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Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio
Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio
Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio
E-book76 pagine33 minuti

Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio

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Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, si erge oggi su una piastra di tufo vulcanico, circondata dalla profonda valle dei calanchi, in un’area compresa tra il lago Bolsena e il fiume Tevere.
L’emozione e lo stupore causati dalla vista di questa rupe solitaria coesistono con il senso di precarietà e di pericolo dati da questo paesaggio, continuamente minacciato da una natura ostile ed incostante.
L’unico accesso al centro urbano di Civita avviene tramite uno snello viadotto in cemento armato, che, seppur con una percezione visiva disturbante ed intrusiva, ha il fondamentale compito di connettere quest’isola solitaria con il nucleo abitativo principale di Bagnoregio. Il ponte è caratterizzato inoltre da pendenze accentuate, rappresentando una vera e propria barriera architettonica.
Già nel 2008, un concorso pubblico di architettura aveva raccolto interessanti progetti di modifica, senza trovare però una soluzione definitiva.
Sulla scia di queste premesse, nel settembre 2011, il corso di laurea in Ingegneria edile – Architettura dell’Università degli Studi di Brescia ha promosso una summer school nel territorio che ha poi dato origine alla tesi di ricerca dal titolo “Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio”, elaborata dagli ingegneri Caterina Lovo Gagliardi e Giuliana Scuderi.
Lo studio ha comportato la raccolta e l’analisi di tutti i dati relativi al contesto storico, geologico, geotecnico e topologico del sito, informazioni che sono state per la prima volta integrate pienamente. Un progetto ed una ricerca multidisciplinare con l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili per l’accessibilità, allo stesso tempo ristabilendo la qualità ambientale di cui la valle è stata privata dalla costruzione del viadotto avvenuta nel 1965.
Uno studio di fattibilità preliminare ha dimostrato l’inconvenienza della demolizione del manufatto esistente, allo stesso tempo la necessità di migliorare il profilo paesaggistico della valle si è dimostrata impellente così come quella di allontanare il pericolo di un definitivo isolamento.
La tematica architettonica è stata risolta utilizzando il concetto di camouflage, proponendo una tenda in maglia metallica per rivestire il ponte esistente e allo stesso tempo racchiudere funzioni aggiuntive. La tenda altera la percezione visuale della vallata creando un paesaggio più coerente, e proponendo un forte landmark territoriale. L’operazione può essere letta come un forte richiamo alla conservazione, un’alternativa possibile alla demolizione del ponte, mantenendo l’esistente ma garantendo un nuovo positivo impatto.
Il problema dell’accessibilità è stato invece affrontato tramite l’analisi dei sistemi di risalita meccanizzata, tra i quali e stato poi selezionato il coaster, un metodo innovativo e a basso impatto ambientale.
LinguaItaliano
Data di uscita21 dic 2015
ISBN9788892531536
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    Anteprima del libro

    Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio - Giuliana Scuderi

    Tecchi

    INTRODUZIONE

    Civita di Bagnoregio (Foto di Giovanni Maria Di Buduo)

    Il brano, tratto dall’ultima opera di Bonaventura Tecchi (Bagnoregio1896 – Roma1968) descrive ancora oggi in maniera magistrale tutte le emozioni e lo stupore provocati dalla vista della rupe su cui sorge Civita di Bagnoregio: un paese che non vuole morire, scontrandosi da secoli con una natura ostile e capricciosa.

    Sulla scia di questi presupposti, nel settembre 2011, è stata promossa dall’Università degli Studi di Brescia, in collaborazione con lo IUAV di Venezia, la Summer School dal titolo Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio.

    Le due settimane passate nel borgo medievale hanno avuto come obiettivo principale il rilievo a tappeto di tutto l’abitato, che è stato analizzato minuziosamente tramite un’analisi per tipologie architettoniche e urbane.

    Il rilievo fotografico e la successiva catalogazione grafica delle immagini raccolte hanno permesso di suddividere una realtà molto complessa e stratificata: ogni tipologia ed ogni tematica è stata analizzata prima a livello di dettaglio e dopo come parte di uno scenario più grande e vario.

    Questa fase preliminare è stata particolarmente feconda poiché il tessuto urbano e i suoi elementi sono stati analizzati attraverso il filtro differente di molteplici punti di vista, sia sotto il profilo accademico che personale.

    Il risultato delle ricerche è stato presentato tramite l’allestimento di una mostra a Palazzo Alemanni in Civita di Bagnoregio, inaugurata al termine dei lavori il 30 settembre 2011.

    A questo periodo di rilievo risale la maggior parte del materiale fotografico raccolto, nonché l’importante rilievo topografico che ha permesso la ricostruzione minuziosa delle vie principali di Civita e dei suoi edifici.

    Partecipare alla Summer School, oltre che essere un importante momento di indagine in loco, ha permesso di sperimentare in prima persona la mancanza di connessioni accessibili tra il borgo e la vicina Bagnoregio.

    Attualmente l’unico collegamento è costituito infatti da un bianco ponte in calcestruzzo armato che, imponendosi con invadenza nel panorama, collega i due abitati, ma con pendenze tali da poter essere considerato una vera e propria barriera architettonica.

    Il problema fondamentale di Civita di Bagnoregio è quindi quello di garantire oggi e nel futuro un accesso idoneo all’abitato, non solo per i suoi sette abitanti, ma anche per il grande flusso turistico richiamato dalla particolarità del luogo.

    Nello specifico il corso di laurea in Ingegneria Edile – Architettura dell’Università di Brescia, si è posto come obiettivo quello di dare un contributo specialistico ed ingegneristico alla mancanza di connessioni fisiche, allontanando il rischio sempre incombente dell’isolamento: quella che era nata come una Summer School si è trasformata in un lavoro di ricerca multidisciplinare, che ha portato alla proposta di un’ipotesi motivata e realistica.

    Le problematiche di tipo geologico e geotecnico e le particolarità topografiche del luogo sono state il punto di partenza progettuale, alla ricerca delle alternative possibili per garantire la massima accessibilità ai luoghi e nello stesso tempo

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