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Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)
Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)
Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)
E-book175 pagine2 ore

Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)

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Info su questo ebook

I laziali sono abituati a muoversi tra porti in tempesta. Dopo un terzo posto e una stagione capace di risollevare lo spirito di tutto l'ambiente biancazzurro, la mazzata della stagione 2015/16 è stata difficilmente digeribile.

Un libro che racconta un'annata no ha un senso proprio per ricordare come la Lazio riesca anche a navigare e a resistere tra le acque più pericolose. Per farlo serviva una penna particolarmente acuta e coraggiosa: i punti sul campionato scritti da Arianna Michettoni per cuoredilazio.it hanno risposto a questa esigenza in maniera quasi sorprendente.

Una voce fuori dal coro, scevra da ogni tipo di condizionamento: quella di una giovane giornalista laziale fino al midollo, pungente verso la roma (rigorosamente scritta in minuscolo) quanto basta, ma attenta anche a tutto ciò che accade in un campionato che ha visto la Juventus ribadire una supremazia schiacciante risalendo addirittura dal punto più basso degli ultimi cinque anni. Un racconto agevolato dalle foto di un grande professionista come Antonio Fraioli.

Dunque non solo Lazio, ma anche campionato: la visione Laziocentrica, romantica e scanzonata, resta con una speranza che non muore mai per un futuro migliore, anche dopo il sogno Champions League svanito prima di iniziare, dopo due derby persi, dopo l'Europa League e la Coppa Italia perdute e gli obiettivi di campionati via via allontanatisi fino all'ottavo posto finale.

Resistere di fronte a un quadro del genere, semplicemente, è roba da laziali: e come scriveva Stefano Benni:

"Anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa."
LinguaItaliano
Data di uscita5 lug 2016
ISBN9786050473735
Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)

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    Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16) - Arianna Michettoni

    Arianna MICHETTONI

    Pane e tempesta - Un anno di Lazio e di campionato (2015/16)

    UUID: 599f0af6-42fe-11e6-ba47-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    PREFAZIONE

    PRIMA GIORNATA

    SECONDA GIORNATA

    TERZA GIORNATA

    QUARTA GIORNATA

    QUINTA GIORNATA

    SESTA GIORNATA

    SETTIMA GIORNATA

    OTTAVA GIORNATA

    NONA GIORNATA

    DECIMA GIORNATA

    UNDICESIMA GIORNATA

    DODICESIMA GIORNATA

    TREDICESIMA GIORNATA

    QUATTORDICESIMA GIORNATA

    QUINDICESIMA GIORNATA

    SEDICESIMA GIORNATA

    DICIASSETTESIMA GIORNATA

    DICIOTTESIMA GIORNATA

    DICIANNOVESIMA GIORNATA

    VENTESIMA GIORNATA

    VENTUNESIMA GIORNATA

    VENTIDUESIMA GIORNATA

    VENTITREESIMA GIORNATA

    VENTIQUATTRESIMA GIORNATA

    VENTICINQUESIMA GIORNATA

    VENTISEIESIMA GIORNATA

    VENTISETTESIMA GIORNATA

    VENTOTTESIMA GIORNATA

    VENTINOVESIMA GIORNATA

    TRENTESIMA GIORNATA

    TRENTUNESIMA GIORNATA

    TRENTADUESIMA GIORNATA

    TRENTATREESIMA GIORNATA

    TRENTAQUATTRESIMA E TRENTACINQUESIMA GIORNATA

    TRENTASEIESIMA GIORNATA

    TRENTASETTESIMA GIORNATA

    TRENTOTTESIMA GIORNATA

    PREFAZIONE

    di Fabio Belli

    Olympia (© FRAIOLI)

    I laziali sono abituati a muoversi tra porti in tempesta. Dopo un terzo posto e una stagione capace di risollevare lo spirito di tutto l'ambiente biancazzurro, la mazzata della stagione 2015/16 è stata difficilmente digeribile.

