Le meraviglie di un sogno
Di Paolo Piras
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Anteprima del libro
Le meraviglie di un sogno - Paolo Piras
successiva.
PRESENTAZIONE
Con questa ennesima opera, Paolo non smette di stupirmi.
È impensabile che una persona oltre ad avere il pregio dell'inventiva, abbia tanta pazienza per creare un'opera così impegnativa, visto che comporre un poema con 4145 versi sempre in rima, che magistralmente si armonizzano fra loro… è al limite della follia.
L'originalità dello stile e delle tematiche, si reggono su un'impalcatura coerente, che in molti versi danno anche la sensazione di volare nell'immenso universo dell'immaginazione.
Rossana
Mentre l'alba annunciava il giorno,
sognavo un altro mondo migliore,
senza vedere nessuno attorno
illuminato da un gran bagliore.
Tutto ciò mi infondeva vigore;
tant'è che all'improvviso volavo,
e volavo senza ali per ore
e senza sapere dove andavo.
Nel frattempo, vidi che sorvolavo
sette grandi cascate scintillanti,
e mentre ancor più su mi libravo,
sentivo attorno soavi canti.
Erano degli angeli festanti,
che osannavano nostro Signore,
con san Pietro e con tutti i santi,
nel paradiso pieno di candore.
Pregando chiuso nel mio dolore,
chiesi a Dio la mia salvezza.
Mio Dio, giacché son peccatore,
non lasciarmi solo nell'incertezza.
Rafforza questa mia debolezza,
rinnovandola nel tuo cammino,
per sentire la tua dolce brezza
eppoi fiorire nel tuo giardino.
Prendimi come se fossi bambino
e sveglia in me l'anima che dorme,
per lodarti dall'alba al mattino,
affinché non perda le tue orme.
Fa' che io segua le tue norme,
per essere con tutti più cordiale.
Fa' che glorifichi il tuo nome
e con i miseri più solidale.
Fammi goder la luce celestiale,
se un dì, da te sarò perdonato.
Mentre pronunciavo l'amen finale,
da tergo mi sentii accarezzato.
Dall'evento rimasi stupefatto,
poiché vidi i miei cari amati,
che da tempo m'avevano lasciato
sulla terra dove erano nati.
Esultai con urli... soffocati,
per quanto il mio cuore fremeva;
poi deglutì con gli occhi bagnati,
con il mio viso che sorrideva.
Nel mentre, mia madre mi stringeva
sussurrandomi il suo amore,
che da bimbo sempre in me giaceva,
custodito dentro il mio cuore.
Poi, mio padre con tanto calore,
mi strinse a sé con giubilazione;
rammentandomi il suo valore
e la sua costante dedizione.
I miei fratelli per l'occasione,
musicarono con le ciaramelle;
mentre in me cresceva l'emozione,
nel sentir cantar le mie sorelle.
Luccicavano tutti come perle,
dato che furono glorificati
dall'Eccelso, che creò pur le stelle,
godendo pur la gloria dei beati.
Pensavo ai tanti diseredati
dalla vita, che fa sempre gioire:
poiché, pur colpevoli di misfatti,
persero l'anima nell'infierire.
Per loro, l'inferno è nel morire,
dato che saranno abbandonati.
Per questo, giammai potranno sentire
nostro Dio e i santificati.
Poi i miei, andarono nei prati
con gli angelici in processione,
per presenziare con quelli premiati,
alla loro certa liberazione.
Erano anime con l'afflizione,
che sulla terra pur si macchiarono
coi peccati per qualche distrazione,
che poi anche morendo restarono.
Cammin facendo, le guidarono
nell'astro della purificazione,
dove tutte insieme pregarono,
fino alla totale remissione.
Nel mentre che guardavo la funzione.
Per l'arrivo delle vergini sante,
fecero i canti di ovazione
e un lungo battimano scrosciante.
La cerimonia fu più giubilante,
quando apparve lo Spirito Santo;
poiché è il solo purificante,
delle buonanime a sé accanto.
