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Il sole di ferro
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E-book320 pagine3 ore

Il sole di ferro

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ROMANZO (168 pagine) - THRILLER - Un monaco medievale è l'ultimo custode di un segreto millenario portatore di caos e morte. Molti secoli dopo, Sasha, una giovane donna ribelle e solitaria, in cerca della verità sulle sue origini, si ritrova sulle tracce di un'antica reliquia, il Sole di Ferro. Attraverso l'Asia, il Medio Oriente e l'Italia, si trova coinvolta in una gigantesca caccia al tesoro contro una misteriosa organizzazione criminale e scoprirà che in ballo non c'è solo la sua vita ma il futuro del genere umano.

Sasha è venuta dall'inferno. Cresciuta nella rovente forgia del Mediterraneo, temprata fra le nevi della Madre Russia, Sasha vive sospesa tra Oriente e Occidente, in un mondo che è crocevia di vizio e violenza. Sasha è dura, come la pietra dei monti dell'Anatolia, i luoghi delle sue origini, in cui affonda il suo passato, vincolato all'oblio di un padre coraggioso, in lotta contro un'organizzazione potente, "Lilium Rubrum", il Giglio Rosso. Cosa la lega alle avventure di un monaco chirurgo medievale che, da una sconosciuta abbazia italiana fino in Terrasanta, tenta di sfuggire alla maledizione del "Sol Ferri", il Sole di Ferro? Cosa la porterà a seguire le sue tracce in una rocambolesca caccia al tesoro senza esclusione di colpi? Dagli strip club dell'innevata Vladivostok, alle polverose zone di guerra di Beirut, dallo sfarzo dei casinò di Montecarlo, all'austera decadenza del cimitero di Staglieno, dagli angusti carruggi di Genova, alle aspre coste rocciose della Corsica, giù, fino alla cripta dove risplende il Sole di Ferro, dove i misteri del passato si fondono al futuro dell'umanità. Dove Sasha affronterà le tenebre più profonde, quelle che la spingeranno a un destino di guerra.

Andrea Valeri è uno scrittore.  Laureato in lettere, si occupa di musica, scrittura di racconti, romanzi, poesie, sceneggiature per cortometraggi. Ha collaborato con diverse webzine scrivendo recensioni e interviste nell'ambito della musica dark, rock, metal e cinema (Zeromagazine.it, Negatron.it, N-core). Ha condotto un programma radiofonico, Chaos Party, che trasmetteva musica dark, rock e metal interessandosi di realtà locali e gruppi esordienti. È entrato a far parte dell'antologia "I mondi del Fantasy" per la Limana Umanita Edizioni. Ha partecipato al progetto "Serial Writers" sponsorizzato da Mediaset per la creazione di una fiction da proporre su La5. Recentemente i suoi thriller erotici sono usciti per i tipi della Delos Digital, nella collana "Dream Force".
LinguaItaliano
Data di uscita15 mar 2016
ISBN9788865306314
Il sole di ferro

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    Il sole di ferro - Andrea Valeri

    Andrea Valeri

    Il sole di ferro

    Romanzo

    Prima edizione marzo 2016

    ISBN 9788865306314

    © 2016 Andrea Valeri

    Copertina: Alexander Ishchenko

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Font Fauna One by Eduardo Tunni, SIL Open Font Licence 1.1

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Il sole di ferro

    Sol Ferri I – In Viaggio

    1. L’incarico

    Sol Ferri II – L’Arrivo

    2. La squadra

    3. Il Colpo

    Sol Ferri III – La Cerimonia

    4. Neve e sangue

    Sol Ferri IV – La Piccola Venezia

    5. La questione si complica

    6. In battaglia

    Sol Ferri V – Outremer.

    Contrattacco.

    Amore Perduto.

    9. Un oscuro orizzonte

    Sol Ferri VI – Il Duello.

    10. Inferno di pietra.

    Sol Ferri VII – Il Ritorno.

    11. Il segreto dell’abbazia

    Sol Ferri VIII – Memorie.

