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La farfalla sullo zaino
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E-book488 pagine7 ore

La farfalla sullo zaino

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Info su questo ebook

Quali tesori nasconde il cuore apparentemente cinico e disincantato di un giovane venditore giunto in breve tempo ai vertici aziendali e abituato a giocare vere e proprie partite di abilità intellettuali e astuzia e raffinate trattative di business con clienti di rilievo internazionale?
Ci sono valori più importanti dell'eccellenza e della competitività?
L’Autore ha saputo costruire una serie di piccole storie, microcosmi che raffigurano paesaggi montani, scenari urbani, ricordi marini che s'intersecano a vicenda, nel contesto della macrostoria, dove la trama narra la maturazione esistenziale di un uomo nel pieno delle forze e all'apice del successo che ha saputo mantenersi fedele a un solo principio: mai mentire a se stesso.
Il protagonista compie, nell'arco di tutta la sua giovane vita, un vero e proprio percorso di lavoro finalizzato alla conoscenza di sé e del mondo, in particolare egli lavora sulle sue competenze in ambito relazionale e comunicativo. Sarà l'amore a svelare a poco a poco l'anima di sognatore e di bambino umiliato che si nasconde dietro la maschera dell'efficienza e della scaltrezza.
Ma più di ogni altra cosa, egli è capace di volare con la fantasia, creandosi una sorta di mondo parallelo, dove un bimbo conosciuto in un orfanotrofio anni addietro, divenuto nella sua interiorità e nel suo cuore una sorta di guida, lo conduce alla realizzazione dei suoi sogni più ambiti.
LinguaItaliano
Data di uscita14 ago 2017
ISBN9788885566026
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    La farfalla sullo zaino - Carlo Olgiati

    CARLO OLGIATI

    LA FARFALLA SULLO ZAINO

    COLLANA OLTREMARE - NARRATIVA

    © 2017 TraccePerLaMeta Edizioni

    ISBN 978-88-85566-02-6

    Associazione Culturale TraccePerLaMeta

    www.tracceperlameta.org

    info@tracceperlameta.org

    Collana Oltremare - Narrativa

    I Edizione digitale settembre 2017

    Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.

    Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall’Editore.

    L’opera è frutto di fantasia e ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.

    Art Director: Laura Dalzini

    Graphic Designer: Stefano Dalzini

    PREFAZIONE

    Quali tesori nasconde il cuore apparentemente cinico e disincantato di un giovane venditore giunto in breve tempo ai vertici aziendali e abituato a giocare vere e proprie partite di abilità intellettuali e astuzia e raffinate trattative di business con clienti di rilievo internazionale?

    Ci sono valori più importanti dell’eccellenza e della competitività?

    Può uno yuppy rampante lontano anni luce dal candore dell’infanzia trasformarsi sino al punto da scoprirsi scrittore di fiabe?

    Cosa è in grado di determinare tale metamorfosi?

    Queste sono solo alcune tra le importanti domande a cui cerca di rispondere questo libro, scritto con un linguaggio attuale e brioso, dalla trama apparentemente semplice ma ricca di colpi di scena.

    Carlo Olgiati ha saputo costruire una serie di piccole storie, microcosmi che raffigurano paesaggi montani, scenari urbani, ricordi marini che s’intersecano a vicenda, nel contesto della macrostoria, dove la trama narra la maturazione esistenziale di un uomo nel pieno delle forze e all’apice del successo che ha saputo mantenersi fedele a un solo principio: mai mentire a se stesso.

    Una ricerca di autenticità, quella del protagonista, che egli, consapevole che il crudele mondo degli affari tende a respingere e a schiacciare i sentimenti, ha saputo celare a tutti: nessuno sembra conoscere il suo vero volto, come la sua infanzia carica di sofferenza non è nota ad alcuno.

    Sarà l’amore a svelare a poco a poco l’anima di sognatore e di bambino umiliato che si nasconde dietro la maschera dell’efficienza e della scaltrezza.

    Un amore immenso, cercato per tutta la vita, pur nella miriade di relazioni da una notte.

    O forse gli amori, nella vita di un uomo, possono essere più di uno?

    Tre donne attraversano la vita di Lorenzo e a ognuna egli dedica un sentimento intensissimo e profondo; ma solo una gli prenderà il cuore per sempre e a poco a poco gli donerà una nuova visione dell’esistenza.

    Questo romanzo canta la vita nelle sue mille, imprevedibili, sfumature: tratta della gioia, della tristezza, del dolore, dello stupore, dell’attrazione fisica, del desiderio dell’anima; descrive senza menzogne il fango di certi contesti dove l’essere umano è ridotto a semplice mezzo e anche la rabbia che alcuni comportamenti possono suscitare e gli errori, dovuti a inesperienza e a timori infondati, di cui tutti noi possiamo essere o essere stati vittime, quasi sempre inconsapevoli, di altri e di noi stessi.

    Il protagonista compie, nell’arco di tutta la sua giovane vita, un vero e proprio percorso di lavoro finalizzato alla conoscenza di sé e del mondo, in particolare egli lavora sulle sue competenze in ambito relazionale e comunicativo.

    Ma più di ogni altra cosa, egli è capace di volare con la fantasia, creandosi una sorta di mondo parallelo, dove un bimbo conosciuto in un orfanotrofio anni addietro, divenuto nella sua interiorità e nel suo cuore una sorta di guida, lo conduce alla realizzazione dei suoi sogni più ambiti: un amore senza menzogne, una famiglia colma di amore, la scoperta del senso e del gusto delle piccole gioie quotidiane, lievi come ali di farfalla, colme di bellezza e magia nella loro dolce semplicità.