Roteando provocò uno schianto,
formando una spirale grandiosa,
che gli avvolse come per incanto,
dando a loro la luce sfarzosa.
Poi, sentii una voce melodiosa,
se pur soave, era penetrante,
che diceva: "Da ora… in voi posa
l'eterno Spirito Santificante.
Per mia scelta, da questo istante,
sarete consiglieri dei prostrati,
che sono nella cascata lustrante,
sperando che da me siano graziati."
Si misero tutti inginocchiati,
pregando Dio con adorazione,
con lodi e cantici musicati,
finché terminò la celebrazione.
Mentre vagavo senza direzione,
a un tratto, rividi i miei cari;
e nel sentir tanta consolazione,
riabbracciai i miei famigliari.
Per un po', conversammo giubilari,
nel saper di me e io di loro...
e per quanto saggi e luminari,
ancora oggi ne faccio tesoro.
Nel frattempo, un angelo del coro,
si accostò a noi con gradimento,
con affianco un cherubino moro,
che stupito mi guardava contento.
Rimasi perplesso per un momento,
poi, ricordai il suo passato,
trattenendo le lacrime a stento;
perché si spense quand'era soldato.
Disse: «Che Iddio sia lodato.»
Risposi: «Ora e sempre da tutti.»
dopo ciò mi sentii più sollevato,
nel veder i miei cari compiaciuti.
Poi, mi disse: «Qui parlano i muti,
come i ciechi ora qui vedono,
come gli stolti qui sono arguti,
come i sordi ora qui sentono.
Mentre, sulla terra molti fingono
di non aver visto e né sentito,
mutando fatti, che poi finiscono
nel precipizio dell'indefinito.
Ora, ti sentirai avvilito,
perché ciò che dirò, ti farà male.
Il colpevole del mio delitto
è... un tuo amico attuale.
Purtroppo è un turpe criminale,
che ancora vive liberamente,
poiché col suo alibi geniale,
dimostrò di essere innocente.
Ciò ti dimostra, che di tanta gente
che sta con te, non tutti son leali,
perciò devi essere più prudente,
per evitare codesti brutali.»
Dopo che m'accarezzò con le ali,
con il suo angelo protettore
ci salutarono confidenziali,
con il segno del nostro Redentore.
Pensavo all'amico impostore,
mentre mi aumentava l'apprensione;
ma chi sarà mai… questo malfattore,
ormai senza anima in gestione?
L'amicizia è vera affezione,
che con semplicità va rispettata;
se non v'è ombra e non v'è finzione,
dalla verità è consolidata.
Tant'è che resta sempre alleata,
anche sapendo che deve soffrire.
E quando la vita è disagiata
è sempre pronta a intervenire.
Tutto ciò ch'è giusto, fa arricchire
la fiducia dando più sicurezza
e forza nel cammin da proseguire,
fino alla vetta della salvezza.
Visto che dov'ero v'è la purezza,
mi distolsi quel pensar dalla mente;
e nel ritrovar la mia pienezza,
parlai con i miei allegramente.
Le frasi erano dolci e lente,
nel raccontar i felici eventi
del nostro trascorso non più recente,
quando sulla terra fummo fiorenti.
Poi, io dissi: «Giacché son ferventi
i miei principi, essendo credente
son curioso come altri viventi,
di veder il posto magnificente.»
Proseguivo nel dir serenamente:
«Poiché so, che voi siete eloquenti,
io vi ascolterò riverente,
se parlarne vi renderà contenti.»
Mi guardavano tutti sorridenti,
poi, mamma iniziò a commentare:
«Si chiama Paradiso dei Redenti
e ha la forma di spira stellare.
La parte centrale è circolare,
che composta da vari elementi,
formano la struttura alveare,
che diffonde particelle lucenti.»
Inoltre chiariva in quei momenti:
«Qui non esiste né tempo né notte
né la pioggia, il freddo e i venti,
come la neve e il caldo forte.
Eppoi non ci sono terre incolte,
come non esistono