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Dell'utilità di studiare il greco e il latino
Dell'utilità di studiare il greco e il latino
Dell'utilità di studiare il greco e il latino
E-book86 pagine58 minuti

Dell'utilità di studiare il greco e il latino

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Info su questo ebook

In anni in cui pare che la società e la scuola italiana segnino il passo rispetto a molti paesi occidentali, non è raro sentire chi propone di sbarazzarsi dello studio delle lingue e delle letterature classiche come di un'inutile e ormai inattuale zavorra, sostituendole con discipline più alla moda che spesso scimmiottano persino nei nomi temporanee infatuazioni anglosassoni. Eppure questo sarebbe un grave errore, perché quelle lingue e letterature non solo aprono gli occhi all'osservazione dettagliata dell'animo umano, ma anche perché offrono un fondamentale supporto logico e metodologico allo studio proficuo delle materie tecniche e scientifiche.
A cura e con un articolo di Daniele Lucchini.
LinguaItaliano
Data di uscita15 mag 2016
ISBN9781326655679
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    Anteprima del libro

    Dell'utilità di studiare il greco e il latino - Angelo Granito

    Colophon

    Finisterrae 28

    Titolo originale dell'opera: Lettera della pronunzia greca e discorso della necessità e del modo di studiare le lingue greca e latina

    Prima edizione: Napoli, 1845

    Prima volta in Finisterrae: 2011

    A cura di Daniele Lucchini

    In copertina: Affresco pompeiano del I secolo d.C.

    Ritratto di giovane donna con stilo (particolare)

    © 2011 Daniele Lucchini, Mantova

    www.librifinisterrae.com

    Tutti i diritti riservati

    ISBN: 9781326655679

    Epigrafe

    Non è necessaria l’appartenenza al modo culturale dell’Occidente per essere raggiunti dal messaggio culturale della tradizione classica.

    Carlo Santini, Le venti tesi

    Prefazione

    L'Italia negli ultimi tempi sembra indubbiamente segnare il passo rispetto a molti paesi occidentali, in ambito culturale e morale forse ancor prima che economico e sociale. Non sta certo a chi scrive atteggiarsi a solone per indicarne le cause che, con un po' di buona volontà e spirito di osservazione, il lettore sarà certo in grado di individuare da sé. Ci limitiamo invece a rilevare come la classe dirigente, in perfetta sintonia con il declino del paese, da alcuni anni con sempre maggiore insistenza, si adopera per alleggerire il bagaglio culturale delle nuove generazioni; uno dei metodi preferiti è rimpiazzare nei piani di studio le discipline umanistiche che suonano più vetuste – greco, latino e filosofia, tanto per dire – con corsi di non meglio definito carattere tecnico ed economico che scimmiottano già sin dai nomi anglicizzanti esperienze ormai fuori moda nella loro stessa patria d'origine. Scimmiottano, in quanto tale sostituzione normalmente appare una disordinata e disperata rincorsa più che una preordinata riprogrammazione; ne sia riprova, ad esempio, che i sistemi scolastici e accademici presi a riferimento – principalmente di Stati Uniti e Gran Bretagna – sempre maggior peso danno proprio a quelle medesime materie umanistiche, mai peraltro completamente trascurate, ben consapevoli che la scienza senza scienze umane è zoppa, e viceversa.

    Ecco allora che, perdurante un generale stato di confusione proprio in chi invece dovrebbe avere le idee chiare per riorganizzare correttamente il sistema educativo, vale a dire il punto di partenza di ogni società che abbia a cuore il proprio futuro, ci è parso quanto mai opportuno curare la divulgazione del presente libello. Si tratta di un pamphlet pubblicato nel 1845, in cui l'autore, Angelo Granito, futuro sovrintendente del Grande Archivio di Napoli, mette in evidenza l'utilità dello studio del greco e del latino come chiave d'accesso diretto alla cultura espressa in quelle lingue, su cui la stessa identità europea si fonda, nonché ad una maggiore competenza logica e linguistica anche nel proprio idioma materno. Certo i modi del funzionario partenopeo possono apparirci un po' pedanti e ingenue talune affermazioni categoriche; per non dire della cantonata allorché sminuisce oltre misura l'importanza dello studio della matematica. Tuttavia il valore dell'assunto di base è indiscutibile e dovrebbe essere ben saldo anche nella testa di chi si occupa di istruzione: lo studio delle lingue e delle letterature classiche ci rende migliori, indirizzandoci al nostro vero fine, formando la nostra felicità, e consolandoci tra le infinite miserie di questa vita mortale.¹

    Il pamphlet è preceduto nell'edizione originale, qui integralmente riprodotta, da una lettera sulla pronuncia del greco antico, nella quale sostanzialmente si sposa la pragmatica tesi di utilizzare la fonetica dei suoi unici eredi diretti, i greci contemporanei. Essendo questa posizione identica a quella da noi espressa in un articolo del 2008 riguardo la pronuncia del latino in riferimento all'odierna curia pontificia, si è inserito in appendice al volume anche il testo integrale di quell'intervento, al fine di completare il quadro d'insieme.

    Daniele Lucchini

    ottobre 2010

    Lettera della pronunzia greca

    Al padre don Sebastiano Kalefati ² prefetto dell'archivio cassinese

    Mi richiedete con la vostra pregiatissima del mio avviso intorno alle diverse maniere di pronunziare la Greca favella, ed a quale di esse io creda doversi dare la preferenza. Vi risponderei brevemente, come invece d'impacciarsi senza alcun pro in vane quistioni, stimo miglior consiglio di seguitare gli attuali Greci; ma potendo ciò reputarsi in me pregiudizio di scuola, per avere io apparato le Greche lettere da un maestro di quella nazione, così fa d'uopo che vi esponga le ragioni le quali mi hanno indotto in questa opinione, ed i vantaggi grandissimi che se ne ritraggono. Molto si è scritto su tale materia, e si è lungamente disputato qual fosse stata la pronunzia appresso gli antichi, ma non potendo rinvenire argomenti tali da decidere la lite, l'hanno alla fine i filologi abbandonata, e quasi più non se ne parla. Non così però tra noi, giudicando taluni cosa di grandissima importanza il pronunziare in un modo piuttosto che in un altro, e dispregiando solo per questo gli Orientali insieme con tutti coloro che li seguono. A bene intendere cotal quistione fa d'uopo ricercare prima di ogni altro come la pronunzia siasi andata a corrompere, e quando, perché, e da chi siasi preteso restaurarla. Non si può trattare della Greca separatamente dalla

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