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Roma in rima
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E-book65 pagine31 minuti

Roma in rima

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Le bellezze di Roma sono sotto gli occhi di tutti ma spesso essa cela le sue tante contraddittorie facce. Roma è una dea e pretende rispetto. È una guerriera e ci insegna a lottare. È una ragazzina frivola che, come un'adolescente, cambia spesso umore. È una donna vanitosa ed ammaliatrice che seduce e non dà scampo. Roma è una madre severa ma che dona tutta sé stessa ai propri figli anche se non la sanno capire.

Roma parla attraverso la sua gente, le sue saracinesche, i suoi piatti, i suoi odori. Sa di veracità, di goliardia, di spregiudicatezza. Roma è magia e poesia. Incanto e tradizione. Romanticismo e ribellione. La salvezza e la perdizione.

Roma in rima è un inno ad un amore eterno. È cibo, folklore, realismo e sogno. È una vacanza romana in rima.
LinguaItaliano
Data di uscita28 dic 2017
ISBN9788827803547
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    Roma in rima - Loredana Aureli

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    ROMA IN RIMA

    «Possis nihil urbe Roma visere maius», Loredana Aureli fa pervenire agli occhi del lettore, subitanea, questa frase, che tradotta sta a significare: possa tu mai vedere nulla di più grande della città di Roma.

    Fu Quinto Orazio Flacco, uno dei maggiori poeti dell’antichità, a vergare queste parole per descrivere la magnificenza di quell’Urbe tanto imponente e maestosa, centro del potere e della mondanità per un lungo arco temporale.

    In questo modo veniamo accolti tra le braccia della raccolta poetica dell’autrice, che fa della sua Roma una Musa ispiratrice di rara bellezza e potenza simbolica.

    Con un’espressività magistrale, in cui l’ironia gioca con le rime baciate e in cui esplode, in tutto il suo vigore, la padronanza del dialetto da parte dell’Aureli, Roma ci viene cantata come uno stornello incredibilmente orecchiabile.

    La Capitale viene presentata ora come una donna vanitosa che, evolvendosi nel tempo, è diventata una sontuosa signora barocca, corteggiata da artisti e Papi.

    Ma Roma sa essere anche una madre, a volte severa, che però accoglie sempre i suoi figli nel suo ventre, carico di storia ed eternità.

    L’autrice ci regala istanti di quotidianità: rumori e profumi di un mercato rionale in chiusura, mendicanti in cerca di un po’ di cibo, il biondo Tevere gonfio e pronto a lasciare il suo segno tra le strade della Capitale.

    I gatti di Roma affollano i monumenti e pure i versi di una poesia giocosa e dolce; gatti spalmati sui calendari che si vendono nei negozi di souvenir, più famosi dei monumenti stessi sui quali, sornioni e sciantosi, si adagiano come consumati fotomodelli.

    Con naturalezza, quasi si stesse tracciando un percorso tra vie e monumenti, tra ricordi e attualità, si passa alla succulenta descrizione, ricca di parole rotonde e golose, delle tradizioni culinarie tipiche della zona: l’immancabile porchetta dei Castelli, la trippa al sugo e l’abbacchio con le patate, fino alle fave con il pecorino faranno venire l’acquolina in bocca a ogni lettore.

    Largo spazio ai ricordi, quelli dalla forte connotazione affettiva, quando – ad esempio – con la bellissima Nonnetti de Roma, la Aureli fa dono al lettore della tenera immagine dei suoi di nonni, innamorati sotto il cielo di una Roma ritratta negli anni della guerra, fino a estendersi a tutti i nonnetti di Roma, che sono «[…] Tutti bonaccioni/ Carucci, dorci, quasi tutti sognatori».

    Tra una strofa e un’altra, la bravissima autrice alterna il tono festoso di un racconto divertente, alla denuncia delle differenze sociali o della corruzione, passando per omaggi a personaggi storici, come la nobildonna Beatrice Cenci, decapitata con pubblica esecuzione a piazza

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