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Forse non tutti sanno che il grande Torino…
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E-book391 pagine4 ore

Forse non tutti sanno che il grande Torino…

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Info su questo ebook

Curiosità, storie inedite, aneddoti storici e fatti sconosciuti della leggenda granata

Avvicinarsi alle vicende storiche di un club calcistico è come predisporsi ad aprire un grande libro. Non sono poi tanti i club che ospitano nello scaffale della loro storia un librone ricco di tante e tante pagine. Indubbiamente il Torino fa parte di questa ristretta cerchia. Dalla notte della fondazione, il 3 dicembre del 1906, a oggi ne sono passati di campionati, ne hanno compiute di imprese i tanti e tanti calciatori che hanno, anche solo una volta, indossato la casacca granata del Torino. Ed è in questo tessuto di avvenimenti, in questo intrecciarsi di fatti e vicende umane e sportive, che si sviluppa la lettura. Protagonisti di questa appassionante storia sono i calciatori, per primi, ma anche dirigenti e tifosi, attori indiscussi di imprese sportive. Un modo di consegnare all’appassionato pillole di cronaca, fatti curiosi, ma anche racconti intensi, dove motivazioni, affetti, eventi e meriti sportivi si mescolano e la storia si fa leggenda.

Il modo perfetto per ripercorrere la storia del club granata, attraverso le curiosità e gli aneddoti più sorprendenti

Forse non tutti sanno che…
...c’è stata una partita in cui un giocatore del Torino approfittò di un fallo per schiacciare un pisolino
...qualcuno si inginocchiò in campo per supplicare l’arbitro di chiuderla lì 
...c’è stato un presidente che grazie a un derby vinto è diventato onorevole 
...una palla di cannone spazzò via quella di cuoio
...c’è stata una volta che per contare i gol del toro in un derby c’è voluto il pallottoliere 
...in una sola partita il Torino ha stabilito due incredibili, e insuperabili, record societari 
...c’è stata una partita in cui un allenatore ha chiesto all’arbitro di cacciare dal campo un proprio giocatore 
...il 24 febbraio è una delle date più importanti della storia del club
Franco Ossola
torinese, figlio dell’attaccante del Grande Torino caduto a Superga, da anni si occupa della storia granata con l’intento di ricostruirne fatti, protagonisti, avventure. Sul tema ha pubblicato molti libri, fra questi il volume celebrativo per i 100 anni del Club, e con la Newton Compton 101 motivi per odiare la Juventus e tifare il Torino, 1001 storie e curiosità sul grande Torino che dovresti conoscere, I campioni che hanno fatto grande il Torino, Il Torino dalla A alla Z, Forse non tutti sanno che il grande Torino... e, a quattro mani con Renato Tavella, il bestseller Il Romanzo del Grande Torino (Premio CONI e Selezione Bancarella 1995) da cui è stata tratta la fiction RAI per la regia di Caudio Bonivento.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2018
ISBN9788822726377
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    Anteprima del libro

    Forse non tutti sanno che il grande Torino… - Franco Ossola

    604

    Prima edizione ebook: ottobre 2018

    © 2018 Newton Compton editori s.r.l., Roma

    ISBN 978-88-227-2637-7

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Franco Ossola

    Forse non tutti sanno che il grande Torino...

    Indice

    Premessa

    1. PARAGRAFI

    Parte da lontano l’idea che riconosce alla tifoseria granata i tanti meriti che ha

    C’è stata una partita in cui un giocatore del Torino approfittò di un fallo per… schiacciare un pisolino

    In un’occasione, Paolo Pulici, per non farsi mancare niente in carriera, ha voluto imitare il grande Piola

    Un giorno è arrivato al Torino un giocatore che qualcuno definì un vero fenomeno

    Non vedeva l’ora di potercela fare una volta per tutte, la Juventus, dopo essere rimasta in castigo per troppo tempo sotto il predominio granata

    Reciproca eccitazione: nerazzurro e granata e piovono gol

    Una squalifica ingiusta relega un innocente in tribuna per otto lunghi mesi senza che nessuno, società e stampa, alzi un dito in sua difesa

    Tanti stranieri, ma quando è ora di segnare ci pensa un italiano

    C’è stata una volta in cui un rigore sbagliato ha aperto lo stesso le porte dell’Europa

    «Grazie delle scuse, che accetto, ma avresti dovuto… pensarci prima!»

