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Il "mio" cammino di Santiago: 900km di emozioni ed amicizie
Il "mio" cammino di Santiago: 900km di emozioni ed amicizie
Il "mio" cammino di Santiago: 900km di emozioni ed amicizie
E-book174 pagine2 ore

Il "mio" cammino di Santiago: 900km di emozioni ed amicizie

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Info su questo ebook

Questo libro non è un itinerario di viaggio ma è nato per mettere ordine nei ricordi ed emozioni vissute lungo il Cammino di Santiago.
La decisione di partire è maturata quando la strada ha "chiamato", in un periodo stupendo della mia vita, pochi giorni dopo il conseguimento della laurea triennale e la nascita del mio primo nipote.
Con un biglietto di sola andata, presi un treno che mi portò sui Pirenei, a St. Jean Pied de Porte dove ebbe inizio il "mio" Cammino.
Il Cammino di Santiago mi ha dato tanto, mi ha permesso di incontrare persone speciali, me stesso e di cambiare il mio modo di vedere e affrontare la vita, insegnandomi a non abbattermi mai davanti alle difficoltà ed a vivere la quotidianità sempre con il sorriso.
Un diario non trasmetterà mai fino in fondo quello che significa vivere il Cammino ma spero, nel mio piccolo, di riuscire a trasmettervi anche solo in parte le emozioni e le fatiche che ho vissuto sulla strada.
LinguaItaliano
Data di uscita8 apr 2017
ISBN9788826071961
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    Anteprima del libro

    Il "mio" cammino di Santiago - Marco Pagliarin

    Conclusione

    Prefazione

    Nell’estate del 2008, a seguito del conseguimento della laurea triennale, decisi di mettere in spalla lo zaino e partire. Ho impiegato alcuni anni a trovare la voglia di mettere un po’ di ordine ai miei pensieri e ricordi, ma alla fine sono riuscito a scrivere il mio diario di viaggio.

    Ho percorso a piedi il Cammino francese, quello storico se così si può dire, che parte da Saint Jean Pied de Porte in Francia valicando i Pirenei per poi proseguire attraverso Roncisvalle, Pamplona, Burgos, Leon, Ponferrada fino ad arrivare a Santiago de Compostela (800 km in tutto circa). Per i più volenterosi il Cammino però non si ferma a Santiago ma si può proseguire fino a Cabo de Finisterre, conosciuto nell'antichità come il luogo che segnava la fine del Mondo, il capo più ad ovest dell'Europa, detto anche Cabo de la Muerte (900 km per chi proseguisse fino a qui).

    Proverò a raccontare la mia esperienza tappa per tappa, raccontandovi il Cammino non tanto dal punto di vista logistico ma più come una esperienza personale intrisa di incontri, emozioni e fatica.

    Di una cosa sono certo, ogni mia parola non sarà mai sufficiente a descrivere il vero significato di quello che si vivono sulla strada, su questo piccolo mondo a sé che è il Cammino di Santiago. Se deciderete di intraprendere quest'avventura tornerete a casa con il cuore pieno di emozioni e ricordi speciali, anche se poi dovrete fare i conti con quella che è la dura verità: la vostra vita non sarà più uguale e tutto avrà un sapore diverso.

    Introduzione

    Ci sono tanti motivi per cui una persona può sentire di dover partire per intraprendere questo tipo ti viaggio. C'è chi lo fa per fede o per trovare la fede, chi lo fa per trovare se stesso, chi lo fa per curiosità, chi lo fa per sport, chi lo fa per poter semplicemente dire: Io l'ho fatto. Ci sono veramente tanti motivi per cui una persona sente di dover partire, ma per farlo ci vuole sicuramente una motivazione interiore forte, qualsiasi essa sia.

    Stavo vivendo uno dei periodi più belli della mia vita: stavo per laurearmi, stava per nascere Francesco, il mio primo nipote, avevo degli amici stupendi intorno a me, coinquilini fantastici, una ragazza stupenda accanto, stavo per cambiare la mia vita trasferendomi a Trento per iscrivermi alla laurea specialistica. In questo momento perfetto però, sentivo che qualcosa non andava in me. Forse questo senso di perfezione surreale o la paura di lasciare tutto per ricominciare vita in una nuova città, non lo so. Avevo una sola certezza, quel pensiero latente di affrontare un giorno il Cammino di Santiago, sentivo che si stava risvegliando e il Cammino mi stava chiamando in qualche modo che non so descrivere. Sentivo di dover partire per affrontare la sfida più grande: me stesso. Così tutto ha preso forma.

    Senza dire niente a nessuno e senza allenamento, documentandomi semplicemente sulla città di partenza e di arrivo del Cammino per avere un'idea del percorso, ho comprato il biglietto del treno sola andata: Mantova-Milano-Nizza-Bayonne. Il 26 luglio 2008, due giorni dopo la mia laurea e la nascita di mio nipote, ho salutato la mia famiglia e i miei amici e senza sapere quando sarei tornato, col mio zaino in spalla, sono salito sul treno e sono partito. Non sapevo cosa mi aspettava, non sapevo cosa avrei trovato lungo il percorso e tutto questo mi dava quel senso di eccitazione e paura che mi faceva sentire veramente vivo. Solo con me stesso a vivere la strada e ad attraversare la Spagna a piedi, all'avventura!!

