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Il violinista del diavolo e altri racconti
Il violinista del diavolo e altri racconti
Il violinista del diavolo e altri racconti
E-book97 pagine1 ora

Il violinista del diavolo e altri racconti

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Info su questo ebook

NUOVA EDIZIONE - contiene il racconto inedito L'ORA DI GINNASTICA
Dieci racconti da buttare giù tutti d’un fiato. Come una medicina. Che non ci guarirà.

Consigliato da Andrea G. Pinketts
Qual è il filo rosso che unisce un ingombrante disabile che vuole sentirsi uomo, una ragazzina di tredici anni derisa da una scuola intera, un uomo di settanta malato di leucemia, una ventiquattrenne che fugge dal marito violento, un cinquantenne di colore che si aggira con un ragazzino in una stazione termale e gli altri protagonisti dei nove racconti di questa raccolta?
In questo inferno sulla terra il suo cantore o Caronte è Marco Conti, il violinista del diavolo, appunto. Con uno stile essenziale e sperimentale, senza retorica e pietismo, ci suona il motivo della desolazione umana e sociale e traghetta i suoi personaggi alla dignità letteraria.
Prova di maturità per lo scrittore quartese che ha stregato Pinketts, “Il violinista del diavolo e altri racconti” unisce egregiamente i temi sociali a un gusto letterario innovativo.
"Storie tristi ma drammaticamente reali, raccontate senza patetico pietismo ma con una prosa originale, scorrevole e per nulla scontata"
Prima edizione aprile 2016
foto di copertina:
Laoshi (Igor Demchenkov) - regolarmente acquistata su depositphotos.com
LinguaItaliano
Data di uscita15 dic 2019
ISBN9788899685065
Il violinista del diavolo e altri racconti

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    Anteprima del libro

    Il violinista del diavolo e altri racconti - Marco Conti

    Table of Contents

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    PREFAZIONE

    IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO

    TESTIMONE CONSAPEVOLE

    ALZATI E CAMMINA

    CANZONE PER UN’AMICA

    BATTICUORE

    IL VOLO DELL’AVVOLTOIO

    CON TUTTO QUELLO CHE SI SENTE AL TELEGIORNALE

    SAN VALENTINO

    RIME DI NATALE

    L’ORA DI GINNASTICA

    MARCO CONTI

    IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO

    AmicoLibro

    Marco Conti

    Il violinista del diavolo

    Proprietà letteraria riservata

    l’opera è frutto dell’ingegno dell’autore

    © 2017 AmicoLibro

    Vico II S. Barbara, 4

    09012 Capoterra (CA)

    www.amicolibro.eu

    info@amicolibro.eu

    Seconda Edizione

    maggio 2017

    PREFAZIONE

    Con Il violinista del diavolo Marco Conti ci racconta la storia delle storie, proponendo nove racconti che ci trasportano in una tangenziale trafficata di emozioni e di sentimenti, dove ci vediamo costretti a fare i conti con le relazioni e le solitudini di personaggi che difficilmente dimenticheremo.

    I racconti dello scrittore quartese sono come piccole pennellate che, pagina dopo pagina, delineano un preciso ritratto: il nostro. E ci ricordano come nella vita, una o mille volte, siamo stati non vittime ma carnefici, creatori - più o meno consapevoli - di sofferenza.

    Forse è questa dolorosa consapevolezza l’aspetto della prosa di Marco Conti che più tocca la coscienza del lettore. Il Violinista si apre con una carezza e si chiude con un pugno nello stomaco, con una mano indagatrice che esplora la parte più oscura delle viscere. Il tempo della narrazione si dilata e si restringe, procede per poi riavvolgersi. Le storie vengono inanellate senza sosta, si respirano d’un fiato. Durante questa sorta di apnea l’autore dimostra di non avere paura di nuocere, ferire, perfino disgustare. Nessuno spazio per moralismi, fronzoli e perbenismi in questa scrittura incalzante, piacevole e mai banale.

