazione e gestione. Un momento di sperimentazione è stato offerto dalle attività seminariali rivolte in particolare al mondo dell'amministrazione regionale sotto il titolo Terre incolte⁴ e dalla realizzazione del Workshop Storia locale, patrimonio rurale e beni comuni⁵ che sono stati ispirati dalla pluriennale esperienza del LASA e della parallela organizzazione presso il Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia, Geografia (DAFIST) del Seminario Permanente di Storia Locale (SEMPER)⁶.
Oltre agli obiettivi precedentemente illustrati, la terza parte del volume, Progetti, comunicazione e disseminazione, ha lo scopo di focalizzare l'attenzione su alcune delle attività di disseminazione e comunicazione attuate negli ultimi anni. Queste – a nostro parere – rientrano a pieno titolo nella terza missione dell'Università
cioè l'insieme delle attività con le quali le università entrano in interazione diretta con la società, fornendo un contributo che accompagna le missioni tradizionali di insegnamento (nel quale si realizza una interazione diretta con gli studenti) e di ricerca (nella quale si interagisce prevalentemente con le comunità scientifiche).
Questa sezione del volume di apre con alcune considerazioni, nate dalla pluriennale collaborazione tra il LASA e l'attività professionale di un agronomo in Liguria, relative al rapporto tra ricerche di ecologia storica e storia ambientale e l'identificazione delle pratiche agronomiche e selvicolturali necessarie al fine della gestione dei paesaggi rurali (Derchi). Un altro esempio relativo alla gestione e alla valorizzazione dei paesaggi rurali di interesse storico, intesi come paesaggi culturali, riguarda la riflessione sulle funzioni, ma ancora di più sugli effetti, che potrebbe avere l'istituzione di Musei del Paesaggio nell'ambito della conservazione dei paesaggi rurali (Quaini), alla luce della recente costituzione della Carta dei Musei e Paesaggi Culturali⁷.
Nell'ottica di comunicare ad un ampio pubblico i risultati delle ricerche e le possibili applicazioni è di utilità trasferirli a quanti operano nel campo dell'educazione ambientale. Il progetto regionale POR Roccabruna ha permesso di applicare, in Val Trebbia (GE), le basi culturali e scientifiche prodotte da diversi anni di ricerca e da attività di sperimentazione⁸ (Cevasco R. in questo volume), alla diffusione e promozione culturale coinvolgendo nell'azione didattica direttamente docenti e ricercatori universitari, enti locali e produttori locali.
Per andare oltre le politiche della rinaturalizzazione il volume offre, in sostanza, un primo livello di materiali utili per valutare le modalità con cui nuove conoscenze sulla storia delle risorse ambientali, sul patrimonio naturalistico e sul patrimonio rurale possano essere applicate nell'elaborazione di misure di sostegno integrate individuando una gamma più vasta di operatori rurali, nei settori – per usare il linguaggio dei documenti di piano – di occupazione, crescita, sostenibilità ambientale e inclusione sociale anche in relazione alle novità che saranno presenti nella programmazione delle politiche agrarie e forestali 2014-2020. Nel corso del recente Convegno Nazionale Forestale – Politiche forestali e sviluppo rurale per la programmazione 2014-2020 (Firenze, 15-16 gennaio 2014) è stata propriamente sottolineata l'importanza di una maggiore attenzione agli indirizzi di pianificazione e gestione
in quanto una gestione attiva, in contrapposizione all'abbandono diffuso delle pratiche agro-silvo-pastorali si caratterizza [...] come un efficace strumento per la mitigazione e l'adattamento al cambio climatico, per la riduzione del rischio idrogeologico, la tutela del paesaggio, della biodiversità e dell'ecosistema
.
Lo studio effettuato attraverso un approccio storico, condotto alla scala locale, in relazione a contesti socio-economici individuali, spazialmente definiti e dove sia possibile esplorare con procedure analitiche le relazioni tra fattori ambientali e pratiche locali (Montanari, Moreno in questo volume), può fornire elementi per la realizzazione di strumenti utili ad azioni di conservazione della biodiversità, alla salvaguardia della qualità e della disponibilità delle risorse idriche, al mantenimento della funzionalità del suolo e della qualità dell'aria, nonché al mantenimento dei valori e forme del paesaggio oltre che a caratterizzare le produzioni agro-alimentari locali. Le esternalità (ambientali) positive delle produzioni locali sono state rivelate sino dagli inizi dell'approccio storico-ambientale (Moreno, Poggi 1999) e sono emerse sempre più chiaramente attraverso la ricostruzione delle funzioni svolte dai produttori nei confronti dei sistemi ambientali pregressi: quegli stessi sistemi che hanno dato forma ai paesaggi rurali di interesse storico, sono stati responsabili del loro funzionamento ed hanno direzionato i processi di biodiversificazione (Moreno, Cevasco 2010).
