Marzia va a teatro
Di Ivan Mattei
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Info su questo ebook
"La sala era molto bella e, con il senno del poi, era comprensibile la curiosità di Marzia nel guardare i più piccoli particolari.
Aveva sempre pensato che il teatro non fosse fatto per lei.
Poi quell'incontro sull'autobus, e la voglia di vedere com'era fatta la vita fuori dal suo mondo.
Si spensero le luci, e Marzia si mise comoda a guardare il palcoscenico".
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Anteprima del libro
Marzia va a teatro - Ivan Mattei
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Capitolo 1
Marzia nacque 30 anni fa in uno dei quartieri più degradati di Roma.
La sua era una famiglia di quelle che molti definirebbero di sani principi
: la domenica a messa, gente ben educata che nel condominio non si vede e non si sente.
Suo padre, il signor Antonio, aveva fatto per una vita il fabbro. Dal suo lavoro aveva imparato che le cose e le persone potevano piegarsi al suo volere.
Sua madre, la signora Maria, era casalinga, anche lei da una vita. Fin da piccola si era dovuta occupare della casa e di tre fratelli più grandi. La morte della madre l’aveva resa, a soli 13 anni, la donna di casa.
Franco era il fratello di Marzia, prima perso e poi ritrovato. L’unica persona a non piegarsi al volere del signor Antonio.
Marzia era la primogenita, cresciuta dai genitori per diventare la perfetta donna di casa. Avrebbe seguito il percorso classico che portava le ragazze di buona famiglia dalle elementari alle medie, all’istituto magistrale. La sua salvezza, o la sua condanna, fu il fatto che vicino casa c’era soltanto un istituto tecnico. Il magistrale era nel quartiere vicino. Troppo lontano da casa. Quando nacque Franco, Marzia aveva 5 anni.
Per tutti doveva essere gelosa del fratellino, ed ogni cosa che succedeva doveva essere imputata a questa gelosia.
Sono pochi gli episodi che Marzia ricordava della propria vita, o meglio, dei suoi primi 18 anni.
La nascita del fratellino coincise con il suo primo anno all’asilo. Prima a lei pensava la mamma, ma ora era nato il piccolo, e lei poteva essere d’impiccio. L’asilo, quell’unico anno, era uno dei buchi neri nella memoria di Marzia.
Alle elementari mostrò buone capacità nel disegno. Per il resto era una bambina normale. Magari un po’ taciturna, ma comunque ben integrata nella classe.
La sua vita di brava cristiana seguì i passi canonici, rispettando le scadenze sacramentali.
Arrivata alla scuola media continuò nella sua carriera sufficiente. Era la classica bambina di periferia. Primi amori, prima sigaretta di nascosto, prima esperienza sessuale con un compagno di classe. Si trattava di Simone, un ragazzo pluri-ripetente, di due anni più grande di lei. Un ragazzo che, come le aveva detto chiaramente, voleva fare solo del sesso.
Te me la dai e io, in cambio, te faccio tocca’ er cielo co ‘n dito
.
E lei l’aveva fatto, perché tutte le sue amiche lo avevano fatto. E c’era stata male, perché non le era piaciuto, ma non poteva dirlo a nessuno.
Le sigarette erano arrivate per lo stesso motivo. Tutte le sue amiche fumavano? E allora doveva farlo anche lei.
Non si trattava di debolezza, ma di legge.
Marzia era una ragazza normale, per i canoni del tempo. Innamorata dell’ultimo cantante passato in tv, del ragazzo della classe superiore, fumatrice, ribelle.
Una ragazza normale, di quelle che odiano fare finta di essere innamorate dell’ultimo cantante passato in tv, del ragazzo della classe superiore, fumare, fare la ribelle.
E che però sa che non può farne a meno.
I ricordi dell’istituto tecnico erano un po’ più vividi, vuoi perché più recenti, vuoi perché le avevano segnato la vita più di altri.
Marzia era una delle tre ragazze della classe. Era cresciuta, ed ora esibiva una bellezza semplice, non completamente coperta da un trucco pesante. Un suo compagno di classe, il più normale, e per questo il più emarginato, la sfotteva bonariamente:
Stamattina se so’ dati da fa’ l’operai. Me l’immaggino quanno te mettono le impalcature intorno ar viso
.
Marzia rispondeva con un semplice sorriso.
Lei non trovava giusto prenderlo in giro. Una volta, spinta dalle altre, ci aveva provato, per poi chiedergli scusa all’uscita.
Mo sto più tranquillo. Me credevo che lo stucco t’era arivato ar cervello
.
Nonostante le materie non fossero di suo gradimento, Marzia si applicava molto e riusciva a raggiungere la solita sufficienza.
Durante il quinto anno accadde qualcosa che avrebbe portato ad un deciso cambiamento la sua vita. Nella sua classe era arrivato Andrea, un ripetente. Era stato bocciato grazie alla pessima condotta, e questo lo rendeva l’eroe della classe.
Vestito alla moda, era conscio del suo ruolo di punta nella classe, e se ne approfittava.
I ragazzi facevano a gara per entrare nelle sue grazie.
Le ragazze facevano a gara per dargli le proprie grazie.
Ufficialmente Sonia era la sua fidanzata, ma si sapeva per certo che Andrea riusciva ad andare con una ragazza a settimana, riuscendo a coprire, con una casuale