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Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68
Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68
Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68
E-book65 pagine41 minuti

Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68

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Info su questo ebook

Racconto di un anno iniziato tragicamente per la morte del giocatore simbolo di quel Toro, Gigi Meroni e terminato in gloria con la vittoria della Coppa Italia, avvenuta contro tutti i pronostici e perciò ancor più goduta, in quel meraviglioso e romantico calcio in bianco e nero di allora.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2018
ISBN9788827856024
Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68

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    Anteprima del libro

    Da Meroni alla Coppa Italia. Correva l’anno 1967/68 - Carlo Mia

    633/1941.

    INTRODUZIONE

    Quello che capita, quando si hanno dieci anni, anche se una cosa spiacevole, viene velocemente metabolizzata.

    Il 15 ottobre 1967, Luigi Meroni, Gigi per tutti, venne investito in corso Re Umberto, in una serata buia e piovigginosa, da colui che, alcuni decenni dopo, sarebbe diventato Presidente del Toro e per il quale stravedeva, il diciannovenne Attilio Romero, tanto da avere la sua camera tappezzata di suoi poster, arrivando addirittura a pettinarsi come lui.

    Sono quegli episodi che ti fanno capire, che hai scelto i colori per i quali la sofferenza e la sfortuna, abitano nella stessa casa e qualunque cosa sia stata conquistata, è perché probabilmente le due cose, avevano momentaneamente girato la testa da un’altra parte.

    Una cosa però molto veloce, perché nel corso degli anni e ormai sono tanti, nei quali, con amore viscerale, seguo nel bene e nel male, le vicende dei granata, si capisce che, se la fortuna è cieca, la sfiga verso di noi ha 11 e forse, anche 12 decimi di vista! 

    Non è il solito piagnisteo di un tifoso nostalgico, la storia è dalla nostra parte, ne è un’autoritaria testimone oculare.

    Continueremo sempre e comunque a tifare Toro, a sostenere questi meravigliosi colori, che fanno parte della nostra vita, dove la maglia sudata, è la nostra seconda pelle, nonostante chi ha provato a farci del male, nonostante le vittorie sfumate per un palo ed a volte tre, nonostante tutto e tutti. 

    Il colore di quella maglia, che vide la luce da una scelta ponderata e non per caso, perché era stato sbagliato il lavaggio, vedi Fiorentina o perché ad una  richiesta per averne di un colore specifico, ne furono inviate altre diverse da quello voluto, vedi Juventus.

    Un colore che la storia ci racconta, nasce da una scelta ben precisa, quella dei soci fondatori, che scelsero per la maglia del Toro, il colore granata.

    Il Toro come è noto, venne fondato nel lontano 3 dicembre 1906, nella birreria Voigt, all’interno del prestigioso Grand Hotel Fiorina, oggi Bar Norman, al numero 22 di via Pietro Micca, dalla fusione dell’F.C.Torinese, nata nel 1894 e dunque prima società italiana di calcio ed alcuni soci dissidenti della Juventus. 

    La maglia dell’F.C.Torinese, era a strisce verticali arancioni e nere e nel tempo scolorendosi, le righe divennero gialle e nere.

    Questi colori, erano invisi ad Amedeo d’Aosta, Duca degli Abruzzi e presidente onorario del club, perché erano quelli della bandiera degli Asburgo.

    Nella discussione che ne seguì, ebbe la meglio il Duca e quindi ci fu l’esigenza di dare un nuovo colore, alla  maglia della nascente società, ma la scelta non era di così facile risoluzione.

    Si valutò l’azzurro, il colore storico di Casa Savoia, ma il Duca ne avrebbe preferito un altro, perché questo colore rappresentava l’Italia e gli italiani.

    Anni dopo infatti, sarebbe divenuto il colore della Nazionale Italiana di Calcio e delle nazionali di tutti gli altri sport.

    Alla fine dopo varie riunioni, la scelta cadde sul granata, che era il colore legato sia alla città di Torino, sia alla Casa Savoia.

    Granata, era infatti il colore del fazzoletto che portavano al collo i soldati della Brigata Savoia, che esattamente duecento anni prima, nel 1706, sconfissero i francesi liberando Torino dall’assedio.

    Storicamente famoso per la citta’ di Torino, l’atto di eroismo da parte di Pietro Micca, un soldato che si fece esplodere, facendo scoppiare un barilotto da 20 kg. di  polvere

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