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O capiamo o moriamo
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E-book147 pagine1 ora

O capiamo o moriamo

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Info su questo ebook

Mario Adinolfi con una enorme mole di dati descrive il collasso morale della società occidentale che nel vuoto avaloriale derivato dal rifiuto della radice cristiana vede avanzare l'ombra nera dell'Islam più pericoloso e delle sue "quattro bombe". Ma una via d'uscita ancora c'è, si può rinunciare alla resa e prepararsi al combattimento.
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2017
ISBN9788892685116
O capiamo o moriamo

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    Anteprima del libro

    O capiamo o moriamo - Mario Adinolfi

    ormai.

    2. PERCHÈ POSSIAMO SOLO DIRCI CRISTIANI

    Il cristianesimo è stato la più grande

    rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta:

    così grande, così comprensiva e profonda, così

    feconda di conseguenze, così inaspettata e

    irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia

    che sia apparso o possa ancora apparire un

    miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto

    intervento di Dio nelle cose umane, che da lui

    hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo.

    Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori

    scoperte che segnano epoche nella storia umana,

    non sostengono il suo confronto, parendo

    rispetto a lei particolari e limitate.

    - Benedetto Croce -

    Il 18 novembre 2015 uscì sul quotidiano La Croce questo mio editoriale, a seguito della strage di Parigi alla sala concerti Bataclan e in altri luoghi della capitale francese. Di nuovo scossi dopo l’attacco di pochi mesi prima alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo sempre a Parigi, cominciava il dibattito sui media italiani ed europei rispetto alle soluzioni possibili per sfuggire al massacro e alla paura. Avrei voluto rispondere semplicemente che la via d’uscita non concedeva alternative: Possiamo solo dirci cristiani, volevo ribaltare l’assunto con doppia negazione del liberale Benedetto Croce. Invece di scrivere una frase unica ho scritto un lungo editoriale (poi l’editoriale è diventato libro, sarà grafomania?). Lo ripropongo integralmente perché i punti interrogativi posti ormai tempo fa sono ancora inevasi e questo libro tenterà di mettere a fuoco qualche necessaria risposta.

    O CAPIAMO O MORIAMO

    di Mario Adinolfi

    Sui fatti di Parigi la lettura obbligatoria del politically correct è: con quanto è avvenuto l'Islam non c'entra niente, non bisogna ragionare sul piano religioso, non è una guerra di civiltà, sono solo dei pazzi criminali che operano dentro una guerra di natura ideologica, politica, economica, noi alla fine vinceremo perché siamo il bene che contrasta il male. Ecco. Tutto questo, tutto quello che vi stanno tentando di inculcare in testa attraverso questa lettura tranquillizzante, è falso.

    L'Islam c'entra e eccome se c'entra, quelli sono assassini ma non pazzi, uccidono e si fanno uccidere nel nome di un progetto religioso: imporre l'Islam e il Califfato islamico ovunque assoggettando o eliminando gli infedeli. Ideologia, politica ed economia sono conseguenze di questa premessa religiosa che individua nei crociati i nemici da uccidere e in Roma il prossimo territorio da mettere a ferro e fuoco, per ragioni appunto religiose. Roma sarà colpita come capitale della cristianità (è indicata esplicitamente come obiettivo nella rivendicazione dei fatti francesi) così come Parigi viene colpita in quanto capitale della perversione e ancora una volta tutto questo è dentro un impianto di natura religiosa. E tutta dentro l'Islam questa guerra viene combattuta per un'egemonia che il Califfato vuole conquistare presentando come biglietto da visita la violenza più efferata ed efficace contro i crociati, in maniera da sollevare le masse islamiche contro l'Occidente e contro i nemici interni all'Islam stesso, facendo di Al Baghdadi il punto di riferimento religioso (e di conseguenza evidentemente politico ed economico) di un territorio sconfinato che è l'erigendo Stato Islamico.