    Epilogo

    12. La terza sfera.

    Infine

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Un monaco medievale è l’ultimo custode di un segreto millenario portatore di caos e morte. Molti secoli dopo, Sasha, una giovane donna ribelle e solitaria, in cerca della verità sulle sue origini, si ritrova sulle tracce di un’antica reliquia, il Sole di Ferro. Attraverso l’Asia, il Medio Oriente e l’Italia, si trova coinvolta in una gigantesca caccia al tesoro contro una misteriosa organizzazione criminale e scoprirà che in ballo non c’è solo la sua vita ma il futuro del genere umano.

    Sasha è venuta dall’inferno. Cresciuta nella rovente forgia del Mediterraneo, temprata fra le nevi della Madre Russia, Sasha vive sospesa tra Oriente e Occidente, in un mondo che è crocevia di vizio e violenza. Sasha è dura, come la pietra dei monti dell’Anatolia, i luoghi delle sue origini, in cui affonda il suo passato, vincolato all’oblio di un padre coraggioso, in lotta contro un’organizzazione potente, Lilium Rubrum, il Giglio Rosso. Cosa la lega alle avventure di un monaco chirurgo medievale che, da una sconosciuta abbazia italiana fino in Terrasanta, tenta di sfuggire alla maledizione del Sol Ferri, il Sole di Ferro? Cosa la porterà a seguire le sue tracce in una rocambolesca caccia al tesoro senza esclusione di colpi? Dagli strip club dell’innevata Vladivostok, alle polverose zone di guerra di Beirut, dallo sfarzo dei casinò di Montecarlo, all’austera decadenza del cimitero di Staglieno, dagli angusti carruggi di Genova, alle aspre coste rocciose della Corsica, giù, fino alla cripta dove risplende il Sole di Ferro, dove i misteri del passato si fondono al futuro dell’umanità. Dove Sasha affronterà le tenebre più profonde, quelle che la spingeranno a un destino di guerra.

    L'autore

    Andrea Valeri è uno scrittore.  Laureato in lettere, si occupa di musica, scrittura di racconti, romanzi, poesie, sceneggiature per cortometraggi. Ha collaborato con diverse webzine scrivendo recensioni e interviste nell’ambito della musica dark, rock, metal e cinema (Zeromagazine.it, Negatron.it, N-core). Ha condotto un programma radiofonico, Chaos Party, che trasmetteva musica dark, rock e metal interessandosi di realtà locali e gruppi esordienti. È entrato a far parte dell’antologia I mondi del Fantasy per la Limana Umanita Edizioni. Ha partecipato al progetto Serial Writers sponsorizzato da Mediaset per la creazione di una fiction da proporre su La5.

    Recentemente i suoi thriller erotici sono usciti per i tipi della Delos Digital, nella collana Dream Force.

    Dello stesso autore

    Andrea Valeri, La stretta del granchio Dream Force ISBN: 9788867752614 Andrea Valeri, Fiore di ghiaccio Dream Force ISBN: 9788867753475 Andrea Valeri, Magma infernale Dream Force ISBN: 9788867754045 Andrea Valeri, Una Tomba per Krissa Dream Force ISBN: 9788867754625 Andrea Valeri, Il bacio della medusa Dream Force ISBN: 9788867755196 Andrea Valeri, Gelide tenebre Dream Force ISBN: 9788867755387 Andrea Valeri, I cancelli di Ares Dream Force ISBN: 9788867755615 Andrea Valeri, Caccia alla vipera bianca Dream Force ISBN: 9788867755950 Andrea Valeri, Vendetta rovente Dream Force ISBN: 9788867756926 Andrea Valeri, Nessuna via d'uscita Dream Force ISBN: 9788867757381 Andrea Valeri, Luce di sangue Dream Force ISBN: 9788867758692 Andrea Valeri, Acciaio temprato Dream Force ISBN: 9788867759286 Andrea Valeri, Abbraccio mortale Dream Force ISBN: 9788867759453

    Sol Ferri I – In Viaggio

    Anno Domini 1265.

