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Costantino e Rosa Scompiglio
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Costantino e Rosa Scompiglio
E-book197 pagine2 ore

Costantino e Rosa Scompiglio

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Info su questo ebook

È ora di tornare a scuola, e Costantino si trova a doversi misurare con numerosi impegni, il liceo, le lezioni di magia, e con difficili promesse da mantenere: liberare Priscilla, la ragazza del suo amico Maurizio, dalla strega Garulfa, che ne tiene in ostaggio tre quarti di vita, e riempire il mondo di alberi, ma soprattutto si dibatte nelle difficoltà che richiede vivere insieme alla sua nuova amica a quattro zampe, la cucciola Nube. Un educatore cinofilo, Ernesto, lo potrebbe aiutare, ma sta trascurando un po’ il lavoro perché la sua fidanzata, Rosa Scompiglio, lo ha lasciato e lui non sa più dove sia. Costantino gli propone un accordo, lui la rintraccerà in cambio dell’aiuto con Nube. Costantino trascura così il problema di Priscilla e Maurizio, furibondo, cerca aiuto altrove, cacciandosi in mani ancora peggiori di quelle di Garulfa. Per aiutarlo Costantino dovrà far ricorso, suo malgrado, alla magia, una magia, forse, troppo potente per lui…
LinguaItaliano
Data di uscita26 ott 2015
ISBN9788866902720
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    Anteprima del libro

    Costantino e Rosa Scompiglio - Cinzia Morea

    Paesi.

    PROLOGO

    Zio Silvestro era partito. Si era fermato a Milano per appena dieci giorni, quando l’intenzione iniziale era stata quella di rimanere un mese. In quel periodo era sì, spesso stato a cena da loro, e con il nipote era spesso andato in giro per la città, mostrandogli luoghi e misteri di cui Costantino non aveva mai sospettato l’esistenza, come la cupa cappella ornata di ossa di San Bernardino, e il peculiare dipinto a Sant’Eustorgio nel quale la Madonna e il Bambino erano entrambi raffigurati dotati di corna, ma Costantino avrebbe desiderato che si fermasse ancora un po’, poiché dovevano ancora analizzare l’enigma della scacchiera sulla facciata della basilica di Sant’Ambrogio, e aggirarsi tra le guglie del duomo alla ricerca dei loro segreti; e poi c’erano grossi problemi di cui parlare, i difficili compiti che Costantino si era accollato quell’estate, durante la ricerca del Mastino Nuvolare, leggendario cane fatto di acqua e di vento, il cui abbaio evocava temporali, e il cui sguardo proteggeva dai fulmini.

    La cosa più urgente aveva continuato a ripetergli lo zio in quei dieci giorni è liberare Priscilla dall’incantesimo che la tiene avvinta.

    A Costantino Priscilla stava piuttosto antipatica, per lui avrebbe anche potuto continuare a cedere alla strega Garulfa tre quarti di vita, ma in un momento di debolezza aveva promesso al suo amico Maurizio che avrebbe trovato il modo di liberarla, e ora non poteva più tirarsi indietro.

    Ma non è facile gli aveva spiegato lo zio non saprei con cosa scambiare tre quarti di vita, soprattutto perché non sappiamo cosa se ne faccia Garulfa di un simile dono…

    Zio Silvestro, che pur conosceva più di un pizzico di magia, non era certo un mago, amava definirsi un cacciatore di meraviglie, uno cioè che dedicava il tempo a scovare e scambiare manufatti leggendari e oggetti magici e quindi aveva dato al problema un taglio commerciale.

    Non li userà per rimanere giovane? aveva ipotizzato Costantino in risposta.

    Potrebbe essere. Ma non è l’unica possibilità.

    Ma se fosse così, noi cosa potremmo fare? Esiste davvero la pietra filosofale?

    Se qualcuno mai l’ha trovata non ne ha lasciato notizia…

    Potremmo cercarla noi.

    Ci vorrebbero anni e anni di studi, sarebbe la ricerca di un’intera vita…

    E noi abbiamo altro da fare…

    A quell’uscita lo zio aveva sogghignato:

    Non ti interessa l’eterna giovinezza? O fabbricare l’oro?

    Costantino si era stretto nelle spalle. No, non gli interessava granché.

    Lo zio era parso soddisfatto:

    Bravo ragazzo! aveva detto. Allora forse potrai venire con me alla fonte dell’eterna giovinezza!

