Il (mio) palinsesto
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Info su questo ebook
Il senso non c’è o forse si.
Si esce dalla sala cinematografica alle volte divertiti, alle volte pensierosi ed alle volte felici e basta. Questi 10 racconti sono quelle 10 volte che andiamo al cinema e ne usciamo ogni volta con un sentimento diverso.
Buona visione!
Ops!!!
Buona lettura!!!
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Recensioni su Il (mio) palinsesto
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Anteprima del libro
Il (mio) palinsesto - Laura Bortolozzi
parziale.
Siglia
Laura che ama le giraffe con i piedi ben piantati per terra e la loro capacità di alzarsi oltre il disordine del mondo e guardarlo con divertita ironia.
Laura e i suoi fili colorati con i quali ricompone ed armonizza quello che la vita le porta, che sia uno scaldabagno rotto o un concerto di Adele.
Laura che sa che un buon palinsesto ha bisogno in ugual misura di continuità e discontinuità, certezze ed improvvisi stupori. Come la vita.
Laura che quando racconta ti trasporta con leggerezza in pensieri mai banali, mai scontati.
Laura che non si limita a guardare gli altri cerca di vederli.
Laura che vorrebbe regalare agli altri sempre l’happy end, perché è il suo modo di rassicurarli.
Laura che diventa madre alla fine di un amore ma sa che il suo basterà per fare di Liliana una persona felice.
Laura sempre un po’ ruvida, spiazzante, appassionata.
Laura che dopo anni di lavoro insieme mi da ancora del lei, ma sa dare del tu al mio cuore.
Il Capo-Vittima
Roberta Enni
Lo scaldabagno…
QUANTE COSE DA FARE E QUANTE DA DIRE…
Tutte tutto insieme!
E mi si rompe lo scaldabagno!
Ma andiamo per ordine…
Mi sono sempre chiesta perché molta gente decida di farsi la doccia la sera… io credo che la mattina sia il momento migliore. Certo è anche vero che alzandomi alle 5,30 e camminando circa 8 km sia conveniente lavarsi una volta tornata a casa… ma non è solo questo… e potrei continuare all’infinito in merito alle mie abitudine casalinghe. Ma questo perché? Perché alla fine poi tutto gira anche per la casa.
La nostra casa, la vita che all’interno della stessa si conduce. I nostri pensieri, i nostri affanni, dolori, chiacchiere e impegni noto che alla fin fine dipendono sempre anche da una routine quotidiana alla quale però non facciamo mai del tutto caso. E quando me ne rendo veramente conto? Quando succede qualcosa!!!!!!!!! Quando mi si rompe lo scaldabagno!!!! Quando quella routine si blocca e tutto ad un tratto mi ricordo che vivo dentro una casa … con una bambina di 9 anni… e che palle… penso io.
Per un istante però dimentico tutto. Dimentico le mie problematiche, metto una distanza siderale tra me e la mia testa, insomma smetto di pensare. Il mio unico pensiero verte sulla risoluzione del pensiero senza però agire per tutto il resto in maniera automatica, come ad esempio comprare la merenda per la gita della bambina, firmare l’autorizzazione, andare in ufficio e rispondere alle mail per comprare un meraviglioso concerto che ho deciso, di ritorno da Liverpool fosse mio.
Ho cercato senza neanche volerlo quel concerto. Mi sono seduta nel mio Box gentilmente concessomi dalla società di distribuzione e anziché andare a cercare un film o una serie ho cercato quel concerto. Tutto mi sembrava giusto. Tutto mi ricordava delle parole e delle frasi dette tempo addietro.
Doveva essere mio perché quel concerto senza che nessuno lo sapesse e senza che nessuno mai lo saprà mi rappresentava. O per meglio dire aveva rappresentato un periodo della mia vita. Nell’ordine delle cose i ricordi se messi al posto giusto riescono sempre ad essere di aiuto nella mia programmazione. Agisco come fossi un’invasata ma sono altrettanto certa che poi nel caos che inizialmente sembra essere l’ordine poi avviene l’ordine reale quello per il quale era nato il caos che a sua volta poi in realtà altro non era che l’ordine dato alle cose.
Ecco l’ho detto… entro a gamba tesa nell’ufficio del mio capo-vittima e le comunico che non avrei accettato un No, le spiego con estrema calma, ma con un po’ di agitazione, la mia volontà di programmazione, e concludo che l’evoluzione non riguarda solo il modo animale ma anche quello televisivo, naturalmente mi dice di si sperando di vedermi lasciare la stanza e ciò avviene. Ottenuto il mio si ora si tratta di andare al palinsesto e trovare un giorno anzi il giusto giorno dove inserire quello che io e solo io so essere un pezzo di me ma che per tutti di un semplice concerto trattasi.
Rompo le palle a tutti insomma, e tutti se le fanno rompere. Accendo il mio cellulare e faccio sentire il concerto a tutto il corridoio dando ad intendere che sarebbe pura