    I prati ingiallivano sulle radure di montagna.

    Sotto il cielo grigio di fine ottobre, un asinello arrancava a fatica sul sentiero sassoso risalendo una cengia rivestita da arbusti di ginestre.

    Il monaco che lo cavalcava si era avvolto in un mantello grigio per proteggersi dal vento rigido.

    Poco lontano aveva intravisto un gruppetto di casupole di pietra abbarbicate su un colle isolato. Sarebbe stata una tappa obbligata prima della fine del suo viaggio.

    Padre Bernardo da Morimondo era in viaggio da alcuni giorni. Proveniva dall’abbazia di S. Eutizio, a Preci, nel cuore boscoso dell’Italia centrale.

    La sua meta era l’abbazia cistercense di S. Pastore, a pochi chilometri dal paese di Reate.

    La strada era difficile e pericolosa, brulicante di briganti pronti a sgozzare i viandanti solitari.

    Bernardo non era preoccupato per se stesso ma per i ferri chirurgici che custodiva in una bisaccia.

    Era uno dei membri più esperti della scuola chirurgica, avendo fatto pratica per anni sui maiali, studiando notte e giorno nella grande biblioteca medica dell’abbazia e ora i suoi servigi erano molto richiesti. Era stato inviato in missione per guarire da dolorosi calcoli alla vescica, l’abate di S. Pastore.

    Era un grande studioso ma non amava viaggiare. Era stato molto spesso a nord, più volte nell’Urbe, sempre, però, in compagnia, mai da solo.

    Aver visto quelle case in lontananza, per lui, era un miraggio che donava sollievo, ora che l’imbrunire rendeva minacciosi i profili degli alberi e i rami adunchi che sfioravano il suo cammino.

    Un gregge di pecore rientrava nell’ovile, guidato da due grossi cani dal pelo candido.

    Una bambina col volto sporco e i vestiti cenciosi lo vide arrivare lungo la stradella scoscesa. Subito corse dentro uno dei ruderi ad avvertire i suoi.

    Due contadini, un uomo e una donna, emersero dall’uscio, seguiti da una torma di monelli. La vita in quei luoghi era dura e traspariva dai visi segnati dalla fatica e dal sole.

    Bernardo scese dall’asino e lo prese per la cavezza. Lo tirò verso il cortile del piccolo borgo dominato da una piccola chiesetta di pietra.

    Si tolse il mantello e rivelò l’abito talare, lasciando tirare un sospiro di sollievo ai villici. Gli assalti dei briganti non erano infrequenti, anche se era raro vederli attaccare da soli.

    Fu accolto nella stamberga e l’asino ricoverato nella stalla.

    Bernardo mangiò di buon grado ciò che gli veniva offerto.

    Zuppa di cicoria di campo che sapeva di acre sudore. Pane duro che sapeva di terra sassosa, dura da coltivare.

    Divorò affamato ogni briciola e ogni stilla di minestra in un silenzio disturbato solo dal forte vento che si era alzato a ululare fra le pietre, filtrando dalle imposte di legno logoro.

    Gli fu offerto un giaciglio nella stalla e lui accettò di buon grado.

    Sdraiato su un pagliericcio, al lume di una candela che teneva nello scapolare, posò su uno sgabello tarlato un fascio di pergamene e una boccetta d’inchiostro.

    Era sua abitudine annotare le esperienze della giornata. Era un uomo di lettere, che si sentiva a suo agio fra i libri, in uno scriptorium o in un armarium pigmentariorum, non in viaggi pericolosi, dove si rischiava di finire tra le grinfie di briganti crudeli o bestie selvatiche.

    Questo stava scrivendo mentre la fatica del percorso compiuto sopraffaceva la sua mente, portandolo verso un sonno profondo e desiderato.

    Non era avvezzo alle avventure.

    Ormai la meta era prossima, poteva tirare un sospiro di sollievo.