    Ilaria Celestini

    (critico letterario, specialista in Lingua e Letteratura Italiana,

    Direttore Editoriale di TraccePerLaMeta Edizioni,

    sezione Narrativa e Spiritualità)

    LA FARFALLA SULLO ZAINO

    1. Una giornata storta

    Inconfondibile: il rumore non era il solito cinguettio degli uccellini che usualmente sentiva quando si svegliava nella sua casa posta sulla collina; dalla camera da letto vedeva il profilo sfumato delle colline scendere dolcemente fino a confondersi con il grigio dell’acqua, di prima mattina mancava ancora tempo perché tutto prendesse forma e il cinguettio era l’unico suono compiuto, definito, l’annuncio di un nuovo giorno. Il ronzio proveniva dalla carcassa del suo nuovo smartphone, emetteva la suoneria della sveglia e vibrava come una lavatrice in miniatura; ne portava un altro di scorta nel caso che il primo non funzionasse, li odiava, erano degli strumenti di lavoro indispensabili ma lo rintracciavano ovunque, a qualsiasi ora. Zitta, vecchia lattina! disse mentre spegneva la suoneria; lo aveva svegliato improvvisamente, Lorenzo era l’ultima cosa che avrebbe voluto sentire: quella mattina non era proprio in forma, si era addormentato tardi verso le 2.00 del mattino, più per stanchezza che per il sonno.

    Il giorno precedente, giovedì di metà maggio, era andato tutto storto, aveva un appuntamento con il cliente per le 16.00 a Torino, doveva presentare la bozza dell’offerta economica al responsabile IT manager Giorgio, presso la NEW.IT.TEl, società di servizi di telefonia e internet di cui Giorgio era un dirigente della società, con competenze tecniche economiche, era lui che firmava i contratti in ambito IT.

    Giorgio era il suo interlocutore, aveva chiesto a Lorenzo l’offerta economica che si sarebbe discussa durante l’appuntamento del pomeriggio. Lorenzo e Giorgio si conoscevano bene, i loro rapporti erano franchi e cordiali, erano quasi amici, tanto che durante i loro incontri di lavoro trovavano spazio per delle battute simpatiche sui loro colleghi e colleghe; parlavano di tempo libero, di politica, poi come due professionisti che lavorano per aziende diverse, quando si entrava in merito al lavoro, la discussione correva sempre su binari corretti, ciascuno di loro faceva gli interessi della propria azienda, ed era normale che a volte ci fossero delle discussioni dure, ma entrambi si rispettavano e avevano un’ottima considerazione l’uno dell’altro.

    Per Lorenzo come account manager, in sintesi, un commerciale di soluzioni in ambito I.T., la discussione per la preparazione del contratto finale era la parte più interessante: era il momento in cui si discutevano i prezzi e gli sconti; tutto sommato da lì si poteva capire quali sarebbero stati gli utili di un nuovo contratto ancora prima della firma finale del contratto, era la vera trattativa, dopo di che si stilava il contratto finale a cui apporre la firma; era in quel momento che poteva dire al suo capo: Ci siamo, posso preparare la bella copia del contratto da firmare. Salvo eccezioni rare, si poteva dire: È quasi fatta.

    Giorgio aveva informato Lorenzo all’ultimo momento che l’appuntamento sarebbe stato annullato. Alle 14.00 l’aveva chiamato: Ciao, Lorenzo, purtroppo l’appuntamento di oggi delle 16.00 è rimandato a domani, venerdì mattina alle 9.30. Lorenzo chiese il motivo. Ci sarebbero troppe cose da dire, non posso rispose Giorgio, sono in riunione, comunque vorrei vederti oggi alle 19.00, ti spiegherò più tardi, potremmo fare un aperitivo insieme, in Piazza Vittorio Veneto, siamo vicino alla sede della NEW.IT.TEl.

    Va bene rispose Lorenzo ci sarò, tieni presente che domani è venerdì, nel pomeriggio alle 18.00 ho un altro appuntamento privato assolutamente inderogabile, devo lasciare Torino nel primo pomeriggio.

    Lorenzo non aveva alternativa, Giorgio rappresentava il cliente, non aveva preso in considerazione l’idea di fermarsi a Torino per la notte, ma a quel punto avrebbe visto volentieri in serata Giorgio per capire il motivo.

    Lorenzo doveva portare alla sua società un riscontro di come stava procedendo l’offerta, il nuovo l’appuntamento per il mattino alle 9.30 del giorno dopo andava bene; era più ansioso per Daniela, stava aspettando una telefonata di lei, la sua compagna: sarebbe dovuta arrivare il giorno dopo, venerdì sera alla stazione di Milano alle 18.00, aspettava una conferma via telefono, non era sicuro del suo arrivo, ma preferiva tenersi libero, al più tardi sarebbe arrivata sabato mattina.

    Dopo la telefonata di Giorgio, Lorenzo era incuriosito, c’era qualcosa che non quadrava, era già capitato che con Giorgio dopo un incontro di lavoro fissato per il pomeriggio e terminato tardi, ben oltre l’orario, ci si facesse un aperitivo insieme, ma questa volta la richiesta di Giorgio era insolita: non si parlava mai di lavoro fuori orario e proprio al bar, Giorgio durante la breve telefonata gli era sembrato troppo nervoso, non aveva fatto cenno a quale riunione stava partecipando, ma evidentemente si trattava di qualcosa di molto importante per annullare un incontro all’ultimo momento.