Diversa, anche se non meno interessante sotto il profilo della gestione del patrimonio rurale ed ambientale, è l'esternalità (economica) positiva, riconosciuta in termini di ricaduta nel momento in cui il paesaggio rurale di interesse storico viene offerto sul mercato del suo consumo turistico (Tempesta 2010).
Occorre aprire una nuova stagione, che non può più essere procrastinata in Liguria, dove venga maturata una svolta nella cultura e nelle azioni di conservazione ambientale e culturale rispetto alle politiche di naturalizzazione adottate dalla pianificazione paesistica, in continuità a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta; l'istituzione dei Parchi regionali, e i conseguenti piani di gestione, hanno ulteriormente favorito (come si è registrato anche nel quadro nazionale) l'abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali in favore di una non gestione ambientale portando la Liguria ad essere la regione italiana con una tra le più alte percentuali di superficie forestale⁹ e soggetta, negli ultimi 10 anni, ad un aumento di quasi il 50% dei fenomeni franosi.
Nuovi elementi possono essere oggi a disposizione: a livello nazionale il Ministero della politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), già per la programmazione passata (PSN 2007/2013), ha riconosciuto la pertinenza dei paesaggi rurali di interesse storico con gli obiettivi, le strategie e le azioni dello Sviluppo Rurale; ha infatti promosso un'indagine relativa al riconoscimento, conservazione, gestione dinamica dei sistemi di paesaggio storico e pratiche tradizionali
che ha portato alla pubblicazione del volume, qui più volte citato, Paesaggi rurali storici per un catalogo nazionale (Agnoletti 2010).
Considerando una scala più ampia, dove si possano confrontare le politiche culturali ed ambientali, troviamo che le tematiche che apre l'approccio storico adottato negli studi qui presentati si scontrano con nuove definizioni proposte come ad esempio nel recente UNESCO-SCBD Joint Programme on Biological and Cultural Diversity dove è risultato più che mai attuale il legame tra diversità biologica e culturale, legame risolto però piuttosto in termini di biocultural diversity anziché della processualità storica ed ambientale che bene emerge sul tema della diversità/diversificazione nel tempo – come si noterà dall'insieme di questi contributi pensati alla scala locale¹⁰.
Come emerge dai diversi contenuti di questo volume, in Liguria, una delle regioni con il più basso contributo dell'agricoltura al prodotto interno regionale di tutto il Paese, i paesaggi rurali conservano evidenti testimonianze della loro origine storica anche quando abbiano perduto, almeno sul piano statistico, una funzione produttiva (Traldi 2013, 2014).
Nuove strategie di pianificazione – che ci portino oltre la rinaturalizzazione ed i suoi effetti ambientali indesiderati – dovranno prendere in considerazione i saperi e il saper fare dei produttori locali (Cevasco R. in questo volume) identificando strumenti (normative, figure professionali o enti, linee guida, ecc…) utili per riaffidare (re-autorare) agli attori e alle micro-istituzioni locali la gestione dei paesaggi e del patrimonio rurale vivente in Liguria.
Un passo avanti verso quella experience based knowledge (Montanari, Moreno in questo volume) oggi richiesto nei programmi globali di intervento sulla gestione delle risorse ambientali e della biodiversità.
Bibliografia
AA.VV. 2010, Interventi di valorizzazione degli habitat prioritari e delle Zone Umide all'interno del SIC IT331012 Lago Marcotto-Roccabruna-Gifarco-Lago della Nave. Relazione finale, Università degli Studi di Genova, LASA (Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale) sezione geografico storica – DISMEC e sezione botanica – DIPTERIS, inedito.
Agnoletti M. (a cura di) 2010, Paesaggi Rurali Storici per un catalogo nazionale, Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari.