    Quella esiste?

    Non ne è rimasto che un rigagnolo aveva sospirato lo zio e per riempire della sua acqua una piccola ampolla dovremmo prima procurarci… ma lasciamo stare. Inutile parlarne quando forse non è neanche questa la soluzione. Garulfa potrebbe usare il tempo di Priscilla per qualche altro scopo, e in questo caso quell’acqua non ci servirebbe a niente. Priscilla è l’unica che conosce quella strega. Deve scoprire a cosa le servono i suoi tre quarti di vita.

    Ma che cos’altro potrebbe farsene di tutto quel tempo? si era chiesto Costantino, e avrebbe voluto chiederlo allo zio. Silvestro però aveva assunto un’espressione pensosa, con lo sguardo che volava oltre i muri, oltre quelle ore brune della sera di fine settembre, e le domande di Costantino non erano riuscite a distoglierlo dai suoi segreti pensieri: Mi chiedo se… aveva mormorato e poi devo andare! Mi raccomando, chiedi a Priscilla di indagare. Ci vediamo nei prossimi giorni. Ricordati che domani verranno a trovarti Edgario e Volo. Non si sono messi d’accordo su come dividersi gli argomenti dei tuoi studi, quindi hanno deciso che terranno tutte le lezioni insieme qui aveva ridacchiato. Buona fortuna aveva aggiunto. Ed era sparito.

    Costantino aveva contattato Priscilla e poi aveva aspettato con ansia che lo zio si rifacesse vivo. Nel frattempo aveva avuto anche altri grattacapi. C’era la scuola, già impegnativa fin dai primi giorni, e c’era Nube, il suo cane, che dava qualche problema in famiglia.

    I - NUBE TEMPORALESCA

    Costantino tirò accuratamente le tende accertandosi che dal palazzo di fronte non potessero ficcanasare in camera sua, poi si guardò intorno con aria critica, cercando di stabilire se la sua stanza potesse essere considerata in ordine.

    Non gli riuscì facile. L’ordine non era esattamente il suo forte, anche se nell’ultimo mese le condizioni in cui teneva la sua camera erano notevolmente migliorate e per più di un motivo.

    Intanto era stato necessario far spazio a Nube. Quando avevano accettato di fargli tenere la cucciola, i suoi genitori avevano posto come condizione che fosse lui a occuparsene, e lui aveva allora insistito per farla dormire in camera sua, e non in bagno come avrebbero voluto loro, ma questo aveva portato alla necessità di sgombrare il pavimento da alcune pile di giornalini vecchi, una collezione di sassi ornamentali e pezzi di corteccia, svariate parti di giochi elettronici, una ruota di bicicletta e quattro paia di scarpe sdrucite; anche così la prima volta che Volo, uno dei maestri che avrebbe dovuto insegnargli magia e occultismo, era stato lì, Costantino si era profondamente vergognato. Il vecchio cacciatore di tesori non aveva in effetti detto nulla, ma dopo essersi guardato attorno incredulo aveva proposto di andare a tenere la lezione nel parco. Dopo quella volta Costantino aveva deciso di procedere a spolverare ogni tanto anche gli scaffali e la scrivania, oltre che spazzare il pavimento.

    Così, con la cuccia di Nube sistemata ai piedi del letto, la stanza aveva un aspetto molto più presentabile, eppure Edgario, l’altro maestro di magia, nel corso dell’ultima lezione era riuscito a scovare un paio di calzini invernali sporchi, finiti chissà come sotto il tappeto e, tra il pianale del letto e il materasso, una felpa gialla che Costantino aveva dato per dispersa sette mesi prima.

    Ma insomma! aveva pensato Costantino esasperato dovrebbero essere maghi, mica colf! e aveva seriamente preso in considerazione l’idea di chiedere a zio Silvestro che le lezioni si tenessero a casa sua.

    Quella soluzione però era purtroppo inattuabile: intanto zio Silvestro era di nuovo irreperibile, perlomeno Costantino non aveva idea di dove fosse, anche se, questa volta, Edgario e Volo non erano per niente allarmati dalla cosa, e poi abitava a Ferrara, a quasi trecento chilometri da lì, e Costantino non aveva ancora imparato a spostarsi istantaneamente da un luogo all’altro. Aveva supplicato più volte che gli venisse insegnato subito, ma entrambi i suoi maestri, per una volta d’accordo, si erano rifiutati categoricamente:

    Ordine mentale, ci vuole! aveva sentenziato Edgario e disciplina. E a giudicare da come tieni la tua stanza, tu non possiedi né l’uno né l’altra. Hai preso da tuo zio, si vede… Nemmeno lui ha mai imparato a spostarsi magicamente in modo efficace.