    La sindrome di Superga, attimi di terrore per il Torino

    Nel campionato 1912-13 non avrei voluto essere un fan juventino

    Credevamo fosse gemellaggio e invece…

    Enrico Bachmann, svizzero, arriva per caso, ma non per caso resta al Torino e a Torino per il resto della vita

    Sotto la pioggia il derby della Mole regala una bella partita senza reti… anche se qualcuno ha gridato lo stesso al gol

    Vietato ai deboli di cuore, specie se tifosi granata

    In omaggio a santa Barbara, patrona degli artificieri, il Torino disintegra il Brescia con una valanga di gol e Gino Rossetti fa il gradasso

    Lo fantasticavano un nuovo Meroni e invece…

    Ci fu un allenatore che per vedere la squadra giocare per qualche domenica dovette comprarsi il biglietto

    Al cuor non si comanda: Mazzola non parte per Roma e resta a casa ad assistere il suo secondogenito, ma all’ultimo salta su un aereo e arriva in tempo per giocare

    Per l’inaugurazione del nuovo campo sportivo, il Filadelfia, il club si dota di un nuovo inno sociale

    C’è stata una volta, a Bergamo, in cui Atalanta-Torino più che una partita di calcio sembrò un violento incontro di pugilato

    «Virgilio farà il meccanico alla FIAT come faccio io», così aveva sentenziato il signor Maroso alla nascita del figlio. Per fortuna ebbe a sbagliarsi, e di grosso

    A conferma che il calcio è questione astrusa e non sempre anche gli occhi più attenti…

    Il Milan pareggia con… Groppi alla gola: giallo a Torino (3-3)

    La vendetta: l’Ambrosiana Inter prima le prende, poi ripaga il Grande Torino con la medesima, pesantissima moneta

    Il fascino dello straniero

    La sfida continua e incessante, senza esclusione di colpi, fra il liberale Torino e il fascista Bologna costa ai granata la revoca dello scudetto

    Che cosa non si faceva, nell’immediato dopoguerra, per qualche pacchetto di sigarette: ne seppe qualcosa Guglielmo Gabetto, il funambolico centravanti granata

    È un modenese dallo sguardo un po’ truce e dalle gambe spaventosamente storte, il giocatore che realizzò il primo gol granata nel primo campionato a girone unico

    Una domenica indimenticabile, come tale resterà per i tifosi del Toro la sua presidenza

    Scherzare è sempre stato salutare, serve a stemperare le tensioni e a rendere più vicini a tutti anche i grandi campioni

    Alla carica, contro il nemico, come a inseguire un pallone su un campo di gioco

    Quasi un presagio, per fortuna senza conseguenze, l’atterraggio al campo volo di Torino dei giovani ragazzi granata di rientro dall’Inghilterra

    Saranno i tuffi in mare o l’aria speciale, fatto sta che molti numero uno granata sono nati in Liguria

    Genoa sulla carta, Torino nella realtà

    Un tempo li chiamavano rimpatriati, poi oriundi, oggi nazionalizzati. L’intuizione di vestirli d’azzurro diede ottimi frutti e anche il Torino ha fatto la sua parte

    La magia di un piccolo libricino dalla copertina in pelle rossa: una fantastica trovata di Ferruccio Novo, il presidente del Grande Torino, per incatenare i suoi gioielli

    Qualcuno, a un tratto, si inginocchiò in campo per supplicare l’arbitro di chiuderla lì

    Chi crede che l’allenamento a porte chiuse sia un’invenzione del calcio d’oggi, si sbaglia: in qualche occasione anche al Filadelfia si chiudevano i cancelli

    «…e non scordatevi, cari soci, di sottoscrivere l’abbonamento»

