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Damnation V: La città della follia
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Damnation V: La città della follia
E-book127 pagine1 ora

Damnation V: La città della follia

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Info su questo ebook

Ormai è caccia aperta al Giullare: manca poco perché il Diavolo dell'Inganno, ritornato dal suo Vincolante, possa servirsi della Reliquia per aprire un nuovo Varco e richiamare sulla terra il Primogenito. Tasryne e Agmal dovranno assaltare Zarya e impedire il malefico rituale, cercando al contempo di resistere all'infido potere della Follia e di sopravvivere all'attacco di Arkas e dei suoi uomini.
LinguaItaliano
EditoreNero Press
Data di uscita28 giu 2015
ISBN9788898739455
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    Anteprima del libro

    Damnation V - Eleonora Rossetti

    Intrecci

    Damnation

    Episodio V - La città della follia

    di Eleonora Rossetti e Luigi De Meo

    Layout copertina e produzione digitale: Laura Platamone

    ISBN: 978-88-98739-45-5

    Nero Press Edizioni

    http://neropress.it

    © Associazione Culturale Nero Cafè

    Edizione digitale giugno 2015

    Eleonora Rossetti Luigi De Meo

    Damnation

    5

    La città della follia

    Indice

    Negli episodi precedenti

    28

    29

    30

    31

    32

    Gli autori

    Negli episodi precedenti

    Tasryne è un Redentore. O meglio, lo era. Il suo stesso Ordine incarna ormai solo il puro gusto per la violenza, anche contro innocenti, e lui ha deciso di opporsi a tutto questo. Imprigionato per questo nell’Ergastolo di Ynris è riuscito a evadere e ha deciso di continuare per proprio conto la missione originale dei Redentori. Per essere sicuro di non condannare innocenti ha compiuto un gesto estremo e paradossale: evocare un Carnefice, un Diavolo della Tortura, di nome Agmal come segugio per stanare i Contaminati.

    Dopo sei anni di clandestinità con Agmal, Tasryne nota insolite deportazioni di prigionieri da parte dei Redentori. Deciso a scoprire i loro piani, si reca, camuffato, nella città-tempio di Sharda, dove si incontra con Elyon, suo mentore e amico. Qui Agmal si imbatte in un terribile Giullare (un Diavolo dell’Inganno), Tasryne sarà scoperto dai Redentori e i tre sfuggono, pur con fatica, a entrambi i nemici. La presenza del Giullare a Sharda, nonché il fiuto di Agmal, conferma che tra le fila dei Redentori d’alto rango c’è un Vincolante.

    Dopo i disordini a Sharda, il Generale Redentore Arkas, l’uomo che aveva condannato Tasryne, indice una caccia all’uomo per scovarlo. Arkas è responsabile anche della deportazione dei prigionieri a Zarya, per conto del suo governatore Felgar.

    Tasryne e Agmal, in fuga assieme a Elyon, trovano rifugio da Karl, un'amico di Tasryne studioso e collezionista di tomi rari e proibiti sui Diavoli e sull'Inferno. Assieme a lui, si getteranno all'inseguimento dei Redentori e del loro carico di prigionieri. Intanto, da uno dei libri di Karl cominciano ad alzarsi delle voci che solo Agmal sembra sentire…

    Caduti in un’imboscata, Karl e Tasryne vengono separati e quest’ultimo, nel tentativo di raggiungere Elyon, viene catturato da Arkas che lo rinchiude nell’Ergastolo assieme al suo mentore e lo tortura per sapere dove sia nascosto Agmal.