    Giorgio aveva informato Lorenzo da circa due settimane, che in NEW.IT.TEl erano in atto dei cambiamenti organizzativi: dovevano arrivare dei nuovi dirigenti a capo dei processi di riorganizzazione, alcuni di loro sarebbero stati presenti proprio nell’incontro delle 16.00, incontro rimandato, ci sarebbe stata quindi l’occasione per Lorenzo di capire esattamente i ruoli e le responsabilità di queste nuove figure aziendali, che sicuramente erano interessati all’offerta che Lorenzo avrebbe presentato. La società di Lorenzo era una multinazionale nel settore I.T. (information technology), società francese con capitale di minoranza americano, in merito a un accordo quadro, la società di Lorenzo era la principale fornitrice di prodotti e soluzioni per la NEW.IT.TEl, questo non escludeva che per nuove soluzioni la NEW.IT.TEl potesse utilizzare altri fornitori, ma fino a quel momento i rapporti tra le due società erano ottimi, non avevano pendenza o conflitti in atto. Lorenzo era stato informato da Giorgio che occorreva rivedere la proposta in alcuni punti marginali e che alla prima occasione avrebbe presentato Paola, entrata recentemente nella nuova organizzazione, senza aggiungere altri particolari in quanto Giorgio nella sua telefonata considerava marginale il ruolo di Paola, non dando peso più di tanto alla presenza di lei. Questo era il motivo per cui Lorenzo considerava Giorgio il referente principale del cliente, a lui quale esperto tecnico commerciale aveva inviato tutti i dati dell’offerta economica che si sarebbe discussa.

    Quando Giorgio aveva comunicato questo cambio organizzativo, Lorenzo si era preoccupato perché non aveva capito esattamente i ruoli dei nuovi manager, non aveva ancora capito se questo nuovo assetto societario avrebbe messo in discussione quanto già fatto, perché se così fosse stato, per Lorenzo significava ritardi nella firma contratto, revisione del suo budget e di conseguenza del budget complessivo del suo capo, significava forse uno slittamento a data da destinarsi, altre riunioni con relative discussioni; lui aveva inserito nella precedente previsione trimestrale la firma del contratto a breve: se non avesse rispettato tale previsione, avrebbe dovuto giustificarsi con il suo capo Claudio, che a sua volta avrebbe rivisto il budget dell’ufficio al ribasso, insomma una serie di brutte figure a catena.

    Per Lorenzo una strategia commerciale si poteva impostare quando si conoscevano bene i prodotti e le soluzioni proposte dalla sua azienda, le problematiche del settore I.T., ma era essenziale conoscere i nuovi interlocutori e i loro ruoli oggettivi in ambito NEW.IT.TEl, era questo il motivo per cui preferiva avere Giorgio come referente, lo conosceva bene, aveva impostato il progetto un anno prima, progetto poi accantonato per la crisi economica e mancanza di finanziamenti, superato il momento critico era stato riproposto con le ultime tecnologie disponibili. Conoscendo Giorgio, sapeva che tutta la discussione avrebbe preso una piega tecnica, settore in cui Lorenzo era un esperto per arrivare a una soluzione funzionale e scalabile per il futuro dell’azienda NEW.IT.TEl.

    Alle 19.00 come concordato si incontrò con Giorgio, si salutarono come vecchi amici, non fece domande immediate a Giorgio, al contrario si aspettava una spiegazione a breve sul mancato appuntamento; Giorgio visibilmente contrariato non si fece attendere, non aveva voglia di fare il solito giro di convenevoli, né di parlare della salute o di sport, volle entrare subito nel nocciolo della questione.

    Arrivò subito al dunque, disse con voce alquanto irritata: Lorenzo mi hanno messo in un cantuccio Che significa? chiese Lorenzo Mi hanno tolto la leadership del progetto Spiegati meglio chiese Lorenzo sempre più incuriosito.

    Ti spiego, tieni presente che, anche se sono un dirigente, a volte mi trovo in certe situazioni senza capire le motivazioni esatte; come ti avevo anticipato due settimane fa, c’è stato un cambio organizzativo, sono arrivati dei nuovi dirigenti, Paola e il suo capo: non sono delle figure tecnico commerciali, ma sono più orientati agli aspetti economici finanziari, il che non mi ha preoccupato più di tanto fino a ieri, quando ho capito che il mio ruolo è stato completamente ridimensionato dai nuovi dirigenti, in poche parole io seguo solo la competenza tecnica, ma non sarò io a firmare i nuovi contratti Questo è il motivo per cui è saltato l’incontro di oggi? chiese Lorenzo.

    "Sì e no: ci sono altri aspetti di tipo finanziario, dal quartiere generale di Milano non hanno mai fatto trasparire nulla, questioni di nuovi soci, ma non ne sono così sicuro, non vogliono alterare il mercato con false notizie che potrebbero danneggiare la NEW.IT.TEl.

    Questo interessamento sembra diventato concreto con un cambio di strategia aziendale, cioè vogliono ampliare l’offerta dei servizi della NEW.IT.TEl, stanno valutando un salto di qualità nell’offerta dei servizi da fornire ai nostri clienti con riduzione di costi, potrebbero pensare la strategia in due mosse: prima, come dicevo, ampliare l’offerta di servizi forniti alla clientela della NEW.IT.TEl, per poterla poi vendere in un secondo tempo a una società europea; queste sono tutte voci raccolte nel corridoio, non ho elementi concreti di conferma, qualche mezza telefonata sentita per caso".