    Stiamo comprendendo queste dinamiche? Abbiamo il coraggio di cominciare ad analizzare seriamente questi processi a partire da un'analisi politicamente scorretta della natura stessa della religione islamica? Sappiamo che il Corano come Libro Sacro direttamente dettato da Allah attraverso l’Angelo al Profeta non è interpretabile ma solo applicabile fondandosi sulla lettura letterale e questo dà formidabile forza agli imam che predicano l'odio e la jihad come guerra santa contro gli infedeli?

    Ovviamente centinaia di milioni di islamici vogliono solo vivere in pace, sono moderati come piace dire agli analisti del politicamente corretto. Ma avete sentito voci della predicazione islamica levarsi oggi contro gli attentati di Parigi? Abbiamo sentito un Papa Francesco incredulo, con la voce rotta. Vi ricordate parole analoghe provenienti da qualche imam, con analoga emotiva partecipazione e intensità? Sotto la cenere del mondo islamico cova un sentimento anti-oc- cidentale fortissimo. I nostri valori non sono i loro valori. Li contestano. Li disprezzano. Alcuni, li odiano.

    E poi, quali valori? Per che cosa e per chi noi saremmo disposti a morire? In che cosa crediamo? Qual è il nostro orizzonte?

    Abbiamo preso un crocifisso e l'abbiamo immerso nel piscio e abbiamo detto che è opera d'arte, gli abbiamo dato plausi, patrocini, finanziamenti pubblici. Ai nostri figli abbiamo vietato di andare a una mostra sulla bellezza divina per non turbare i non cattolici. Al concerto di Parigi la band che si chiama Aquile della Morte di metallo canta canzoni in cui invoca il bacio del Diavolo. Purtroppo, li hanno presi in parola. La nostra libertà, unica trave a cui rimaniamo appesi quando ci chiedono in che valori crediamo, è diventata una sorta di licenza di fare un'idiozia dopo l'altra, non capendo che abbiamo bisogno di un orizzonte di senso, altrimenti il bacio diabolico ci travolgerà davvero. O capiamo o moriamo.

    Capire vuol dire spingere l'Islam verso quel territorio di incontro con la ragione che sta pervicacemente rifiutando. Significa ripartire dal contrastatissimo discorso di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, che invece era un discorso profetico: l'Islam deve seguire il percorso già compiuto dal cristianesimo, che non ha temuto la sfida della modernità, dell'illuminismo, della ragione. L'ha raccolta e anche attraverso di essa ha saputo rafforzarsi, rinunciando per sempre a coltivare qualsiasi opzione di natura violenta e diventando punto di riferimento per l’uomo alla ricerca di armonia e pace.

    Certo un Occidente totalmente scristianizzato, che perde il rispetto per qualsiasi propria dimensione valoriale, che non riesce neanche a determinare i contorni della propria identità preferendo la prevalenza di un'idea di libertà che rende tutto fluido e perciò inconsistente, è un avversario che sarà travolto dal ferro e dal fuoco di una marea montante di giovani (ricordiamolo, chi ci uccide sono giovani e giovanissimi) che hanno in odio la nostra opulenza e la nostra assenza persino di coraggio.

    A Parigi rispondiamo suonando Imagine di John Lennon per strada al pianoforte? Una canzone che inneggia alla cancellazione delle religioni? Non abbiamo veramente capito. Proprio di religione, forse solo di quello dovremmo oggi parlare. Del rapporto tra io e Dio. Tutto il resto, la nostra fuffa, la nostra paccottiglia quella sì ideologica fatta di canzonette e falsi miti di progresso, la nostra colossale incapacità di comprendere il sacro e dunque anche di vedere quanto un fenomeno di incredibile crudeltà è intessuto di motivazioni religiose (oh, eppure ce lo gridano sempre prima di ammazzarci Allah u Akbar), insomma la nostra ormai consolidata inabilità a analizzare e capire, rischia di condannarci sul serio.

    Eppure o capiamo o moriamo.