    Mentre Karl fugge da Ynris raggiungendo un piccolo cimitero, Agmal, attirato dalle voci del libro, raggiunge un lago, dove trova il Giullare, anche lui ammaliato, che sta per condurlo sotto mentite spoglie in una trappola mortale. Sarà la curiosità di Karl a salvarlo: lo scriba, scovando per caso il cerchio evocativo di Agmal e toccandolo, sollecita il Vincolo che lo lega a Tasryne, destandolo dall’ipnosi delle voci e facendolo fuggire. Nel frattempo, però, il Giullare s'immerge nel lago, non prima di aver mostrato ad Agmal l'impossibile: le sue catene di Vincolo che si sciolgono. Tornato al cerchio evocativo e messo al corrente da Karl, Agmal si precipita a liberare Tasryne, non riuscendo però a portare in salvo anche Elyon.

    Curato dalle ferite grazie all’energia del cerchio che lo lega ad Agmal, Tasryne apprende dal Diavolo la verità: il Giullare ha trovato una Reliquia del Primogenito, ovvero una parte del corpo del Diavolo che millenni prima, tentando da solo di raggiungere il mondo degli uomini, fu imprigionato dagli Artefici in un luogo remoto dell’Inferno. I tre capiscono che, tramite quella Reliquia, egli potrebbe dar luogo a un fenomeno unico: abbandonare la sua prigione senza essere vincolato alla vita di un umano, mettendo così a repentaglio l’esistenza stessa del creato.

    Mentre i tre partono alla ricerca del Giullare e della Reliquia, Arkas, con al seguito prigionieri e soldati, si appresta a raggiungere Zarya. I protagonisti s’imbattono nel Giullare, ormai dominato dal potere della Reliquia, e Agmal compie il Richiamo, la suprema sfida tra Diavoli. Ma l’altro vince condannandolo a una specie di stato comatoso e abbandonandolo. Nonostante l’urgenza della loro missione, Tasryne decide di non abbandonare il suo Diavolo e ne veglia il corpo. Al calar della notte, i tre vengono a sorpresa raggiunti da Elyon, che dice di essere fuggito da Ynris, ma che in realtà è lì per ucciderli e poter essere di nuovo riabilitato nell’Ordine, non avendo mai accettato la scelta di Tasryne. Il tentativo di salvare Agmal dalla furia fanatica del mentore riesce nella sua gratuità a destare il Vincolo che lo lega al Diavolo, il quale si risveglia e neutralizza Elyon.

    28

    Quando si svegliò, Elyon ebbe la sensazione di galleggiare ancora nel buio. Una vaga emicrania gli imprigionava la testa e una stretta ferrea gli mordeva la caviglia destra. Se l’era slogata? E come? I ricordi erano confusi, inquieti, e più cercava di mettervi ordine, meno ci riusciva. Solo dopo pochi secondi realizzò gli ultimi attimi vissuti prima di svenire: il dolore e le grida nel fango, la lotta… No, altro. C’era altro.

    C’era lui

    Nell’attimo di riaprire gli occhi, il senso di disorientamento lo fece vacillare. Aveva le braccia prigioniere della gravità e il cielo era stato sostituito da un pavimento informe, limaccioso. Sbatté le palpebre cercando di far sì che la vista si schiarisse. Davanti a sé vide solo tenebre… No, non solo. C’era un’ombra. Un’ombra con gli occhi come la luna.

    Quando quell’ombra gli sorrise, mostrando bianchissime zanne acuminate, la realtà s’accavallò a tutte le sensazioni confuse. Solo allora Elyon si rese conto della propria posizione. Stava penzolando nel vuoto, a testa in giù, come un maiale attaccato al gancio del macello. E una mano che gli bloccava la caviglia era ciò che gli impediva di precipitare.

    «Eccoti» sussurrò l’ombra, e la voce trapanò i ricordi del Redentore, facendolo raggelare. Presto la vertigine prese il sopravvento, chiudendogli la mente in una cappa di nausea e paura. Urlò di terrore, incapace di muoversi per timore che il Diavolo lo lasciasse andare.

    «Quelle urla sono la ricompensa per aver portato quasi duecento libbre di Redentore in cima a un abete?» esordì una voce sotto di loro, resa flebile dagli strilli di Elyon e dalla distanza.