    Lorenzo rimase qualche instante pensieroso, aveva colto immediatamente la nuova piega che stava prendendo il nuovo assetto organizzativo della NEW.IT.TEl e di conseguenza la necessità di rivedere l’offerta relativa al progetto.

    Stavano emergendo nuove incognite di cui al momento non aveva elementi per percepire la portata ma anche la pericolosità di tale cambiamento; la paura che il lavoro svolto poteva essere messo in discussione poteva diventare un’ipotesi reale, non era da escludere l’ipotesi che stessero valutando altre offerte, con l’entrata in gioco di altre società concorrenti alla sua, mettendo in discussione l’accordo quadro che garantiva la fornitura di servizi e prodotti da parte della sua società.

    Comunque tu sei in grado di gestire questo cambiamento? Tu hai una grossa esperienza non solo nel campo tecnico ma anche nell’offerta di servizi chiese Lorenzo.

    Sì, ma hanno scelto un’altra figura: Paola rispose Giorgio.

    Paola! disse Lorenzo È il nuovo dirigente di cui mi avevi anticipato al telefono? Sì, è arrivata da Milano, guarda caso il giorno in cui ero in ferie, forse una coincidenza, mi era stato anticipato il suo arrivo, avevo fatto preparare l’ufficio accanto al mio, la richiesta era arrivata poco prima delle mie ferie, la direzione non era stata chiara sul vero motivo di questo nuovo arrivo poi la situazione evidentemente ha preso un’accelerazione improvvisa Quanto tempo sei stato in ferie? chiese Lorenzo. Pochi giorni, avevo la necessità di stare assente dal lavoro per tre giorni.

    Giorgio raccontava che, rientrato al lavoro il lunedì, si era reso conto immediatamente del nuovo ruolo di Paola, e aveva fatto di tutto per non farsi scivolare dalle mani il suo progetto: non voleva passare le informazioni della trattativa. Fino alla resa di questa mattina, giovedì, con conseguenza, il rinvio dell’appuntamento del pomeriggio.

    Giorgio aveva voglia di sfogarsi e di raccontare com’erano andati gli ultimi giorni.

    Fecero una pausa per ordinare un piatto freddo e del vino bianco. Giorgio sembrava oramai rassegnato. Doveva calmare la tenaglia che aveva nello stomaco e cominciava a vedere chiaramente la sua nuova posizione; Ci sono dei momenti in cui bisogna ammettere che si è persa la battaglia anche se la guerra rimane aperta disse Giorgio "Tieni presente che ho fatto di tutto per non passare la documentazione richiesta anche con scuse banali, tipo non funziona il computer, problemi di password: mi sono inventato un virus che aveva distrutto i dati, fino a quando mi sono reso conto che la documentazione era già in possesso di Paola; da me volevano che condividessi con lei gli aspetti critici della documentazione.

    Al mio rifiuto in tarda mattinata dalla direzione è arrivata una telefonata, la discussione ha preso una piega con toni molto forti, fino al punto che sono stato messo con le spalle al muro, o accettavo di collaborare con Paola oppure sarei stato messo fuori dall’azienda, cioè licenziato. Non potevo rischiare di rimanere senza lavoro con un mutuo sulle spalle e una crisi finanziaria esterna, avrò tempo di decidere se cercare un altro posto di lavoro nei prossimi mesi, mentre nei confronti di Paola ho dovuto cambiare atteggiamento, nel pomeriggio di oggi ho dovuto illustrare l’ipotesi di contratto appunto a Paola, per lei è stata una preparazione all’incontro di domani dove ci sarà anche lei".

    La situazione a Lorenzo si era parzialmente chiarita, ma, nello stesso tempo, la strada si faceva sicuramente in salita.

    Per prima cosa pensò che doveva raccogliere informazioni su Paola.

    Lorenzo domandò con un certo distacco: Che tipo è Paola?

    Giorgio si aspettava la domanda: Ti posso descrivere Paola in tre parole: bella, furba, preparata. Qualcuno maligna che forse è raccomandata Ma avrà anche lei dei punti deboli chiese Lorenzo.

    Non era una domanda da fare ma venne spontanea; per Giorgio non sarebbe stata una buona scelta aziendale evidenziare i punti critici di una risorsa della sua azienda, avrebbe messo Lorenzo in una posizione di vantaggio nella futura trattativa, ma non era difficile rispondere.

    Non lo so, quando ho capito di essere stato messo da parte, ho pensato solo a difendermi e mi sono chiuso a riccio, ho scelto la via sbagliata, cioè non ho studiato Paola, ho cercato tutte le scuse per evitare gli incontri diretti, fino a questo pomeriggio dove siamo stati insieme in una riunione fiume.

    Arrivarono i loro piatti ordinati per l’aperitivo, Lorenzo sperava che Giorgio raccontasse qualche altro particolare raccolto anche inconsciamente. Giorgio si stava calmando. Di sicuro è molto bella, trentatré anni, un fisico da star, si veste con gusto e questo è impossibile non notarlo; mi è sembrata preparata, sulla tua offerta si è soffermata cercando di capire anche i dettagli dei punti critici, ho avuto la sensazione che lei avesse in mente dell’altro, ma non ho avuto modo di capire in che modo vuole estendere o rivedere il progetto.

