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Luna Alfa
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E-book106 pagine1 ora

Luna Alfa

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La novella prequel di Luna D'Argento.

Primo bacio.

Primo amore.

Primo. . . morso di licantropo?

Cinquecento anni fa, i fratelli Ulric e Alaric lavoravano instancabilmente nella fattoria di loro padre per sfamare le loro bocche e vendere il restante raccolto per uno scarso ricavato. Con una ribellione in atto nel Nord dell'Inghilterra e un Paese in guerra per il trono, la profonda tristezza sopportata molto a lungo da Alaric e Ulric finalmente viene dissipata dallo stabilirsi di una nuova famiglia in città.

I genitorni di Daciana la trappano da Londra per iniziare una nuova vita a Colchester. Qui, lei non sarà impegnata in bellissime feste ed eleganti balli; sarà messa a dura prova dal massacrante lavoro. Ma il suo obiettivo di fuggire dalla pittoresca città fallisce quando incontra Ulric. Insieme, è come se fossero esattamente dove dovrebbero essere. 

Durante una caccia al lupo in tarda notte, Ulric e Daciana vengono attaccati. Prima che i loro corpi possano soccombere al selvaggio animale che si cela dentro di loro, la strega del paese sostiene di avere una cura. Ma invece che guarire le loro ferite, lancia una maledizione su Ulric e Daciana, così che loro debbano vivere per ciò che sono veramente. In una città dove i segreti non rimangono tali molto a lungo e il tradimento è all'ordine del giorno, Ulric e Daciana vengono perseguitati per i mostri che sono diventati, perfino da quelli che amano. 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita21 set 2017
ISBN9781507191774
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    Anteprima del libro

    Luna Alfa - Rebecca A. Rogers

    NOTA DELL’AUTORE:

    Caro lettore,

    Quando iniziai a scrivere Luna Alfa, volevo mantenere un’autentica atmosfera cinquecentesca. Originariamente includeva un linguaggio comunemente usato nel 1500, parole quali quaggiù/laggiù/in quale luogo, faci/féa/féssi, àggio/avémo, ecc. Non solo l’Antico Inglese Moderno mi stava rallentando, ero anche preoccupata che avrebbe rallentato il lettore. Pertanto, continuai utilizzando parole come eo, tu, te, chissà, sì, no," ecc. Spero che questo non rallenterà la lettura di nessuno, sarà invece appena sufficiente per gli appassionati di storia che si imbatteranno nel libro.

    Buona lettura!

    Rebecca

    Chiunque lo abbia mai sentito, quando la terra era ricoperta da un manto di neve e vagamente illuminata dalla luna scintillante, non potrà mai dimenticare lo strano, tremolante pianto del lupo

    - Anonimo

    Capitolo Uno

    Colchester, Inghilterra

    Novembre, 1569 

    ––––––––

    Una ribellione scosse il nord. La lotta per la corona aumentò brutalmente quando i nobili cattolici lottarono per deporre la sovrana Elisabetta I e, al suo posto, mettere Maria, Regina di Scozia, come nuova sovrana. Chiacchere e pettegolezzi abbondavano sulla punta di tutte le pesanti lingue cattoliche­­­­—La regina Elisabetta I non era la regina legittima. No, Enrico VIII distaccò sé stesso e il suo Paese dal potere della Chiesa, cosa che gli garantì il controllo assoluto. La maggior parte dell’Inghilterra credeva che la figlia di Enrico e Anna Bolena, Elisabetta, non fosse la giusta e legittima erede.

    La voce dell’imminente battaglia per il trono si diffuse rapidamente attraverso tutta l’Inghilterra e nelle vite di tutti i comuni cittadini. Forze ribelli cercarono di ottenere aiuto da quelli che erano favorevoli, compresi contadini e proprietari terrieri. Il momento di agire era arrivato.

    Padre, abbiamo ricevuto una lettera! Ulric gridò appena irruppe nell’ingresso del loro umile cottage. Il soffitto gocciolava continuamente per la neve che si scioglieva, e secchi di legno erano piazzati strategicamente in molte stanze, così da raccogliere ogni goccia. Ulric e suo fratello, Alaric, avevano promesso a loro padre—che era troppo vecchio per salire sopra ad un tetto di paglia—che avrebbero riparato ogni buco rimanente e ogni paglia mancante. Al contrario, l’estate aveva portato nei campi il pesante compito di raccogliere abbastanza provviste da vendere come imposta e il rimanente da conservare per i prossimi mesi invernali. Un messaggero è appena arrivato.

    Non startene lì come uno stupido piagnucolone! Passamela!, disse Frederic, mentre uno schizzo di saliva volava fuori dalla sua bocca. Il fuoco non lo stava riscaldando quanto avrebbe voluto, e la pungente folata di vento dell’inaspettato ingresso di Ulric inasprirono il suo umore.

    Ti prego dimmi, cosa dice? Ulric lo incalzò, con occhi spalancati e respiri pesanti.