    Frugano tutti nella memoria, gli addetti ai lavori, ma a nessuno riesce di ricordare un’impresa tanto sensazionale quanto quella compiuta da capitan Mazzola

    È nell’anno cupo della prima discesa in B che il Torino incassa la sua sconfitta casalinga più impietosa di sempre

    Il primo gol non si scorda mai: vediamo quando sono andati a segno per la prima volta i cannonieri del Grande Torino

    I tratti decisi e positivi di un presidente che porta per la prima volta il Torino alla vittoria finale

    Una fotografia unica

    Non bastano tre svedesi a sfondare una difesa insuperabile che ha in Mario Rigamonti un’autentica roccia

    Nell’estate del 1929, dopo aver perso col Bologna il titolo di campione d’Italia, il Torino, come già nel 1914, varca l’Oceano per una lunga serie di partite in Sudamerica

    C’è stato un presidente che grazie a un derby vinto è diventato onorevole

    Botte da orbi al Fila: l’interista Mazza tiene fede al suo nome e… randella un po’ tutti

    Ferito, colpito a morte, rinato a nuova vita, resuscitato e… in buona salute

    Una combinazione quasi incredibile: Libonatti e Baloncieri, un tempo rivali, un giorno si trovano compagni e amici, uniti dalla casacca granata

    Un cognome impegnativo e, come dire, compromettente, mette in ambasce un giovane granata

    Che razza di ingrato: Felice Borel si svezza al calcio, cresce nelle giovanili del Toro e poi gliene combina di tutti i colori

    Ci sono state due partite, lontane vent’anni fra loro ma simili, in cui il pubblico ha chiesto e ottenuto un ultimo gol

    C’è stato un campionato in cui i tifosi granata hanno creduto di fare un passo indietro nel tempo e di rivedere in campo i gemelli del gol

    Subito aperta la finestra calcistica granata sul resto del mondo

    Ci vogliono un ex romanista e un ex core de Roma per dare ai tifosi granata due grandissime soddisfazioni

    Quando la palla di cannone spazzò via quella di cuoio, togliendo al Torino una probabile vittoria nella corsa al titolo

    Dopo le figuracce e le multe del presidente Pianelli, magicamente arrivano i gol… e tanti

    Ancora una volta il Torino è all’avanguardia: è sotto i colori granata che nasce il primo club di tifosi

    Poveri catalani: battuti una volta, insistono per il bis e mal gliene incoglie. Il Torino fresco campione è un rullo compressore

    La laguna non porta fortuna. Nella stagione 1941-42 i destini di Torino e Venezia si incrociano in modo decisivo: ne scaturiscono per i granata dolori, ma anche grandi gioie

    C’è stata una volta che per contare i gol del Toro in un derby c’è voluto il pallottoliere

    Nel giro di pochi mesi due arbitri fanno infuriare i tifosi granata

    Se nella lunga storia del Torino c’è una perla rara che ha sempre illustrato con i suoi successi il nome del club, be’, quella è il vivaio

    In modo diretto o indiretto, i Mondiali vinti dall’Italia hanno tutti a che fare con il granata

    Sarà pure bravo, il portiere milanese, ma quante ne ha prese!

    Una volta Libonatti, per ridere, andò a misurare la porta del Filadelfia: credeva si fosse ristretta!

    Nemmeno sotto il fuoco incrociato delle domande dei tifosi, Mazzola, nell’occasione autista sfortunato, si sbottona a proposito del suo futuro

    Uno, due, tre: in un sol colpo tre bandiere lasciano la maglia granata

    Capitavano anche al Grande Torino le giornate storte, ma in un modo o nell’altro riusciva sempre a raddrizzare la situazione… magari anche con qualche aiutino arbitrale (sudditanza psicologica?)

