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Letteratura Araba IL FACCHINO E LE FANCIULLE
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E-book88 pagine1 ora

Letteratura Araba IL FACCHINO E LE FANCIULLE

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La storia del facchino e le fanciulle è ispirata a un racconto di mille e una notte dove si raccontava che un povero facchino incontrò una bella ragazza al mercato che gli chiese di seguirlo per caricare le spesa che comprò al mercato dopo di che lo portò a casa e lì conobbe le altre due sorelle. Nella storia si intrecciano fantasia e realtà,trasformando il racconto ambientandolo in epoca moderna in tre storie diverse che ruotano sullo stesso personaggio: il facchino, Elmaddah e il narratore, l’autore prova a mettere alla luce i problemi immergenti della società ( discriminazione, corruzione, sessualità, credenze popolari, mal contento) con uno stimolo di ribellarsi a queste condizioni precarie ( tramite la rivoluzione e il cambiamento). I personaggi si muovono in un lasso tempo spazio, cambiando ruoli e personalità, sembrano pezzi di mosaico dove i vari racconti trovano un punto di incontro nello stesso personaggio e dove il confine fra la verità e l’immaginazione è talmente sottile dando l’impressione che il personaggio principale stesse vivendo un sogno.

Questo libro è stato tradotto dal dott. Zoghlami Tarek
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2016
ISBN9788892535725
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    Letteratura Araba IL FACCHINO E LE FANCIULLE - Ezzeddine Madani

    Madani

    Prima Scena

    Elmaddah (l’elogiatore), è tornato al suo paese, nella piazza, dopo per tanti anni che solo sa quanti erano, a suonare il grande tamburello e a giocare con la sua scimmia bruna per raccogliere la folla e suscitare in loro il desiderio di sentire i suoi racconti, e rallegrarsi con le storie di Ezzazia, Antar e la professione di Abu rkaib e compiacersi con la vita dei re come quella di Saif el iasel e dimenticare per un attimo la vita quotidiana fantasticando con Abu Nauass e Gioha’ e perdersi nei castelli dei Califfi correndo dietro alle belle schiave, alle concubini, ai castrati e agli eunuchi .

    Tornato da un viaggio che l’ha portato all’orizzonte di altri quartieri, come piazza della Moschea El fana, piazza Sidi Houssein, piazza della Casba d’Algeri, e uno dei vicoli di karakh, e piazza di Halfaouin, ha raccontato in tutte le stesse favole, gli stessi racconti e gli stessi miti, fino a che si è stancato di queste recite, e esse di lui. Ha visto in tutte queste piazze gli stessi spettatori, con gli stessi stracci , le pance vuote, i piedi nudi e gli occhi stanchi che ruotano nelle orbite spaventati …

    Dopo il ritorno, Elmaddah ha guardato in se stesso, in piazza e nella gente, s’è accorto che non è cambiato niente ma al contrario tutto è storto e degenerato : i negozi pieni di frutta con prezzi così alti che nessuno ha la possibilità di comprarla, e i caffè storici affollati con anziani dormienti, i giovani disoccupati, i giocatori di carta e i vaganti che osservano tutte le sere nella scatola delle meraviglie , la piazza larga e spaziosa è ancora infangata e intorno all’unica fonte d’acqua cresce l’erba e si solleva ogni tanto una fitta polvere rossa.

    Elmaddah sperava nel suo intimo, che le condizioni della gente si aggiustassero, e che la loro situazione cambiasse in meglio e si consolassero con le speranze, in questo modo si svegliano dallo svenimento, e si mettono a lavorare; così quando comincia a battere il tamburello e gli abitanti del quartiere si dirigono verso lui vedi nelle loro mani monete da cinquanta millime piuttosto che questi soldini senza valore … ma questo desiderio è irraggiungibile. Elmaddah ha represso questo sogno nel petto ed è rimasto a guardare la gente, osservando i loro problemi con occhi delusi in un cerchio dove vagano le ingiustizie dell’epoca.

    In un pomeriggio di cielo scuro, nuvole basse e orizzonti deformati, Elmaddah si è irritato per una vicenda nascosta dentro di sé e sono accorsi gli abitanti del quartiere, ha cominciato a borbottare, insultare e denigrare … il pubblico si è offeso, gli hanno lanciato i sassi e se la sono presa anche con la sua scimmia e per poco non gli hanno rotto il tamburello che gli è fuggito rotolando.