    Frederic lo guardò dal bordo dei suoi occhiali. Se stessi zitto per due dannati minuti, forse sarei in grado di leggere!

    Ulric immediatamente si fece piccolo piccolo. Sapeva che suo padre aveva un carattere irascibile; lo aveva sempre avuto, almeno da quando Urlic riuscisse a ricordare. Attento ad evitare la rabbia del padre, Urlic pensò di fare come gli aveva ordinato.

    ––––––––

    Distrattamente, i suoi occhi scorsero i campi imbiancati dalla neve leggera attraverso l’unica finestra. Dov’era Alaric? Aveva dormito fuori casa sempre più spesso ultimamente, e la sua assenza preoccupava Ulric. Che cosa aveva in mente suo fratello? C’erano una coppia di ragazze in città che avevano messo gli occhi su Alaric, ma sicuramente avrebbe tenuto gli occhi ben aperti e si sarebbe focalizzato sulla fattoria.

    Frederic grugnì, indugiando ancora sul contenuto della lettera. Non disse nulla, tuttavia, cosa che rese Ulric ansioso.

    Padre, se non ti dispiace che io dica questo... Ulric si rimangiò le sue parole non appena Frederic gli lanciò un’occhiataccia. La sua lingua era oppressa, la sua gola chiusa; si senti come se stesse soffocando. Lui doveva conoscere le informazioni contenute nella lettera. Non succedeva tutti i giorni di ricevere novità.

    Frederic accartocciò la lettera formando una palla e la lanciò nel focolare.

    No! urlò Urlic, lanciandosi in avanti. Raggiunse la lettera con la mano, ma la fiamma era troppo calda al tatto, e il fuoco aveva distrutto quasi tutta la pergamena. Perché lo hai fatto? Almeno dimmi cosa diceva.

    Niente di quella lettera ti riguarda. Meglio rimanere con i piedi per terra e preoccuparsi dei campi. Questo è l’unico futuro che hai. Frederic si alzò dalla sua sedia di legno, l’improvviso cambio di peso fece scricchiolare e cigolare la sedia dalla gioia. E dov’è tuo fratello? Sembra non gli importi nemmeno un po’ di questa casa, del suo nome o dell’onore che la mia famiglia ha portato in questo paese da molti anni.

    Urlic si morse la lingua. Un tempo suo padre non era così scontroso e scorbutico, sebbene fosse sempre stato irascibile. Dopo che la moglie era morta due anni prima, Frederic aveva perso la voglia di vivere. Gli importava solo di nutrirsi ogni mattina e sera, lasciando ad Alaric e Ulric il peso di prendersi cura della terra. Ma Alaric spariva a destra e a sinistra, Ulric era l’ultimo uomo rimasto. Tutto dipendeva da lui.

    I-io non so dove si trovi, padre. Vorrei saperlo.

    Già barcollante giù per il corridoio, Frederic ignorò il commento di Ulric. Sbatté la sua porta con violenza, e Ulric trasalì. Uno dei pochi dipinti rimasti sulle pareti oscillarono all’impulsivo colpo causato dall’uscita di Frederic. Urlic sapeva di dover trovare suo fratello. Forse lui avrebbe saputo quali notizie portava la lettera. Egli strinse forte il suo cappotto contro il petto, mentre si incamminava fuori nel clima gelido.

    In città, le galline chiocciavano lungo la stradina fangosa, la Sig.ra Bartholomew sgridò i suoi bambini per le loro facce e mani coperte di fango, e da qualche parte nello stretto ammasso di case e negozi, il pane era fresco e appena sfornato, senza dubbio si raffreddava su una griglia dopo essere stato cotto nel forno del Sig. Dawson. Lo stomaco di Ulric brontolò.

    Mitsy, una giovane, dai capelli biondi e figlia di Colchester, l’unico panettiere, diede uno sguardo fuori dal negozio di famiglia, incontrando gli occhi di Ulric. Arrossì e rapidamente abbassò la testa, percorrendo la stessa direzione. Ulric la raggiunse.

    Oggi è una bella giornata disse.

    Mitsy contrasse le labbra per trattenere una risatina E’ bella come qualsiasi giornata d’autunno.

    Ulric strizzò gli occhi scherzosamente. Stai scherzando.

    Un risatina uscì fuori dalla bocca di Mitsy, e con la sua mano nascose la bocca. No, affatto. Le sue azioni la tradirono, ed un sorrisetto di soddisfazione comparì sul volto di Ulric.

    Penso continuamente ad una ragazza; si impadronisce dei miei sogni ogni notte. Si girò verso di lei poi. Sarebbe un sogno trascorrere un giorno con te, disse Solo uno.

    Divertita, Mitsy rispose, E cosa avresti in mente? Questo tempo è troppo freddo per stare in compagnia.

    La mente di Urlic si illuminò di idee, ma continuò con il suo piano originale. "Potremmo rubare i nastri di tua sorella e legarli

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