    Questa era già un’informazione importante, l’offerta probabilmente andava rivista, ma dove e perché, si domandava Lorenzo.

    Come mai hai avuto la sensazione che è raccomandata?

    Sono voci, sentite da altri colleghi. Lei è comparsa improvvisamente, anche la direzione ha tenuto nascosto il suo ruolo: cioè, troppi silenzi, comunque nei prossimi giorni con calma avrò modo di raccogliere altre informazioni

    E la furbizia, da dove l’hai notata? chiese Lorenzo.

    In questi giorni non ha mai cercato lo scontro nei miei confronti, sa che al momento le servo per entrare nei meandri del progetto; il vero scontro è avvenuto con il suo capo che è pure il mio, quando ha capito che non collaboravo nel passaggio di informazioni, ne è seguita come ti dicevo una discussione accesa fino alla minaccia del mio licenziamento. Tutto qua disse Giorgio da quando sono rientrato dalle ferie, quattro giorni buttati via e domani si ricomincia, ma questa volta, con la tua presenza, lei dovrebbe mettere le carte in tavola, su cosa vuole rivedere o aggiungere a quanto già fatto.

    La situazione per Lorenzo era poco chiara, con le poche informazioni fornite da Giorgio aveva più dubbi che certezze; avrebbe voluto conoscere altri particolari, era cosciente che si doveva muovere con cautela, era la sua esperienza a suggerire prudenza quando non si conoscono i nuovi manager, per il fatto che se il carattere di una persone risulta facilmente riscontrabile in una riunione di qualche ora, non è così per il loro modo di impostare le strategie aziendali e di condurre poi le trattative: quando si scopre che un manager è furbo è troppo tardi, significa che nella trattiva si è perso qualcosa, se non tutto.

    Avevano terminato l’aperitivo, Giorgio era single, non aveva impegni ma non aveva la voglia di fare tardi, non desiderava rimanere, l’aperitivo era stato un atto di cordialità verso Lorenzo, l’appuntamento annullato era stato fissato proprio da lui: era stata una forma di scuse, senza queste informazioni Lorenzo si sarebbe trovato in una riunione a ruoli invertiti e Giorgio avrebbe dovuto spiegare davanti a Paola il suo nuovo ruolo praticamente ridimensionato, meglio chiarire in modo conciso con le sue parole, anche se al bar, per Giorgio era un modo per non darla vinta a Paola nella riunione del giorno dopo con Lorenzo presente.

    Si salutarono. Il resto della serata, Lorenzo, rientrato in hotel, passò il suo tempo davanti al computer. Stava cercando informazioni di Paola sui social network, eventuali tracce di presentazioni, recensioni, articoli, per un attimo si era illuso di avere trovato recensioni sulla tesi di laurea di Paola, ma c’era solo il titolo della tesi di lei, Processi organizzativi nei servizi di telefonia, nessun’altra traccia presente in internet.

    Troppo poco, ma gli venne un’idea: il giorno seguente sarebbe arrivato in anticipo all’appuntamento delle 9.30, sarebbe passata mezz’ora prima a salutare Valentina, una delle segretarie di direzione, che conosceva tutti; lui aveva dei buoni rapporti con lei, chissà, forse avrebbe raccolto qualche informazione interessante, relativamente a Paola.

    2. Daniela

    Venerdì mattino, Lorenzo, sveglio da diversi minuti, si era alzato dal letto, si stava facendo la barba, un fiume di pensieri gli passava per la testa; gettò alla rinfusa la camicia e i pantaloni del giorno prima, l’ordine non era il suo forte, prese una camicia pulita, pantaloni, era stato un caso che avesse avuto con sé il cambio, si era ricordato in tempo di prendere la sua valigia 24 ore sempre pronta: lo faceva quando aveva le riunioni fuori città, riunioni di un certo peso fissate per il pomeriggio, spesso finivano tardi, a volte poteva succedere un invito improvviso a cena da parte del cliente, dopo di che sarebbe stato troppo tardi per tornare a casa. Torino era troppo lontana da casa sua, Lorenzo abitava in un paesino in collina con vista sul Lago D’Orta.

    Erano le otto, giusto per un’abbondante colazione; l’appetito non gli mancava, anzi doveva cercare di regolarsi, faceva sempre colazioni abbondanti, a volte capitavano riunioni che andavano per le lunghe, si domandava perché gli altri non avessero mai fame; lui anticipava quasi il pranzo così che sarebbe potuto arrivare a fine giornata senza mangiare, fu proprio la colazione che lo riportò al pensiero di Daniela.

    Daniela era la sua compagna, il giorno precedente Lorenzo aveva cercato Daniela per telefono diverse volte, ma senza avere risposta. Daniela probabilmente aveva avuto qualche emergenza in ospedale o altri impegni di lavoro, a inizio giornata era stata lei che lo aveva cercato, ma Lorenzo aveva il cellulare in silenzioso, poi nel pomeriggio si era fatto prendere dal problema di Giorgio e quando aveva richiamato non aveva risposto lei, insomma non si erano sentiti per telefono; nell’ultimo mese era capitato spesso che lei non si facesse sentire, lui aveva avuto l’impressione che lei rispondesse solo per necessità impellenti.