    Non ti serve conoscere certe cose aveva detto invece Volo sei ben lontano ancora dal poter andare a caccia – intendeva a caccia di meraviglie – farai meglio a concentrarti sui tuoi attuali compiti.

    Costantino aveva sbuffato. Intanto i due avrebbero dovuto ricordare che a caccia di meraviglie c’era già stato, ed era stato capace di ritrovare tutto da solo… beh, da solo no, ma quasi, oltre al Mastino Nuvolare, anche una ghianda di Quercus expandens, albero rarissimo che un tempo copriva le pendici di Atlantide. È vero che il Mastino Nuvolare si era poi rivelato non essere un vero Mastino Nuvolare, ma insomma… se suo zio era stato propenso a minimizzare su simili dettagli, perché non dovevano farlo anche loro due! Ma niente, non c’era stato verso: Costantino continuava a essere costretto a recarsi a scuola in metropolitana. Comunque, a parte la tendenza dei suoi maestri a dimenticarsi quanto fosse stato bravo nelle sue imprese, un’altra cosa lo preoccupava in quelle premesse, e lo aveva detto a Volo:

    Ma se neanche zio Silvestro ha mai imparato a viaggiare con la magia, forse è meglio che io inizi subito, dopo potrebbe essere troppo tardi!

    Silvestro cosa…? Silvestro non ha mai imparato? aveva tuonato Volo. Ma se gli ho insegnato io personalmente! Chi ti ha raccontato una simile bubbola? No, aspetta. Cosa te lo chiedo a fare, sarà stato Edgario.

    Sì. Sostiene che lo zio manca di disciplina e ordine mentale.

    Vero! Ma è dotato di empatia e compassione. Quindi di’ pure a Edgario di stare zitto. E adesso cominciamo: le proprietà occulte e i significati simbolici del sambuco… prendi appunti, perché sono innumerevoli, e dovrai memorizzarli tutti.

    Empatia e compassione? s’era chiesto Costantino mentre annuiva meccanicamente a Volo, perdendosi metà della spiegazione sui principi attivi delle bacche di sambuco.

    Diavol…ehm diamine, ma come si faceva a spostarsi con la magia? Forse in effetti era meglio non dovercisi provare.

    Avrebbe voluto poter discutere di tutto ciò con Maurizio, ma l’amico, che all’inizio di settembre era stato così ansioso di frequentare le lezioni, se ne era subito stancato e già per due volte non si era fatto vedere. Costantino poteva anche capirlo, Maurizio aveva creduto che Volo avrebbe insegnato loro trucchi mirabolanti, utili per affrontare streghe malvage, o perlomeno per nascondersi a loro, quale quello di diventare inapparenti, espediente grazie al quale un paio di mesi prima Volo e lui erano fuggiti dalla Rocca degli Angeli. Invece, fino a quel momento si erano limitati a determinare il potere occulto di un sacco di numeri o ad analizzare miti riguardanti luoghi leggendari, oggetti incantati e ordigni magici e a Costantino e Maurizio veniva richiesto di valutare per ogni leggenda quali potessero essere le informazioni attendibili, il che era spesso, benché interessante, molto faticoso e alquanto frustrante.

    Di questo passo ci vorranno secoli per riuscire a trovare un modo per fregare Garulfa si era lamentato Maurizio un sabato pomeriggio, mentre erano accampati in camera a fare il punto della situazione.

    "Zio Silvestro non ha parlato di fregarla" aveva ribattuto Costantino con aria virtuosa.

    Già, secondo lui dovremmo mercanteggiare. Solo che non ha idea di che cosa utilizzare per farlo.

    Secondo me qualche idea ce l’ha, ma non ce ne vuole ancora parlare, insomma, in caso si sbagliasse. Priscilla, sei riuscita a scoprire come Garulfa usa i tuoi tre quarti di vita?