    Una volta le crisi societarie venivano risolte dall’alto e per incidere davvero sulla situazione non si trovò di meglio che affidare il club a un emerito… chirurgo

    Arrivava dalla provincia di Padova l’angelo custode del Filadelfia

    Quando, come dice l’antico adagio, la vendetta è consumata fredda fa godere di più

    Corri, Vieri, corri, ma il tuo gran cuore granata non basta

    Una domenica un grande allenatore, durante una partita, si è alzato dalla panchina per andare a stringere una mano

    C’è pure il sangue nell’idea della prima maglia

    In una partita da leggenda il Grande Torino si inabissa per tornare a galla ancora una volta vittorioso

    3, 15, 44, 10: una bella quaterna che qualche scaramantico di certo ebbe a giocare al lotto

    Bari e Mazzola: come un cerchio che si apre e va a chiudersi fra la città e il campione

    Il primo gol del Torino in serie B lo segna un genio che usa il piede mancino come una mano

    A scorrere certi nomignoli che i tifosi hanno inventato per i loro beniamini, più che tra un gruppo di giocatori sembra di muoversi in un giardino zoologico

    Sono molti i tifosi granata a ritenere che il 10-0 inflitto dal Grande Torino all’Alessandria nel maggio del 1948 costituisca un record granata in assoluto, ma si scordano un assai più cospicuo 14-0

    C’è stata una stagione in cui neppure tre allenatori… e mezzo sono bastati per salvare il Talmone Torino dalla serie B

    C’era un calciatore talmente bravo che a molti pareva giocasse a occhi chiusi, seguendo un suo proprio istinto calcistico superiore

    Il signor Pozzo, ovvero il nostro mister

    Come confezionare un gol da cineteca: parole e musica di Paolo Pulici, detto Puliciclone

    Corsi e ricorsi, punteggi che si inseguono

    Stessa sede, sì, ma guai a mischiarsi

    Rivalità non solo in campo fra lo juventino Parola e il granata Mazzola

    Un poker alla Juve è una mano, pardon, un piede fortunato, per un’impresa che è capitata una sola volta nella storia

    In Brasile l’avventura del Grande Torino è piena di luci: per il gioco brillante e audace e per… le inedite notturne

    In una sola partita il Torino ha stabilito due incredibili, e insuperabili, record societari

    Carlo Crippa la fa grossa: il papà in tribuna si sente male per l’intensa emozione

    Ci fu una volta in cui il bianconero Boniperti scrisse ai giornali per smentire un fattaccio, accompagnando le sue righe con le firme di tre testimoni speciali

    C’è stata una partita in cui un allenatore ha chiesto all’arbitro di cacciare dal campo un proprio giocatore

    Poco spazio sulla carta, tanto in campo

    C’è stato un momento in cui il più grande cannoniere granata di sempre è andato a… ripetizione di gol

    Nella storia granata ci sono almeno due bomber che si staccano da tutti per il brutto vizio (per gli altri) di segnare gol a grappoli

    A proposito di imbattibilità, è bene non confondere quella relativa alle imprese del Grande Torino, poi proseguita da chi giocò dopo, con quella riguardante il campo Filadelfia

    C’è stata una partita internazionale giocata a Torino dove tutti e undici gli azzurri appartenevano alle squadre cittadine: dieci granata, campioni d’Italia in carica, e un bianconero, il portiere

    Il 16 maggio 1976 il Torino torna a conquistare lo scudetto, ma nel tripudio non tutti sono soddisfatti

    La proverbiale guigne (sfiga, per essere meno eleganti) granata parte da lontano

    Si fosse giocato d’inverno la pioggia di bottigliette non avrebbe avuto luogo, perché col freddo invece delle birre al bar del Filadelfia venivano serviti punch caldi, ma in bicchieri di cartone

    C’è stata una partita in cui i rigori non sono serviti a nulla

    In una pagina del grande libro del Torino si parla di un giocatore i cui gol sono costati 1,5 miliardi di lire l’uno

    Se le strade del Signore sono infinite, al contrario molto sovente quelle del calcio portano i campionissimi sempre alla stessa destinazione: la Juventus

    In una delle stagioni orribili del Toro non sono bastati quattro allenatori a evitare la retrocessione

    Nella storia del Torino una squadra ha affascinato quando c’era, ma anche quando non era più

    Nasce con una forte impronta granata la prima Nazionale della storia del nostro calcio