    Il rapporto con Daniela negli ultimi tempi si era fatto complicato: era la sua compagna da quasi tre anni; era irrequieta, sfuggente, Lorenzo non trovava una spiegazione, in effetti Daniela non sapeva come spiegare la motivazione della sua scelta a Lorenzo, poi si era decisa e ne aveva parlato a Lorenzo: sarebbe partita come medico volontario per l’Africa, con altri colleghi dell’associazione medici volontari di cui lei faceva parte. Erano passati circa due mesi da quando Daniela aveva preso la decisione finale e l’aveva comunicata a Lorenzo il quale non era stato d’accordo sulla scelta di lei, ma non c’era stato modo di farle cambiare idea. Lei sarebbe arrivata proprio in serata o al limite sabato, il giorno dopo, per salutare Lorenzo prima della partenza.

    Per Lorenzo, il rapporto con Daniela era stato un’avventura bellissima, ma nello stesso tempo stressante, di norma si vedevano durante il fine settimana, salvo le ferie e le festività in cui stavano sempre insieme.

    Questo era dovuto ai motivi di lavoro di lei. Lei, medico, lavorava a Firenze, era molto impegnata nel sociale, da quando lavorava lì aveva sempre condiviso l’appartamento con altre colleghe. Questa situazione, era stata una scelta di Daniela non aveva voluto lasciare il lavoro a Firenze, così come non aveva voluto che Lorenzo si trasferisse da lei. Inizialmente questa scelta era stata vista da entrambi come qualcosa di temporaneo, in attesa di una soluzione definitiva. Per Lorenzo l’attesa del fine settimana era uno stress, non era facile vivere la settimana senza la compagna vicino.

    La sede di lavoro di Lorenzo era a ovest di Milano e l’area commerciale dove aveva i clienti assegnati era nel nord-ovest, Piemonte e Lombardia. Abitava in una casa affacciata sulle sponde del lago D’Orta, una villetta molto bella per la posizione con vista sul lago, uno posto incantevole in cui vivere. Lorenzo avrebbe rinunciato alla sua casa pur di vivere quotidianamente con Daniela, ne avevano parlato spesso, ma lei era uno spirito libero e aveva sempre rimandato una decisione. La località dove abitava Lorenzo era scomoda per raggiungere Milano o Torino ed egli si faceva delle lunghe code sulla tangenziale Milanese, circa 110 km di sola andata, nelle sere invernali, con la nebbia, era un inferno di strada, fortunatamente aveva la possibilità di lavorare da casa. Un computer con wireless, una connessione internet veloce e un telefono cellulare aziendale era tutto quanto gli serviva, aveva attrezzato un ufficio nella sua casa dove poteva stare tranquillo, in previsione del trasferimento di lei, trasferimento poi mai avvenuto; di conseguenza, il locale adibito a ufficio non serviva, perché vivendo da solo quando gli capitava di lavorare da casa, si metteva dove al momento gli faceva comodo. Era bello vivere la sensazione che per lavorare poteva mettersi in qualsiasi angolo della casa: nella bella stagione lavorava sotto il porticato, da dove poteva godere di uno spettacolo magnifico. Se avesse potuto non si sarebbe mai mosso da lì, ma lo spettacolo del paesaggio del lago non bastava a Lorenzo, avrebbe preferito un qualsiasi quartiere di Milano con la sua compagna presente tutti i giorni, piuttosto di un posto incantevole senza di lei. La sua casa si animava solo il fine settimana con l’arrivo di Daniela, raramente durante la settimana; i suoi amici erano tutti nell’area Milanese o nel suo paese nativo, Gosso, a nord-ovest sempre di Milano, distante 80 chilometri dalla sua abitazione, troppo lontani per delle improvvisaste serali.

    Ora la colazione in albergo gli ricordava Daniela, perché durante il fine settimana la colazione al mattino con Daniela era un rito per Lorenzo, era l’inizio di una giornata spensierata da godere, uno dei momenti in cui assaporava l’inizio di un fine-settimana senza la pressione degli impegni, non c’era nessuna fretta, non ci sarebbe stato il traffico delle tangenziali di Milano, del lavoro d’ufficio, della monotonia delle riunioni con colleghi.

    Dopo una settimana che non si vedevano le cose da dire erano tante; a Daniela piaceva il suo lavoro, sempre diverso, parlava e parlava, aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontare, Lorenzo l’avrebbe ascoltata tutto il giorno, quando diventava troppo prolissa la provocava: bastava contestarla e subito si ergeva a difesa del suo lavoro, poi quando Lorenzo sorrideva, lei si accorgeva che era stata una semplice provocazione di lui, si fermava indispettita quasi a dire basta, non ti racconto più niente, ma riprendeva dopo qualche minuto, ci teneva a raccontare a Lorenzo del suo lavoro. Lorenzo era un ascoltatore eccezionale: sapeva stare zitto quando l’argomento era serio ed entrare seriamente nella discussione, ma quando Daniela prendeva troppo sul serio qualcosa che non meritava, allora cercava di riportare fatti, cose ed eventi nella giusta dimensione e naturalmente lei si irritava non poco.

    Uno dei difetti di Daniela era che prendeva il lavoro troppo seriamente, come medico di fronte all’impossibilità della scienza medica di dare risposte si arrabbiava con se stessa e con la società, chiedeva più investimenti per la ricerca, per l’assistenza: non sopportava l’indifferenza di un società ricca, capace di sprecare risorse per le guerre e assolutamente incapace di risolvere situazioni di povertà che duravano da anni, da decenni, genericamente parlando; una società che prima portava la guerra, poi organizzava missioni umanitarie, missioni il cui termine operativo non era la fine dell’emergenza ma la fine dei soldi messi a disposizione. Una società spesso indifferente alle tragedie dei popoli e nello stesso tempo, capace di trasformare le tragedie in un’opportunità di spettacolo televisivo, un’opportunità mediatica.