    Non poteva più capitargli nulla.

    L’indomani sarebbe giunto all’abbazia, il luogo più sicuro della zona.

    Lì sarebbe tornato alla sua vita normale.

    Ma come sempre accade, successe tutto il contrario.

    1. L’incarico

    Oggi. Berlino, Germania.

    L’ascensore cominciò a salire.

    Yasar Benhuf stringeva i pugni, nervoso.

    Due energumeni gli avevano bendato gli occhi e lo avevano guidato fin lì dopo un lungo viaggio in macchina.

    Le porte si aprirono e un vento gelido gli schiaffeggiò il volto.

    Gli tolsero la benda. Erano in cima a un palazzo nel centro di Berlino. Il freddo era tangibile. C’era della neve sui parapetti e sul pavimento di cemento.

    In una piscina vuota, sulla superficie piastrellata, si stava svolgendo un combattimento allucinante tra un molosso e un uomo. Una discreta folla discuteva sull’andamento dello scontro, sorridendo amabilmente e inframmezzando i commenti sul sangue sparso con altri sulla chiusura della borsa di Tokyo.

    Yasar passò accanto all’arena improvvisata, scorgendo con disgusto, diversi cadaveri di mastini fra i piedi del moderno gladiatore. Protezioni di pelle intorno alle braccia, coperto di tagli sanguinanti e con un machete in mano, l’uomo fronteggiava un cane incattivito dalle scariche elettriche di un pungolo usato dal suo addestratore.

    Le scommesse venivano fatte a bordo vasca da ospiti eleganti che sorseggiavano champagne, avvolti in morbidi giacconi.

    L’animale balzò in avanti ma il guerriero fu rapido a spazzare col machete, sventrandolo.

    Yasar lo vide bene. Aveva diverse, profonde, cicatrici sul cranio dai capelli a spazzola.

    Poi i suoi accompagnatori lo spinsero verso un edificio squadrato che sporgeva all’estremità del palazzo. Le luci di ghiaccio della città si riflettevano sulla porta a vetri.

    Una volta varcata la soglia, violente luci al neon, rosa e blu, lo investirono.

    – Hai visto la mia guardia del corpo? – Esplose una voce sguaiata, poco distante: – È un russo mezzo pazzo. Gli piace fare a pezzi i cani!

    Assad Al-Fayyasi indossava guanti in lattice e un camice di cuoio nero. Pelle olivastra, capelli radi, barbaglie coperte di peluria, fece cenno a Yasar di avvicinarsi, con aria gioviale.

    Il turco si mosse a disagio, cercando di far ambientare la vista alla prepotenza delle luminarie.

    Solo allora si accorse della ragazzina sdraiata di fronte al padrone di casa.

    Doveva essere poco più che adolescente, il trucco pesante, gli occhi vuoti di una tossica, il corpo magro, la pelle bianca sfregiata da piccole cicatrici, il risultato di pratiche sadiche.

    Assad le stava praticando un doppio fist fucking, roteando i pugni, lentamente ma con decisione, all’interno degli orifizi dilatati. La ragazza non reagiva alla pratica feroce, si limitava a mugolare con lo sguardo vacuo.

    Sconvolto dalla scena, Yasar quasi non ascoltava le parole dell’arabo.

    – … Un documento appartenuto a un monaco morto in Terrasanta, chiaro? – disse Assad, mentre una donna seminuda con una maschera d’oro sul volto lo imboccava. Lui succhiava via gli acini d’uva, insieme alle dita bagnate.

    La visione era disgustosa. Le mani del grassone erano sparite di nuovo all’interno della ragazzina.

    – Allora, mi hai capito?

    Yasar si affrettò ad annuire. Un colpo. Uno solo. Rubare un documento antico, di epoca medievale, custodito ad Ankara.

    Nel frattempo il fist fucking pareva aver avuto esiti disastrosi. La ragazzina stava morendo, contorcendosi come una trota appena pescata. Assad aveva alzato le mani inzaccherate di sangue e fluidi uterini, godendosi l’agonia fino all’ultimo respiro.