    Il viaggio

    La partenza e il viaggio sono stati decisamente da brivido. Arrivato a Milano, andai sul binario dove sarebbe partito il treno per Nizza. Sul binario c'era un treno in attesa. Il tabellone indicava la mia destinazione e visto che ero in anticipo di un'oretta e volevo pranzare, dopo aver chiesto conferma ad un addetto che si trovava sul binario che quello fosse il treno diretto a Nizza, salii sul treno in compagnia di una signora che era accanto a me mentre chiedevo informazioni. Dopo essermi seduto al mio posto e aver iniziato a pranzare, di lì a qualche minuto si chiusero le porte del treno e questo incominciò a muoversi, decisamente in anticipo rispetto all'orario di partenza. La signora presa dal panico si mise ad urlare e a camminare all’impazzata nella carrozza. Dopo aver cercato di calmarla iniziai a girare per tutto il treno alla ricerca del capotreno, senza trovare nessuno se non venditore di stuzzichini che imprecava girovagando per il treno alla ricerca di un controllore o del capotreno.

    Il treno continuava ad andare e nessuno dei tre aveva idea di come fare a farlo fermare ma ad un certo punto, guardando fuori dal finestrino, vedemmo degli addetti ai lavori sui binari ed iniziammo ad urlare e a battere coi pugni sui vetri disperati cercando di farci notare. Gli operai, vedendoci, riuscirono a far fermare il treno per farci scendere, ma ormai eravamo quasi arrivati in deposito e il nostro treno, quello giusto, sarebbe partito nell’arco di mezz’ora. Dopo essere scesi dal treno un addetto delle ferrovie iniziò, alterato, a chiederci perché ci trovassimo su quel treno, dicendo che non sapevano come riportarci in stazione in tempo per prendere il treno per Nizza.

    Alla fine dopo avergli spiegato la situazione, con un po' di difficoltà, riuscirono in qualche modo a farci salire su una motrice di fortuna e, in fretta e furia, venimmo portati in stazione centrale giusto in tempo per prendere il nostro treno. Il viaggio aveva inizio!

    Di certo un inizio di questo tipo non sembrava di buon auspicio, ma almeno ero sul treno. Il viaggio proseguì piacevole, cambiavano i passeggeri al mio tavolino e ogni tanto si scambiavano due parole per passare il tempo. Per tutto il viaggio, inoltre, un gruppo scout che viaggiava sulla mia carrozza diretto a Lourdes ci allietò con canti e risate. Purtroppo le disavventure non erano ancora finite: il treno accumulò un ritardo di più di un'ora e rischiavo di perdere la coincidenza a Nizza. La fortuna sembrava però non avermi abbandonato le spalle e a Nizza aspettarono la coincidenza così potei proseguire fino a Bayonne senza altri intoppi.

    Arrivai alla stazione di Bayonne il giorno seguente, verso metà mattina, e da lì dovevo prendere un trenino di 4-5 vagoni che portava a Saint Jean Pied de Porte, su cui praticamente salivano solo pellegrini. Salendo sul treno incontrai una ragazza, Alessia di Viareggio, 19enne, partita anche lei da sola con la quale strinsi amicizia appena scesi dal treno e con la quale mi trovai in seguito a percorrere alcune tappe del Cammino. Su quel treno in realtà non c'era solo Alessia, ma c'erano anche altre persone che poi avrei rincontrato sulla mia strada, ma questo ancora non lo sapevo.

    A St. Jean, piccola cittadina di montagna sui Pirenei da cui inizia il Cammino, prende forma un fiume, un fiume di persone in continuo movimento. Ogni giorno qualcuno arriva da qualche parte nel mondo e parte alla volta di Santiago. I pellegrini sono un fiume stupendo e instancabile che si muove senza sosta, ogni giorno, per arrivare a destinazione.

    Il mio Cammino iniziò il 27 luglio 2008 a Saint Jean Pied de Porte, citata anche nel famoso libro di Coelho sul Cammino di Santiago, nell'ufficio di accoglienza degli Amis du chemin de Saint-Jacques. Qui, per chi non si fosse procurato prima di partire la credential, la carta su cui apporre i timbri degli ostelli necessaria per intraprendere il Cammino, è possibile ottenerla e farsi apporre il primo timbro, uno dei più belli di tutto il Cammino.

    La strada mi stava aspettando, ora non avevo più scuse, dovevo solo iniziare a camminare e non vedevo l'ora di farlo.

    Tappa 1

    27/07/08 Saint Jean Pied de Porte - Honto

    Il primo giorno del Cammino, il 27 luglio, lo ricordo ancora come fosse ieri. Ero appena arrivato a St. Jean e camminavo con Alessia verso l'accoglienza per i pellegrini. Era circa ora di pranzo e la strada principale del paesino era piena di pellegrini in attesa dell'apertura dell'ufficio. Eravamo tutti seduti, con i nostri zaini, cercando un po' di ombra. Ci guardavamo attorno, io cercavo di guardare i visi delle persone che avevo a portata di sguardo perché avevo voglia di osservare tutto ciò che mi circondava per percepire le emozioni per imprimere nella mente quel momento.