    Un libro che racconta un'annata no ha un senso proprio per ricordare come la Lazio riesca anche a navigare e a resistere tra le acque più pericolose. Per farlo serviva una penna particolarmente acuta e coraggiosa: i punti sul campionato scritti da Arianna Michettoni per cuoredilazio.it hanno risposto a questa esigenza in maniera quasi sorprendente.

    Una voce fuori dal coro, scevra da ogni tipo di condizionamento: quella di una giovane giornalista laziale fino al midollo, pungente verso la roma (rigorosamente scritta in minuscolo) quanto basta, ma attenta anche a tutto ciò che accade in un campionato che ha visto la Juventus ribadire una supremazia schiacciante risalendo addirittura dal punto più basso degli ultimi cinque anni. Un racconto agevolato dalle foto di un grande professionista come Antonio Fraioli.

    Dunque non solo Lazio, ma anche campionato: la visione Laziocentrica, romantica e scanzonata, resta con una speranza che non muore mai per un futuro migliore, anche dopo il sogno Champions League svanito prima di iniziare, dopo due derby persi, dopo l'Europa League e la Coppa Italia perdute e gli obiettivi di campionati via via allontanatisi fino all'ottavo posto finale.

    Resistere di fronte a un quadro del genere, semplicemente, è roba da laziali: e come scriveva Stefano Benni: 

    "Anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa."

    PRIMA GIORNATA

    Lazio-Bologna 2-1

    Lazio reattiva: un colpo da biliardo di Biglia (che deve saltare Leverkusen) e il gol all'esordio di Kishna fanno iniziare col piede giusto la squadra di Pioli. La prima giornata pone però lo spunto sulle favole di Carpi e Frosinone, squadre osannate per tutta l'estate ma appare inadeguate all'impatto con la Serie A.

    LA FINTA FAVOLA DEL CARPI - Può un’intercettazione, sulla cui moralità e legalità è bene non addentrarsi, riscrivere una fiaba? O può l’esordio in massima serie di Carpi e Frosinone, realtà provinciali per la prima volta tra le grandi, creare una nuova storia e sovvertire un ordine gerarchico che pare immutabile?

    Possono belle speranze e grandi aspettative risollevare le sorti di un campionato che pare aver perso mordente, livellandosi verso il basso?

    Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi - fra tre anni se c’abbiamo Latina, Frosinone, chi li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, il Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema! Che non è come dire con Carpi e Frosinone la serie A perde blasone!, per usare uno schema metrico tanto caro al presidente Lotito.Il problema non è da porsi, ma è appurare oggettivamente che queste due squadre, prive di ogni velleità agonistica, imposteranno la propria stagione verso il raggiungimento di una difficile salvezza.

    Niente bel calcio, ma moduli concreti e strenua difesa del pareggio. Supportate da una struttura in tubi innocenti – lo stadio Matusa del Frosinone – in grado di ospitare 10000 spettatori, mentre il Carpi ha dovuto spostarsi al Braglia di Modena – con sommo disappunto dei suoi ultras, i ragazzi della curvetta dello stadio Sandro Cabassi (4164 posti). Ciò non può che ledere alla spettacolarità di questo gioco, che nei diritti TV ha una delle maggiori fonti di guadagno, e che, se incapace di offrire partite entusiasmanti e coinvolgenti, mai scontate, rischia di perdere fascino e potere nei confronti degli altri campionati.