    Agmal scoccò un’occhiata a Tasryne, che ricambiò con aria di complicità otto braccia più in basso, e gli sorrise prima di rivolgere la propria attenzione a Elyon. Il Maestro Redentore cominciava a essere paonazzo e sembrava sul punto di vomitare, o di svenire di nuovo.

    «Su, su, bellezza». Agmal lo schiaffeggiò sulla guancia con una delicatezza inaspettata. A Elyon, il suo sorriso visto al rovescio sembrava il ghigno di una bestia idrofoba. «Tu volevi concedere a Tasryne una morte nel sonno. Io non farò lo stesso. Oh, no, voglio che tu sia vigile quando accadrà. Voglio che tu avverta ogni singola scarica che si propagherà nel tuo corpo quando comincerò. E quando accadrà, umano, la morte ti sembrerà più attraente di una delle tue puttane».

    La presa sulla caviglia si strinse. Elyon cacciò un grido terribile quando gli spuntoni della mano di Agmal gli si piantarono nella carne, grattando l’articolazione. Il Diavolo sollevò il braccio per avvicinare di più l’orecchio al suo volto, come a godersi quelle urla; il sogghigno che dominava il suo volto era grottesco, eppure colmo di autentico piacere. «Vuoi che molli, Redentore?» lo incitò. «Vuoi che smetta di fare male?» e lo agitò nel vuoto come un fuscello.

    Tasryne portò le dita alla bocca e lanciò un lungo fischio, a cui Agmal rispose con un ringhio irritato.

    «State esagerando» sussurrò Karl, avvicinandosi a lui.

    «Stiamo esagerando?» urlò Tasryne in direzione di Agmal. Il Diavolo, per tutta risposta, lanciò Elyon verso l’alto, gettandosi su un ramo due braccia più sotto. Quando il Maestro Redentore, bianco come un cencio, arrivò all’altezza di Agmal si sentì stringere il braccio in una mossa ferrea. Il Carnefice ripeté l’operazione altre tre volte, finché non pose i piedi per terra trascinando l’anziano verde di paura e nausea.

    «Non stiamo esagerando» rispose Tasryne fulminando Karl con lo sguardo. «È un traditore. Mai smettere di fargliela pagare». Lanciò un’occhiata ad Agmal. «E questo è solo l’antipasto; giusto, amico mio?»

    Il Diavolo s’accigliò alla parola amico, ma non disse nulla, raccogliendo tutta la sua attenzione su Elyon. Portò una mano al petto, lì dove uno strappo nell’abito testimoniava il tremendo colpo di spada benedetta, di cui ormai non portava altro che la cicatrice. «Questa la devo a te» sussurrò appena prima di puntargli il dito sul torace, alla stessa altezza. Elyon sussultò appena quando questo mutò di colpo, trasformandosi in una cuspide cornea che, l’istante successivo, gli penetrò con lentezza esasperante prima i vestiti, poi la carne. Trattenne stoicamente il dolore tra i denti, o almeno ci riuscì finché Agmal non contrasse la falange e non strappò via, insieme alla mano, anche pezzi di grasso e muscolo, graffiando persino l’osso con quell’atto. Ondate di dolore si impossessarono di Elyon, mentre dalla ferita cominciava a sgorgare sangue.

    Tasryne prese il posto di Agmal. «Elyon, un semplice chiarimento. Questa non è una rappresaglia per aver tentato di ammazzarci. Né una vendetta per avermi venduto ad Arkas». Lanciò un’occhiata ad Agmal. «Questo è un interrogatorio. In stile Redentori. E visto che ho perso il mio baule a Ynris… dovrò arrangiarmi con altri mezzi». Alzò la faccia del Maestro Redentore con la sinistra. «Capito cosa faremo? Bene. Dagli un assaggio» ordinò con tono piatto, osservando prima Agmal, poi Elyon.

    Il Diavolo si posizionò davanti all’anziano, scrutandolo come se lo vedesse per la prima volta. Alzò una mano agitando appena le dita,

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