Maggie

Di Marzia Musneci

RACCONTO LUNGO (55 pagine) - THRILLER - Chiunque si sarebbe chiesto che ci facesse Corto Maltese fuori da una tavola di Pratt e Scilla Martini se l'era trovato davanti.

Scilla Martini non si è ancora rimessa dal tentativo di omicidio di cui è stata vittima, ma non riesce a stare fuori dai guai. Questa volta è un uomo affascinante e misterioso, che somiglia in tutto e per tutto a Corto Maltese, a coinvolgerla nell'indagine su un geologo trovato morto in riva al lago vicino a uno strano ordigno.

Marzia Musneci è nata a Roma e vive ai Castelli Romani. Giallista, pubblica per i Gialli Mondadori ("Doppia indagine", Premio Tedeschi 2011; "Lune di sangue", Premio letterario Città di Ciampino 2013; i racconti "Mary a novembre" su Giallo24 (2013); "Zeno Malerba, fotografo" (Giallo Mondadori, luglio 2014); "Il terzo testimone" in "Delitti in giallo "(Giallo Mondadori, agosto 2015). Per Delos Digital pubblica i gialli storici "Idi di agosto" e "Idi di febbraio", racconti lunghi. Il racconto "Cinque passi dal cespuglio" è nell'antologia "Romani per sempre", dicembre 2015, Edizioni della Sera. Quando nessuno guarda, scrive haiku. Vince il Premio internazionale di haiku indetto da Cascina Macondo nel 2013, ed è presente nelle raccolte "Hanami" ("Inverno, Autunno, Primavera") edite da Edizioni della sera.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 6 dic 2016
• ISBN: 9788825400250

Anteprima del libro

a cura di Vincenzo Vizzini

Marzia Musneci

Maggie

RACCONTO LUNGO

Prima edizione dicembre 2016

ISBN 9788825400250

© 2016 Marzia Musneci

Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0

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Indice

Il libro

L'autrice

Maggie

1. Ping

2. Verso l’alba

3. Identikit

4. Corto

5. Coincidenze

6. Guai di stagione

7. Il Greco

8. Maggie

9. Tregue

10. Growl

In questa collana

Tutti gli ebook Bus Stop

Il libro

Chiunque si sarebbe chiesto che ci facesse Corto Maltese fuori da una tavola di Pratt e Scilla Martini se l’era trovato davanti.

Scilla Martini non si è ancora rimessa dal tentativo di omicidio di cui è stata vittima, ma non riesce a stare fuori dai guai. Questa volta è un uomo affascinante e misterioso, che somiglia in tutto e per tutto a Corto Maltese, a coinvolgerla nell’indagine su un geologo trovato morto in riva al lago vicino a uno strano ordigno.

L'autrice

Marzia Musneci è nata a Roma e vive ai Castelli Romani. Giallista, pubblica per i Gialli Mondadori (Doppia indagine, Premio Tedeschi 2011; Lune di sangue, Premio letterario Città di Ciampino 2013; i racconti Mary a novembre su Giallo24 (2013); Zeno Malerba, fotografo (Giallo Mondadori, luglio 2014); Il terzo testimone in Delitti in giallo (Giallo Mondadori, agosto 2015). Per Delos Digital pubblica i gialli storici Idi di agosto e Idi di febbraio, racconti lunghi. Il racconto Cinque passi dal cespuglio è nell’antologia Romani per sempre, dicembre 2015, Edizioni della Sera.

Quando nessuno guarda, scrive haiku. Vince il Premio internazionale di haiku indetto da Cascina Macondo nel 2013, ed è presente nelle raccolte Hanami (Inverno, Autunno, Primavera) edite da Edizioni della sera.

Dallo stesso autore

Marzia Musneci, Idi di agosto History Crime ISBN: 9788867754106 Marzia Musneci, Idi di febbraio History Crime ISBN: 9788867756957 Marzia Musneci, Fattore di stress Delos Crime ISBN: 9788865307069

1. Ping

Scilla Martini spense il motore e percorse gli ultimi metri a remi. Assicurò la cima del barchino con una pietra, prese la torcia e attaccò l’arrampicata del piccolo promontorio. I due che stava tenendo d’occhio avrebbero attraccato nell’insenatura successiva.

La luna piena illuminava il lago Maggiore, ma nella vegetazione intricata non passava luce. Torcia accesa, occhi attenti e orecchie spalancate, Scilla procedeva cauta. Le sue costole erano guarite, aveva detto il medico, però gli sforzi le strappavano ancora una smorfia. Nel silenzio, ogni fruscio sembrava un boato.

Sorrise quando sentì un fuoribordo arrivare a velocità sostenuta.

Virata stretta. Magari vanno a chiglia all’aria, ghignò.

Ma non successe. Il motore dell’imbarcazione calò di giri per avvicinarsi al pontile.

Scilla era giunta quasi sulla sommità dello sperone di roccia, da cui avrebbe potuto vedere cosa combinavano quei due, quando sentì voci concitate, urla, trambusto di rami spezzati, scricchiolio di assi fradice.

Poi lo sparo.

Scilla sussultò, spense la torcia e si affrettò a raggiungere la cima del promontorio. Stesa a terra, al riparo di un tronco, guardò nell’insenatura, trattenendo il respiro fra i denti e ignorando una fitta alla costola destra.

Uno dei due uomini che aveva visto meno di un’ora prima, quello magro, stava trafficando intorno a un pilone che sorreggeva il pontile abbandonato, l’altro gli metteva fretta a gesti e sibili rabbiosi mentre avviava il motore.

Il Secco gettò qualcosa sulla barca e fece appena in tempo a saltare a bordo prima che il Ciccione voltasse la prua verso Stresa e partisse a tutto gas. Il ruggito del motore sparì in lontananza e restituì il silenzio a quell’angolo deserto del lago.

Tutti e due vivi e vegeti – pensò Scilla. – Allora cos’era quello sparo? Un segnale? A chi?

Si lasciò cadere in terra, scoraggiata.

Sarebbe tornata a casa con più domande che risposte, la condizione giusta per passare il resto della notte in bianco.

Stava per tornare al barchino quando lo sentì.

Un suono debole, che pulsava a intervalli lenti e regolari.

Che diavolo…?

Cominciò a scendere, seguendo il rumore. Dietro un ammasso di cespugli contorti, si accorse che gli impulsi seguivano il ritmo di una fioca luce rossa.

Il senso di allarme fece a pugni contro la curiosità e andò al tappeto.

La ragazza camminò in direzione del suono e della spia luminosa, li raggiunse, a un paio di metri dalla riva.

Ebbe un singulto.

Oh merda.

Il bagliore scarlatto illuminava a intermittenza la faccia di un uomo con un buco in fronte.

Scilla tastava il cellulare nella tasca del giubbotto, esplorando con la torcia l’area intorno al cadavere e a quel marchingegno. Una scatola nera rettangolare di trenta centimetri per dieci, su per giù. Un cavo collegato a una batteria e un altro che finiva nel lago.

Si chinò sul corpo steso in terra. Un uomo sulla cinquantina, berretto sportivo, tuta e sneakers. Il volto su cui la morte aveva dipinto un’espressione stupita.

Sapeva quello che avrebbe dovuto fare, ma esitava. Quante gliene avrebbe dette, il destinatario della chiamata?

All’inferno, imprecò