    Il clamore giornalistico, tanto assordante nella difesa dei meriti sportivi e nell’elogiare la vittoria sul campo quanto silenzioso nell’annotare l’irregolarità degli impianti e la pochezza della campagna abbonamenti (il Carpi ha fatto registrare la sottoscrizione di sole 3400 tessere), è però di breve durata. Fuggevole come il quarto d’ora di notorietà a cui Andy Warhol ci ha condannati: al quindicesimo minuto di Sampdoria Carpi un rigore di Eder porta in svantaggio gli emiliani. Passano 37 minuti ed il Carpi è già sotto di cinque gol – l’obiettivo della neopromossa pare, quindi, non la salvezza, ma l’appropriarsi di un record che appartiene già alla Roma nella massima competizione europea. Passano 37 minuti e Brkic è alla sua quinta serie di piegamenti, evidentemente non ancora soddisfatto della forma dei suoi addominali. Passano 37 minuti e i ricordi degli applausi all’impresa di undici ragazzi, capaci di ottenere quello che nessuno mai prima aveva conquistato, disegnano un sorriso amaro sul volto di chi, in cuor suo, ha sempre saputo: nessuno ha davvero tifato Carpi, nessuno si è davvero commosso per la storica promozione in serie A.

    La squadra emiliana, il suo approdo in massima serie, è stato l’ennesimo veicolo di una campagna denigratoria, mirata unicamente e con ogni mezzo a screditare la figura di Claudio Lotito. Il motto Je suis Carpi, strumentalizzato dai mediaticamente potenti, non significò tanto vicinanza affettiva o partecipazione gioiosa alla futura presenza tra le grandi dei biancorossi, quanto forte presa di posizione contro il presidente biancoceleste. L’ennesima, nei confronti di una figura scomoda ed antipatica a chi, abituato ad una gestione, una dialettica ed una rappresentazione obsoleta ed oscura della massima serie, ha dovuto scontrarsi contro una persona volitiva e propositiva, vogliosa di sovvertire un sistema basato su interessi utilitaristici e macchinazioni torbide.

    La favola del Carpi si interrompe ben prima della mezzanotte, la carrozza diventa zucca quando Cenerentola non è che a metà strada tra la sua umile soffitta e lo sfarzoso castello. La bacchetta della Fata Madrina è già rivolta altrove, le magiche luci della ribalta inquadrano altri obiettivi – l’Udinese riesce nell’impresa, il Sassuolo vince e convince. Il Carpi è solo, scansato persino da un’annoiata e distratta Sampdoria . Segna due gol, ma non c’è nessuna festa. Pure la Biancaneve Frosinone, dopo aver a lungo lottato contro la Strega Cattiva Torino, morde la mela avvelenata offertagli dal giovane Baselli – non la condanna al sonno eterno, ma a 0 punti in classifica ed un approccio alla massima serie da migliorare. Secondo la classica narrazione fiabesca, a frapporsi tra l’eroe e il suo agognato premio è un cattivo vecchio stile – non Lotito, ma i limiti tecnici e tattici da sempre presenti in una neopromossa, già evidenziati dai più eminenti tuttologi calcistici ormai immemori della favola. E tuttavia consci che nel finale, nonostante i risultati, il ruolo di principessa al ballo, di più bella del reame, continuerà ad appartenere alle gesta di Napoli, Juventus, Milan e Roma. Ma questa è un’altra storia.

    SECONDA GIORNATA

    Chievo-Lazio 4-0

    LA CORAZZATA DE LAURENTIIS - Hanno ucciso il campionato, come han fatto non si sa – e invece sì: una programmazione precisa, acquisti mirati, una società seria ed un ambiente consapevole. Il Sassuolo non sorprende più, semmai spaventa: sabato la neopromossa Bologna, disordinata e impacciata e per cui già si prospetta una difficile salvezza. La settimana scorsa il Napoli, ribaltando con determinazione il risultato. La formazione partenopea, corazzata K̶o̶t̶i̶o̶m̶k̶i̶n̶ vincente solo agli occhi dell'umilissimo De Laurentiis e punta di diamante di menti illuminate dai bagliori dei pronostici precampionato, si rivela piuttosto un kolossal di fine stagione da flop al botteghino. Azzurri fermati in casa sul pareggio da una Sampdoria capace anch'essa di una rimonta con due goal in due minuti (bravo Eder a non lasciarsi distrarre dal calciomercato), un punto in classifica e Sarri già sulla graticola. I neroverdi invece, esempio di efficienza targato Mapei, dalla notte di sabato guidano la classifica a punteggio pieno: sei punti, ben due in più dei pluricampioni d'agosto, i recordmen, i vincitori di ogni competizione morale, i noi-siamo-gli-intoccabili-e-voi-ci-avete-rotto – quindi, ben che va, il Sassuolo giocherà presto un campionato a parte.