    Yasar era terrorizzato. Non si era aspettato di assistere a una scena del genere.

    Mentre alcuni inservienti incappucciati portavano via il cadavere, Assad si voltò verso il suo ospite sconvolto e afferrò un bicchiere di vodka con i guanti ancora sporchi.

    L’arabo si dimostrò piuttosto scocciato per la morte troppo veloce della fanciulla. Offrì da bere a Yasar che rifiutò deciso. Era già pentito di aver accettato quell’invito. Lui era un ladro professionista, non un assassino perverso.

    Assad sembrò avergli letto nel pensiero, perché pronunciò solo due parole.

    Due parole che costrinsero Yasar a rivedere la sua moralità e a programmare un futuro nuovo di zecca.

    – Cinque milioni – aveva detto l’arabo.

    Sol Ferri II – L’Arrivo

    Anno Domini 1265.

    La Valle Reatina era una pianura fertile salvata dalle acque.

    Ci avevano pensato già i Romani a bonificare la zona, facendo defluire le paludi attraverso le Cascate delle Marmore.

    Padre Bernardo guidò l’asinello oltre una cascina in rovina, le pietre invase dall’edera, e si fermò a fare una sosta all’ombra di un olmo, con un pezzetto di formaggio di pecora, godendosi i tiepidi raggi del sole autunnale. I tappeti di foglie morte scintillavano di colori bruni, terra bruciata e rosso laccato.

    Due raccoglitori di castagne, coi sacchi in spalla, lo salutarono con un cenno della mano.

    Fu nel primo pomeriggio, mentre l’asinello arrancava sbocconcellando l’erba ai bordi della strada, ancora umida per gli ultimi temporali, che la mole dell’abbazia di S. Pastore gli apparve alla vista.

    Sistemata su un poggio bagnato dal sole, circondato da campi coltivati, si ergeva imponente con la torre campanaria, la chiesa e il corpo del dormitorio.

    La visione contribuì a rasserenare il suo animo. Pericoli e avventure finivano quel giorno.

    Anche la sua poco nobile cavalcatura sembrava aver aumentato il passo, desiderosa di fieno, acqua fresca e magari un po’ d’avena.

    Camminando nel chiostro, Bernardo ammirò la sobria solennità dell’architettura cistercense.

    Pietra bianca, lucentezza e semplicità.

    Il cellario lo accolse con un sorriso nervoso sulle labbra. Era un uomo piccolo e tozzo, dall’aria febbrile. Doveva essere molto indaffarato. Le attività agricole dell’abbazia erano ingenti.

    L’odore pungente del mosto proveniva dalle cantine, fervide di lavoro. Villici spezzavano la carne di un vitello, altri portavano ceste di uova e anatre sgozzate.

    Era un’immagine di ricchezza e opulenza.

    I Cistercensi erano anche rinomati per la loro opera di bonifica dei terreni paludosi.

    – Siamo tutti onorati di averti qui, Padre Bernardo. L’abate ti riceverà stasera a cena. Ma sarai stanco, adesso ti faccio accompagnare nella tua cella.

    Bernardo si limitò ad annuire di buon grado, seguendo un giovane monaco verso le scale che conducevano al primo piano.

    Nel refettorio, illuminato da grandi torce, echeggiava la voce tetra di un oratore che declamava da un pulpito la lettura della sera.

    I confratelli si erano seduti alle tavolate, mentre Bernardo fu invitato alla tavola dell’abate ed ebbe quindi modo di conoscerlo.

    Era un uomo pingue, dal volto tondo, glabro e gli occhietti acquosi infossati nel cranio lucido di sudore. Alinardo da Tours si trovava insieme ai monaci più influenti dell’abbazia: Gastone il cellario, che già conosceva; Venanzio l’erborista, ossuto e peloso, affetto da uno strabismo marcato che rendeva il suo sguardo inquietante; Adelmo il bibliotecario, un vecchio sdentato, dallo sguardo sveglio e un cespuglio di capelli grigi.