    Oggi scoppierebbe un putiferio, al tempo i granata mandarono giù il rospo in quieto silenzio

    A fine carriera lo chiamavano le vieux diable: sembrava avesse fatto un patto col demonio, Guglielmo Gabetto. Non smetteva di segnare, lasciando un segno profondo nelle stracittadine

    Il più grande bomber italiano di sempre transitò anche nel Torino e nel suo unico campionato in granata segnò un numero maggiore di gol rispetto ai gettoni di presenza

    C’è stata una stagione in cui la permanenza in A di un Toro giovanissimo e immaturo sembrò a tutti un vero miracolo: solo dopo si seppe perché

    L’ultima in granata di Sauro Tomà, il sopravvissuto, coincise con la sconfitta più pesante mai registrata dal Torino in campionato

    Quasi da ridere: imbarazzo alle stelle per la scelta di un nome

    Pur dominando per oltre un lustro, battendo a suon di gol ogni avversario, contro la rivale di sempre, la Juventus, Mazzola e compagni non brillarono mai, salvo in un’occasione

    Giovanni Arpino, uno juventino… dal cuore granata

    Al Toro c’è un personaggio, Fabio Bernardi, che in fatto di presenze batte certamente tutti, compreso il grande Giorgio Ferrini

    2. CAPITOLI

    Nel padre di tutti i campionati è già impresso il biblico destino del Toro: partorire sempre con sofferenza ogni conquista

    Se c’è, nei cento e fischia anni di vita del Torino, un giocatore che ha scritto una sua personalissima storia di imprese nei derby, be’, quello è Paolo Pulici

    «Ma che vi abbiamo fatto», invocavano i tifosi della Roma quando la loro squadra scendeva in campo contro il Grande Torino, che sembrava, chissà perché, avercela per davvero con i capitolini.

    Fra le tante disavventure che segnano la storia granata, ci sono due campionati fra loro molto simili in cui il titolo è sfumato rocambolescamente

    per un punto soltanto

    Non ci aveva creduto Edmondo quando l’allenatore gli aveva comunicato che, viste le tante assenze, domenica a Brescia avrebbe giocato

    Coppa Italia: tante gioie per il Toro, ma anche un bel po’ di delusioni. Una storia appassionante

    Enrico Marone Cinzano, ovvero come interpretare il ruolo di presidente nel modo più completo, fino a definire di persona persino gli acquisti stagionali

    Franco Ossola deve il suo destino di calciatore del Grande Torino a un ex granata, che quando l’aveva a Varese non voleva mai farlo giocare

    Molti gli ex giocatori del Torino che si sono seduti sulla panchina granata, non come rincalzi, ma come trainer. La maggior parte ha fallito…

    …ci sono anche quelli che ce l’hanno fatta a prendersi qualche bella soddisfazione e a vincere

    Navigando nella storia granata, è divertente imbastire formazioni ideali, improbabili per il fattore tempo, che mettono insieme giocatori di ere diverse, ma senz’altro stuzzicanti e curiose

    A Ferruccio Novo, presidente del Grande Torino, non piacevano gli scapoli, ma aveva lo stesso un debole per il più scapigliato dei suoi giocatori, Mario Rigamonti

    Quando il derby diventa una goduria che vale doppio: per la vittoria e per come la si ottiene

    La maledizione di un campo: il Castellani di Empoli

    Per il delicato campionato del 1949-50, il primo del dopo Superga, sono tanti i figliol prodighi che vogliono vestire la maglia del Torino

    L’interminabile calvario di Antonio Janni

    Nella storia di un club calcistico si contano date importanti che ne segnano il percorso. Per il Torino come il 24 febbraio ce ne sono davvero poche: è una data magica

    Sulla ruota di Genova, sponda Sampdoria, quante volte è uscito il 3 per un bomber granata!