    Fin qui l’editoriale del 18 novembre 2015 su La Croce, poi sono arrivate altre infinite stragi mentre la prevalenza di un’idea di libertà da noi in Occidente che rende tutto fluido e perciò inconsistente si è fatta strada anche da noi in Italia, si è fatta persino legge, con l’obiettivo di distruggere l’unico elemento che prova a resistere alla dissoluzione dell’inconsistenza: la famiglia. Di fatto stiamo assistendo purtroppo silenti ed impotenti ad un doppio attacco: sul fronte interno quello dell’ideologia del gender e della mortifera cultura dell’aborto e dell’eutanasia, sul fronte esterno quello del fondamentalismo islamico. Poche migliaia di persone sia sul primo che sul secondo si muovono a tenaglia con grande efficacia per devastare la plurimillenaria civiltà nata dalla radice giudaico-cristiana. Noi li lasciamo fare e non capiamo che ideologia gender e fondamentalismo islamico indicano un comune nemico non casuale: la Croce, i crociati. Perché da sempre la plurimillenaria civiltà riesce a resistere agli assalti solo quando supera la proverbiale rissosità e tendenza alla divisone per riunirsi attorno alla Croce dando battaglia.

    O capiamo o moriamo. O comprendiamo il pericolo insito nel doppio fondamentalismo gen- derista-necrofilo e islamico, o soccombiamo. Come si può riuscire a non soccombere? Semplice, essendo cristiani. Per farlo basta guardarsi allo specchio e riconoscerci, finalmente: dal crociano non possiamo non dirci cristiani, patrimonio culturale di qualsiasi laico o laicista d’Occidente, dobbiamo passare coraggiosamente ad un nuovo proclama: Possiamo solo dirci cristiani, più precisamente possiamo solo essere cristiani per non soccombere al duplice assalto, per spezzare la tenaglia.

    Questo libro non vuole esprimere rassegnazione. Condivido l’analisi di Michel Onfray, filosofo francese ateo e materialista, quando afferma che la civiltà del rock e dei fumetti, del cinema e della televisione, della pillola e del divorzio (...) avanza triturando tutto al suo passaggio. Il Vaticano II non può farci niente, anzi sembra che il Concilio abbia peggiorato la malattia della quale voleva essere un rimedio, facendo di Dio un compagno a cui dare del tu. La conseguenza indicata da Onfray è che saremo la generazione responsabile della fine della civiltà occidentale per come la conosciamo oggi, perché senza religione non c’è civiltà, scrive il pensatore francese che non crede in Dio. Ecco, condivido l’analisi ma non la conclusione. O meglio: questo libro nasce per indicare una via d’uscita, un possibile finale diverso. Vuole dare gli strumenti alla nostra generazione per evitare di portarsi alla fine addosso il fardello di questa enorme responsabilità storica. Aut aut. O capiamo o moriamo. Ci converrà provare a capire.

    DA RICORDARE

    Il discorso integrale di Papa Benedetto XVI a Ratisbona, 12 settembre 2006

    https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2006/september/docu-ments/hf_ben-xvi_spe_20060912_uni-versity-regensburg.html

    3. I CINQUE COMANDAMENTI DELL’IDEOLOGIA GENDER

    Un grande nemico oggi del matrimonio:

    la teoria del gender. Oggi c’è una guerra

    mondiale per distruggere il matrimonio.

    - Papa Francesco -

    Sul fronte interno all’Occidente la minaccia più grande alla ragione, per usare il riferimento offerto da Papa Benedetto XVI nel discorso di Ratisbona, è senz’altro rappresentato dall’incessante attacco alla famiglia naturale e all’istituto ultramillenario del matrimonio come unione di un uomo e una donna che assumono pubblicamente responsabilità l’uno nei confronti dell’altro e verso l’eventuale prole. Dunque l’attacco interno più pericoloso alla tenuta della civiltà occidentale e alla sua sua radice giudaico-cristiana, che sulla famiglia naturale è fondata in termini di cellula del proprio tessuto sociale, è senza dubbio rappresentato dall’ideologia gender, che ha la finalità di dissolvere l’idea di famiglia naturale frantumando gli stessi legami biologici basilari derivanti dalla differenziazione tra maternità e paternità, arrivando all’obbrobrio violento e barbaro dell’utero in affitto. Secondo i leader della comunità Lgbt l’ideologia gender non esiste. Per dirla con uno di

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