    Lazio, clamoroso crollo contro il Chievo (© FRAIOLI)

    C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI - La Roma, grazie ad un miracoloso intervento del suo portiere, sconfigge la Juventretatrèsulcampo™ – in dieci dopo l'espulsione di Evra e in otto in spirito da inizio campionato. Le cessioni di Tevez, Pirlo e Vidal sembrano aver gravemente alteratogli equilibri della formazione, tanto che due sconfitte consecutive e zero punti dopo le prime due giornate di campionato sono una realtà sconosciuta nei secoli dei secoli a quella che era la più forte squadra italiana. Un evento simile non si verificava da 103 anni, ben prima del massimo campionato a girone unico, e allora c'era solo la carta stampata a documentarlo. C'è poco da stare Allegri, l'allenatore e i calciatori lo sanno: un terzo passo falso potrebbe irrimediabilmente compromettere la corsa scudetto juventina, sancendo la fine dell'egemonia bianconera. È tempo che i giallorossi salgano al trono? Si potrebbe chiederlo all'esperto Piccinini, ma pare sia ancora impegnato nella cronaca delle gesta romaniste: 'ccezionale, De Rossi si sfila la maglietta! Numero incredibile! Gran classe di Totti nel sedere composto tra le riserve, che portamento!

    Applausi per lui da Caressa e Bergomi, commossi.

    L’ESTERNO DI PANCHINA - Va meglio al Milan dei mister B. – come i botti di calciomercato Bacca e Luiz Adriano, quei rumorosi e fastidiosi miniciccioli che mai potranno essere belli come fuochi d'artificio – che vince ma non (ancora) convince: lo scivolone sul Saponara è evitato grazie ad una manovra dell'attaccante brasiliano, che tiene in equilibrio i rossoneri e li salva da una caduta con dolorose conseguenze. L'Empoli, che pure ha affrontato la partita senza darsi per vinto, non è comunque banco di prova adatto a testare le ambizioni degli uomini di Mihajlović – attualmente lontani, per gioco espresso, da pretese di prime posizioni. Da sottolineare però la prestazione estremamente positiva di Mario Balotelli: da esterno di panchina è imprendibile – per un totale di zero minuti giocati. Otto minuti, invece, è durata la partita dell'Udinese: quattrocentottanta secondi sono bastati a Rigoni per segnare il goal partita. Il Palermo conferma quanto di buono fatto contro il Genoa – oggi riscattatosi con un 2 a 0 sul Verona, ormai appagato dall'aver fermato sull'1 a 1 i galattici trasteverini all'inizio del campionato – e raggiunge Sassuolo, Chievo, Torino ed Inter in testa alla classifica.

    MANCINI, PESCA MIRACOLOSA - Nerazzurri Carpi Diem e punteggio pieno, grazie ad una doppietta di Jovetic. Ai biancorossi, invece, la soddisfazione di un approccio alla partita decisamente migliorato – e all'amo del pareggio la squadra di Mancini (carente in carisma e dall'altalenante spirito agonistico) aveva quasi abboccato, confermando un vecchio adagio: sta attento a ciò che peschi! ...Ma tira forte la lenza, e questa Carpi all'ottantanovesimo sarà tua! – c'è da aggiungere.

    FROSINONE ON TOUR - La salvezza degli emiliani pare infatti comunque difficile, così come quella dell'altra neopromossa Frosinone: seconda sconfitta consecutiva e netta, stavolta, contro un avversario alla portata. Ma pare che i calciatori gialloblu siano stati distratti

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