    Anche se intitolato a un campione del Grande Torino, in campionato lo stadio di Varese resta un tabù per i granata

    Ci sono state almeno tre partite in cui i tifosi del Torino hanno avuto l’impressione che in campo, a giocare a fianco degli undici granata, ci fosse anche qualcun altro

    Esordio col botto, ovvero, per un granata, nel derby

    Anche in un mondo tritatutto come quello del calcio, a volte si spalanca una finestra di relativa longevità. Esemplare quella che lega il d.s. Gianluca Petrachi ai colori granata

    La presenza di un trio nell’organico della squadra coincide con i due Torino più forti di sempre

    Bibliografia

    Dedicato al piccolo Leonardo,

    che spero cresca con il Toro nel cuore

    e con un cuore da Toro.

    Nota: i dati statistici che compaiono nel testo sono aggiornati al 30 giugno 2018.

    Premessa

    Avvicinarsi alle vicende di un grande club calcistico è come predisporsi ad aprire un grande libro, più o meno voluminoso in ragione dell’antichità della sua storia.

    Più pagine, più storia; più storia, più storie.

    Storie minime, appunti, flash, notiziole da annotare magari sorridendo.

    Storie più importanti, decisive, da andare a conoscere più a fondo.

    Anche questo è un modo per sfogliare le pagine del libro che racconta la vita di una società di calcio.

    Alla fine, malgrado il loro elevato numero, non sono poi tanti i club che ospitano nello scaffale della loro avventura sportiva un librone ricco di tante e tante pagine.

    Indubbiamente il Torino fa parte di questa ristretta cerchia.

    Dalla notte della fondazione, il 3 dicembre del 1906, a oggi ne sono passati di campionati, ne sono state consegnate di partite agli archivi del nostro calcio, ne hanno compiute di imprese i tanti e tanti calciatori che hanno, anche solo una volta, indossato la casacca granata del Torino.

    Ed è qui, in questo tessuto di avvenimenti, in questo intrecciarsi di fatti e vicende umane e sportive, che si sviluppa la lettura del grande libro del Torino e, di riflesso, di queste nostre pagine che ne tratteggiano soltanto una piccola parte, qualche paragrafo, alcuni capitoli.

    Un modo, il nostro, di consegnare all’appassionato ora una pillola di storia, un fatto curioso, aneddotico; ora un racconto più intenso, dove motivazioni, affetti, eventi e imprese sportive si mescolano consegnando a chi legge un quadro più preciso, compiuto, dei fatti.

    Va da sé che a farla da protagonisti non possono che essere tutti coloro che hanno offerto sudore e fatica, gioventù e passione alla causa del Torino.

    I calciatori, per primi, ma anche dirigenti e tifosi, attori indiscussi di imprese sportive.

    I momenti storici, via via diversi; il rinnovarsi, meccanico e preciso, dei tanti campionati; il succedersi incessante di partite e confronti, le sfide divenute storiche col tempo; il continuo aggiornarsi delle statistiche costituiscono un serbatoio pressoché inesauribile dove si può andare a spigolare con ricchezza di particolari.

    Così anche per chi crede di sapere tutto, non è detto non spunti dal bagaglio delle memorie qualcosa di inedito, di non ancora perlustrato, nello spirito più vero del titolo di queste pagine, che quasi ammoniscono: attento, lettore, perché forse non tutti, te compreso, sanno che…

    1. PARAGRAFI

    Nel grande libro che racconta l’entusiasmante vicenda calcistica del Torino, i paragrafi sono momenti, istantanee, che colgono l’attimo, la partita, la curiosità, il risvolto unico di un personaggio. Sono pillole di storia che intrecciano ricordo e sentimento, emozione e riflessione, a volte anche nostalgia e delusione, disdetta e voglia di riscatto.