    Conti si abbandona ad un’altalena di ritmi e sospensioni, in un’osservazione acuta e spesso cinica di questo valzer della vita, fatto di promesse non mantenute, sogni non realizzati, dolori malcelati, solitudini ignorate, tenerezze calpestate.

    Ma questo universo ha anche una fata madrina: la Speranza. È lei che alleggerisce la sofferenza che si prova nel tenere per mano, durante la lettura, Salvatore, Giampaolo, Serafino, Aurora e gli altri disperati raccontati in queste pagine, figli di un Dio, o di chi per lui, che li ha dimenticati. La Speranza non è lì per salvarli, ma per ricordare al lettore che la Bellezza non ha comunque smesso di esistere.

    Ci sono storie che chiedono a gran voce di essere raccontate dall’inizio. Dal primo respiro, dal primo fiato. Altre che scelgono un frammento da cui partire, il più significativo. Altre ancora che iniziano dalla loro fine. Con questa promessa l’autore si cimenta con grande slancio e musicalità in ognuna di queste tipologie. Racconta della vita e della morte e di come vadano a braccetto. Del peso schiacciante dei giudizi. E dei pregiudizi. Delle solitudini nelle quali inciampiamo ogni giorno e davanti alle quali passiamo subito oltre, incollati con lo sguardo al nostro smartphone.

    Nove racconti da buttare giù tutti d’un fiato. Come una medicina. Che non ci guarirà.

    Michela Girardi

    Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,

     godo molto di più nell’ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...

     se son d’umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:

     di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...

     Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,

     io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!

     Io frocio, io perché canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,

     io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare!

    Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni,

     voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...

     Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,

     un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

     Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,

     mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso

     e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:

     ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

    Francesco Guccini – L’avvelenata

    IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO

    Notte torrida. Notte di metà agosto. Notte di mezza estate. Ma senza sogni.

    Quelli, ormai, hanno assunto le sembianze dei ricordi. O dei rimpianti.

    Trasformisti. Incantatori. Pigliainculo.

    Luce di luna piena. Una spiaggia deserta. Il rumore del mare.

    Paziente. Pacato e discreto.

    Un guardiano notturno che passeggia svogliatamente tra gli ombrelloni chiusi di uno stabilimento balneare. Non per monitorare la situazione. Ma per noia.

    Una sigaretta spenta, tenuta tra le labbra. Una Marlboro di alibi. Di nome? Samantha. O Nina. Non fa differenza.

    Non ha bisogno della torcia. Ci pensa la luna, stanotte, a illuminare l’arenile.

    Un gatto se ne sta seduto sulla sabbia. Osserva una scena che, poco distante, sembra catturare il suo interesse.

    Il rumore dell’acqua, il riflesso della luna sulla tavola, l’odore del mare. Di notte.

    L’uomo si sfila la maglietta. Lentamente. Un paio di jeans, comodi. I piedi scalzi. Scruta in lontananza, dove sembra cercare qualcosa. Smarrita, o dimenticata, da tempo.

    Occhi intensi. Distratti.

    Sembra non accorgersi di lei. Pare non accorgersi di nulla.

    La donna è a pochi metri. Persa nei suoi pensieri.

    Viva. O sopravvissuta.

    Lei si spoglia con decisione. Non conosce esitazione, o, quantomeno, non ne mostra.

    Non più, oramai.

    Bassa statura. Corpo modellato dallo sport. Intagliato dalla vita. Scheggiato dai frammenti. Ricordi.

    Pezzi di vetro. O pezzi di merda. Poco cambia.

    Una tigre. Ferita e stanca. Tigre sfinita, ma dagli artigli ancora affilati. Ancora di più. Sempre di più. E pronti a graffiare.

    Guerra e pace.

    I due non si guardano. O meglio, si guardano, ma, ancora, non si vedono.

    Come ci siano finiti, sulla spiaggia, questa notte, è un’altra storia.

    Formiche. Invisibili. Fantasmi.

    Ridotti a nullità.

    Dimenticati da Dio, o da chi per lui.

    Dalla borsetta della donna spunta un libro. A lui basta uno sguardo per riconoscere la copertina: Tenera è la notte. Francis

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