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Il mare e la nebbia
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E-book78 pagine50 minuti

Il mare e la nebbia

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Info su questo ebook

Gianni è arrivato alla fine della corsa. Sa di essere ancora giovane, sa di aver sprecato la sua esistenza curando troppo il lavoro e troppo poco i suoi legami sociali. Decide di scappare da una grigia Milano, fare un viaggio in treno e approdare a Venezia, per permettersi di ritrovare antichi ricordi e farne propri di nuovi. È qui che conoscerà Sabrina, oste e strega, e Guido, aiutanti magici e anime complementari.  Tra le nebbie della laguna comincerà a ricordare anche Grazia, sua madre, e tra le maree verranno a galla vecchi rimpianti.  
Il mare, nel frattempo, riempie le reti, nutre gli uomini, porta messaggi ai vivi e ai morti.
Un breve viaggio di riflessione sulla morte e sulla vita, una colonna sonora ad ogni atto. Rilassatevi, fate partire la playlist e godetevi il paesaggio dal vostro posto al finestrino.
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita29 lug 2020
ISBN9788833666273
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    Anteprima del libro

    Il mare e la nebbia - Rosa Santi

    www.gliscrittoridellaportaaccanto.com

    ATTO PRIMO

    Gianni

    Immaginate una Milano svuotata dalle ultime ferie estive e un uomo solo a solcarne i fiumi grigi che la attraversano. Parlerò di lui, della sua solitudine, e di quella parte della vita che precede la morte, fondamentale per la sua formazione più di qualsiasi evento vissuto prima.

    Lui si chiama Gianni. Il tempo sembra non averlo scalfito. Ha fatto lavori che gli hanno risparmiato il fisico ed è sempre stato alla larga dal prendere troppo sul serio quanto gli accadeva attorno.

    Forse per questo, o per qualche fortunata combinazione genetica, le mani e la fronte non sembrano aver risentito del passare degli anni. Mentre cammina, sfilano nella sua testa pensieri, ricordi, decisioni, sogni.

    Un viaggio in treno.

    Ad accompagnare il paesaggio che cambia, il viaggio richiama musica, oppure silenzio e caos di pensieri. Se impone musica, deve essere qualcosa di incalzante.

    Lo vedo, Gianni, uomo dalla ignota età ma ben noto destino, addormentarsi cullato dal ritmo delle ruote sui binari, con le note di Ivano Fossati e i suoi treni a vapore, o quelle oltreoceano di Eddie Vedder.

    On bended knee is no way to be free

    Lifting up an empty cup I ask silently

    That all my destinations will accept the one that's me

    So I can breath.¹

    1

    Si avvicina alla periferia di Milano uno degli ultimi temporali della stagione. Sopra di lui una pingue nuvola nera sembra minacciarlo, gli urla di tornare dentro.

    «Torna dov’eri e chiedi scusa», lo rimprovera come fosse un bambino. O si rimprovera lui, che non è mai stato più presente di così nella sua vita.

    Lascia indietro palazzoni color mattone e alti cancelli: la cupa ironia di un luogo di cura che ricorda un carcere.

    Loro avevano promesso, e nonostante questo, non sono riusciti a liberarlo. Non può restargli che evadere allora, dalla sua malattia, o da se stesso.

    «Come già sa, la radioterapia non ha funzionato. Non siamo riusciti a sospenderne la crescita ma possiamo ancora rallentarla. La chemio è la soluzione che le proponiamo. Avrà uno scopo palliativo, le potrà dare un paio di mesi in più di quelli che ci aspettiamo.»

    Aveva sempre pensato che fosse un talento solo suo, quello di trovare soluzioni non definitive ai problemi. Il fisico ha assorbito tutto quello che lui sperava di aver evitato e ora batte cassa sotto forma di vita aliena. Di palliativo non vuole più niente.

    Si alza il vento.

    La nuvola bussa alla finestra dell’ambulatorio. La può sentire urlare, la vede lanciare dardi di luce là fuori. E anche lì dentro. Lui la percepisce, ne sente il vento e l’elettricità, la potente voglia di scaricarsi.

    Urla un vaffanculo potente come un tuono: al suo male, a quel posto, a chi gli ha promesso di curarlo e ora prova a patteggiare con il destino un paio di mesi in più. Persa la sfida, i suoi ex salvatori ora gli sembrano patetici e quasi annoiati dalla sua presenza.

    Se ne va, sbattendo la porta al ritmo del temporale.

    È giorno di decisioni: sulla sua morte, sul perdere l’autobus, sul riconciliarsi con il verde elettrico di Parco Sempione bagnato dalla pioggia, sul ritrovare il movimento dei suoi piedi. Qualcuno passeggiando con l’ombrello lo guarda, indeciso se offrirgli un riparo temporaneo o lasciarlo solo nel tentativo di salvare se stesso.

    Nella strada verso casa gli viene in mente il viso dolce di sua madre. Lei era stata padrona della sua vita, in ogni scelta, tranne in quella di andarsene. La ricorda piccola, nel suo letto di ospedale, a rifiutare il cibo insipido e a sognare Venezia.

    Ha sempre saputo dove lei avrebbe voluto morire e non l’aveva accontentata. Un uomo non è mai pronto al riaffiorare dei rimpianti nello stesso modo in cui non sarà mai preparato a lasciar andare la propria madre.

    Una coppia gli fa un cenno di saluto e compassione da sotto la loro cupola colorata. Camminano veloce. Lei ritorna a guardarlo una seconda volta. Le donne sono allenate a capire quando non sono solo le gocce di pioggia a bagnare un viso.

    2

    L’ombra del molo taglia geometricamente il riflesso del sole sulle onde della laguna. Qualche gabbiano sfida il vento a portarlo ancora più in alto.

    Gianni cammina calmo, le mani dietro la schiena e la cravatta allentata sopra alla camicia. Fa caldo, eppure sua madre si ostina a tenere

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