Il peso dell'aria e le sue conseguenze

Di Ricardo Tronconi

Un inquietante e misterioso narratore, apparentemente folle, urla un disperato avvertimento ai lettori: devono andarsene, finché sono in tempo! La storia che sta per raccontare è particolarmente macabra e, soprattutto, pericolosa...
Tempo prima, in una bellissima villa lombarda erano stati rinvenuti tre cadaveri brutalmente straziati dalla lama di un coltello. I corpi, appartenuti all’architetto della Villa, Violetto, alla sua fidanzata Mary Ella e al figlio del committente, Manuel, si presumeva che fossero stati così ridotti dallo stesso Violetto in un accesso di gelosia, avendo sorpreso i due amanti adulteri in flagrante e uccidendosi egli stesso dopo il fattaccio. Ma il sipario di sangue, tre secoli dopo, sembra riaprirsi su un’altra coppia in procinto di sposarsi e vivere in quella stessa villa: un caro amico del narratore, Casqual, e la sua fidanzata Q. Ella Mari. Questi ultimi, invitando il narratore e la sua futura sposa nella magione, insieme a un vecchio professore con la moglie e ad altri due amici, si dilettano nell’ipotizzare cosa sia davvero successo tanto tempo prima e in che modo possa aver sconvolto la situazione una torbida figura di liutaio, inventore del “liuto compensato”, misterioso strumento in grado di misurare il peso dell’aria.
In un turbine di tradimenti, giochi erotici pericolosi, passaggi segreti e bugie, un’ombra di sangue si estende sempre più sui protagonisti della vicenda, finché l’inizio non si fonde con la fine e il terribile avvertimento iniziale non risulta poi così privo di senso.
Riuscirete a non morire… di paura? Il peso dell’aria vi aspetta, con tutte le sue conseguenze.

• Lingua: Italiano
• Editore: La Novella Orchidea
• Data di uscita: 10 set 2017
• ISBN: 9788826400471

Anteprima del libro

IL PESO DELL'ARIA

E LE SUE CONSEGUENZE

CAPITOLO 1

Pur trovandomi in condizioni precarie e in un innegabile stato di prostrazione, mi accingo a raccontarti un fatto sconvolgente di cui la mia vita è stata testimone.

Fino a poco tempo fa vivevo un'esistenza tranquilla e programmata, tanto da non trasmettere brividi d'incertezza a me che la conducevo e a Laiza che mi stava vicina; l'avrei cambiata volentieri per provare nuovamente gli eccessi dell'adrenalina, anche a costo di perdere quello che avevo. Oh, me stolto! Ancora non sapevo che il desiderio d'ebbrezza mi avrebbe portato su un dirupo dagli argini instabili, fino all'abisso da cui non si torna. Oggi vorrei di nuovo la mediocrità di un tempo, portatami via, senza possibilità di ritorno, dal mio fare scellerato.

Un avviso importante prima di iniziare. Se sei arrivato a leggere queste mie righe, ciò può significare solo due cose: o sei nel mio inferno in mia compagnia o stai per entrarci. È mio dovere avvisarti che sei ancora in tempo: vattene! Altrimenti, peggio per te!

Tutto accadde durante una vacanza sul lago, ospiti in una casa di cui ti voglio parlare o, meglio, raccontare. Ma andiamo con ordine.

Nel borgo antico delle prealpi lombarde la magione dal passato oscuro mostrava ai viandanti i segni inequivocabili del tempo. Abbellita con maestria da eleganti archi a sesto acuto, aveva un non so che di tetro anche nelle giornate di Sole, il cui splendore si sarebbe riflesso nelle acque del vicino lago, se non fossero state tanto torbide e scure. L'architetto che nel 1600 l'aveva progettata si chiamava Violetto ed era nato nella città del Torrazzo e dei liutai. Si diceva che un ricco commerciante l'avesse assoldato per portare a compimento il sogno di sempre: una casa sul lago, la casa del buen retiro. Violetto aveva dapprima rifiutato la commissione, ritenendo improponibile, per soddisfarla, un suo allontanamento da Cremona. Ma l'offerta in denaro era stata così allettante che alla fine aveva ceduto, considerando le vicine nozze con la sua bella e i soldi che la cerimonia avrebbe richiesto una priorità assoluta. Si era dunque trasferito al lido lacustre con la sua promessa, di nome Mary Ella; lei, come contropartita per il permesso accordatole, aveva giurato al padre di non giacere con Violetto prima del matrimonio.

Benché al cantiere i lavori procedessero senza sosta, alcuni fatti inquietanti avevano interrotto la noiosa cadenza dei giorni, che si susseguivano senza sussulti. Molto spesso e sempre più spesso, man mano che i lavori avanzavano, misteriosi rumori provenienti dalle stanze superiori avevano allarmato gli operai, tanto che il capo mastro aveva più volte denunciato al serafico architetto lo strano fenomeno. Ma Violetto aveva minimizzato dicendo che si trattava di normali scricchiolii da assestamento ligneo, di cui nessuno doveva preoccuparsi. Del resto, neppure la sua Mary Ella, che dormiva nella stanza superiore dedicata