    Alessia ed io mangiammo un panino seduti all’ombra su una scalinata di una casa diroccata, cercando un po' di sollievo dal caldo estivo. Poi arrivò l'ora di apertura dell'ufficio. Tutti corremmo verso l'entrata, c'era voglia ed entusiasmo in tutti. Non so come trasmettervi l'emozione, è un po’ come il primo giorno di scuola, o prima della partenza di un viaggio, o prima di iniziare un nuovo lavoro. Sai che stai per iniziare qualcosa, sai che finirai da qualche parte, ma non sai cosa ti aspetti tra la partenza e l'arrivo, senti solo quel brivido che ti percorre la schiena e ti dice: vai, sei pronto, è il momento!

    Eravamo tutti in fila, aspettando il nostro turno per avere il timbro oppure sia credential che il timbro. La casa era in pietra, vecchissima. Dentro c'erano tanti simboli del pellegrinaggio: immagini, mappe, scritte e un tavolo molto grande con gli addetti al Cammino. Ricordo che appesa al soffitto c’era una bilancia antica, per chi volesse pesare lo zaino prima di partire. Mentre si aspettava il proprio turno, si parlava con le persone in fila, in italiano, in inglese o in qualunque altra lingua, a volte a semplici gesti per cercare di capirsi. Poi il momento più emozionante, il mio turno.

    Mi consegnarono la credential e vi apposero il timbro (un pellegrino col bastone su cui è attaccata la concha, la conchiglia simbolo del Cammino, e sullo sfondo le montagne e il simbolo della confraternita degli amici del Cammino), mi spiegarono il percorso per arrivare fino a Roncisvalle, la prima città del Cammino oltre i Pirenei in terra spagnola, mi consegnarono l'altimetria di tutto il Cammino e infine mi salutarono. Prima di uscire ricordo che io ed Alessia, curiosi, pesammo il nostro zaino. Il mio pesava 11kg. Prima di partire pensavo di aver preso su lo stretto indispensabile ma il peso era veramente eccessivo e i primi giorni di Cammino me ne resi conto.

    Usciti avevamo due opzioni: fermarci a St Jean a dormire e partire il mattino seguente, oppure iniziare subito il Cammino verso Honto (non ho mai capito come si scrive) dove c'era il primo albergue (così si chiamano gli ostelli del Cammino). Io ed Alessia decidemmo di partire subito, entrambi eravamo chiamati dalla strada, entrambi sentivamo qualcosa dentro che ci diceva di non esitare, di andare, di vivere il momento. La prima tappa St Jean-Roncisvalle aveva un dislivello in salita e discesa molto forte: circa 1000m a salire e altrettanti a scendere nella stessa tappa. Tappa ostile e per camminatori veri.

    La strada per arrivare a Honto non era tanta, forse 8-10 km, tutti su strada asfaltata e in mezzo al verde: stupendo. Non ci vollero più di un paio d'ore per arrivare all' albergue e lì, dopo esserci presentati ed aver timbrato la credential, ci assegnarono alla nostra camera. Io, Alessia, Giada e Andrea (sposati), Valeria e Mirko (sposati) e Alessio, tutti nella stessa stanza, tutti a condividere il primo attimo, il primo momento, le sensazioni e i motivi che ci avevano spinti a partire: il primo confronto. Era bello sentirsi parte di un gruppo, tutti partiti per mettersi alla prova, chi con se stesso, chi con il partner, chi con la fede. La prima cena fu molto felice e spensierata, ognuno raccontava qualcosa di se, un storia, un aneddoto, le paure. Fu un bellissimo momento di pura condivisione.

    Avevo appena assaggiato quello che era il Cammino, avevo mosso i primi passi verso Santiago, avevo mosso i miei primi passi verso me stesso.

    Quando partii con me portai un diario e quella sera dentro il diario, quando scrissi le mie prime parole da pellegrino, trovai una lettera di mia mamma che diceva:

    "Caro marco, oggi 26/7/08 ti appresti ad affrontare un percorso che ti porterà un po' lontano da me, da noi. Vorrei dirti e scriverti tante cose, farti tante raccomandazioni, ma è meglio che stia zitta. Per me, anche se sono abituata a vederti poco, sarà un periodo di tensione. Spero e ti auguro che questa scelta che hai fatto ti serva, poiché il Cammino sarà molto lungo e faticoso. In bocca al lupo e Buona strada. Un abbraccio fortissimo e tanti baci. Mamma."

    Quella sera, quando lessi queste parole, qualche lacrima scese dai miei occhi e tutt’oggi nel rileggerle o nel ripensarci ancora succede. Avevo 22 anni, ero lontano da casa, partito da solo per qualcosa di ignoto, ma nel mio cuore sapevo di non esserlo, sentivo le persone che mi amavano e mi volevano bene vicine la mia famiglia, i miei amici, il

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