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Gira si la voi girà
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Gira si la voi girà
E-book84 pagine43 minuti

Gira si la voi girà

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Info su questo ebook

Roma vista come un grande teatro dove sul suo palcoscenico,costituito

dalla grande bellezza derivante da secoli di storia e di civiltà,si

svolgono le vite di tante persone comuni che si intrecciano con quelle

di personaggi dello spettacolo,della cultura e con le vicende personali

dell'autore e del rapporto che egli ha con la città e la vita.

Il tutto è rappresentato con poesie ,in un dialetto romanesco facilmente

comprensibile,ricche di umanità,ironia,rispetto per la natura e per le

altre persone.
LinguaItaliano
Data di uscita8 gen 2021
ISBN9791220313773
Gira si la voi girà

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    Anteprima del libro

    Gira si la voi girà - Angelo Gallo

    L’autore

    Gran teatro Roma

    Gran teatro Roma

    Quanno giro pe’ Roma, nun ce se crede,

    me sembra de stà a vède un teatro all’aperto

    all’improvviso quarcosa, è quasi certo,

    vicino a me ha da succede.

    E’ bella e pronta la scenografia

    co’ ambienti d’ogni tempo esso sia

    da li giorni nostri a quelli lontani

    manca solo er pubblico a batte le mani

    e siccome qui le cose se fanno a la granne

    l’attori vengheno da tutto er monno

    ma li più mejo so’ li romani

    perché recitano naturali eppure so’ ‘n po’ strani:

    ‘a signora che parla a voce arta ar telefonino

    così che ‘gnuno sa della scappatella cor vicino,

    li sfottò tra romanisti e lazziali a denti stretti

    e ‘ntanto la Juve continua a vince gli scudetti.

    Ne le vie se parla spesso der ladro governo

    un probblema che ormai sé fatto eterno,

    se dice dell’amori nati quest’anno

    e de le corna che solo l’antri cianno.

    Purtroppo nun ce so’ solo ste commedie

    si ce fai caso quarcuno vive le traggedie

    così che me se spegne de botto er soriso

    quanno vedo gente che cià er pianto sur viso:

    poracci che acchiappeno roba tra la monnezza,

    una vecchietta scippata a sangue, che tristezza,

    un via vai de ambulanze co’ li malati,

    pischelli giovani ma dalle droghe già ‘ntossicati.

    Così nun vedo l’ora de tornà a casa mia

    e ripensanno a tutte ste scene da teatro nella via

    sò felice de recità la parte der fortunato

    che er Gran Reggista de sta vita finora m’ha dato.

    Gran teatro a Roma/Quando giro per Roma, non ci si crede,/ma sembra di vedere un gran teatro all’aperto/all’improvviso, qualcosa, è quasi certo,/ vicino a me succede./E’ bella e pronta la scenografia/con ambienti di ogni tempo/dai giorni nostri a quelli lontani/manca solo il pubblico a battere le mani/e poiché qui le cose si fanno alla grande/gli attori vengono da tutto il mondo/ma i migliori sono quelli romani/perché recitano in modo naturale, eppure sembrano strani:/la signora che parla a voce alta al telefonino/così che tutti vengono a sapere dell’amore con il vicino/gli sfottò arrabbiati tra tifosi romanisti e laziali/mentre la Juventus continua a vincere gli scudetti./Nelle vie si parla spesso di malcontento verso il governo/anche se questo problema ormai è diventato eterno,/si dice degli amori appena sbocciati/e dei tradimenti che sola agli altri capitano./Purtroppo non avvengono soltanto commedie/se ci si fa caso alcuni vivono tragedie/così che all’improvviso mi si spegne il sorriso/quando vedo gente che soffre:/miseri che prendono delle cose tra l’immondizia/una vecchietta scippata e ferita, che tristezza,/un frequente passaggio di ambulanze con dei malati,/giovani già schiavi delle droghe./Così non vedo l’ora di tornare a casa mia/e ripensando a tutte le scene di teatro nelle strade/son felice di recitare quel ruolo di fortunato/che il Grande Regista di questa vita finora mi ha dato/.

    Mafia capitale

    Mè successo aprenno er giornale

    de sape’ che c’è la mafia ne la Capitale

    apparti, mazzette ed intrallazzi

    pe’ l’immigrati, pè toje la monnezza e fà palazzi.

    Ne li centri de accojenza arrivaveno tanti mijoni

    ma co’ pane e mortazza li tenevano bboni

    e da li scarti e la monnezza de la moderna civirtà

    facevano valigge de euri in gran quantità.

    Dice: è corpa de la Sinistra

    ma ormai è tutta ‘na granne minestra

    cià ‘a rogna er più pulito

    nun ce so’ più l’ideali der Partito.

    Subbito er giudice li manni‘n galera!

    è questo che mò er popolo spera,

    co sta crisi aumentano li poveracci

    e Roma mia bella sta annà pe’ stracci.

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