    La ragazza quel giorno era con loro, se ne stava avvoltolata in una coperta a sorbire un tè. Le giornate di settembre erano ancora calde, ma le notti cominciavano a farsi fredde e Garulfa ultimamente permetteva a Priscilla di vivere quasi solo di notte. Quel pomeriggio era così infreddolita che avrebbe volentieri preso in braccio Nube per scaldarsi, ma il cucciolo era sgusciato fuori dalla camera non appena l’aveva vista arrivare; non aveva dimenticato che Priscilla aveva cercato di scambiare lei con i suoi tre quarti di vita.

    E tu credi che se l’avessi saputo avrei avuto bisogno del tuo aiuto? gli chiese adesso alzando gli occhi dalla tazza fumante.

    Ma insomma, quando stai per esistere puoi captare i pensieri della gente, possibile che…

    Non i suoi, va bene? Come te lo devo dire? Se tuo zio è furbo come te può anche smettere subito di cercare di aiutarci.

    Glielo dirò ribatté Costantino piccato riferirò che hai deciso di cavartela da sola.

    Ma piantala intervenne Maurizio non metterti a fare il bullo, che non sei capace. Tu ci aiuterai, l’hai promesso.

    E lo sto facendo! Credi che sia così facile trovare una soluzione? Quella ci sta provando da anni.

    Ehi, quella lo dici a tua sorella, va bene? Comunque, se tuo zio non si fa vivo in fretta, faremo come dico io.

    E cioè?

    Troveremo un altro mago, uno che possa sconfiggere Garulfa.

    A Costantino non parve un’idea brillante: dove l’avrebbero trovato un altro mago? E cosa avrebbe preteso da loro per i suoi servigi? L’arte di contrattare con un mago presentava molte insidie: con Gathaspar, il mago nuvolare, erano stati fortunati, evitando di doverlo servire come schiavi, in cambio di una traversata dell’Italia in mongolfiera, ma c’era stato il nano Gedeone ad aiutarli. Cosa avrebbero potuto combinare da soli?

    Stava per porre Maurizio di fronte a queste obiezioni quando un urlaccio risuonò per la casa. Era Mirella, sua sorella, che lo chiamava: Ma che schifo! Costaaantinooo! Il tuo cagnaccio ha fatto pipì di nuovo!

    Costantino sospirò, alzandosi per recuperare secchio e spazzolone, Priscilla e Maurizio alzarono gli occhi al cielo.

    Noi andiamo, eh? annunciò quest’ultimo. Ci sentiremo quando sarai meno…ehm… occupato, ma intanto pensa alla mia idea, dovremmo chiedere a Edgario e Volo come invocare un mago, uno potente, non come loro…

    Non ce lo diranno mai pensò Costantino mentre riempiva d’acqua un secchio e poi cosa ne sa lui di quanto sono potenti? Era quasi offeso. Da quando conosceva Priscilla, Maurizio stava diventando arrogante e antipatico.

    Allora, ti muovi? Mirella lo richiamò ai suoi doveri. Costantino si affrettò ad andare a pulire, sotto il suo sguardo malignamente soddisfatto.

    Negli ultimi giorni la ragazza aveva fatto meno storie per la presenza di Nube, però rimaneva a guardarlo e si profondeva in numerose critiche e minuziose istruzioni ogni volta che il cane sporcava. Costantino sapeva che si divertiva:

    Inizierò a far pagare il biglietto le disse questa volta.

    Sta’ zitto e sfrega meglio quel pavimento o farò mandare quel tuo botolo in canile.

    È pulito.

    Asciuga. Deve arrivare Grano e non vorrei che scivolasse.

    E che è, storpio? pensò Costantino, ma prese un panno pulito da passare sul bagnato.

    Sono stufo però rimuginò inviperito questa storia deve finire.

    Nube era in camera nella sua cuccia, gli urli di Mirella la disturbavano forse più della presenza di Priscilla.

    Quante volte ti devo dire che non devi fare la pipì sul pavimento? Costantino le si avventò contro, sibilando per non farsi sentire da Mirella.

    Il suo tono non dovette comunque piacere al cucciolo che scodinzolò piano con le orecchie basse e volse il muso di lato: E no! Guardami quando ti parlo! Costantino stavolta stava quasi urlando e Nube si rotolò sulla schiena e rifece pipì: No, no, no! Non di nuovo. Ma allora non capisci niente!

    Furente, afferrò il primo oggetto che gli capitò tra le mani e lo scagliò contro il muro. Era il libro di letteratura inglese che sbatté contro la parete e ricadde aperto sul pavimento,

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