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Storia di un Pitbull pantofolaio
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Storia di un Pitbull pantofolaio
E-book36 pagine33 minuti

Storia di un Pitbull pantofolaio

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Info su questo ebook

Ciao,il mio nome è Bulla e sono un Pitbull Black Nose. Questo racconto è la storia della mia (giovane) vita, assolutamente veritiera e narrata con un pizzico di ironia ed autocritica. All'interno troverete macabri racconti sulla morte del mio amato pollo di gomma, smembramenti di peluche, bottiglie di plastica salvate dalla spazzatura e tanto altro...
Venite a scoprire come sono diventata una pantofolaia!
LinguaItaliano
Data di uscita18 feb 2018
ISBN9788827573761
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    Anteprima del libro

    Storia di un Pitbull pantofolaio - Natasha Turbanti

    Canva

    Capitolo 1: L'infanzia

    Ciao a  tutti! Il mio nome è Bulla e sono un Pitbull Black Nose. Ecco, già vi sento: Ommioddio!!! Un pitbull, un cane assassino! Ci ucciderà tutti!.

    Fermi, fermi! Sono un cane molto simpatico e dolce che non ha mai fatto del male a nessuno (tranne i peluche, ma questa è un'altra storia!).

    La mia storia, o meglio, la mia vita, inizia il 15 novembre 2013 in quel di Latina.

    Fin da subito mi faccio notare essendo l'unica femmina della cucciolata grande,grossa e con i rotolini di ciccia. Ebbene si, di nove cuccioli, quattro maschi e cinque femmine, io ero una dei più grassocci insieme a mio fratello.

    La mia giovane mamma, dopo aver partorito, non ha preso molto bene il fatto di averci intorno e ha iniziato a trattarci poco bene, fino a che i suoi umani non hanno deciso di tenerci separati da lei per evitare che ci facesse del male. Un gran peccato, con le persone era una cagnolona veramente deliziosa! Poco male, mi trovavo ancora insieme ai miei fratellini e sorelline; in più ero la cocca del nostro umano, cosa poteva andare storto?

    Ve lo dico io: gli altri umani! Il tempo passava e man mano che crescevamo sempre più persone si presentavano a portarsi via uno dei miei fratelli o sorelle, finché siamo rimaste soltanto mia sorella, la più piccolina della cucciolata, ed io. Ricordo che dormivamo abbracciate, camminavamo appiccicate, eravamo inseparabili e ci davamo conforto a vicenda. Ero sicura che non ci saremmo mai lasciate e invece anche per me arrivò il fatidico momento. Un bel giorno, saranno stati i primi di gennaio, mi vidi arrivare tre ragazze, una delle quali sarebbe diventata la mia nuova umana. Mia sorella ed io fummo tirate fuori dal recinto dove stavamo giocando e portate al loro cospetto; siccome eravamo due cucciole molto ben educate, per salutarle mia sorella tirò un morso ad ognuna di loro mentre io le fissai e poi cercai di fare la pipì sulle loro scarpe. Bell'accoglienza, vero? Vi aspetterete che siano inorridite e siano scappate schifate...e invece no! Sono rimaste, ci hanno accarezzate entrambe e poi la mia nuova umana mi ha presa in braccio. Siamo andati in una stanza stranissima dove c'erano tante cose di legno che loro usano per mangiare e sedersi e dove hanno bevuto una strana pozione maleodorante chiamata Caffè! Non ricordo tanto di quel momento, devo ammetterlo, perché mi ero appisolata, però so che dopo un po' qualcuno ha sgridato la mia mamma perché aveva afferrato la mia sorellina e la stava sbattendo contro la cuccia. Le stavamo davvero antipatiche! Ma forse era solo gelosa di noi cuccioli che le toglievamo le attenzioni dei suoi umani.

    Dopodiché,

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