    Lorenzo condivideva le ragioni e le analisi di Daniela; spesso era in disaccordo sulle azioni da fare, sulla strategia da perseguire. Lui cercava di fare capire a Daniela che stava dedicando troppe energie, troppo del suo tempo, interiorizzava i problemi sociali di cui lei non era la causa, la vedeva sofferente quando parlava di popoli poveri e sfruttati, poi se Daniela non si decideva nel staccare la spina sull’argomento, Lorenzo cercava con altri argomenti di smorzare la tensione di Daniela; se possibile evitava di portare la discussione su questo binario, quando succedeva utilizzava la sua capacità comunicativa per rasserenare Daniela, non era facile, ma finalmente vedeva la compagna felice di essere lì per il fine settimana.

    Si erano conosciuti circa 3 anni prima, casualmente, in un convegno, Lorenzo era stato invitato dal collega Alfredo. Alfredo era impegnato in associazioni di volontariato, l’associazione a cui faceva parte Alfredo aveva organizzato un evento sul tema della "Povertà e salute nel terzo mondo". L’evento non era stato pubblicizzato bene per mancanza di fondi e sponsor, gli organizzatori ci tenevano nel fare bella figura con i relatori invitati di rilevanza nazionale, Alfredo aveva invitato Lorenzo e colleghi, sapeva che Lorenzo era single e non aveva impegni, Lorenzo aveva accettato volentieri anche se poi avrebbe dovuto sorbirsi circa 100 chilometri di strada per il ritorno a casa e di notte. Aveva programmato di andarsene appena chiuse le presentazioni dei relatori senza assistere a un eventuale dibattito o domande finali.

    Daniela era una delle relatrici del convegno, Lorenzo non lo sapeva, l’aveva vista arrivare con delle persone, lei si era messa nelle prime file. Quando la vide pensò subito: Che bella che è..., l’aveva notata per il suo modo di camminare, per come si muoveva; non aveva l’aria aggressiva, non si agitava, aveva notato la sua timidezza, perché erano sempre gli altri che si facevano avanti per i saluti. L’evento non era ancora iniziato, lei stava con il gruppo di persone tra cui facevano parte i relatori, stavano probabilmente discutendo l’agenda della serata, lei stava sempre ai bordi del gruppetto, in piedi senza gesticolare come faceva qualcuno, annuiva con la testa, era sicuramente una bella ragazza, con dei jeans, una maglietta aderente, era vestita in modo semplice ed era alta pur calzando le ballerine; capelli mossi colore castano, tendenti al biondo, occhi chiari, viso leggermente allungato, sorriso sulle labbra, dava l’impressione di una persona chiara e trasparente.

    Lorenzo ebbe la conferma della timidezza di lei negli attimi prima che lei iniziasse a esporre al pubblico la relazione, lo notò dai primi stop iniziali che tutti hanno, ma che per i timidi durano qualche secondo in più. L’altro segno, la decisione della voce con cui aveva iniziato, di chi è troppo concentrato per fare bella figura, troppo pronto nello scatto iniziale per paura di sbagliare, i timidi partono subito in quarta, Lorenzo sapeva riconoscere questi sintomi perché lui da bambino e da ragazzo era stato un grande timido.

    Mentre lei parlava, Lorenzo aveva perso il filo dell’argomento: era concentrato sulla voce e sui modi dolci di lei, su come muoveva la testa e le mani; l’altro aspetto che lo colpiva era la passione con cui illustrava il suo lavoro di medico, le necessità impellenti, la mancanza di aiuti nel sociale.

    Lei faceva parte di quelle figure femminili che con qualsiasi vestito, sono sensuali perché i vestiti fanno da contorno al modo di parlare, di esporre, di muoversi. Questa sensualità è rara quando è naturale, comune quando è costruita davanti allo specchio; Lorenzo trovava Daniela sensuale e attraente in modo naturale, non forzato.

    Aveva deciso, non sarebbe andavo via subito e avrebbe fatto in modo di conoscerla.

    Terminata la conferenza prese la palla al balzo, lei non era la relatrice principale, l’attenzione dei presenti era rivolta ad altri, si presentò a Daniela per farle i complimenti sulla presentazione. L’argomento di lei era stato serio e interessante: si parlava del Diritto dei poveri alla sanità, ma in quel momento a lui interessava conoscere Daniela.

    Lorenzo era timido, questo non traspariva nella sua professione, anzi riusciva anche a essere un rompiscatole come dicevano i colleghi, con i clienti non aveva timori, conosceva il suo lavoro, sapeva che spesso giocava sul tavolo dei bari, in quel contesto non era timido, non si tirava indietro, consapevole che a volte si perde e a volte si vince, faceva parte della sua filosofia; ma quando si trovava di fronte una donna che gli piaceva come persona, emergeva tutta questa sua timidezza. Nei primi istanti non riusciva a nascondere questa caratteristica, era questione di pochi secondi, perché diventava rosso in volto, alla luce naturale era talmente evidente che tutti se ne accorgevano; gli andava bene quando era abbronzato o la luce del locale era artificiale: questa impossibilità di nascondere la sua timidezza l’aveva da sempre, da bambino succedeva quando aveva di fronte qualsiasi persona che non conosceva, da ragazzo nei confronti di una ragazza che gli piaceva, con passare degli anni e con l’esperienza della vita, aveva fatto di questa sua timidezza un’opportunità: la riteneva una qualità, da come una persona si muoveva riconosceva subito se aveva le sue stesse qualità e a quel punto avrebbe fatto di tutto per metterla a proprio agio, gli piacevano le persone timide, in questo mondo arrogante era dalla loro parte, uomo o donna, ragazzo o ragazza che fossero. Succedeva anche che prendeva cantonate, giudicando erroneamente delle persone che si presentavo troppe aggressive, ma non lo erano: alcune persone timide si difendono come possono, anche con una certa aggressività, probabilmente hanno subito troppo offese, poi era sempre in tempo per cambiare opinione quando sbagliava.