    Il giorno dopo, al tramonto , Elmaddah è tornato in piazza fasciato, tirava con difficoltà la sua amica e sulle spalle aveva un fascio di legna. La gente ha pensato che fosse venuto da loro a scusarsi anzi di pentirsi dei suoi peccati. S’è diffusa la notizia nel quartiere, la gente si è precipitata mormorando: E’ impazzito, abbiamo pietà di lui!.

    Ma Elmaddah non è venuto a chiedere scusa o per giustificare la ragione del suo accanimento contro di loro, non ha fatto niente di questo. Non ha salutato nessuno, non ha rivolto la parola a nessuno e non ha dato importanza a nessuno. È andato diritto al solito posto, lì ha buttato per terra la risma di legna con fatica, disperazione e angoscia, dopo ha preso il tamburello con lentezza e ha cominciato a batterlo con dolore e pianto e le lacrime cadevano come la pioggia battente. La gente s’è avvicinata, stupita e all’inizio con un po’ di rabbia, poi interrogandosi e alla fine stupiti quando hanno visto le sue lacrime cadere in silenzio, sono rimasti ad aspettare …

    Invece lui ha continuato a battere sempre più forte, e il suo pianto s’è trasformato in gemiti che rimbalzavano negli angoli della piazza e non era rimasto nelle case , nei negozi e nei bar, un uomo, una donna, un ragazzo e un anziano che non si sia diretto verso la fonte di questo pianto doloroso.

    All’improvviso, s’è fermato e un silenzio tombale è sceso sulla piazza e gli sguardi sono scossi. Con un lento movimento ha acceso il fuoco nel mucchio di legna, ha girato intorno due tre volte … rubando lo sguardo da un momento all’altro al pubblico, senza girarsi verso loro, e il pubblico fermo in cerchio compatto, e il fuoco si alza e Elmaddah girava in torno, il tamburello per terra e la scimmia seguì il suo padrone e il pubblico immobile, ha continuato a girare e il pubblico stava sui nervi finché le fiamme sono diventate ardenti.

    S’è avvicinato al fuoco ed è rimasto immobile come un chiodo fisso, dopo all’ improvviso, ha cominciato a togliere i vestiti un pezzo dopo l’altro … E ha urlato un grido con tutte le sue forze spaventando il pubblico:

    Questo per la libertà!

    E ha buttato il vecchio mantello nelle fiamme.

    Ha strillato di nuovo con voce straziante:

    Questo per la rivoluzione!

    Ha lanciato la camicia bucata nel fuoco.

    Ha urlato per la terza volta, in modo terrificante:

    Questo per la giustizia!

    Ha gettato il largo pantalone marrone in mezz’al fuoco. È rimasto nudo con le parte intime esposte. Il pubblico s’e agitato e gli si è ribaltato contro allungando le mani e hanno cercato di vestirlo con forza con un mantello, dopo lo hanno spinto fuori dal cerchio e la scimmia spaventata mostrava i suoi canini , pronta a mordere qualche ragazzo e si è attaccata al mantello del suo padrone cercando la sua protezione. E il tamburello steso per terra, abbandonato, in stato d’incoscienza e con la bocca spalancata …

    Ma Elmaddah non ha smesso di strillare e la sua voce copriva il rumore del pubblico e la sua violenza :

    Sono nudo! La mia nudità è per la rivoluzione ferita! Sono solo e la mia debolezza è il prezzo dello sviluppo sconfitto! Sono Elmaddah e i miei racconti sono per la giustizia corrotta!

    Il pubblico si è innervosito e ha detto:

    Portiamolo alla caserma di polizia, alla questura, alla prefettura!

    I vecchi dicevano:

    Quest’uomo è impazzito! Quest’ uomo!..portatelo alla casa di cura! a Mannouba!

    Gli anziani del quartiere si consultano e fra loro il notaio, il responsabile della giunta e El haag Cristo il venditore dei vestiti usati americani e lo zio Hadi il becchino…

    Ha ripreso Om Kalthoum a cantare di nuovo nel vicino caffè a chi vado … .

    Invece i bambini hanno

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