Agnoletti M. (a cura di) 2013, Italian Historical Rural Landscapes, Springer Verlag, Dordrecth Heidelberg, London, New York.
Cevasco R. (a cura di) 2013, La natura della montagna. Scritti in ricordo di Giuseppina Poggi, Oltre edizioni, Sestri Levante.
Moreno D. 2013, L'altro lato della Via Balbi. Ricerche di terreno in Liguria (1990-2010), in Cevasco R. (a cura di), La natura della montagna. Scritti in ricordo di Giuseppina Poggi, Oltre edizioni, Sestri Levante.
Moreno D., Poggi G. 1997, Ecología histórica, caracterización etnobotánica y valorización de los productos de la tierra
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Tempesta T. 2010, Paesaggio ed economia, in Agnoletti M. (a cura di), Paesaggi Rurali Storici per un catalogo nazionale, Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari.
Tigrino V. 2013, Storia di un seminario di Storia locale. Edoardo Grendi e il Seminario permanente di Genova (1989 – 1999), in Cevasco R. (a cura di), La natura della montagna. Scritti in ricordo di Giuseppina Poggi, Oltre edizioni, Sestri Levante.
Traldi C. 2014, Le campagne invisibili. Indagine sullo spazio rurale genovese, Tesi di dottorato in Geografia storica per la valorizzazione del patrimonio storico-ambientale, Università degli Studi di Genova.
Traldi C. 2013, A margine della rilevazione: il censimento dell'agricoltura visto dalla montagna ligure (dicembre 2010 – febbraio 2011), in Cevasco R. (a cura di), La natura della montagna. Scritti in ricordo di Giuseppina Poggi, Oltre edizioni, Sestri Levante.
NOTE
1 Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (LASA). Università degli studi di Genova – Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia, Geografia (DAFIST).
2 Il Progetto di Ateneo 2012 (PRA 2012) Geografia, storia e ambiente: nuovi strumenti per la riqualificazione e valorizzazione degli spazi periurbani ha contribuito alla valorizzazione e riqualificazione delle aree rurali anche attraverso la realizzazione di questo volume. I destinatari (pubbliche amministrazioni, professionisti nelle politiche di economia locale e gestori degli spazi rurali) sono stati coinvolti in una prima fase delle attività progettate grazie all'organizzazione di seminari tenuti da ricercatori del gruppo, in collaborazione con amministratori e associazioni locali (tali ad esempio il Ciclo di incontri Terre Incolte che si è svolto a Genova tra marzo e giugno del 2013 e il Workshop Storia locale, patrimonio rurale e beni comuni che si è svolto a Toirano e Balestrino i giorni 26 e 27 settembre 2014).
3 Per un quadro delle attività del LASA si veda il volume, che ha aperto questa collana Terre incolte, Cevasco R. (a cura di), La natura della montagna. Scritti in ricordo di Giuseppina Poggi (2013); in particolare L'altro lato di via Balbi. Ricerche di terreno in Liguria (Moreno D.) e I progetti di ricerca del LASA 1992-2010 (Stagno).
4 Si rimanda alla Appendice I di questo volume.
5 Il primo Workshop Internazionale di storia applicata dedicato a Storia locale, patrimonio rurale e beni comuni, si è svolto a Toirano e Balestrino i giorni 26 e 27 settembre 2014. L'obiettivo è stato quello di proporre, al di fuori di un ambito strettamente accademico, il modello di didattica e di ricerca fortemente interdisciplinare portato avanti negli ultimi 25 anni da parte del Seminario Permanente di Storia Locale (SEMPER) dell'Università degli Studi di Genova. L'incontro ha costituito un momento di riflessione all'interno di un percorso di ricerca sul tema della caratterizzazione del patrimonio rurale portato avanti attraverso un costante confronto con la ricerca storica, archeologica ed ambientale. L'obbiettivo perseguito è quello di coinvolgere in maniera attiva nelle discussioni che il Seminario ha aperto in questi anni non solo le istituzioni preposte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio locale, ma soprattutto le persone direttamente interessate e coinvolte in queste operazioni, ovvero i soggetti locali.
6 Il SEMPER, ormai giunto alla sua XXV edizione, è un seminario che si svolge annualmente dal 1989 aperto a ricercatori, studenti e a tutti coloro