    Parte da lontano l’idea che riconosce alla tifoseria granata i tanti meriti che ha

    Forse non tutti sanno che dal 1912 al 1922 Vittorio Pozzo, l’autentico padre del calcio nostrano, fu il primo allenatore del Torino. Socio fondatore (seppure assente la notte del 3 dicembre 1906), nel club granata Pozzo svolse ogni genere di mansione, fece di tutto: dal giocatore (scarso) all’accompagnatore, dal segretario (efficientissimo) al dirigente, al trainer (illuminato). Poi, chiamato alla guida della Nazionale (che porterà a vincere due Mondiali e un’Olimpiade) si allontanerà giocoforza dai granata, restandovi tuttavia molto legato. Ne fa prova questa bella, schietta testimonianza rilasciata quasi settanta anni or sono, ma validissima ancora oggi: «Diciamo quello che va detto: è commovente lo spirito col quale i sostenitori del Torino sono rimasti quelli che erano nonostante le disavventure. Non hanno mai disperato. Più la squadra perdeva, più si stringevano concordi e fidenti attorno a essa. È tipica, è speciale, la folla del Torino ama i suoi colori nel senso più intimo del termine. Sa tacere, sa soffrire in silenzio, ma di fede non manca, di colori non cambia. Si chiude, si concentra in sé, corrucciata, sarcastica magari, ma decisa, sicura di quello che vuole. È un amore serio, radicato, primitivo, quello della folla granata per la sua squadra. Chiunque si è avvicinato all’ambiente e ne ha studiato la natura, ha dovuto convincersi di trovarsi di fronte a un fenomeno di tifo speciale. È la tenacia della ragione personificata. Io sono nato lì e muoio lì, dice il granata, e con il suo animo egli forgia nei momenti critici le forme morali della squadra».

    * * *

    C’è stata una partita in cui un giocatore del Torino approfittò di un fallo per… schiacciare un pisolino

    Forse non tutti sanno che del Torino dell’immediato dopo Superga il centrale Cesare Nay è stato una delle salde colonne portanti della squadra. Robusto e forte, grintoso e coriaceo, ha contribuito, in tante battaglie, a reggere la difesa granata, in una compagine sempre in procinto di scivolare nel precipizio della cadetteria. Ma oltre che a giocare Nay pensava anche allo studio e un giorno si rese protagonista di un episodio per lo meno divertente da lui stesso raccontato: «Era l’aprile del 1952, dovevamo giocare in casa contro il Palermo. In quei giorni ero alle prese con la preparazione di un ostico esame universitario al quale avevo dedicato molte ore di studio notturno e, come se non bastasse, ero anche diventato papà da poco e i pianti del pargolo non aiutavano di certo il raro riposo che potevo concedermi. La domenica, nel corso della partita, a un tratto un giocatore del Palermo mi spintona e mi manda a terra. Avverto come tenera sensazione la cara erba amica del Filadelfia e vengo preso come d’incanto da una dolce, languida sonnolenza, una sensazione meravigliosa. Mi do per svenuto, pur di approfittare dell’occasione per schiacciare un pisolino di qualche breve minuto. Fui però costretto a svegliarmi per le urla dei tifosi che, credendomi davvero privo di sensi, minacciavano l’invasione di campo!».

    * * *

    In un’occasione, Paolo Pulici, per non farsi mancare niente in carriera, ha voluto imitare il grande Piola

    Forse non tutti sanno che il più grande cannoniere del calcio italiano, ancora oggi insuperato dopo tanti anni e tanti campionati, è Silvio Piola (il quale, detto in parentesi, giocò pure una stagione, quella del campionato di guerra del 1944, con la maglia granata). Tutti invece sanno che Pulici è, a oggi, il più prolifico goleador della storia del Torino. Una storia che forse Pupi ha anche studiato, tanto che, una volta imbattutosi nella figura di Piola, ne abbia voluto seguire le orme. Il 16 novembre 1976 nel match interno vinto 3-1 contro il Napoli, infatti, lo ebbe a emulare per filo e per segno. Dopo aver già piazzato nella porta partenopea un siluro, verso la mezz’ora, sempre del primo tempo, Pulici riporta il Toro in vantaggio (nel frattempo c’era stato il pari di Savoldi) con una rete realizzata né di destro, né di sinistro, né di testa, né di petto, ma… di pugno. Sul preciso cross a centro area di Salvadori, salta contrastato da Bruscolotti per colpire di testa, nel gesto sembra alzare un braccio. Fatto sta che la palla

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