    Quella sera, con le luci artificiali, nessuno avrebbe notato questo suo rossore; parlavano tra loro ormai da dieci minuti, quando Daniela con un sorriso ringraziò Lorenzo per l’interessamento verso l’argomento e si complimentò con lui. Daniela notò subito questo piccolo imbarazzo di Lorenzo: Daniela era come lui, timida come lui.

    Lei stessa aveva fatto trasparire la sua timidezza un attimo prima di fronte alle lusinghe di Lorenzo: questo loro scoprirsi uguali fu la scintilla di reciproca simpatia, si scambiarono i numeri di telefono e l’indirizzo di e-mail, la scusa per entrambi era tenersi in contatto sui prossimi eventi sullo stesso tema della serata, tutte e due avevano intuito che era nato un filo tra di loro, avevano la stessa età, erano entrambi trentunenni. Lorenzo non aveva chiesto l’età di lei, l’aveva presunta ma non si sera sbagliato, lei avrebbe dovuto avere più o meno la sua età.

    Quella sera, Lorenzo avrebbe voluto essere più esplicito con lei; la sua timidezza per una persona che gli piaceva faceva da blocco e non avrebbe voluto metterla in imbarazzo e avrebbe probabilmente fatto da subito un invito esplicito per un prossimo incontro se Daniela fosse stata solo bella, ma non timida.

    Si stavano avvicinando altre persone per conversare con Daniela, Lorenzo colse al volo la situazione: strinse la mano a Daniela trattenendola per qualche secondo più del solito, con il rumore di sottofondo della sala e con voce bassa senza farsi sentire da altri, le promise che le avrebbe telefonato al più presto. Daniela sorrideva, aveva capito perché Lorenzo le avrebbe telefonato.

    Tornando verso casa era contento, era stata una bella serata, aveva conosciuto Daniela, ma chissà... Daniela era carina, lui si stava costruendo il suo castello di favole, era fatto così, un sognatore a occhi aperti.

    Il giorno dopo avrebbe voluto telefonarle, era già impaziente, questo era un suo difetto, da ottimista sognatore aveva già in tasca un castello di fantasie; l’avrebbe fatto ma non aveva ancora pensato a una strategia, meglio far passare qualche giorno, in effetti solo un giorno, la mattina del giorno dopo, si stava annoiando in ufficio, il pensiero di Daniela era fisso dalla serata in cui l’aveva incontrata per la prima volta, voleva capire se ci poteva essere un seguito. Voleva scoprire se fosse già impegnata, non voleva fare degli sbagli come aveva già fatto in passato: la sua timidezza, la sua incapacità di farsi avanti con le ragazze gli erano costati troppo cari, non poteva aspettare, voleva capire se lei era libera e se aveva simpatia per lui; non esitò e la chiamò subito.

    Ciao, Daniela, come stai?

    Bene rispose lei e a te come va? gli chiese. La voce di Daniela tradiva una certa sorpresa, non si aspettava che Lorenzo chiamasse dopo appena due giorni. Daniela, sono contento di sentirti, hai in programma qualche altra conferenza? chiese Lorenzo.

    No rispose lei è un periodo tranquillo per fortuna.

    Lorenzo era impaziente di arrivare al dunque: Tu sei a Firenze in questo periodo? le chiese.

    Sì, ma perché fai questa domanda?

    Perché uno di questi giorni ho una riunione di lavoro vicino a Firenze, precisamente a Pisa: se ti va, al ritorno mi fermo a Firenze per qualche ora, potresti farmi da cicerone? Oppure, un aperitivo in centro a Firenze?. Due erano le risposte che si aspettava: No, però, ma si potrebbe fare, forse... oppure: "No! sono occupata, devo lavorare, devo studiare, ecc..."

    Daniela rispose: No, però, ma.... Era la risposta corretta che desiderava Lorenzo.

    Daniela disse Lorenzo io devo ancora confermare l’appuntamento e potrei fissare qualsiasi giorno, se vuoi ti posso richiamare domani, così potrai decidere tranquillamente il giorno più libero a tuo piacimento: se ti rimane qualche ora libera, ci posiamo vedere. In ogni caso, non potrò fare tardi aggiunse perché dovrò rientrare a Milano, ma mi piacerebbe rivederti, al limite vedrò Firenze che è una città bellissima.

    Daniela, sempre con voce sorpresa, rispose: Va bene, ci risentiamo domani Ciao, buona giornata disse Lorenzo e lei rispose: Anche a te!. Ora aveva la voce sicura, avrebbe avuto tempo per pensare se accettare.

    Lorenzo era contento, in quattro frasi aveva detto tutto.

    Ah

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