    – Il vostro arrivo è l’esaudimento di una mia personale preghiera – esordì l’abate, intanto che veniva servito un vassoio di pollo arrosto e cipolle cotte sul fuoco.

    – Sono solo un umile servo di Dio – si schernì Bernardo.

    – Sappiamo che a Preci sanno utilizzare le arti chirurgiche per curare molti malanni – affermò Venanzio, strappando un brano di pelle croccante. I commensali alla tavola dell’abate si servivano con un forchettone di ferro a due rebbi, prima di aggredire la carne con le mani.

    – Antiche conoscenze tramandate da nostri confratelli provenienti dalla Siria o così almeno dicono le storie che ho letto e ascoltato.

    – Su, non tediate il nostro ospite con chiacchiere tecniche. Avremo tempo nei prossimi giorni di mettere alla prova le sue abilità.

    – Assaggia – fece il cellario versandogli un goccio del vino rosso prodotto dalle vigne locali, un’eccezione in occasione dell’arrivo dell’ospite prestigioso.

    Bernardo accettò di buon grado.

    Solo il bibliotecario non si unì ai discorsi e si limitò a fissarlo in silenzio.

    Al rientro nella sua cella, Bernardo rifletteva sui monaci che aveva conosciuto e sul lavoro che lo attendeva nei giorni seguenti, quando si accorse che una figura lo attendeva nel buio, accanto alla porta. Restò impietrito a osservarla, quando l’ombra si mosse e lui riconobbe Adelmo, il bibliotecario.

    L’uomo gli passò accanto, spettrale.

    – Tieni gli occhi aperti e non fidarti di nessuno, capito?

    – Perché? – balbettò il monaco chirurgo.

    – Perché questo posto è maledetto – gli confidò, prima di allontanarsi nelle tenebre silenziose del dormitorio.

    2. La squadra

    2.1

    Ankara, Turchia.

    Fra gli antichi edifici ottomani in legno dipinto di blu dell’antica Cittadella, in uno dei ristoranti tipici che la punteggiavano, Yasar sedeva a un tavolo con sua moglie Ahmina.

    Di fronte a loro un vassoio di riso pilaf e moussaka, pasticcio di carne di agnello, formaggio e melanzane. Ahmina sorrise iniziando a mangiare. Da quando era iniziata la gravidanza il suo appetito era cresciuto in maniera esponenziale.

    Yasar invece, non aveva molta fame. Fissava con aria afflitta il suo pesce lesso con salsa d’acciughe. L’incontro con Assad lo aveva lasciato traumatizzato, sebbene lui non fosse un’anima candida e avesse una certa conoscenza del mondo criminale.

    Sua moglie osservava attenta le rughe sulla sua fronte. Dietro le lenti, aveva occhi che brillavano d’intelligenza.

    In realtà si trovavano in quel locale per festeggiare.

    Il lavoro che Yasar aveva ottenuto era una vera e propria benedizione.

    – Cinque milioni di euro! Ti rendi conto? Si tratta di una cifra spropositata…

    – Questa storia non mi piace. Non dovevo mischiarmi a quella gente.

    – Il colpo è fattibile, possiamo organizzarlo in tempi brevi con gli uomini giusti. – Ahmina cercava sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e il suo ottimismo finiva sempre per contagiare il marito. Yasar era incline al dubbio e al sospetto; aver accettato l’incarico dell’arabo, gli aveva lasciato un tarlo da cui faticava a liberarsi.

    – Su quello non ho dubbi. È il nostro lavoro – l’uomo fece una pausa e restò a contemplare il viavai della gente fra le vie della Cittadella. Poi tornò a fissare la compagna che amava più di ogni altra cosa al mondo. – Tu non hai visto quello che ho visto io. Possiamo ancora tirarci indietro, mollare tutto…

    – Perché? Cosa hai visto che ti ha

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